|
|
Scena prima |
Davanti alla porta principale del castello, prato grande, e ameno. Vi si arriva per lunghi viali tagliati nelle selve, che lo circondano. L'entrature de' viali sono abbellite di rozze guglie, e di trofei militari. Elfrida, ed Evelina. |
Q 
Elfrida, Evelina
|
| |
|
ELFRIDA
Come al corso il sole è lento,
e prolunga il mio tormento
col ritardo del mio ben!
Ah! ritorna, amato sposo,
e consola il sospettoso
desiderio, ch'ho nel sen.
| |
| |
|
Sì, fedele Evelina, è questo il giorno,
in cui lo sposo a' miei bramosi amplessi
promesse di tornar. Sull'orizzonte
alto risplende il sole, e ancor no 'l vedo
giungere, comparir. Volgo gli sguardi
avidi invano in quelle
strade selvose: invano
il rimbombo del corno, e de' destrieri
il calpestio sonante
sospiro udir; profondo
silenzio malinconico dilegua
le mie speranze, e cento
presagi ingrati, e neri
richiamano a vicenda i miei pensieri.
| |
| |
|
Ah! ritorna, amato sposo,
e consola il sospettoso
desiderio, ch'ho nel sen.
| |
| |
EVELINA |
Vano, amica, è il timor. Del tuo consorte
il vivo amore, l'immutabil fede;
la costanza in amarti,
l'ansietà di vederti,
d'esser con te, di queste
deliziose foreste
gli alberi, i prati, ed i ruscelli, e i fonti
ti rammentano ognor. Come potrebbe
cura gelosa insinuarti in seno
con sognati sospetti il suo veleno?
| |
ELFRIDA |
E i reali soggiorni
temere non dovrei? Fra tante scene
di pompe, e di piacer, forse distolto,
abbagliato Adelvolto.
| |
EVELINA |
A tormentarti
troppo ingegnosa ormai ti rendi.
| |
ELFRIDA |
E ignota
perché qui sempre egli mi vuol?
| |
EVELINA |
La tua
rara beltà qualche pensier geloso
può in lui forse destare. È troppo amante
per non temer che alcuno
amante a te non si rivolga, e forse
lo stesso re.
| |
ELFRIDA |
Del padre
perché a' teneri affetti
m'invola ancor, con vani
ricercati pretesti? Ah! non permetta
amico il ciel, che di sì strana, e nova
diffidenza ei s'irriti. Orgando, il sai,
te 'l dissi è sospettoso,
superbo, impetuoso...
| |
EVELINA |
Orgando crede,
ch'è tua scelta il ritiro.
| |
ELFRIDA |
Il crede, è vero,
per opra mia. Lo sposo
così m'ingiunse...
| |
EVELINA |
Alcuno
qui move il passo.
| |
ELFRIDA |
| |
EVELINA |
Ormai
no 'l possiamo sfuggir.
| |
ELFRIDA |
Sì: che fra questi
folti sentier ci asconderem.
| |
| (s'inselvano) | Elfrida, Evelina ->
|
|
|
Scena seconda |
Orgando, e Osmondo in abito comune di cacciatori, inoltrandosi. |
<- Orgando, Osmondo
|
| |
ORGANDO |
| |
OSMONDO |
| |
ORGANDO |
Le mentite spoglie
han potuto ingannarla.
| |
OSMONDO |
Or quale arcano
Adelvolto consiglia
ad occultare al genitor la figlia?
| |
ORGANDO |
Per indagarlo appunto
qui venni. Andiam; sicuro
è l'incontro per questa
opposta via; t'affretta... Io di sì stolta
ingiuriosa riserva
offeso sono, e intollerante: osserva.
(mostrandogli, che già si scoprono)
| |
|
|
Scena terza |
Elfrida, ed Evelina, che sbucando nel prato per un sentiero, incontrano improvvisamente Orgando, e Osmondo. |
<- Elfrida, Evelina
|
| |
ORGANDO |
(avanzandosi sollecito)
Nobil donna...
| |
ELFRIDA |
Straniero...
