Scena prima Antro a Teti sacro con ara accesa nel fondo.
Si apre la scena verso il fine del primo «Allegro» della sinfonia, e subito si trovano i Sacerdoti di Teti tutti schierati nel fondo dell'antro con accese fiaccole in mano. Climene accompagnata da altri Sacerdoti, si avanza cantando la seguente invocazione destinata a prender il luogo dell'«Andante» dell'apertura.
Scena seconda Deliziosa reggia di Teti.
Siede la Dèa alla destra sopra eccelso trono, sostenuto da un muscoso elevato scoglio, adorno d'archi, e colonne di congelata acqua di mare. Veggonsi ad essa intorno con artificiosa irregolarità situate Naiadi, Limniadi, Nereidi, Sirene, Tritoni, ed altre marittime Deità, ove alcune sovra piccioli scogli, di verde musco vestiti, agiatamente riposano. I leggeri delfini per l'acque, che la reggia inondano, lubricamente si aggirano. Gli annosi fiumi, e le vaghe Ninfe de' ruscelli, e de' fonti, sostenendo le loro urne diverse, e sovra delle medesime in varie guise appoggiandosi, versano quivi di cristallini umori, e di limpid'acque perenni, e copiosi tributi. Mentre Climene corre all'apparir della scena, per gettarsi a piè del materno trono, Teti discende, e fra le sue braccia teneramente l'accoglie.
Teti, e Climene.
Scena terza Climene, indi Proteo.
Sovra carro leggero, tirato da due cavalli marini. Una truppa di Tritoni lo precede cantando a suon di buccina.
Scena quarta Terminato il coro si sente una dolce armonia; ad ascoltar la quale Proteo scende dal carro; e vinto dalla dolcezza de' modulati suoni, sopra picciolo scoglio s'addormenta, e là correndo le Sirene, lo legano allo stesso scoglio; nel quale destandosi Proteo all'improvviso assalto, e vedendo che il dibattersi a lui non giova per sortire da' lacci, ora in acqua, ora in fuoco, ed ora in alato drago trasformasi.
Teti, Climene, e Proteo.
Scena ottava Luogo magnifico destinato alle pubbliche udienze sulla gran piazza di Vamba capitale del regno de' Giacchi, popoli abitatori delle montagne del Sole nell'Etiopia esteriore. A destra eccelso trono di bianchissimo avorio, sormontato da verdi palme, che a guisa d'ombrella nell'alto le spaziose foglie stendendo, fra di loro si congiungono.
Fetonte, e Climene scortata dalle Guardie nobili e seguita da' Paggi.
Scena nona Climene, Orcane, poi Epafo.
Dal fondo della scena sortono Epafo, ed Orcane, l'uno e l'altro a cavallo, quello seguìto dal numeroso suo Esercito, e questo preceduto da schiera di Mori pedestri, che portano a lui dinanzi i fumanti argentei vasi, su de' quali ardono gli odorosi profumi, e vengono suonando una barbara marcia, e cantando il seguente
Scena quarta Circo solare, ove i Giacchi all'adorazione del Sole ordinariamente si adunano. Ha questo la forma d'un anfiteatro verde a più ordini di sedili adombrati da frondosi allori, che gli fanno spalliera continua fino al Parnaso, che scorgesi rappresentato di prospetto nel fondo. Oltre alla marmorea statua d'Apollo, veggonsi sulla sacra pendice quelle ancor delle muse; e nella sommità il cavallo pegaseo, che fa con un calcio scaturire l'Ippocrene: le falde della praticabil montagna sono, come i sedili all'intorno, ingombrate da confusa moltitudine di numeroso Popolo. Ricchi piumacci nel mezzo per le regie Persone, per il loro Séguito nobile, e per i sacri Ministri.
Epafo, ed Orcane.
Scena quinta Climene. Libia, e Fetonte.
Dalla porta destra, scortati dalle Guardie nobili, e seguiti dagli Ufficiali maggiori del regno. Ministri sacri dalla sinistra, preceduti dal Gran sacerdote d'Apollo, e detti.
Scena ottava Sotterraneo, tenebroso luogo de' reali sepolcri, per cui dal regio soggiorno, alla più elevata cima delle montagne solari, e per conseguenza al palazzo del Sole apresi un occulto, inosservato passaggio. La scena è illuminata soltanto dall'incerta luce delle spiranti, languide faci, che a' mesti avelli ardono continuamente dinanzi.
Fetonte, poi Climene.
Scena undicesima Per il ballo secondo.
Reggia del Sole. Siede Febo sovra fiammeggiante, risplendentissimo soglio fra Temide, e la Felicità, che di lui alquanto meno elevate a' suoi lati si scorgono. Giace il Tempo
a piè del trono sotto la forma d'alato vecchio. In altro sito l'Aurora, l'Anno, e i Secoli. Le Ore del giorno, e le Stagioni formano il secondo ballo.
Atto terzo
Scena prima Atrio della reggia del Sole.
Il Sole, la Fortuna, e Fetonte.
Scena quinta Vastissima campagna.
Biondeggianti mature spighe a destra, in parte già recise, ed in alte masse insieme adunate. Densa, oscura foresta a sinistra. Prospetto di mare ingombro di egizie navi nel fondo, con elevato praticabile scoglio più avanti.
Fetonte assiso sul carro del Sole, dissipate le nubi, comparisce da lungi sull'orizzonte. A proporzione che avanza smarrito nel suo cammino, e che incerto scorre innanzi, e indietro per l'incendiato cielo, spaventose, orribili fiamme si spandono per l'aria, ed alla terra comunicandosi, par che vada tutto in combustione l'universo.
Epafo, traendo per mano Climene e séguito di Guerrieri egizi.
Scena ultima Orcane, con nudo acciaro alla mano, séguito di Mori, e detti.
Teatro
Cambi di scenografia
Tutte le scenografie (o quadri) descritte nel libretto.