Atto secondo

 

Scena prima

Galleria, che introduce a diversi appartamenti terreni.
Orcane, e Libia da una parte. Climene dall'altra.

 Q 

<- Orcane, Libia, Climene

 

LIBIA

Giungi a tempo, o regina. Orcane a offrirmi  

nella real sua destra un tuo rifiuto

generoso ne vien.

CLIMENE

(si turba)

Come?

ORCANE
(a Climene con derisione insultante)

Un soglio altrui dovuto

so che usurpar non vuoi: so che fedele

ami chi sempre amasti.

Ti spiegasti abbastanza:

lusingar tu non sai la mia speranza.

CLIMENE

È ver. (Gelosa ei spera

di rendermi così) Ma Libia espresse

teco il suo cor?

ORCANE

Sì poco

di due pupille intendi

il muto favellar? L'alma tradita

da quegli occhi loquaci, i suoi segreti

celar pretende in van. Tanto sfavilla,

così chiaro traluce

su quel volto il piacer.

LIBIA

De' sensi miei

meglio Climene istessa

informar ti potrà.

ORCANE

Son noti a lei?

LIBIA

Sì.

ORCANE

Che più dunque innanzi a me gli asconde?

(Mi sogguarda confusa, e non risponde.)

LIBIA

Al par di me sorpresa

col silenzio palesa i dubbi suoi.

ORCANE

Donde mai le dubbiezze?

LIBIA
(ironicamente)

Ossequio, affetto,

quando i limiti eccede,

più sincero non è; non merta fede.

ORCANE

Creder dunque si niega...

comprenderti non so; meglio ti spiega.

LIBIA

Spiegarmi vorrei;

ma il tempo... ma il loco...

ancor per poco

tacer mi convien.

(parte)

Libia ->

 

Scena seconda

Fetonte, e detti.

<- Fetonte

 

FETONTE

Madre, la tua presenza impazienti  

chiedon le turbe popolar torrente,

oggi più dell'usato,

il sacro circo inonda.

CLIMENE

Ivi a momenti

meco Libia sarà: Libia, che a fronte

delle suddite genti,

al talamo, ed al trono

sceglier deve un consorte.

ORCANE

E quello io sono.

FETONTE

Tu quello?

ORCANE

Appunto.

FETONTE

E quale?

ORCANE

Ti basti.

FETONTE
(a Climene)

Orcane...

CLIMENE

Orcane è il tuo rivale.

FETONTE

Ei che da Congo in nostro pro già mosse

d'Etiopia le schiere...

CLIMENE
(con ironia)

Anzi l'istesso...

che pur guari non ha, per suo riposo,

pensò al letto condurmi amante, e sposo.

ORCANE

(Più frenarsi non sa.)

FETONTE

Ma...

ORCANE
(con importante contegno)

Tuo nemico

non divenni per ciò. Della beltade

necessario tributo

fu mai sempre l'amore.

Né può vietarsi a un core,

sol perché piace altrui,

l'omaggio offrirle degli affetti sui.

Del suo destino incerto,

de' dritti altrui dubbioso,

chi geloso si rende,

degrada i merti suoi, sé stesso offende.

Io de' tuoi voti audaci

lodo il coraggio illustre, onde aspirasti

un soglio a posseder: Ma Libia...

FETONTE

Oh stelle!

Libia come poteo...

madre, e sia ver?

CLIMENE
(con ironia)

L'arcano

tutto ei già svelò. T'affanni invano.

FETONTE

E l'amore... la fé...

CLIMENE
(con ironia insultante)

(accennando Orcane)

La regia erede

sperar da chi potria più salda fede?

ORCANE

Il rimprovero intendo; ma capace

d'oltraggiarmi non è mendace accusa:

fé presumer non può chi amor ricusa.

 

(a Fetonte)

(accennando Climene con fastoso disprezzo)  

Amar costante

crudel bellezza,

è debolezza

non è virtù.

CLIMENE
(a Fetonte)

(guardando Orcane con ironia insultante)

Verace amante

men lusinghiero,

cor più sincero

mai non vi fu.

ORCANE

Crucciarsi, lagnarsi,

spiegarsi non osa.