(Oh importuno!) Che vuoi?
| |
ORGANDO |
Di': non è quello
il romito castello
del felice Adelvolto?... Amico io sono
del signore di queste
remote solitudini. Confido
dalla sua gentilezza esservi accolto
adesso, come sempre.
| |
ELFRIDA |
| |
ORGANDO |
(trattenendola)
Intesi
ch'oggi s'aspetta.
| |
OSMONDO (a Orgando) |
Un non so qual timore
l'occupa: in noi non fida.
| |
ORGANDO |
Vedrò dunque Adelvolto, e vedrò Elfrida.
| |
ELFRIDA |
(Elfrida! Ahimè! qual nome
gli uscì dal labbro.) Come
ti è noto...
| |
ORGANDO |
E ancora, o figlia,
non mi ravvisi? Queste
sono del tuo diletto
le riserve incredibili, e leggiadre.
| |
ELFRIDA |
Ah!... padre... (O ciel!...)
| |
ORGANDO |
Più non conosci il padre?
| |
ELFRIDA |
Ah! Caro genitore... in queste vesti
trasformato... vagante...
improvviso così.
| |
ORGANDO |
| |
EVELINA (a Orgando) |
Torbido giorno si prepara.
(parte)
| Evelina ->
|
| |
ORGANDO |
Meglio
spiegati, e ti rispondo.
| |
ELFRIDA |
Padre!... Elfrida... Adelvolto... Ah! mi confondo.
| |
ORGANDO |
Non m'abbracci! All'incontro
non ti giubila il cor?... Nel rivedermi,
perché fra tanti turbamenti involto...
| |
| <- Evelina
|
EVELINA |
| |
ELFRIDA |
| |
EVELINA |
| |
ELFRIDA |
(Di sgomentarmi adesso
tempo non è.) La tua
affettuosa Elfrida
compatisci, o signore... A quel ritroso
sostegno tuo, a quel parlar diverso
dall'usato con me, tener non seppi
gli affetti miei tumultuanti a freno.
| |
ORGANDO |
| |
ELFRIDA |
Ah: vieni alla tua figlia in seno.
| |
| |
ELFRIDA |
Tu m'ami, o padre amato,
lo so... ma in quest'amplesso
perché così adombrato
t'ho da veder con me?
| |
ORGANDO |
Nella mia figlia io trovo
un non so qual timore,
non il sincero amore,
che un tempo avea per me.
| |
EVELINA
(Minaccia il ciel turbato,
s'ammanta a nero il giorno:
mormora il tuono intorno
né intendo ancor perché!...)
|
Insieme
OSMONDO
(Minaccia il ciel turbato,
s'ammanta a nero il giorno:
mormora il tuono intorno
e intendo ben perché!...)
|
| |
| |
ORGANDO |
E sempre qui t'ascondi?
E al padre ancor t'involi?
Figlia, così consoli,
chi t'ama al par di sé?
| |
ELFRIDA |
In pace qui respiro:
mi piace il mio ritiro...
| |
ORGANDO |
| |
ELFRIDA |
| |
ORGANDO |
Il mio paterno affetto
estinto ancor non è.
| |
OSMONDO E EVELINA |
Funeste le tempeste
pace disperda, e amore...
| |
EVELINA
Fidati del mio core
e lo vedrai qual è.
|
Insieme
ORGANDO
Palesami il tuo core
e il mio vedrai qual è.
|
| |
ORGANDO
Torni d'Elfrida al core
la calma che perdé!
EVELINA
Torni nel nostro core
la calma che perdé!
|
Insieme
ELFRIDA
Torni del padre al core
la calma che perdé!
