Regi consorti, giovinetti amanti
della Parma, e dell'Arno alto tesoro,
ecco il mio cinto d'oro,
i vostri serenate almi sembianti:
ecco vi lego, ecco vi stringo, ed ardo
Margherita reale, ed Odoardo.
Per questa face, o regia coppia, io giuro,
ch'io non arsi giammai le più bell'alme:
porpore, scettri, e palme,
figli, e nipoti altissimi v'auguro,
figli, che de' trionfi ornin la terra,
nestori in pace, e nuovi achilli in guerra.
Odimi tu dall'ocean difesa
d'isole ribellate iniqua fede;
già move armata il piede,
già corre Parma alla fatale impresa,
e per vincerti appien solo le basta
d'un novello Alessandro il core, e l'asta.
Tremi la Schelda, e disdegnosa impari
il giogo a sostenere Olanda infida;
veggio, ch'in van s'annida
perfido stuolo entro i fiamminghi mari;
veggio, ch'abbatte omai la rea contrada
fulmin del ciel nella farnese spada.
Gioite intanto; io quanti accolgo in seno
pregi d'Ebe, e d'Amor dispenso a voi:
gioite amanti eroi,
e 'l bel vostro desio non venga meno:
gioite lieti, avvinti palma a palma,
sen a sen, cor a core, ed alma ad alma.
Or mentre l'ore il fortunato letto
con le Grazie v'apprestino, e gl'amori,
di Zeffiro, e di Clori
sia le fiamme ascoltar vostro diletto:
permesso a gloria vostra oggi le finge,
e negl'altrui vostr'imenei dipinge.