ELFRIDA
Tragedia per musica.
Versione sintetica a cura di www.librettidopera.it.
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Libretto di Ranieri DE' CALZABIGI.
Musica di Giovanni PAISIELLO.
Prima esecuzione: 4 novembre 1792, Napoli.
Personaggi:
EGGARDO re in Inghilterra |
tenore |
ORGANDO conte di Devon |
basso |
ELFRIDA sua figlia, e moglie di |
soprano |
ADELVOLTO favorito del re |
soprano |
EVELINA confidente d'Elfrida |
contralto |
OSMONDO confidente d'Orgando |
soprano |
SIVENO ufficiale del re |
tenore |
Cortigiani, Cacciatori, Guardie, e Servi del re, e di Adelvolto.
La scena è un nobile antico castello d'Atelvolto, e boscaglie, che lo circondano.
S. R. M.
Signore, consacro questa nova opera che sul regio teatro presento in questo fausto, solenne giorno a voi, mio re Ferdinando. Pronunziai il nome vostro glorioso, immortale, e ho così dette tutte le vostre virtù, le quali han reso questo vostro nome l'equivalente di quello d'ottimo principe. Migliore di voi, signore, non rammenta la storia. Accogliete con clemenza, o buon re, degno d'eterna fama, gli umili sensi dell'animo mio, ed il profondo rispetto col quale sono
della s. r. m. v.
umilissimo ossequientissimo servitore e vassallo
Giuseppe Coletta Impresa
Napoli, 4 novembre 1792
Argomento
Nel decimo secolo, e nel tempo dell'eptarchia, regnò un Edgaro in Inghilterra. Suo favorito amico, e ministro fu un conte Atelvolto. Tanto si parlò, e con tanta lode al giovane re della straordinaria bellezza di Elfrida figlia di Orgando conte di Devonia, che inviò Atelvolto alla di lui residenza, con segreta commissione di veder la donzella, e qualora alla fama corrispondesse la sua beltà, di chiederla al padre per sua moglie, e regina. Invaghitosi al primo incontro Atelvolto di Elfrida, dissimulò l'incombenza del re, e per sua sposa la chiese al padre, e l'ottenne. Sposata che l'ebbe, per coprire l'inganno, con pretesto di gelosia, la chiuse in un suo solitario, ma sontuoso castello, ed a tutti, e fino al padre di lei, ne proibì l'accesso; e tornato al re gli riferì maliziosamente, non essere Elfrida, né bella, come si pubblicava, né degna delle sue nozze. Insospettito, e sdegnato intanto Orgando di sì strana proibizione, si portò sconosciuto al castello di Atelvolto, ove era la figlia, per scoprirne il motivo. Edgaro al tempo stesso scorrendo il suo regno per divertirsi alla caccia, venne a caso nelle vicinanze del castello, e sapendo che vi era Atelvolto, volle onorarlo d'una visita. Così per diversi incidenti fu scoperto il tradimento del favorito. Formano questi, o veri o verisimili, l'intreccio del dramma. La catastrofe è tragica nella storia, uccidendo Edgaro in duello Atelvolto, e sposando Elfrida. Si è cambiata per appropriarla alle nostre scene, e addolciti si sono alquanto i nomi dei personaggi.
Davanti alla porta principale del castello, prato grande, e ameno. Vi si arriva per lunghi viali tagliati nelle selve, che lo circondano. L'entrature de' viali sono abbellite di rozze guglie, e di trofei militari.
Elfrida, ed Evelina.
ELFRIDA
Come al corso il sole è lento,
e prolunga il mio tormento
col ritardo del mio ben!
Ah! ritorna, amato sposo,
e consola il sospettoso
desiderio, ch'ho nel sen.