OSMONDO
Torni d'un padre al core
la calma che perdé!
|
| |
| (partono) | Orgando, Evelina, Osmondo, Elfrida ->
|
| |
| | |
|
|
Scena quarta |
Galleria, che a diversi appartamenti conduce. È premessa allegra sinfonia di strumenti di fiato, che accenna il giubilo dell'arrivo d'Adelvolto, e va poi a terminare ne' tuoni appropriati all'istrumentato recitativo, che seguita. Elfrida, Adelvolto frettolosi entrando s'incontrano sulla scena. |
Q 
<- Elfrida, Adelvolto
|
| |
ELFRIDA |
| |
ADELVOLTO |
| |
ELFRIDA |
Unica, amata
fiamma dell'alma mia...
| |
ADELVOLTO |
| |
ELFRIDA |
Quanto, e piangendo t'aspettai...
| |
ADELVOLTO |
Trascorse
poca parte del giorno,
che prescrissi al tornar.
| |
ELFRIDA |
| |
| |
ELFRIDA |
Abbracciami, o sposo,
e tergi quel pianto,
che dolce amoroso
inonda il mio sen.
| |
ADELVOLTO |
Quel tenero pianto,
qual palpito, e quanto
soave amoroso,
mi desta nel sen!
| |
ELFRIDA E ADELVOLTO |
Il cielo pietoso
fedeli costanti
agli ultimi istanti
ci guidi così.
E fra le tue braccia.
| |
ELFRIDA |
| |
ADELVOLTO |
| |
ELFRIDA |
| |
ADELVOLTO |
| |
ELFRIDA |
| |
ADELVOLTO |
| |
ELFRIDA E ADELVOLTO |
| |
| |
ELFRIDA |
Sposo, idol mio, del genitor l'arrivo
forse ti spiace. Ei mi sgridò; la mia
lunga dimora in questo bel soggiorno
disapprova, condanna.
| |
ADELVOLTO |
| |
ELFRIDA |
Non ti turbar. La cura
a me ne lascia. Ei mi ama:
fingi con lui. Dì che da me dipende
il partire, il restar: che il piacer mio
non la tua volontà qui mi trattiene;
non dispero acchetarlo... E... appunto ei viene.
| |
|
|
Scena quinta |
Orgando in abito conforme al suo grado, e detti. |
<- Orgando
|
| |
ORGANDO |
Felici sposi, anch'io
vengo a goder de' vostri
dolcissimi contenti, ma dolermi
di te, Adelvolto, alfine
devo a ragion. La figlia mia diletta
non diedi a te, per farla
cittadina de' boschi, e cacciatrice:
sai, ch'a lei non disdice
lo splendor della reggia. Il suo ritiro
non conviene al mio stato,
non giova a te. Non soffrirò che sia
occulta sempre, e ignota
la progenie di tanti
illustri eroi. Se sconsigliato amore
vaneggia nel tuo core,
se sospetta e diffida;
onora il genitor, rispetta Elfrida.
| |
ELFRIDA |
Non incolpar lo sposo
di questa mia romita
e solitaria vita. Usa io non sono
a vivere co' re. Tu m'ispirasti
indipendenza, e rustichezza. Io vivo,
lontana da' tumulti, in queste selve
liberi, e lieti i dì.
| |
ADELVOLTO |
Conte, io la resi
l'arbitra, la sovrana
del viver suo, del suo piacer. Qui resti,
preferisca la reggia, io non m'oppongo:
acconsento, ubbidisco, e non dispongo.
| |
ORGANDO |
Cura non ho di penetrar ne' vostri
amorosi misteri. È la mia figlia
in nodo maritale a te ristretta,
ubbidiente, e soggetta
a te, tu non a lei. Libero parlo;
e sia pur questo un mio
ambizioso desio; sia pur, se vuoi,
dovere, onore, orgoglio;
a te moglie segreta io non la voglio.
| |
| |
|
Pensa chi sei, chi sono;
e quel che a me richiede
la sorte, che mi diede
col derivar dal trono
obblighi grandi ancor.