CLIMENE

Mi crede sdegnata,

placata mi spera.

(ciascuno da sé)

ORCANE

Ma un'alma gelosa

celar non si può.

Insieme

CLIMENE

Ma un'alma altera

confonder saprò.

 
(partono da diversi lati, Climene ed Orcane)

Climene, Orcane ->

 

Scena terza

Fetonte.

 

 

Libia, Orcane t'invola, e neghittoso  

tu qui resti, O Fetonte? E qual t'ingombra

indolente stupore? Irresoluto

chi ti rese così? Forse no 'l credi?

Forse... Ma che? Voluto avria Climene

deluderti, ingannarti... Ah ti riscuoti

dal tuo letargo alfin. Vanne, t'affretta:

chiama de' torti tuoi vindici almeno

gli spergiurati dèi. Sovverti, abbatti

l'ara, il tempio profano, ove si appresta

la sacrilega pompa

all'indegno rival. Trafiggi, svena,

chi rapirti minaccia il tuo tesoro.

Pera il moro fallace;

tremi l'egizio audace. In questo, in questo

d'amor, di sdegno disperato eccesso,

de' miei furori inorridisco io stesso.

Ma se colei, che adoro,

già d'amarmi cessò; d'un forsennato

cieco trasporto inefficaci, e vani

gl'impeti, ahimè! saranno... Ah dunque in traccia

dell'infida più tosto

corrasi: all'empia in faccia

de' tradimenti suoi

tutto l'orror si scopra: oda chiamarsi

perfida, menzognera,

mostro, fiera crudel... ma no: le vie

a tentar di pietade

miglior consiglio mi sospinge. In petto

se di scoglio non ha l'ingrata un core,

a distemprarlo, oh dio!

bastar solo potrà l'affanno mio.

 

Sempre fido il primo affetto  

serberò costante in petto:

del mio duol, de' mali miei

chiederò da lei ~ pietà.

Infedel la chiamerò,

disleal, spergiura... Ah no.

Da me sol quant'io l'ho amata

quell'ingrata ~ oh dio! saprà.

(parte)

Fetonte ->

 
 

Scena quarta

Circo solare, ove i Giacchi all'adorazione del Sole ordinariamente si adunano. Ha questo la forma d'un anfiteatro verde a più ordini di sedili adombrati da frondosi allori, che gli fanno spalliera continua fino al Parnaso, che scorgesi rappresentato di prospetto nel fondo. Oltre alla marmorea statua d'Apollo, veggonsi sulla sacra pendice quelle ancor delle muse; e nella sommità il cavallo pegaseo, che fa con un calcio scaturire l'Ippocrene: le falde della praticabil montagna sono, come i sedili all'intorno, ingombrate da confusa moltitudine di numeroso Popolo. Ricchi piumacci nel mezzo per le regie Persone, per il loro Séguito nobile, e per i sacri Ministri.
Epafo, ed Orcane.

 Q 

popolo, Epafo, Orcane

 

EPAFO

Il decisivo istante  

s'appressa, Orcane.

ORCANE

Se al proposto laccio

piega Climene il cor, del tuo consiglio

opra sia sol.

EPAFO

Nel figlio

un potente rivale a me rimane.

ORCANE

Il so ma non temer: tutto prevenni,

fidati: avrem per noi

la miglior, la più sana

parte di questo regno.

EPAFO

Sorgon le turbe.

(si levan le turbe all'apparir di Climene)

ORCANE

Segno,

che si avanza Climene.

EPAFO

Eccola. Il fasto usato ognor ritiene.

ORCANE

Fasto, che agli occhi miei

vaga la rende.

EPAFO

A lei

muovasi incontro.

(s'incammina incontro a Climene)

ORCANE

Sieguo

i passi tuoi.

(muovesi ad incontrar Climene)

 

Scena quinta

Climene. Libia, e Fetonte.
Dalla porta destra, scortati dalle Guardie nobili, e seguiti dagli Ufficiali maggiori del regno. Ministri sacri dalla sinistra, preceduti dal Gran sacerdote d'Apollo, e detti.

<- Climene, Libia, Fetonte, guardie nobili, ufficiali, ministri sacri, gran sacerdote

 

EPAFO

Regina...  

