Atto quarto

 
Il Canal Orfano
 
L'atrio d'un palazzo diroccato nell'isola della Giudecca.
Nell'angolo di destra, un paravento disteso, dietro il quale sta un letto. - Un gran portone di riva nel fondo da cui si vedrà la laguna e la piazzetta di San Marco illuminata a festa. - Una immagine della Madonna ed una croce appesa al muro. - Un tavolo, un canapè, sul tavolo una lucerna e una lanterna accese, un'ampolla di veleno, un pugnale. - Sul canapè, vari adornamenti scenici di Gioconda. - A destra della scena, una lunga e buia calle.
 

Scena prima

Gioconda sola, cupamente assorta ne' suoi pensieri.

 Q 

Gioconda

<- Laura, Cantore, altro cantore

 
[Preludio, Scena ed Aria]

 N 

 
(intanto dal fondo della calle si avanzano due uomini che portano in braccio Laura avvolta in un mantello nero. - I Cantori battono all'uscio. Gioconda si scuote e va ad aprire. Entrano)

GIOCONDA

Nessun v'ha visto?  

CANTORE

Nessuno.

GIOCONDA

Sul letto

la deponete.

(Gioconda va al paravento. Laura è deposta sul letto)

CANTORE

Ad un'occulta riva

sbarcati siam per evitar gl'incontri.

GIOCONDA

Sta ben. E quando fu sepolta?

CANTORE

A vespro.

GIOCONDA

E quanto tempo giacque?

CANTORE

In circa un'ora.

GIOCONDA

Era vasto l'avel?

CANTORE

Vasto.

(i Cantori trasportano Laura dietro il paravento)

GIOCONDA

I compagni

verranno questa notte?

CANTORE

Sì.

GIOCONDA

Ecco l'oro

che vi promisi.

CANTORE

No 'l vogliam... gli amici

prestan opra da amici.

GIOCONDA
(mutando accento e supplicando)

O pïetosi,

per quell'amor che v'ha creati, un'altra

grazia vi chiedo. Nella scorsa notte

mi scompariva la mia cieca madre,

già disperata la cercai, ma invano.

Deh! scorrete le vie, le piazze, e l'orme

della mia vecchierella... Iddio v'insegni.

Doman, se la trovate, a Canareggio

v'aspetterò. Quest'antro di Giudecca

fra brev'ora abbandono.

CANTORE

A noi t'affida.

(Gioconda stringe ad essi la mano: essi escono da dove sono entrati)

Cantore, altro cantore ->

 

Scena seconda

Gioconda sola.

 

(sola presso il tavolo guarda il pugnale, lo tocca, poi prende l'ampolla del veleno)

Suicidio!... In questi    

fieri momenti

tu sol mi resti,

e il cor mi tenti.

Ultima voce

del mio destino,

ultima croce

del mio cammin.

E un dì leggiadre

volavan l'ore;

perdei la madre,

perdei l'amore,

vinsi l'infausta

gelosa febre!

or piombo esausta

fra le tenèbre!

Tocco alla mèta...

domando al ciel

di dormir queta

dentro l'avel...

S

Sfondo schermo () ()

Brano musicale ()

 
[Duettino, Scena e Terzetto]

 N 

 

 

(guardando ancora l'ampolla)

Ecco il velen di Laura, a un'altra vittima  

era serbato! io lo berrò! ~ Quand'esso

questa notte qui giunga, io non vedrò

il loro immenso amplesso;

ma chi provvede alla lor fuga?... ah! no!

(getta il veleno sul tavolo)

No, tentator, lungi da me! conforta

anima mia, le tue divine posse!

Laura è là... là sul letto... viva... morta...

no 'l so... Se spenta fosse!!!

Io salvarla volea, mio dio, lo sai!

Pur, s'ella è spenta!?... un indistinto raggio

mi balena nel cor... vediam... coraggio.

(prende la lanterna, fa per avviarsi al letto e poi si pente)

No... no... giammai, giammai!

No, non mi sfugga questo dubbio arcano!

Ma s'ella vive? ebben... Laura è in mia mano...

(biecamente)

siam soli. ~ È notte. ~ Né persona alcuna

saper potria... profonda è la laguna...

 

UNA VOCE
(lontana sull'acqua)

Ehi! dalla gondola,

che nuove porti?