Conosco i miei doveri
cogli avi miei, col mondo:
con questo io non confondo,
ignobili pensieri
di gelosia, d'amor.
(parte)
| Orgando ->
|
|
|
Scena sesta |
Adelvolto, Elfrida, e poi Siveno. |
|
| |
ADELVOLTO |
Lo temei: non cercai
senza ragion d'allontanarlo.
| |
ELFRIDA |
Tanto
de' rimproveri suoi tu ti sgomenti?
È padre mio: saprò placarlo. A tutte
le voglie tue m'adatterò. Chi mai
a' miei sacri doveri
s'opporrà, s'è discreto?
| |
ADELVOLTO |
Altri pensieri
da noi richiede il caso mio.
| |
ELFRIDA |
Mi fai
tremar, morir, né so di che. Decidi
tanti, e ignoti spaventi
che comunichi a me... Mio dolce amico,
se ben conosco il tuo bel core, Orgando,
il solo Orgando non ti desta in petto
quelle angustie affannose... E a me le taci?
E non son io la tua fedel? De' tuoi
pensieri essere a parte
non meritai amante, e amata?
| |
| <- Siveno
|
SIVENO |
| |
ADELVOLTO |
(Siveno! Oh stelle!)
Che rechi?
| |
SIVENO |
Il re m'invia. Di sua presenza
vuole onorarti. Ha seco
pochi, e i più cari: presto
giunto il vedrai.
| |
ADELVOLTO |
(Che atroce colpo è questo!...)
Intesi... parti...
| |
| (Siveno parte) | Siveno ->
|
| |
ELFRIDA |
Impallidisci! Avvampi!...
Qual nova tua, e mia sventura oppresso,
attonito ti rende?
| |
ADELVOLTO |
| |
ELFRIDA |
Ah! Sposo, il tuo tacer m'offende.
Ancor non sai quanto coraggio, e quanta
fierezza in me s'annida,
agita l'alma mia.
| |
ADELVOLTO |
| |
ELFRIDA |
Come! minacci me con quel funesto
presagio tuo più che te stesso... Dove
è un sì sfrenato, audace
tirannico poter, che separarmi,
disciogliermi, strapparmi
possa da te?... Sposo... Ah! non ti smarrire:
son tua: voglio esser tua, non so morire?
| |
ADELVOLTO |
Idolo mio! Con queste
magnanime proteste,
aggravi, inaspri i mali miei.
| |
ELFRIDA |
Mi svela
tutta l'anima tua. Per quanto avverso
quell'astro sia, che ti minaccia, e sfida,
l'hai comune con me: spera in Elfrida.
| |
| |
|
ADELVOLTO
Ch'io speri?... Ah! se vedessi
quante tempeste ho in sen;
qual torbido velen
mi va versando al cor
il barbaro livor
d'odiosa sorte.
Ne' suoi crudeli eccessi,
non ho che più sperar;
non posso altro aspettar,
che obbrobrio, e morte.
(parte)
| (♦)
(♦)
Adelvolto ->
|
|
|
Scena settima |
Elfrida, poi Evelina. |
|
| |
ELFRIDA |
Che! Delira Adelvolto? oh! Come a un tratto
dal sommo de' contenti
precipitai fra tante pene!
| |
| <- Evelina
|
EVELINA |
Elfrida,
giunge il re: s'incammina
ad accoglierlo Orgando, e il tuo consorte
che incontrai pensieroso, ed agitato,
non corre...
| |
ELFRIDA |
Ah! cara amica, è disperato.
| |
EVELINA |
Forse che gli dispiace,
che il re ti vegga?
| |
ELFRIDA |
A torto
di me diffida... Armata
d'amore, e di virtù fuor d'Adelvolto
re non conosco: regna
ei solo nel cor mio: non m'abbandono
per lusinghe, o minacce: Elfrida io sono.