ORCANE

Alfin...

CLIMENE

Qui meco

non v'incresca seder.

(siede)

EPAFO E ORCANE

Siedasi.

(siedono tutti)

CLIMENE

Udite.

EPAFO

Ascolterò.

ORCANE

Favella.

CLIMENE

E queste insieme

odano accolte turbe.

Figli, che ben di madre

ho un cor per voi nel petto,

cangiò, figli, d'aspetto

la mia, la sorte vostra. Invida parca

ad immaturo fin del mio consorte

precipitando i giorni, un duce, un padre

ai popoli rapì, tolse alle squadre.

Alle perdite mie trovar riparo

facil cosa non è. Scemar le vostre

sta in mio poter. Tiranna,

non facendol, sarei. Però del serto

volontaria mi spoglio. A Libia in fronte

passi con lieti auspici.

Tutti a render felici, oggi con lei

dell'impero divida illustre sposo,

e le cure, e gli onori.

EPAFO E ORCANE

E questo...

CLIMENE

E questo

sia qual più si conviene

al suo genio reale.

Sappia con lance uguale

scerner dal giusto il reo. Lento a punire,

sollecito a premiare: il merto solo

del suo favor decida.

In ogni azion per guida,

più che piacer privato

abbia il pubblico ben. Meta, e misura

sia degli affetti sui

l'altrui felicità. Gli vegli a lato

la prudenza, il consiglio.

Gli armin la destra, il core,

la fortezza, il valore. In lui ciascuno

d'ogni virtù sublime un efficace,

sovrano esempio ammiri.

Amor esiga; e riverenza ispiri.

ORCANE

Degna d'un nume in vero

ne' colori l'imago.

CLIMENE

E ben, d'un nume,

dalle fra lor non discordanti voci

degli oracoli tutti, oggi si vuole,

che qui regni la prole.

EPAFO

Sol da Giove chi nacque

di lei dunque sia degno.

LIBIA

No, popoli: se al regno

s'attende un successor dal voto mio,

Fetonte è il vostro re; questo vogl'io.

EPAFO
(a Libia)

Gli oracoli così render ardisci

menzogneri, e fallaci?

CLIMENE
(ad Epafo)

Anzi con essi

Libia il voler del genitor accorda.

Merope istesso, in lui,

(accennando Fetonte)

alla figlia uno sposo

sceglier già seppe, in cui

riconosca ciascun l'inclito germe

del dio, che qui si adora.

EPAFO

Ingegnosa è la fola,

ma spargerla non basta. Or vi conviene

accreditarla; e sola

chi l'asserisce, a tanto

s'impegna invano. Abbia la madre pria

quel culto, che alla mia

rende l'Egitto intero; indi Fetonte

con fastose parole

venga, e si vanti a noi figlio del sole.

FETONTE

(si leva e seco tutti)

Temerario! Lavar col sangue reo

dovrai la macchia indegna,

(accennando Climene)

che al suo, che all'onor mio fe' il labbro audace.

EPAFO

Quest'acciaro, mendace,

(accennando Climene)

il vostro sosterrà

(a Fetonte)

con tuo periglio.

FETONTE

Vieni, fellon.

(volendo sortire)

LIBIA

Ferma.

(trattenendo Epafo)

CLIMENE

(arrestando Fetonte)

T'arresta, o figlio:

di me, di te, del regno

è l'ingiuria comun. Smentirla pria,

poi dobbiam vendicarla. E questa cura,

assai più, che al tuo braccio, a quel si aspetta

de' sudditi fedeli.

ORCANE

Il voto loro

è che Libia a Fetonte

non s'accordi se pria più certe prove

de' suoi natal non s'hanno.

CLIMENE

Onde il sapesti?

EPAFO

Questo comun silenzio i detti suoi

appien conferma.

ORCANE

Teco

meglio dunque, o regina,

ti riconsiglia.

EPAFO

Qual sovrasti a voi

non lieve rischio or puoi veder.

ORCANE

Più cauta

Libia da questo a misurar impari

colla ragion gli affetti.

EPAFO

A me conceda

volontaria una man, che or or costretta

darmi forse dovrà.