ALTRA VOCE
(più lontana)

Nel Canal Orfano

ci son de' morti!

GIOCONDA

Orrore! orrore! orrore!!!

Sinistre voci! illuminata a festa

splende Venezia nel lontano... in core

già si ridesta

la mia tempesta

immane! furibonda!

O amore! Amore!!

Enzo! pietà!

(al culmine della disperazione si getta accanto al tavolo)

 

Scena terza

Intanto si vedrà Enzo venir dalla calle, trova la porta socchiusa, entra.

<- Enzo

 

ENZO

Gioconda!  

GIOCONDA

Enzo!... sei tu!

ENZO
(cupamente)

Dal carcere

m'hai tratto; e i miei legami

sciogliesti, e armato e libero

qui son. Da me che brami?

GIOCONDA

Da te che bramo? ahi! misera!

 

(con accento d'esaltazione straziante)

Ridarti il sol, la vita!  

la libertà infinita!

la gioia e l'avvenir!

l'estatico sorriso,

l'estatico sospir!

l'amor... il paradiso!!

(Gran dio! fammi morir!)

ENZO

Donna! col tuo delirio

tu irridi a un moribondo,

per me non ha più balsami

l'amor, né raggi il mondo.

Addio...

GIOCONDA

Che fai?

ENZO

Non chiedere.

GIOCONDA

(afferrandolo)

Resta... M'ascolta.

ENZO

(svincolandosi)

Cessa.

GIOCONDA

Tu vuoi morir per essa!

ENZO

Sì, sul suo santo avel

baciare anco una volta

la povera sepolta.

GIOCONDA
(con ironia)

Ebben, corri al tuo voto,

eroe mesto e fedel!

L'avel di Laura è vuoto;

io l'ho rapita!

ENZO

Oh ciel!

No, menti, menti...

GIOCONDA

(accennando alla croce appesa al muro)

Giuro su quella croce.

ENZO

No: la bestemmia atroce

tergi dal labbro impuro!

di' che hai mentito!

GIOCONDA
(con fierezza, poi supplichevole)

Il vero

dissi! il furor... deh! frena.

ENZO

O furibonda iena

che frughi il cimitero!

O maledetta Eumenide,

gelosa della morte,

dimmi ove celi l'angelo

mio dalle guance smorte.

Parla! o in quest'ora lugubre

convien che qui tu muoia...

(sguainando il suo pugnale e afferrando Gioconda)

GIOCONDA

(Oh gioia!

m'uccide!)

ENZO

I tenebrori

del tuo mister saprò.

Parla...

GIOCONDA

No.

ENZO

Parla...

GIOCONDA

No.

ENZO

Ebben... infame...

(per ferirla)

muori!...

 

Scena quarta

Laura, Gioconda ed Enzo.

 

LAURA

(dall'alcova)

Enzo!  

ENZO

Chi è là?

GIOCONDA
(atterrita)

(Mio dio!)

LAURA

(comparendo)

Enzo! amor mio!

Ah il cor mi si ravviva.

Respiro all'aura...

Enzo, vieni... sei tu, vieni... son viva!

ENZO

(slanciandosi, abbracciando Laura)

Laura! ciel! non deliro! Viva! Ah... Laura! Laura!

GIOCONDA

(avviluppandosi la testa nel suo manto)

(Nascondili, o tenèbra!)

LAURA

(guardando verso Gioconda)

Ahimè! quell'ombra

è Alvise... fuggi...

ENZO

No, il terror disgombra.

 
(avvicinandosi, riconosce Gioconda che si sarà scoperta)

LAURA

Sei tu? costei salvò la vita a me.

ENZO

Fanciulla santa!

LAURA E ENZO

Ch'io mi ti prostri ai piè!

(cadono in ginocchio davanti a Gioconda)

 

VOCI
(lontane)

Te n' va', serenata,  

per l'aura serena,

te n' va', cantilena,

per l'onda incantata.

Udite le blande

canzoni vagar.

Il remo ci scande

gli accordi sul mar.

Il canto è la vita,

di sogni si pasce,

ai sogni c'invita,

nei sogni rinasce,

d'un'anima ignota

è l'eco fedel,

l'estrema sua nota

si perde nel ciel!