Sì, fedele Evelina, è questo il giorno,
in cui lo sposo a' miei bramosi amplessi
promesse di tornar. Sull'orizzonte
alto risplende il sole, e ancor no 'l vedo
giungere, comparir. Volgo gli sguardi
avidi invano in quelle
strade selvose: invano
il rimbombo del corno, e de' destrieri
il calpestio sonante
sospiro udir; profondo
silenzio malinconico dilegua
le mie speranze, e cento
presagi ingrati, e neri
richiamano a vicenda i miei pensieri.
Ah! ritorna, amato sposo,
e consola il sospettoso
desiderio, ch'ho nel sen.
EVELINA
Vano, amica, è il timor. Del tuo consorte
il vivo amore, l'immutabil fede;
la costanza in amarti,
l'ansietà di vederti,
d'esser con te, di queste
deliziose foreste
gli alberi, i prati, ed i ruscelli, e i fonti
ti rammentano ognor. Come potrebbe
cura gelosa insinuarti in seno
con sognati sospetti il suo veleno?
ELFRIDA
E i reali soggiorni
temere non dovrei? Fra tante scene
di pompe, e di piacer, forse distolto,
abbagliato Adelvolto.
EVELINA
A tormentarti
troppo ingegnosa ormai ti rendi.
ELFRIDA
E ignota
perché qui sempre egli mi vuol?
EVELINA
La tua
rara beltà qualche pensier geloso
può in lui forse destare. È troppo amante
per non temer che alcuno
amante a te non si rivolga, e forse
lo stesso re.
ELFRIDA
Del padre
perché a' teneri affetti
m'invola ancor, con vani
ricercati pretesti? Ah! non permetta
amico il ciel, che di sì strana, e nova
diffidenza ei s'irriti. Orgando, il sai,
te 'l dissi è sospettoso,
superbo, impetuoso...
EVELINA
Orgando crede,
ch'è tua scelta il ritiro.
ELFRIDA
Il crede, è vero,
per opra mia. Lo sposo
così m'ingiunse...
EVELINA
Alcuno
qui move il passo.
ELFRIDA
Amica
ritiriamoci...
EVELINA
Ormai
no 'l possiamo sfuggir.
ELFRIDA
Sì: che fra questi
folti sentier ci asconderem.
(s'inselvano)
Orgando, e Osmondo in abito comune di cacciatori, inoltrandosi.
ORGANDO
Vedesti?
OSMONDO
Non ti conobbe.
ORGANDO
Le mentite spoglie
han potuto ingannarla.
OSMONDO
Or quale arcano
Adelvolto consiglia
ad occultare al genitor la figlia?
ORGANDO
Per indagarlo appunto
qui venni. Andiam; sicuro
è l'incontro per questa
opposta via; t'affretta... Io di sì stolta
ingiuriosa riserva
offeso sono, e intollerante: osserva.
(mostrandogli, che già si scoprono)
Elfrida, ed Evelina, che sbucando nel prato per un sentiero, incontrano improvvisamente Orgando, e Osmondo.
ORGANDO
(avanzandosi sollecito)
Nobil donna...
ELFRIDA
Straniero...
(Oh importuno!) Che vuoi?
ORGANDO
Di': non è quello
il romito castello
del felice Adelvolto?... Amico io sono
del signore di queste
remote solitudini. Confido
dalla sua gentilezza esservi accolto
adesso, come sempre.
ELFRIDA
È assente...
(partendo)
ORGANDO
(trattenendola)
Intesi
ch'oggi s'aspetta.
OSMONDO
(a Orgando)
Un non so qual timore
l'occupa: in noi non fida.
ORGANDO
Vedrò dunque Adelvolto, e vedrò Elfrida.
ELFRIDA
(Elfrida! Ahimè! qual nome
gli uscì dal labbro.) Come
ti è noto...
ORGANDO
E ancora, o figlia,
non mi ravvisi? Queste
sono del tuo diletto
le riserve incredibili, e leggiadre.
ELFRIDA
Ah!... padre... (O ciel!...)
ORGANDO
Più non conosci il padre?
ELFRIDA
Ah! Caro genitore... in queste vesti
trasformato... vagante...
improvviso così.
ORGANDO
Ti rassicura.
