Chi diede a te quella melliflua cetra
dotto Ferrari, che mill'alme, e mille
soave infiamma d'amorose stille,
e alle rupi nel sen le selci spetra?
S'incanta l'aura, ed il ruscel s'impetra
al suon, ch'acquietar può l'orride scille;
da melodie sì tenere, e tranquille
l'armonia delle sfere oggi s'arretra.
Certo i dèi te 'l donar; che non si tolle
da mortale terren frutto beato,
né un umile virgulto al ciel s'estolle.
Ah non Apollo, od altro a te l'ha dato.
Teco il traesti allor, che (amico) volle
dar alla terra un Benedetto il fato.