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Antro a Teti sacro con ara accesa nel fondo.
(sotterraneo fremito di repentino spaventevol tremuoto, che al secondo «Allegro» della sinfonia viene sostituito; a proporzione, che va crescendo il rumore degl'istromenti, veggonsi ondeggiar d'intorno le sassose, oscure, ed ineguali pareti, che strepitosamente in fine rovinando, ed aprendosi, si scopre la deliziosa reggia di Teti)
Deliziosa reggia di Teti; eccelso trono, sostenuto da un muscoso elevato scoglio, adorno d'archi, e colonne di congelata acqua di mare; veggonsi ad essa intorno piccioli scogli; i leggeri delfini per l'acque, che la reggia inondano, lubricamente si aggirano; gli annosi fiumi, e ruscelli, e fonti.
Del mio tenero affetto a darti, o figlia
(Proteo sovra carro leggero, tirato da due cavalli marini)
(Climene si ritira)
(Proteo sopra picciolo scoglio s'addormenta, e là correndo le sirene, lo legano allo stesso scoglio; nel quale destandosi Proteo all'improvviso assalto, e vedendo che il dibattersi a lui non giova per sortire da' lacci, ora in acqua, ora in fuoco, ed ora in alato drago trasformasi; Climene si spaventa)
Che miro! Aita / Non temer: son teco
(Proteo riprende la sua vera forma)
(le sirene sciolgono Proteo dalle catene)
Al suo cordoglio resti l'audace in preda
Gabinetto di specchi.
Luogo magnifico destinato alle pubbliche udienze su gran piazza in città nelle montagne del Sole nell'Etiopia esteriore; a destra eccelso trono di bianchissimo avorio, sormontato da verdi palme, che a guisa d'ombrella nell'alto le spaziose foglie stendendo, fra di loro si congiungono.
(Epafo ed Orcane a cavallo)
Strano inutile amor! Languendo agghiaccia
(ballo di Mori, ed Egizi, del Séguito d'Orcane, ed Epafo)
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