EVELINA
(a Orgando)
Torbido giorno si prepara.
(parte)
ORGANDO
Meglio
spiegati, e ti rispondo.
ELFRIDA
Padre!... Elfrida... Adelvolto... Ah! mi confondo.
ORGANDO
Non m'abbracci! All'incontro
non ti giubila il cor?... Nel rivedermi,
perché fra tanti turbamenti involto...
EVELINA
(ritorna)
Elfrida...
ELFRIDA
A che mi vuoi?
EVELINA
Giunge Adelvolto...
ELFRIDA
(Di sgomentarmi adesso
tempo non è.) La tua
affettuosa Elfrida
compatisci, o signore... A quel ritroso
sostegno tuo, a quel parlar diverso
dall'usato con me, tener non seppi
gli affetti miei tumultuanti a freno.
ORGANDO
Calmati.
ELFRIDA
Ah: vieni alla tua figlia in seno.
ELFRIDA
Tu m'ami, o padre amato,
lo so... ma in quest'amplesso
perché così adombrato
t'ho da veder con me?
ORGANDO
Nella mia figlia io trovo
un non so qual timore,
non il sincero amore,
che un tempo avea per me.
Insieme
EVELINA
(Minaccia il ciel turbato,
s'ammanta a nero il giorno:
mormora il tuono intorno
né intendo ancor perché!...)
OSMONDO
(Minaccia il ciel turbato,
s'ammanta a nero il giorno:
mormora il tuono intorno
e intendo ben perché!...)
ORGANDO
E sempre qui t'ascondi?
E al padre ancor t'involi?
Figlia, così consoli,
chi t'ama al par di sé?
ELFRIDA
In pace qui respiro:
mi piace il mio ritiro...
ORGANDO
Degno non è di te.
ELFRIDA
Deponi ogni sospetto...
ORGANDO
Il mio paterno affetto
estinto ancor non è.
OSMONDO E EVELINA
Funeste le tempeste
pace disperda, e amore...
Insieme
EVELINA
Fidati del mio core
e lo vedrai qual è.
ORGANDO
Palesami il tuo core
e il mio vedrai qual è.
Insieme
ORGANDO
Torni d'Elfrida al core
la calma che perdé!
ELFRIDA
Torni del padre al core
la calma che perdé!
EVELINA
Torni nel nostro core
la calma che perdé!
OSMONDO
Torni d'un padre al core
la calma che perdé!
(partono)
Galleria, che a diversi appartamenti conduce.
È premessa allegra sinfonia di strumenti di fiato, che accenna il giubilo dell'arrivo d'Adelvolto, e va poi a terminare ne' tuoni appropriati all'istrumentato recitativo, che seguita.
Elfrida, Adelvolto frettolosi entrando s'incontrano sulla scena.
ELFRIDA
Ah! Mia speme...
ADELVOLTO
Ah! mio bene...
ELFRIDA
Unica, amata
fiamma dell'alma mia...
ADELVOLTO
Sposa adorata...
ELFRIDA
Quanto, e piangendo t'aspettai...
ADELVOLTO
Trascorse
poca parte del giorno,
che prescrissi al tornar.
ELFRIDA
Caro ritorno!
ELFRIDA
Abbracciami, o sposo,
e tergi quel pianto,
che dolce amoroso
inonda il mio sen.
ADELVOLTO
Quel tenero pianto,
qual palpito, e quanto
soave amoroso,
mi desta nel sen!
ELFRIDA E ADELVOLTO
Il cielo pietoso
fedeli costanti
agli ultimi istanti
ci guidi così.
E fra le tue braccia.
ELFRIDA
Avvinta...
ADELVOLTO
Ristretto...
ELFRIDA
Mio cor...
ADELVOLTO
Mio diletto...
ELFRIDA
Languire...
ADELVOLTO
Morire...
ELFRIDA E ADELVOLTO
Ci faccia in un dì.
