Della signora S. C. all'autore

Chi diede a te quella melliflua cetra

dotto Ferrari, che mill'alme, e mille

soave infiamma d'amorose stille,

e alle rupi nel sen le selci spetra?

S'incanta l'aura, ed il ruscel s'impetra

al suon, ch'acquietar può l'orride scille;

da melodie sì tenere, e tranquille

l'armonia delle sfere oggi s'arretra.

Certo i dèi te 'l donar; che non si tolle

da mortale terren frutto beato,

né un umile virgulto al ciel s'estolle.

Ah non Apollo, od altro a te l'ha dato.

Teco il traesti allor, che (amico) volle

dar alla terra un Benedetto il fato.

All'illustrissimo ed eccellentissimo... Lo stampatore a' lettori Argomento D'incerto all'autore Del signor Francesco Sbarra all'autore Del sig. Francesco Peruzzi all'autore Della signora S. C. all'autore Del signor Angelo De' Rossi all'autore Del signor Paolo Bossio all'autore Del signor Lelio Altogradi all'autore
Prologo Atto primo Atto secondo Atto terzo Nettuno e Giove

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