ORCANE
(a Climene)

Placar d'Orcane

tu cerca il cor.

EPAFO

Del labbro

l'imprudente rifiuto

la destra emendi.

ORCANE

È tempo

di risolver.

EPAFO

Che pensi?

ORCANE

Che decidi?

EPAFO

Che vuoi?

CLIMENE

Decido, e voglio

l'onte punir d'un temerario orgoglio.

 

Leggi, sdegno, non soffro consigli:  

non pavento minacce, perigli.

Oltraggiata, sol bramo, sol voglio

tant'orgoglio ~ superbi, punir.

(parte)

Climene ->

 

Scena sesta

Epafo, Orcane, Libia, e Fetonte.

 

EPAFO
(a Libia)

Tu più saggia  

cangia il fasto, e l'ire!

Insieme

ORCANE
(a Fetonte)

Meno audace

frena il fasto, e l'ire!

 

EPAFO

(guardando Fetonte)

Un sorride!

ORCANE

(guardando Libia)

L'altra tace!

EPAFO
(a Libia)

Quel silenzio contumace

il mio sdegno ~ irriterà.

Insieme

ORCANE
(a Fetonte)

Quel fallace tuo contegno

il mio sdegno ~ irriterà.

 

LIBIA, EPAFO, ORCANE E FETONTE

Men s'ostenta, più l'ardire

divisar talor si fa.

(Epafo e Orcane in atto di partire)

ORCANE

(ritenendo Fetonte)

Ascolta.

FETONTE

(tornando indietro)

Ho tutto inteso.

EPAFO

(a Libia richiamandola)

Spiegati.

LIBIA

(ad Epafo arrestandosi, ma sprezzante)

Ho detto assai.

ORCANE
(a Fetonte)

Geloso ardor...

FETONTE
(a Orcane con derisione)

Giammai

l'alma non t'infiammò.

LIBIA
(a Epafo con intolleranza)

Ma che più vuoi?

EPAFO E ORCANE
(a Libia)

Compreso

il tuo pensier non ho.

LIBIA

(a Epafo)

Se il favellar sì poco

di due pupille intendi,

ciò, che saper pretendi

tutto è palese a lui.

(accennando Orcane con ironia insultante)

Già da quest'occhi miei

tradita io fui.

FETONTE

(ad Orcane con ironia amara, ed insultante)

Debito omaggio, il sai,

è di beltade amore,

né può vietarsi a un core

sol perché piace altrui,

di tributare a lei

gli affetti sui.

LIBIA

Del suo destino incerto,

chi al fuoco tormentoso

di gelosia s'accende,

degrada i merti suoi,

sé stesso offende.

Insieme

FETONTE

De' dritti altrui dubbioso,

chi al fuoco tormentoso

di gelosia s'accende,

degrada i merti suoi,

sé stesso offende.

 
(partono insieme Libia, e Fetonte)

Libia, Fetonte ->

 

Scena settima

Orcane, ed Epafo.

 

EPAFO

Sol di gioco, e scherno oggetto  

divenuto io qui sarò!

Insieme

ORCANE

Vil cagion di reo diletto

divenuto io qui sarò!

 

EPAFO
(pensoso)

Che sospendo!

ORCANE
(turbato)

Che mi arresto!

EPAFO

Già mi scuoto.

ORCANE

Già mi desto.

EPAFO

Ah paventi

provocar chi me tentò.

Insieme

ORCANE

Si sgomenti

provocar chi me tentò.

EPAFO
(agitato)

Sordo ai pianti, alle querele

al mio piede ~ in van mercede

domandar l'ascolterò.

Insieme

ORCANE
(furioso)

Implacabil, e crudele

stragi, morti, affanni, e lutto

da per tutto ~ io spargerò.

(partono)

Epafo, Orcane ->

 
 

Scena ottava

Sotterraneo, tenebroso luogo de' reali sepolcri, per cui dal regio soggiorno, alla più elevata cima delle montagne solari, e per conseguenza al palazzo del Sole apresi un occulto, inosservato passaggio. La scena è illuminata soltanto dall'incerta luce delle spiranti, languide faci, che a' mesti avelli ardono continuamente dinanzi.
Fetonte, poi Climene.