ELFRIDA
Sposo, idol mio, del genitor l'arrivo
forse ti spiace. Ei mi sgridò; la mia
lunga dimora in questo bel soggiorno
disapprova, condanna.
ADELVOLTO
Ah! già preveggo...
ELFRIDA
Non ti turbar. La cura
a me ne lascia. Ei mi ama:
fingi con lui. Dì che da me dipende
il partire, il restar: che il piacer mio
non la tua volontà qui mi trattiene;
non dispero acchetarlo... E... appunto ei viene.
Orgando in abito conforme al suo grado, e detti.
ORGANDO
Felici sposi, anch'io
vengo a goder de' vostri
dolcissimi contenti, ma dolermi
di te, Adelvolto, alfine
devo a ragion. La figlia mia diletta
non diedi a te, per farla
cittadina de' boschi, e cacciatrice:
sai, ch'a lei non disdice
lo splendor della reggia. Il suo ritiro
non conviene al mio stato,
non giova a te. Non soffrirò che sia
occulta sempre, e ignota
la progenie di tanti
illustri eroi. Se sconsigliato amore
vaneggia nel tuo core,
se sospetta e diffida;
onora il genitor, rispetta Elfrida.
ELFRIDA
Non incolpar lo sposo
di questa mia romita
e solitaria vita. Usa io non sono
a vivere co' re. Tu m'ispirasti
indipendenza, e rustichezza. Io vivo,
lontana da' tumulti, in queste selve
liberi, e lieti i dì.
ADELVOLTO
Conte, io la resi
l'arbitra, la sovrana
del viver suo, del suo piacer. Qui resti,
preferisca la reggia, io non m'oppongo:
acconsento, ubbidisco, e non dispongo.
ORGANDO
Cura non ho di penetrar ne' vostri
amorosi misteri. È la mia figlia
in nodo maritale a te ristretta,
ubbidiente, e soggetta
a te, tu non a lei. Libero parlo;
e sia pur questo un mio
ambizioso desio; sia pur, se vuoi,
dovere, onore, orgoglio;
a te moglie segreta io non la voglio.
Pensa chi sei, chi sono;
e quel che a me richiede
la sorte, che mi diede
col derivar dal trono
obblighi grandi ancor.
Conosco i miei doveri
cogli avi miei, col mondo:
con questo io non confondo,
ignobili pensieri
di gelosia, d'amor.
(parte)
Adelvolto, Elfrida, e poi Siveno.
ADELVOLTO
Lo temei: non cercai
senza ragion d'allontanarlo.
ELFRIDA
Tanto
de' rimproveri suoi tu ti sgomenti?
È padre mio: saprò placarlo. A tutte
le voglie tue m'adatterò. Chi mai
a' miei sacri doveri
s'opporrà, s'è discreto?
ADELVOLTO
Altri pensieri
da noi richiede il caso mio.
ELFRIDA
Mi fai
tremar, morir, né so di che. Decidi
tanti, e ignoti spaventi
che comunichi a me... Mio dolce amico,
se ben conosco il tuo bel core, Orgando,
il solo Orgando non ti desta in petto
quelle angustie affannose... E a me le taci?
E non son io la tua fedel? De' tuoi
pensieri essere a parte
non meritai amante, e amata?
SIVENO
Conte...
ADELVOLTO
(Siveno! Oh stelle!)
Che rechi?
SIVENO
Il re m'invia. Di sua presenza
vuole onorarti. Ha seco
pochi, e i più cari: presto
giunto il vedrai.
ADELVOLTO
(Che atroce colpo è questo!...)
Intesi... parti...
(Siveno parte)
ELFRIDA
Impallidisci! Avvampi!...
Qual nova tua, e mia sventura oppresso,
attonito ti rende?
ADELVOLTO
Ah! Elfrida...
ELFRIDA
Ah! Sposo, il tuo tacer m'offende.
Ancor non sai quanto coraggio, e quanta
fierezza in me s'annida,
agita l'alma mia.
ADELVOLTO
Ti perdo, Elfrida!
