Argomento

La ruvina della macedonica monarchia somministrò copiosa materia da fabbricare più regni. Uno fu il reame di Ponto, eretto da Mitridate, perciò chiamato ciste, che vale a dire fondatore. Questi uscito dall'antico sangue del perso Dario, tramandò la corona a molti discendenti. Il quinto si trova essere un altro Mitridate distinto col titolo di Evergete, padre del gran MITRIDATE cognominato Eupatore, e Dionisio, di cui parla il Petrarca così cantando nel Trionfo della fama:

Ov'è il gran Mitridate quell'eterno

nemico de' roman, che sì ramingo

fuggì dinnanzi a lor la state, e 'l verno.

Mitridate l'Evergete tornò vittorioso a Sinope, reggia di Ponto, trionfante di molte guerre, che l'avevano tenuto assai tempo lontano. Appena giunto in corte fu da Stratonica sua moglie a tradimento ucciso con l'aiuto di Farnace loro cugino. Il misfatto ebbe speciose cagioni, onde colorirlo alla vista del mondo. I traditori fecero mentire a lor modo la fama. Il vero motivo venne dall'amore incestuoso di Stratonica con Farnace, accompagnato dal timore d'una giusta vendetta. Motivo tanto più caro, quanto serviva a coprir l'adulterio col matrimonio, ed il delitto con la corona. Aveva Stratonica due figli. Laodice giunta all'età del senno, e del valore. Mitridate appena uscito dalla prima infanzia. Previde Laodice il pericolo del fratello. Lo rapì opportunamente, e lo mandò in Egitto a Tolomeo perché ivi fosse nutrito, e serbato al regno, ed alla vendetta del padre. I tiranni, vedutasi tolta di mano la preda pensarono ad un castigo, che a loro non aggiungesse maggior nome di crudeltà. Temevano il dar morte a Laodice; temevano ancora il vederla un giorno madre di generosi figliuoli. Che fecero? La maritarono a Nicomede loro bifolco. Questi più villano per fortuna, che per natura, la rispettò come sovrana, e portò il nome di marito solo per meglio servire a' suoi fini. Teneva pratica con Mitridate, e lo invitava alla impresa della vendetta, e del regno. Egli venuto agli anni della virilità, girò pellegrino per l'Asia con magnanimi fini. S'invaghì d'Issicratea, e la fece sua moglie. L'istesso Petrarca ben dipinge chi ella si fosse nel suo Trionfo d'amore:

Quella che il suo signor con breve chioma

va seguitando, in Ponto fu regina.

Come in atto servil sé stessa doma.

Tornò finalmente Mitridate in Egitto, e con l'aiuto di Tolomeo, pensò al modo più facile di ricuperare il trono paterno. Mandò il re d'Egitto a trattare una lega solenne col re di Ponto. L'occasione fu la disfatta d'Aristronico. La romana grandezza con quella vittoria s'era resa sospetta all'Africa, ed all'Asia. Gli ambasciatori egiziani ordirono il trattato, e per segno di vera amistà, proposero di togliere l'ostacolo, che l'impediva. Questo era Mitridate allievo di Tolomeo, ed il maggiore nimico degli usurpatori Stratonica, e Farnace. In tal disposizione di animi, e di cose comincia l'azione.

Nel dì solenne a' tiranni di Ponto, ch'era l'annovale festa della loro esaltazione al soglio usurpato, giungono a Sinope i nuovi ambasciatori per conchiudere la lega già tramata dai primi tra il Ponto, e l'Egitto. Sono Mitridate, ed Issicratea, quello sotto nome d'Eupatore, questa sotto forma d'Antigono. Entrano con tale inganno in corte. Trattano occulti col patrigno, con la madre, e con la sorella di Mitridate. Mitridate medesimo offre la sua testa a' suoi proprii nimici. Si giura solennemente la confederazione, e la morte di Mitridate. Laodice fa ogni sforzo per impedirla, e mentre crede di vendicare il fratello, poco manca, che non lo uccida. Ma che? Quando lo piange estinto, vivo lo riconosce, ed unitamente conducono a fine il disegno. Farnace è trafitto da Mitridate, allorché sta ricevendo da lui la testa di Mitridate. Stratonica nel punto, che pensa di vedere il teschio del figliuolo, riconosce quello del marito Farnace. S'avvisa della frode; s'immagina l'autore. Tenta con astuzia di riconoscerlo, conosciuto s'avventa per ucciderlo. Issicratea lo salva, ed uccide la perfida madre. E così acclamato da tutta Sinope, Mitridate viene dalla sorella lietissima, con la fedele Issicratea pubblicamente coronato tra gli applausi di glorioso trionfo. Questa favola, che più distesamente si avvolge, e si distingue nella tessitura del dramma, è formata d'alcuni pezzi di rozze verità, che a lei prestano i nomi, ed il fondamento per gli episodi, e sono le seguenti.

Notizie storiche.

Mitridate Eupatore nacque da Mitridate Evergete. Regnò in Ponto, e restò pupillo di pochi anni. Fu perseguitato dai tutori, a tal segno, che si difese dal veleno con tanti antidoti, che volendosi poi avvelenare in sua vecchiezza, non trovò tossico adatto ad offenderlo. Andò errando per l'Asia incognito molto tempo a fine di conquistarla un giorno, e tornato a casa poco mancò, che non restasse oppresso da' suoi congiunti.

Giust. Ist. lib.37 cap.4

Mitridate Eupatore uccise la madre.

Appiano de bello mitridatico p.413

Issicratea fu seguace fedele di Mitridate, in pace, ed in guerra. Si tagliò i capelli, e prese abito civile alla persiana.

Plut. in vita Pomp.

Mitridate l'Evergete fu tradito da' suoi nella propria corte.

Strab. lib.10

Mitridate l'Eupatore con l'ascondersi ad arte nelle fascie del turbante il pugnale, mentre era cercata la sua persona da un capitano, uccise il re di Cappadocia, che s'era con tal cauzione fidato di venir seco a parlamento.

Giust. lib.38 cap.2

Dedica a sua eccellenza il signor Adamo Enrico di Stanau Argomento A chi legge
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