 Q 

Fetonte

 

FETONTE

Ombre, che tacite  

qui fede avete;

faci, che torbida

luce spandete;

l'orror, che ingombrami

non fomentate;

ombre, che placide

qui riposate.

Sfondo schermo () ()

 

<- Climene

CLIMENE

Figlio.  

FETONTE

Giungesti al fin. Fra tanti orrori

tu m'addita qual fia...

CLIMENE

Quella, o figlio, è la via,

che da' regi sepolcri

sino al paterno soglio

ti scorterà. De' monti

solari a me più volte

Febo per essa dall'eccelse cime

discese inosservato.

FETONTE

Andrò. Con questa in fronte

obbrobriosa macchia

più mostrarmi non voglio.

Ma quale al genitore,

madre, del nascer mio

non dubbia prova dimandar poss'io?

CLIMENE

Sovra il suo carro assiso

chiedi, che de' suoi raggi il crine adorno,

sol per un giorno, comparir su in cielo

apportatore, e duce

ti lasci almen della diurna luce.

Va': né il tuo piè sgomenti

lungo, alpestre, scabroso,

malagevol sentiero.

L'aura, il vento leggero

ti porteran su i vanni

all'immortal soggiorno

pria, che faccia dal mare il sol ritorno.

Io d'Epafo, e d'Orcane intanto i moti

attenta osserverò. Sediziosi

le ribellanti turbe a rei tumulti

spinger potriano.

FETONTE

Ah questo

è de' spaventi miei

lo spavento maggior. Pensando al rischio,

in cui vi lascio, vacillar già sento

la mia costanza. A Libia, a te vorrei

vegliar fedele al fianco. Ah tu se m'ami,

tu gelosa il mio bene,

custodisci, difendi. Il cor mi manca,

madre, per dirgli addio. La sua presenza

un palpito segreto, un freddo, un gelo

m'astringe ad evitar. Non soffra il cielo,

che di nuovi disastri il mio terrore

sia presagio funesto. A Libia intanto

tu per pietà l'ascondi.

Se ricerca di me, dille, rispondi...

ma che?... No 'l so... senti... sì, dille... Ah vola:

l'idolo del cor mio per me consola.

Tu parla, tu digli,  

che appena io respiro

fra tanti perigli...

(vedendo venir Libia da lunge)

ma oh stelle! Che miro!...

Se parto... se resto...

che incontro funesto!

Che fierò è mai questo

terribil momento,

cimento ~ crudel!

(in atto di voler, partendo, evitar l'incontro con Libia)

 

Scena nona

Libia, e detti.

<- Libia

 

LIBIA
(a Fetonte richiamandolo)

Tu mi sfuggi? Senti oh dio!  

FETONTE
(a Libia arrestandosi)

Idol mio ritorno a te.

LIBIA
(a Fetonte)

Perché parti?

FETONTE
(a Libia)

(Oh ciel!) Degg'io...

LIBIA
(a Fetonte)

Siegui.

FETONTE
(a Libia)

(Ahimè) Vorrei... pavento.

LIBIA
(a Fetonte)

Di che temi?

(ciascuno da sé)

CLIMENE

Ah che tormento.

Per quell'anima fedel.

FETONTE

Ah che tormento.

Per quest'anima fedel!

Insieme

LIBIA

Ah che tormento.

Per quest'anima fedel!

 

LIBIA
(a Fetonte)

Vorresti! Ma che?

FETONTE

(a Libia)

Intendimi... (Oh dèi!)

(a Climene)

Che affanno!... Vorrei...

tu parla per me.

Sì, parla, sì digli

l'affanno, i perigli,

la pena, il tormento

di questo - funesto

momento crudel.

(parte)

Fetonte ->

 

Scena decima

Libia, e Climene.

 

CLIMENE

(a Libia che s'incammina appresso a Fetonte)  

Dove (oh dio!)...

LIBIA

Seguirlo io vo'.

(in atto di partire)

CLIMENE

No: t'arresta.

LIBIA

Ma perché?

CLIMENE

Lo saprai.

LIBIA

Da chi?

CLIMENE

Da me.

LIBIA

Parla omai.

CLIMENE

Non posso ancor.