ELFRIDA
Come! minacci me con quel funesto
presagio tuo più che te stesso... Dove
è un sì sfrenato, audace
tirannico poter, che separarmi,
disciogliermi, strapparmi
possa da te?... Sposo... Ah! non ti smarrire:
son tua: voglio esser tua, non so morire?
ADELVOLTO
Idolo mio! Con queste
magnanime proteste,
aggravi, inaspri i mali miei.
ELFRIDA
Mi svela
tutta l'anima tua. Per quanto avverso
quell'astro sia, che ti minaccia, e sfida,
l'hai comune con me: spera in Elfrida.
ADELVOLTO
Ch'io speri?... Ah! se vedessi
quante tempeste ho in sen;
qual torbido velen
mi va versando al cor
il barbaro livor
d'odiosa sorte.
Ne' suoi crudeli eccessi,
non ho che più sperar;
non posso altro aspettar,
che obbrobrio, e morte.
(parte)
Elfrida, poi Evelina.
ELFRIDA
Che! Delira Adelvolto? oh! Come a un tratto
dal sommo de' contenti
precipitai fra tante pene!
EVELINA
Elfrida,
giunge il re: s'incammina
ad accoglierlo Orgando, e il tuo consorte
che incontrai pensieroso, ed agitato,
non corre...
ELFRIDA
Ah! cara amica, è disperato.
EVELINA
Forse che gli dispiace,
che il re ti vegga?
ELFRIDA
A torto
di me diffida... Armata
d'amore, e di virtù fuor d'Adelvolto
re non conosco: regna
ei solo nel cor mio: non m'abbandono
per lusinghe, o minacce: Elfrida io sono.
Di furor per me s'accenda,
arda il volto de' tiranni;
alle pene, ed agli affanni
mi condanni il mondo, il ciel;
frema il mar, tremi la terra,
è tranquilla un'alma forte:
non vacilla in faccia a morte
core intrepido, e fedel.
(partono)
Vestibolo grandioso, che all'ingresso del castello corrisponde. È sostenuto da archi gotici, che appoggiano sopra a rozzi pilastri. Lontana vista di mare.
Eggardo, e Cortigiani, Siveno, Guardie, e Cacciatori. Adelvolto, e suoi Domestici.
EGGARDO
Questo, amato Adelvolto,
sontuoso soggiorno
reggia fu certo un giorno
ad antichi monarchi. È vago il sito,
son maestosi i boschi,
limpide l'acque, le campagne amene:
cento diverse scene
presentano allo sguardo
l'imminenti selvose,
verdeggianti colline, il mar lontano:
d'abitator sovrano
degno è l'albergo. In queste
beate solitudini mi giova
ne' piacer della caccia, e nel soave
dell'amicizia tua fedel segreto
passare alquanti dì libero, e lieto.
ADELVOLTO
(Misero! Oh dio!) Di quanto,
signor, dispongo, a voglia tua disponi.
Da' tuoi splendidi doni
tutto mi viene, il primo
de' servi tuoi io qui sarò.
EGGARDO
Tralascia
ogni altra cura, e me Adelvolto imita:
con noi soggiorni unita
la confidenza, e la letizia. Io voglio
che mostri alla tua sposa
l'amico re: del tuo, del mio contento
goda con noi.
ADELVOLTO
(Ah! Qual crudel comando.)
Orgando, e detti.
ORGANDO
Al tuo piede, mio re, s'umilia Orgando.
ADELVOLTO
(Come cresce a momenti
la mia sventura!)
EGGARDO
Sorgi...
(ad Adelvolto)
Chi è questo?
ADELVOLTO
Il conte di Devonia, il tuo
fedel vassallo, il mio
suocero, e amico.
EGGARDO
Ah! Lo ravviso. È illustre
il nome suo. Suocero a te rimanga,
o Adelvolto, con noi, colla sua figlia
le nostre mense onori.
ADELVOLTO
(Ahimè!) Non usa...
all'abbaglio del trono...
timida...
