Nettuno e Giove

 

Scena unica

Per la Maga Fulminata del Signor Benedetto Ferrari. Nettuno, e Giove.

 
Argomento.
L'apparato degl'avvenimenti d'Artusia, non è ch'un nuovo spettacolo di sciagure incantate; concorrendovi Giove, e Pallade per personaggi fulminatori; ambi per altre volte avvezzi nel trattar fulmini. Per il colpo d'un solo, raffiguratomi il luogo, non mai tocco da folgore ostile, mi fingo il dio del mare adirato, mover in questi accenti per la rampogna.
 

NETTUNO
(a Giove)

Troppo sull'onde, ov'ha reina impero,  

che del mondo è splendor, la destra esse

e d'altrui regni, oltreggiatore altero, (di,

co 'l tuo fulmine, o Giove, i mari offendi.

Fetonte in cielo, e colà in Flegra il fero

stuol de' giganti a saettar t'accendi;

che qui tra l'acque è mio dominio intero

né so come a ragion tanto ti prendi.

Maga estingui all'amor? Circe, e Medea

vissero amanti; e s'all'oprar co 'l canto,

più ch'Anfione, ed Orfeo l'Artusia è rea!

Sia tuo sdegno, e furor: che l'atto incanto!

In teatro, ov'ha d'or l'etade Astrea,

mov'anco il ferro a risonar co 'l pianto.

GIOVE
(a Nettuno)

Osi troppo alle voci, e nulla invero,

verso il veneto mar di Giove intendi:

ti sia creta, d'amor norma al pensiero,

s'alla nascita mia Nettuno attendi.

E dai folgori pur contra il primiero

autor de' maghi, il mio furor comprendi:

Zeroastro il dirà, noto al mestiero,

per cui senza ragion parli, e riprendi.

Pari all'empie, che noti, Artusia è rea,

varia alle pene sol; fella nel canto,

ch'Anfion ne' sassi, Orfeo ne' tronchi avea.

E qual ferrea, che fu, caduta accanto

l'aureo leon ch'in libertà ne bea,

ben move il ferro a risonar co 'l pianto.

 

Fine (Nettuno e Giove)

Prologo Atto primo Atto secondo Atto terzo Nettuno e Giove
 
Scena unica
Aria tutta, e terra; un cielo tempestato di stelle facea credere, che in teatro fosse venuto ad abitare il... Cielo luminoso e chiaro, e palazzo reale dalla meravigliosa architettura. Si oscura il giorno, trema la terra, balena il cielo; s'apre l'inferno. Torna chiaro. Un bosco; paiono le di lui fronde tremolare, ed i ruscelli scorrere. Apparato spumoso, e marittimo; lito. Chiuso il cielo, si vide l'inferno. Reggia d'Artusia. Orrida spelonca. Qui si chiude la prospettiva. Mare. Muta la scena in bosco. Inferno. Reggia d'Artusia. Torna ad essere suo innato il loco, cioè aria, e terra.
Prologo Atto primo Atto secondo Atto terzo

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