| |
| |
|
Di furor per me s'accenda,
arda il volto de' tiranni;
alle pene, ed agli affanni
mi condanni il mondo, il ciel;
frema il mar, tremi la terra,
è tranquilla un'alma forte:
non vacilla in faccia a morte
core intrepido, e fedel.
| (♦)
(♦)
|
| (partono) | Evelina, Elfrida ->
|
| |
| | |
|
|
Scena ottava |
Vestibolo grandioso, che all'ingresso del castello corrisponde. È sostenuto da archi gotici, che appoggiano sopra a rozzi pilastri. Lontana vista di mare. Eggardo, e Cortigiani, Siveno, Guardie, e Cacciatori. Adelvolto, e suoi Domestici. |
Q 
Eggardo, cortigiani, Siveno, guardie, cacciatori, Adelvolto, domestici
|
| |
EGGARDO |
Questo, amato Adelvolto,
sontuoso soggiorno
reggia fu certo un giorno
ad antichi monarchi. È vago il sito,
son maestosi i boschi,
limpide l'acque, le campagne amene:
cento diverse scene
presentano allo sguardo
l'imminenti selvose,
verdeggianti colline, il mar lontano:
d'abitator sovrano
degno è l'albergo. In queste
beate solitudini mi giova
ne' piacer della caccia, e nel soave
dell'amicizia tua fedel segreto
passare alquanti dì libero, e lieto.
| |
ADELVOLTO |
(Misero! Oh dio!) Di quanto,
signor, dispongo, a voglia tua disponi.
Da' tuoi splendidi doni
tutto mi viene, il primo
de' servi tuoi io qui sarò.
| |
EGGARDO |
Tralascia
ogni altra cura, e me Adelvolto imita:
con noi soggiorni unita
la confidenza, e la letizia. Io voglio
che mostri alla tua sposa
l'amico re: del tuo, del mio contento
goda con noi.
| |
ADELVOLTO |
(Ah! Qual crudel comando.)
| |
|
|
Scena nona |
Orgando, e detti. |
<- Orgando
|
| |
ORGANDO |
Al tuo piede, mio re, s'umilia Orgando.
| |
ADELVOLTO |
(Come cresce a momenti
la mia sventura!)
| |
EGGARDO |
Sorgi...
(ad Adelvolto)
Chi è questo?
| |
ADELVOLTO |
Il conte di Devonia, il tuo
fedel vassallo, il mio
suocero, e amico.
| |
EGGARDO |
Ah! Lo ravviso. È illustre
il nome suo. Suocero a te rimanga,
o Adelvolto, con noi, colla sua figlia
le nostre mense onori.
| |
ADELVOLTO |
(Ahimè!) Non usa...
all'abbaglio del trono...
timida...
| |
ORGANDO |
È figlia mia, nel diadema
ben può fissar lo sguardo,
senza taccia d'ardire.
| |
ADELVOLTO |
Forse... (Meglio è partire... sconcertato
troppo, son io...) La preverrò... permetti...
(Come tanti acchetar scomposti affetti!)
(parte)
| Adelvolto ->
|
|
|
Scena decima |
Eggardo, Orgando, Siveno, Séguito. |
|
| |
EGGARDO |
Orgando, i tuoi natali
noti mi son: m'è noto
che nelle guerre mie talor fregiato
d'onorate ferite
tornasti vincitor. Perché la reggia
sfuggi, e il tuo re? Ti bramo
a' miei consigli. Altro di te più degno
scegliere io non potrei del re, del regno.
| |
| |
| (partono tutti) | Eggardo, cortigiani, Siveno, guardie, cacciatori, Orgando, domestici ->
|
|
|
Scena undicesima |
Adelvolto, che ritorna poi Elfrida, ed Evelina. |
<- Adelvolto
|
| |
ADELVOLTO |
Sfortunato che fo? Dove ritorno
confuso incerto! Alcun non v'è... son solo.
Che dissi? Ah! non son solo... il mio delitto,
il tradimento mio, l'orror che provo
d'un re deluso, d'un offeso padre,
d'una nobil donzella
ingannata, sedotta
m'accompagnan per tutto... O Elfrida! un giorno
immagine di gioia, or di spavento...