ORGANDO
È figlia mia, nel diadema
ben può fissar lo sguardo,
senza taccia d'ardire.
ADELVOLTO
Forse... (Meglio è partire... sconcertato
troppo, son io...) La preverrò... permetti...
(Come tanti acchetar scomposti affetti!)
(parte)
Eggardo, Orgando, Siveno, Séguito.
EGGARDO
Orgando, i tuoi natali
noti mi son: m'è noto
che nelle guerre mie talor fregiato
d'onorate ferite
tornasti vincitor. Perché la reggia
sfuggi, e il tuo re? Ti bramo
a' miei consigli. Altro di te più degno
scegliere io non potrei del re, del regno.
(partono tutti)
Adelvolto, che ritorna poi Elfrida, ed Evelina.
ADELVOLTO
Sfortunato che fo? Dove ritorno
confuso incerto! Alcun non v'è... son solo.
Che dissi? Ah! non son solo... il mio delitto,
il tradimento mio, l'orror che provo
d'un re deluso, d'un offeso padre,
d'una nobil donzella
ingannata, sedotta
m'accompagnan per tutto... O Elfrida! un giorno
immagine di gioia, or di spavento...
Oh! cimento, oh! tormento... e al re, all'amico
che potrò dire... dove...
quando... l'incontrerò così sconvolto,
e smaniante così...
ELFRIDA
Ferma Adelvolto.
ADELVOLTO
Elfrida! (Ove m'ascondo?...)
Lasciami.
ELFRIDA
Ch'io ti lasci?
Io!...
ADELVOLTO
Sì: per sempre
hai da lasciarmi... ahimè... m'hai da fuggire.
EVELINA
(Qual tremendo segreto
può nascondere in seno?)
ELFRIDA
A questo estremo
d'agonia, di terror non mai previsto,
mia fedele Evelina ah! non resisto.
EVELINA
Barbaro! sconoscente!... almen...
ADELVOLTO
Non posso...
Vedi, come mi corre
tutto il sangue nel volto. Oh! mia vergogna,
oh! smania mia.
ELFRIDA
Sposo pietà.
ADELVOLTO
Se parlo:
sappilo... più, bell'idol mio, t'accoro.
ELFRIDA
Parla... Io manco; ah parla? io moro.
Non mi avanza altra speranza...
EVELINA
Taci ancora? e avrai costanza
di vederla tramortir?
ADELVOLTO
Ah! se parlo, o mio tesoro...
tu la prima, o Elfrida amata...
tu dovrai quest'alma ingrata
disprezzare, ed aborrir.
ELFRIDA
Non temerlo...
ADELVOLTO
Un mostro io sono.
EVELINA
Io mi sento impietosir.
ADELVOLTO
Mio delitto è l'adorarti.
ELFRIDA
Te ne assolvo, ti perdono.
Son colpevole con te.
Insieme
EVELINA
(Ah! l'eccesso del dolore
lo trasporta fuor di sé.)
ADELVOLTO
(Ah! l'eccesso del dolore
mi trasporta fuor di me.)
ELFRIDA
Quella tua colpa d'amore
caro più ti rende a me.
Insieme
EVELINA
Rassereni amico amore
la sua smania, il suo terrore:
un delitto amar non è.
ELFRIDA
Rassereni amico amore
la mia smania, il mio terrore:
un delitto amar non è.
ADELVOLTO
Lusingar vorrebbe amore
questo mio povero core:
ma tranquillo, oh dio! non è.
ELFRIDA
Ma parla alfin.
ADELVOLTO
Lo vuoi?
Compiangimi: salvarmi
non puoi, non lo sperar... ma non odiarmi.
Vantar la tua bellezza
Eggardo intese. A Orgando
mi destinò per farti sua, per darti
e scettro e regno, ove di te non fosse
menzognera la fama, e adulatrice.
Venni, vidi!... oh infelice!
