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La Flora

Favola rappresentata in musica.

Prologo

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Prologo

 

Scena unica

Imeneo.

 Q 

Imeneo

 

 

Io, che con aurea face, ed aureo laccio  

sereno l'aria in sì beato lume,

son il giocondo nume,

ch'in santi nodi i casti amanti allaccio,

son Imeneo, che dalle patrie stelle

discendo a due reali anime belle.

 

Regi consorti, giovinetti amanti  

della Parma, e dell'Arno alto tesoro,

ecco il mio cinto d'oro,

i vostri serenate almi sembianti:

ecco vi lego, ecco vi stringo, ed ardo

Margherita reale, ed Odoardo.

Per questa face, o regia coppia, io giuro,

ch'io non arsi giammai le più bell'alme:

porpore, scettri, e palme,

figli, e nipoti altissimi v'auguro,

figli, che de' trionfi ornin la terra,

nestori in pace, e nuovi achilli in guerra.

Odimi tu dall'ocean difesa

d'isole ribellate iniqua fede;

già move armata il piede,

già corre Parma alla fatale impresa,

e per vincerti appien solo le basta

d'un novello Alessandro il core, e l'asta.

Tremi la Schelda, e disdegnosa impari

il giogo a sostenere Olanda infida;

veggio, ch'in van s'annida

perfido stuolo entro i fiamminghi mari;

veggio, ch'abbatte omai la rea contrada

fulmin del ciel nella farnese spada.

Gioite intanto; io quanti accolgo in seno

pregi d'Ebe, e d'Amor dispenso a voi:

gioite amanti eroi,

e 'l bel vostro desio non venga meno:

gioite lieti, avvinti palma a palma,

sen a sen, cor a core, ed alma ad alma.

Or mentre l'ore il fortunato letto

con le Grazie v'apprestino, e gl'amori,

di Zeffiro, e di Clori

sia le fiamme ascoltar vostro diletto:

permesso a gloria vostra oggi le finge,

e negl'altrui vostr'imenei dipinge.

 

Fine (Prologo)

Generazione pagina: 30/10/2015 - Tipo pagina: opera•a_01 (3.00.40)

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