Oh! cimento, oh! tormento... e al re, all'amico
che potrò dire... dove...
quando... l'incontrerò così sconvolto,
e smaniante così...
| |
| <- Elfrida, Evelina
|
ELFRIDA |
| |
ADELVOLTO |
Elfrida! (Ove m'ascondo?...)
Lasciami.
| |
ELFRIDA |
| |
ADELVOLTO |
Sì: per sempre
hai da lasciarmi... ahimè... m'hai da fuggire.
| |
EVELINA |
(Qual tremendo segreto
può nascondere in seno?)
| |
ELFRIDA |
A questo estremo
d'agonia, di terror non mai previsto,
mia fedele Evelina ah! non resisto.
| |
EVELINA |
Barbaro! sconoscente!... almen...
| |
ADELVOLTO |
Non posso...
Vedi, come mi corre
tutto il sangue nel volto. Oh! mia vergogna,
oh! smania mia.
| |
ELFRIDA |
| |
ADELVOLTO |
Se parlo:
sappilo... più, bell'idol mio, t'accoro.
| |
| |
ELFRIDA |
Parla... Io manco; ah parla? io moro.
Non mi avanza altra speranza...
| |
EVELINA |
Taci ancora? e avrai costanza
di vederla tramortir?
| |
ADELVOLTO |
Ah! se parlo, o mio tesoro...
tu la prima, o Elfrida amata...
tu dovrai quest'alma ingrata
disprezzare, ed aborrir.
| |
ELFRIDA |
| |
ADELVOLTO |
| |
EVELINA |
| |
ADELVOLTO |
Mio delitto è l'adorarti.
| |
ELFRIDA |
Te ne assolvo, ti perdono.
Son colpevole con te.
| |
EVELINA
(Ah! l'eccesso del dolore
lo trasporta fuor di sé.)
|
Insieme
ADELVOLTO
(Ah! l'eccesso del dolore
mi trasporta fuor di me.)
|
| |
| |
ELFRIDA |
Quella tua colpa d'amore
caro più ti rende a me.
| |
EVELINA
Rassereni amico amore
la sua smania, il suo terrore:
un delitto amar non è.
ADELVOLTO
Lusingar vorrebbe amore
questo mio povero core:
ma tranquillo, oh dio! non è.
|
Insieme
ELFRIDA
Rassereni amico amore
la mia smania, il mio terrore:
un delitto amar non è.
|
| |
| |
ELFRIDA |
| |
ADELVOLTO |
Lo vuoi?
Compiangimi: salvarmi
non puoi, non lo sperar... ma non odiarmi.
Vantar la tua bellezza
Eggardo intese. A Orgando
mi destinò per farti sua, per darti
e scettro e regno, ove di te non fosse
menzognera la fama, e adulatrice.
Venni, vidi!... oh infelice!
T'amai: più vivo amore
non fu, non è. Col padre
dissimulai, finsi con te. Ti chiesi
per sposa mia; t'ottenni. Al mio ritorno
delusi il re: non degna
di reali imenei
ti dichiarai.
| |
EVELINA |
| |
ADELVOLTO |
Celare il tradimento
volli, Ah! stolto, con farti
invisibile a tutti. In breve, Elfrida,
sarà squarciato il velo
della perfidia mia. Pensa, e ti basti,
qual infamia, e qual pena a me sovrasti.
| |
ELFRIDA |
Questo, sposo adorato,
è quel misfatto, che aborrito, odioso
al mondo, a te mi rende? O ciel pietoso...
da qual peso crudele
mi sento alleggerir!... Di questa, oh caro,
imperdonabil colpa
complice a te sarei, se a me svelavi
i disegni del re... Non curo i regni,
i diademi disprezzo. Altro io non chiedo
che una vita felice,
lieta vita, e innocente, a tutti ignota
fuora che a te. Qualunque mio desio,
qualunque mio pensier sarà rivolto
finché vivo, e respiro in Adelvolto.
| |
ADELVOLTO |
Ah! ti lusinghi, ah! mi lusinghi.
| |
ELFRIDA |
E colpa
fu mai l'amar? Di che arrossir dobbiamo?