T'amai: più vivo amore
non fu, non è. Col padre
dissimulai, finsi con te. Ti chiesi
per sposa mia; t'ottenni. Al mio ritorno
delusi il re: non degna
di reali imenei
ti dichiarai.
EVELINA
(Che sento!)
ADELVOLTO
Celare il tradimento
volli, Ah! stolto, con farti
invisibile a tutti. In breve, Elfrida,
sarà squarciato il velo
della perfidia mia. Pensa, e ti basti,
qual infamia, e qual pena a me sovrasti.
ELFRIDA
Questo, sposo adorato,
è quel misfatto, che aborrito, odioso
al mondo, a te mi rende? O ciel pietoso...
da qual peso crudele
mi sento alleggerir!... Di questa, oh caro,
imperdonabil colpa
complice a te sarei, se a me svelavi
i disegni del re... Non curo i regni,
i diademi disprezzo. Altro io non chiedo
che una vita felice,
lieta vita, e innocente, a tutti ignota
fuora che a te. Qualunque mio desio,
qualunque mio pensier sarà rivolto
finché vivo, e respiro in Adelvolto.
ADELVOLTO
Ah! ti lusinghi, ah! mi lusinghi.
ELFRIDA
E colpa
fu mai l'amar? Di che arrossir dobbiamo?
Virtù, dovere è il nostro amor: ci amiamo.
Insieme
EVELINA
Ricompensi amico amore
la costanza del suo core
il candor della sua fé.
ELFRIDA
Rassereni amico amore
la tua smania, il tuo terrore:
che delitto amar non è.
ADELVOLTO
Lusingar vorrebbe amore
questo mio povero core:
ma tranquillo, oh dio! non è.
(partono)
Giardino a piano d'alcuni appartamenti che da tre lati lo circondano. Nel fondo è aperto in una loggia che sporge sulle sottoposte boscaglie, e vedesi in lontananza il mare.
Eggardo, e Siveno; poi Elfrida, che entra correndo, poi Orgando, che la segue frettoloso.
EGGARDO
Più che in questo m'aggiro
magnifico edifizio, e più ritrovo
di che ammirar. Forse che qui remote
vissero un tempo le regine, e il treno
delle loro donzelle era raccolto...
ELFRIDA
(di dentro)
No: non andrò, non lo sperare.
EGGARDO
Che ascolto!
ELFRIDA
(di dentro)
Della reggia, del soglio
mi parli invan.
ORGANDO
(di dentro)
M'ubbidirai...
ELFRIDA
(di dentro)
Potresti
costringermi?... Accorrete
Evelina, compagne...
(entra con impeto)
SIVENO
A noi s'avanza
di celeste sembianza
donna...
EGGARDO
Che fu! Che avvenne! Andiamo a lei...
(le va incontro e la ferma)
Non temer... ferma... il re son io... Chi sei?
ELFRIDA
(Oh! sventura...) Permetti,
signor... Tu il re?... Non trattenermi: il passo
a me libero lascia... o le mie strida...
ORGANDO
Mio re... Mia figlia Elfrida è questa...
(la ferma)
EGGARDO
Elfrida!...
Che angelico sembiante!... O dio! Qual fiamma
da quel brillante suo focoso sguardo
scorre rapida in me! Tanti raduna
vezzi soavi... seducenti incanti
la natura, e l'amore in un bel volto!
(a Siveno)
Corri... Venga Adelvolto...
Adelvolto, che accorreva, e vedendo quell'incontro resta attonito, e confuso, e detti.
SIVENO
(ad Eggardo e parte)
Ecco Adelvolto.
EGGARDO
T'avanza E questa... Ah! infido...
e questa, o ingrato... osasti
chiamar volgar beltà! Questa... di scettro,
di re non degna!... e poi
perfido!... farla tua!... a me rapirla!
Amico tuo, tuo re!
ORGANDO
Che intendo! Oh nera
infamia, oh tradimento...
EGGARDO
Rispondi... parla.
ELFRIDA
(Ove son io!)
