Qualor prendi a toccar legno sonoro,
doni l'alma alle corde, e altrui la togli;
sì vario, e dolce è il suon, ch'entro v'accogli
delle sirene, e delle muse il coro.
Se poi le voci in FULMINE canoro
quest'empia Maga a debellar disciogli,
atterrando d'abisso i fieri orgogli
ne riporti non men palma, che alloro.
Ceda il tracio cantor, ceda di Delo
il nume a' pregi tuoi; che ben discerno
ch'un angelo tu sei sott'uman velo;
che se puote espugnar forze d'Averno
la tua bell'opra, è un'armonia del cielo,
non ad altri, che al ciel cede l'inferno.