Virtù, dovere è il nostro amor: ci amiamo.
| |
EVELINA
Ricompensi amico amore
la costanza del suo core
il candor della sua fé.
ADELVOLTO
Lusingar vorrebbe amore
questo mio povero core:
ma tranquillo, oh dio! non è.
|
Insieme
ELFRIDA
Rassereni amico amore
la tua smania, il tuo terrore:
che delitto amar non è.
|
| |
| (partono) | Evelina, Elfrida, Adelvolto ->
|
| |
| | |
|
|
Scena dodicesima |
Giardino a piano d'alcuni appartamenti che da tre lati lo circondano. Nel fondo è aperto in una loggia che sporge sulle sottoposte boscaglie, e vedesi in lontananza il mare. Eggardo, e Siveno; poi Elfrida, che entra correndo, poi Orgando, che la segue frettoloso. |
Q 
<- Eggardo, Siveno
|
| |
EGGARDO |
Più che in questo m'aggiro
magnifico edifizio, e più ritrovo
di che ammirar. Forse che qui remote
vissero un tempo le regine, e il treno
delle loro donzelle era raccolto...
| |
ELFRIDA (di dentro) |
No: non andrò, non lo sperare.
| |
EGGARDO |
| |
ELFRIDA (di dentro) |
Della reggia, del soglio
mi parli invan.
| |
ORGANDO (di dentro) |
| |
ELFRIDA (di dentro) |
Potresti
costringermi?... Accorrete
Evelina, compagne...
(entra con impeto)
| |
| <- Elfrida
|
SIVENO |
A noi s'avanza
di celeste sembianza
donna...
| |
EGGARDO |
Che fu! Che avvenne! Andiamo a lei...
(le va incontro e la ferma)
Non temer... ferma... il re son io... Chi sei?
| |
ELFRIDA |
(Oh! sventura...) Permetti,
signor... Tu il re?... Non trattenermi: il passo
a me libero lascia... o le mie strida...
| |
| <- Orgando
|
ORGANDO |
Mio re... Mia figlia Elfrida è questa...
(la ferma)
| |
EGGARDO |
Elfrida!...
Che angelico sembiante!... O dio! Qual fiamma
da quel brillante suo focoso sguardo
scorre rapida in me! Tanti raduna
vezzi soavi... seducenti incanti
la natura, e l'amore in un bel volto!
(a Siveno)
Corri... Venga Adelvolto...
| |
|
|
Scena tredicesima |
Adelvolto, che accorreva, e vedendo quell'incontro resta attonito, e confuso, e detti. |
<- Adelvolto
|
| |
SIVENO (ad Eggardo e parte) |
| |
| Siveno ->
|
EGGARDO |
T'avanza E questa... Ah! infido...
e questa, o ingrato... osasti
chiamar volgar beltà! Questa... di scettro,
di re non degna!... e poi
perfido!... farla tua!... a me rapirla!
Amico tuo, tuo re!
| |
ORGANDO |
Che intendo! Oh nera
infamia, oh tradimento...
| |
EGGARDO |
| |
ELFRIDA |
| |
ADELVOLTO |
Fra tanti
spaventevoli affanni
che mi straziano l'anima... Ah! mi perdo...
T'ingannai... lo confesso...
mio re... (Che posso dire?) Ogni difesa
ogni scusa deposta...
Chiedo la morte... Ecco la mia risposta...
| |
| |
|
EGGARDO
Guarda Elfrida, e trema indegno:
vedi, medita... a qual segno
oltraggiasti, ed ingannasti,
mentitor!... l'amico, e il re.
