Argomento

Decantava la fama per i più valorosi cavalieri dell'Asia Floridoro principe di Ponto, e Rosmondo principe d'Armenia; uno spirito in due vite, ed in due corpi un'anima. Gareggiavano con essi loro in valore le principesse Rodomira, e Filaura: la prima a Floridoro, la seconda a Rosmondo sorella. I principi per suggellare un tanto affetto fra di loro, vollero cambiare le sorelle, e se n'attendevano in breve gli effetti del reale, e glorioso maritaggio. Ma la sorte, come quella, che sempre vuole un voto nell'umane deliberazioni, condusse prigione d'Artusia il principe Rosmondo. Era questa Artusia principessa libera, e dell'arti magiche peritissima posseditrice; Donna in vigor di quelle così barbara, ed empia, ch'in lei non altro era d'umano, che l'umana effigie. Nell'incantato suo regno, entro una superbissima reggia, pure per incanto formata, viveva costei a voglia del senso suo, senza tanto riguardo, né del cielo, né de gli dèi. Inciampò nello stesso laberinto il principe Floridoro, quale giva per lo mondo cercando il perduto amico; e di questo cavalier s'accese d'amore così fieramente la maga, che la caduta in cenere per lui l'avrebbe sempre riputata un sorgere di fenice. Pure amò sola; che Floridoro composto di virtù sdegnò sempre amori impudichi, ed opere non degne. Rodomira, e Filaura avendo perduti i principi amanti si armarono, e si misero all'inchiesta di quelli. Sconosciute le guidò, e congiunse il caso al regno d'Artusia, e venute all'armi fra loro, al fine sotto la reggia della maga, per volere del cielo, si conobbero, ed abbracciatesi insieme entrarono in quella per liberare i due principi con un anello, ch'aveva Filaura in dito, il quale scioglieva ogni incanto. Artusia intanto, non potendo espugnare la crudeltà di Floridoro, intenderne vuole la cagione da Pluto; gli è risposto, che Floridoro vive amante di Filaura, Rosmondo di Rodomira; gli è significato l'arrivo delle principesse, e rivelata la virtù dell'anello di Filaura; ond'ella ben tosto, per mezzo delle sue arti fa, che cada in suo potere. Pallade vedendo dal cielo il perdimento di questi eroi, protettrice de' valorosi, e de' sapienti, come dèa dell'armi, e della sapienza, dispone di volere la morte d'Artusia, e la libertà, de' principi. Rodomira, e Filaura addolorate per la grave perdita dell'anello, trattano con Rosmondo, (che consentir no 'l vuole) di levar la vita alla maga in una caccia, che si doveva fare alla campagna, e così riavere, e la gemma, e la libertà. Giove prevedendo la ruina loro, comanda Mercurio, che scenda in terra ad impedire la caccia, e ricuperare l'anello, per consegnarlo poi a due cavalieri di Ponto, quali venivano navigando al regno d'Artusia, per avventurare la loro vita, per la salute de loro principi. Proseguendo Floridoro nell'odio contro la maga, ella così s'adira, e disumana, che dato di piglio ad ogni sorte di crudeltà, incanta le due principesse a due Tufi legate entro d'una caverna col principe Rosmondo nel mezzo di loro trasmutato in un serpente, che le va lacerando a brano a brano. Indi studiando una pena spietatissima per Floridoro, tratta dalla disperazione, scioglie in sì sacrileghe voci la lingua contro del cielo, che dal cielo le cade un folgore nel seno, e la terra per non sostenerla, l'inghiotte. Pallade, ottenuta da Giove licenza, scende repente alla terra, e disfatto l'incantato palazzo, libera, con molt'altri cavalieri, i quattro eroi, i quali uniti in matrimonio, ed instrutti del camino, gl'indirizza felicemente a i regni loro.

All'illustrissimo ed eccellentissimo... Lo stampatore a' lettori Argomento D'incerto all'autore Del signor Francesco Sbarra all'autore Del sig. Francesco Peruzzi all'autore Della signora S. C. all'autore Del signor Angelo De' Rossi all'autore Del signor Paolo Bossio all'autore Del signor Lelio Altogradi all'autore
Prologo Atto primo Atto secondo Atto terzo Nettuno e Giove

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