 

LIBIA E CLIMENE

Questa è troppa tirannia,  

troppo barbaro dolor!

Ah pietà ~ non sa ~ che sia

chi non l'ha ~ del suo dolor!

(partono)

Libia, Climene ->

 
 

Scena undicesima

Per il ballo secondo.
Reggia del Sole. Siede Febo sovra fiammeggiante, risplendentissimo soglio fra Temide, e la Felicità, che di lui alquanto meno elevate a' suoi lati si scorgono. Giace il Tempo
a piè del trono sotto la forma d'alato vecchio. In altro sito l'Aurora, l'Anno, e i Secoli. Le Ore del giorno, e le Stagioni formano il secondo ballo.

 Q 

Febo, Temide, Felicità, Tempo, Aurora, Anno, i secoli, le ore del giorno, le stagioni

 

Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Galleria, che introduce a diversi appartamenti terreni.

<- Orcane, Libia, Climene

Giungi a tempo, o regina

Orcane, Climene
Libia ->
Orcane, Climene
<- Fetonte

Madre, la tua presenza impazienti

Orcane e Climene
Amar costante
Fetonte
Climene, Orcane ->

Libia, Orcane t'invola, e neghittoso

Fetonte ->

Circo solare; ha questo la forma d'un anfiteatro verde a più ordini di sedili adombrati da frondosi allori, che gli fanno spalliera continua fino al Parnaso, che scorgesi rappresentato di prospetto nel fondo; oltre alla marmorea statua d'Apollo, veggonsi sulla sacra pendice quelle ancor delle muse; e nella sommità il cavallo pegaseo, che fa con un calcio scaturire l'Ippocrene; falde della praticabil montagna.

popolo, Epafo, Orcane
 

Il decisivo istante

popolo, Epafo, Orcane
<- Climene, Libia, Fetonte, guardie nobili, ufficiali, ministri sacri, gran sacerdote

Regina / Alfin / Qui meco

popolo, Epafo, Orcane, Libia, Fetonte, guardie nobili, ufficiali, ministri sacri, gran sacerdote
Climene ->
Epafo e Orcane
Tu più saggia
popolo, Epafo, Orcane, guardie nobili, ufficiali, ministri sacri, gran sacerdote
Libia, Fetonte ->
popolo, guardie nobili, ufficiali, ministri sacri, gran sacerdote
Epafo, Orcane ->

Sotterraneo, tenebroso luogo de' reali sepolcri, per cui dal regio soggiorno, alla più elevata cima delle montagne solari, e per conseguenza al palazzo del Sole apresi un occulto, inosservato passaggio; la scena è illuminata soltanto dall'incerta luce delle spiranti, languide faci, che a' mesti avelli ardono continuamente dinanzi.

Fetonte
 
Fetonte
<- Climene

Figlio / Giungesti al fin. Fra tanti orrori

Fetonte, Climene
<- Libia
Libia e Fetonte, Climene
Tu mi sfuggi? Senti oh dio!
Climene, Libia
Fetonte ->

Dove, oh dio! / Seguirlo io vo'

Libia, Climene ->

Reggia del Sole; fiammeggiante, risplendentissimo soglio.

Febo, Temide, Felicità, Tempo, Aurora, Anno, i secoli, le ore del giorno, le stagioni
 

(ballo secondo)

 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima
Antro a Teti sacro con ara accesa nel fondo. Deliziosa reggia di Teti; eccelso trono, sostenuto da un muscoso elevato scoglio, adorno... Gabinetto di specchi. Luogo magnifico destinato alle pubbliche udienze su gran piazza in città nelle montagne del Sole... Galleria, che introduce a diversi appartamenti terreni. Circo solare; ha questo la forma d'un anfiteatro verde a più ordini di sedili adombrati da... Sotterraneo, tenebroso luogo de' reali sepolcri, per cui dal regio soggiorno, alla più elevata... Reggia del Sole; fiammeggiante, risplendentissimo soglio. Atrio della reggia del Sole. Chiuso padiglione militare, con barbari moreschi ornamenti d'intorno. Vastissima campagna; biondeggianti mature spighe a destra, in parte già recise, ed in alte masse insieme...
Atto primo Atto terzo

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