Guarda Elfrida... e non son questi
que' begli occhi... sì... que' vezzi,
che i bugiardi tuoi disprezzi
disprezzar fecero a me!
(Come straziano il mio core
gelosia, odio, dispetto!...)
Qual supplizio, e disonore
inventar poss'io per te!
| |
| |
ORGANDO |
Sì fraudolente: avrai
morte, e da me. Io di Devonia il conte...
| |
ELFRIDA |
| |
ORGANDO |
T'accuso,
scellerato Adelvolto, e ti dichiaro
vil traditore, e cavalier infame:
dell'inique tue trame
voglio vendetta, e qui dove sperasti
occultare il misfatto odioso, infido,
a singolar tenzone oggi ti sfido.
| |
ELFRIDA |
| |
ORGANDO |
Della battaglia il pegno
ecco che al tuo cospetto
indirizzo a lui.
(a Eggardo e getta un suo guanto)
| |
ADELVOLTO |
(Così morrò.) L'accetto.
(lo raccoglie)
| |
ELFRIDA |
Oh! desolata Elfrida... E tu, signore...
e tu soffri, che il padre a un tanto eccesso
trasportare si lasci? Odi... il disegno
no, non pensò Adelvolto, io lo pensai;
io son la rea, io lo sedussi... è iniqua,
mostruosa la pugna... Ah! l'impedisci,
mio giusto re; me, come vuoi, punisci.
| |
ORGANDO |
Menti. Svenare adesso
il nome tuo, degli avi tuoi l'onore
vittime intendi a un vergognoso amore.
Taci, non m'irritar. L'amor paterno
le giuste furie mie già più non frena.
| |
ELFRIDA |
E l'esecranda scena
sotto gli occhi del mondo, al cielo in faccia
vorrai che si presenti? E si protegge
tal barbarie da te?
| |
EGGARDO |
| |
| |
ELFRIDA |
| |
EGGARDO |
Non t'ascolto...
Va' ti mira Elfrida in volto
e vedrai quanto quell'empio
è reo... vile... traditor.
| |
ELFRIDA |
| |
ORGANDO |
Udir non voglio...
le mie furie solo ascolto...
Come! indegna tu!... del soglio!...
Ah! far voglio orrido scempio
dell'indegno ingannator.
| |
ELFRIDA |
| |
ADELVOLTO |
Ah! la mia sorte
mi fa reo, mi spinge a morte...
ma perché non s'apre ancora
in voragine la terra,
ed il mio con te sotterra
insoffribile rossor!
| |
ELFRIDA |
Il mio stato, o re, compiangi.
| |
EGGARDO |
Più che preghi, più che piangi,
più mi sento inferocir.
| |
ADELVOLTO |
Sposa... Elfrida... al mio delitto
non v'è scusa, non perdono:
degno or più di te non sono,
voglio... lasciami morir.
| |
ELFRIDA |
Anche misero, e proscritto
troverai in questo petto
il dover, la fé, l'affetto,
che giurai per sempre un dì.
| |
EGGARDO |
| |
ELFRIDA |
| |
ORGANDO |
| |
ELFRIDA |
Il mio rispetto
la promessa non discioglie
che ascoltasti, e il ciel udì.
| |
EGGARDO |
| |
ELFRIDA |
Insieme
ADELVOLTO |
| |
| |
ELFRIDA, ORGANDO, EGGARDO E ADELVOLTO |
Che la pace, ed il contento
ah! per sempre a me rapì.
| |
ORGANDO (ad Adelvolto) |
| |
ADELVOLTO |
A morte io volo:
è la vita il mio spavento.
| |
ELFRIDA |
Se agli strazi del mio duolo
io resisto in tal momento,
qual dolor mi ucciderà...
| |
ELFRIDA
Sposo, re, padre... pietà.
ORGANDO
Più non so che sia pietà.
|
Insieme
EGGARDO
Spenta è in me per lui pietà.
ADELVOLTO |
| |
| |