 

GIOCONDA
(con calma dolcissima)

Questa canzone ti rammenti, o Laura?  

È la canzone della tua fortuna.

Essa viene ver noi. Attenti udite,

fratelli miei, quei rematori in salvo

v'addurran questa notte. Per la fuga

tutto provvidi cautamente. Alzate

le vostre fronti, ch'io veda il sorriso

ch'io vi creai. No, d'attristar Gioconda

più non temete... amatevi...

ho il cuore rassegnato.

Nessuno qui è colpevole,

so che l'amore è un fato!

LAURA E ENZO
(al colmo della commozione)

Oh benedetta!

GIOCONDA

(sempre con maggior fretta)

Basta, il tempo fugge!

La barca s'avvicina... i miei compagni

vi condurran prima dell'alba al lido

dei Tre Porti... ed appena giunti a terra

domanderete due corsieri, e lesti,

verso Aquileia drizzerete il volo,

e di là poco lunge il sol d'Illiria

vi splenderà liberamente in viso.

Tu per lenir il trepido vïaggio

gli narrerai la tua ventura. Addio...

ecco la barca... il mio mantel t'asconda.

 
Si vede la barca dei Cantori che s'arresta alla riva.

<- due cantori

Gioconda si toglie il mantello di dosso e copre Laura.

 

(scorge al collo di Laura il rosario)

Che vedo là! Il rosario! oh sommo dio!  

così dicea la profezia profonda:

A te questo rosario

che le preghiere aduna...

io te lo porgo, accettalo,

ti porterà fortuna...

E così sia! Quest'ultimo

bacio che il pianto inonda

v'abbiate in fronte, è il povero

bacio del labbro mio.

Talor nei vostri memori

pensieri alla Gioconda

date un ricordo. Amatevi...

Lieti vivete... Addio!

LAURA E ENZO

Sulle tue mani l'anima

tutta stempriamo in pianto.

No, mai su queste lagrime

non scenderà l'oblio.

Ricorderem la vittima

del sacrificio santo.

Ti benedican gli angeli,

addio... Gioconda. ~ Addio...

 
(sull'ultimo verso Laura ed Enzo avranno già un piede sulla barca. - Partono. Pausa)

Enzo, Laura, due cantori ->

 

Scena quinta

Gioconda sola, poi Barnaba nella calle.

 
[Scena e Duetto finale]

 N 

 

GIOCONDA

(afferra l'ampolla del veleno)

Ora posso morir. Tutto è compiuto.  

Ah no! mia madre! aiuto!

aiuto, o santa vergine!

Troppi dolori sovra un solo cuore!

Vo' ricercar mia madre!... Oh! mio terrore!

(colta da un pensiero improvviso)

Il patto or mi rammento! Ah! la paura

di Barnaba m'agghiaccia!

Qui riveder l'orribile sua faccia!

(corre all'immagine della madonna e si prostra)

Vergine santa, allontana il demonio!!!

 

<- Barnaba

BARNABA

(viene dalla calle, si ferma alla porta socchiusa e sta spiando)

Il ciel s'oscura.  

Scompare la luna.

BARNABA

Prega! ed essa non sa qual testimonio

dell'orazion la guarda.

GIOCONDA

Vergine santa, allontana il demonio...

Ebben, perché son così affranta e tarda,

la fuga è il mio riscatto!

BARNABA

(Ah! vuol fuggir...)

 

Scena sesta

Gioconda e Barnaba.

 
Mentre Gioconda fa per fuggire, s'incontra con Barnaba che spalanca l'uscio ed entra.

BARNABA
(terribilmente)

Così mantieni il patto?  

Brano musicale ()

 

GIOCONDA
(prima atterrita, poi con coraggio supremo sino alla fine)

Sì, il patto mantengo, ~ lo abbiamo giurato,    

Gioconda non deve ~ quel giuro tradir.

Che iddio mi perdoni ~ l'immenso peccato

che sto per compir!

S

BARNABA

(Ebbrezza! delirio! ~ Mio sogno supremo

ti colgo e repente ~ quest'arido cuor

s'inonda di gioia! ~ Già palpito e tremo

ai rai dell'amor!)

Brano musicale ()

GIOCONDA

(a Barnaba, che fa per avvicinarsi)

Raffrena il selvaggio ~ delirio! t'arresta!

(simulando)

Vo' farmi più gaia, ~ più fulgida ancor.

Per te voglio ornare ~ la bionda mia testa

di porpora e d'or.

(va ad ornarsi)

Con tutti gli orpelli ~ sacrati alla scena

dei pazzi teatri ~ coperta già son.

Ascolta di questa ~ sapiente sirena,

l'ardente canzon...

T'arresta, che temi? ~ mantengo il mio detto,

non mento, non fuggo, ~ tradirti non vo'.

Volesti il mio corpo, ~ dimòn maledetto?

e il corpo ti do!

(si trafigge nel cuore col pugnale che avrà raccolto furtivamente nelle vesti adornandosi e piomba a terra come fulminata)

 

BARNABA

Ah! ferma!... irrisïon!... ebben... or tu...  

m'odi... e mori dannata:

(curvandosi sul cadavere di Gioconda e gridandogli all'orecchio con voce furibonda)

 

Ier tua madre m'ha offeso! Io l'ho affogata!

Non ode più!!

(esce precipitosamente e scompare nelle tenebre della calle)

Barnaba ->

 

Fine (Atto quarto)

Atto primo Atto secondo Atto terzo Atto quarto

Atrio d'un palazzo diroccato nell'isola della Giudecca, nell'angolo di destra, un paravento disteso, dietro il quale sta un letto; un gran portone di riva nel fondo; un tavolo, un canapè, sul tavolo una lucerna e una lanterna accese, un'ampolla di veleno, un pugnale.

Gioconda
 

(dal fondo della calle si avanzano due cantori che portano in braccio Laura avvolta in un mantello nero)

Gioconda
<- Laura, Cantore, altro cantore

(Laura svenuta)

[Preludio, Scena ed Aria]

Nessun v'ha visto? / Nessuno

Gioconda, Laura
Cantore, altro cantore ->

[Duettino, Scena e Terzetto]

Ecco il velen di Laura, a un'altra vittima

Gioconda, Laura
<- Enzo

Gioconda! / Enzo!... sei tu!

(Laura dall'alcova)

Enzo! / Chi è là? / Mio dio!

Coro di voci lontane
Te n' va', serenata

Questa canzone ti rammenti, o Laura?

(si vede la barca dei cantori che s'arresta alla riva)

Gioconda, Laura, Enzo
<- due cantori

Che vedo là! Il rosario! oh sommo dio!

(la barca si allontana)

Gioconda
Enzo, Laura, due cantori ->

[Scena e Duetto finale]

Ora posso morir. Tutto è compiuto

Gioconda
<- Barnaba

(Barnaba non visto da Gioconda)

Il ciel s'oscura

(mentre Gioconda fa per fuggire, s'incontra con Barnaba)

Così mantieni il patto?

(Gioconda si trafigge nel cuore col pugnale)

Ah! ferma! irrision!... ebben... or tu

Gioconda
Barnaba ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta
Il cortile del Palazzo Ducale parato a festa. Nel fondo la Scala dei Giganti e... Notte; un brigantino visto di fianco; sul davanti, una riva deserta d'isola disabitata; nell'estremo... Una camera nella Ca' d'Oro; lampada accesa, da un lato un'armatura antica. Sontuosissima sala attigua alla cella funeraria, splendidamente parata a... Atrio d'un palazzo diroccato nell'isola della Giudecca, nell'angolo di destra, un paravento disteso,...
[Coro d'introduzione] [Scena e Terzettino] [Recitativo, Coro della regata e Sommossa - Romanza] [Scena e Duetto] [Scena, Recitativo e Monologo] [Finale I - Coro, Furlana e Preghiera] [Furlana] [Marinaresca, Recitativo e Barcarola] [Recitativo, Ripresa della Barcarola e Romanza] [Scena e Duetto] [Scena e Romanza] [Duetto] [Scena e Duetto - Finale II] [Scena ed Aria] [Scena e Duetto] [Scena e Serenata] [Scena, Ingresso dei Cavalieri e Coro] [Recitativo e Danza delle Ore] [Scena e Finale III- Pezzo concertato] [Preludio, Scena ed Aria] [Duettino, Scena e Terzetto] [Scena e Duetto finale]
Atto primo Atto secondo Atto terzo

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