ADELVOLTO
Fra tanti
spaventevoli affanni
che mi straziano l'anima... Ah! mi perdo...
T'ingannai... lo confesso...
mio re... (Che posso dire?) Ogni difesa
ogni scusa deposta...
Chiedo la morte... Ecco la mia risposta...
EGGARDO
Guarda Elfrida, e trema indegno:
vedi, medita... a qual segno
oltraggiasti, ed ingannasti,
mentitor!... l'amico, e il re.
Guarda Elfrida... e non son questi
que' begli occhi... sì... que' vezzi,
che i bugiardi tuoi disprezzi
disprezzar fecero a me!
(Come straziano il mio core
gelosia, odio, dispetto!...)
Qual supplizio, e disonore
inventar poss'io per te!
ORGANDO
Sì fraudolente: avrai
morte, e da me. Io di Devonia il conte...
ELFRIDA
(Che ardisce! Ahimè!)
ORGANDO
T'accuso,
scellerato Adelvolto, e ti dichiaro
vil traditore, e cavalier infame:
dell'inique tue trame
voglio vendetta, e qui dove sperasti
occultare il misfatto odioso, infido,
a singolar tenzone oggi ti sfido.
ELFRIDA
Ah! ferma, ah! no...
ORGANDO
Della battaglia il pegno
ecco che al tuo cospetto
indirizzo a lui.
(a Eggardo e getta un suo guanto)
ADELVOLTO
(Così morrò.) L'accetto.
(lo raccoglie)
ELFRIDA
Oh! desolata Elfrida... E tu, signore...
e tu soffri, che il padre a un tanto eccesso
trasportare si lasci? Odi... il disegno
no, non pensò Adelvolto, io lo pensai;
io son la rea, io lo sedussi... è iniqua,
mostruosa la pugna... Ah! l'impedisci,
mio giusto re; me, come vuoi, punisci.
ORGANDO
Menti. Svenare adesso
il nome tuo, degli avi tuoi l'onore
vittime intendi a un vergognoso amore.
Taci, non m'irritar. L'amor paterno
le giuste furie mie già più non frena.
ELFRIDA
E l'esecranda scena
sotto gli occhi del mondo, al cielo in faccia
vorrai che si presenti? E si protegge
tal barbarie da te?
EGGARDO
Questa è la legge.
ELFRIDA
Odi... almeno...
EGGARDO
Non t'ascolto...
Va' ti mira Elfrida in volto
e vedrai quanto quell'empio
è reo... vile... traditor.
ELFRIDA
Padre amato...
ORGANDO
Udir non voglio...
le mie furie solo ascolto...
Come! indegna tu!... del soglio!...
Ah! far voglio orrido scempio
dell'indegno ingannator.
ELFRIDA
Caro sposo...
ADELVOLTO
Ah! la mia sorte
mi fa reo, mi spinge a morte...
ma perché non s'apre ancora
in voragine la terra,
ed il mio con te sotterra
insoffribile rossor!
ELFRIDA
Il mio stato, o re, compiangi.
EGGARDO
Più che preghi, più che piangi,
più mi sento inferocir.
ADELVOLTO
Sposa... Elfrida... al mio delitto
non v'è scusa, non perdono:
degno or più di te non sono,
voglio... lasciami morir.
ELFRIDA
Anche misero, e proscritto
troverai in questo petto
il dover, la fé, l'affetto,
che giurai per sempre un dì.
EGGARDO
L'ami ancora?
ELFRIDA
Sì, son moglie.
ORGANDO
Figlia odiosa...
ELFRIDA
Il mio rispetto
la promessa non discioglie
che ascoltasti, e il ciel udì.
EGGARDO
(Fatal vista!)
Insieme
ELFRIDA
Infausto evento...
ADELVOLTO
Orrendo evento...
ELFRIDA, ORGANDO, EGGARDO E ADELVOLTO
Che la pace, ed il contento
ah! per sempre a me rapì.
ORGANDO
(ad Adelvolto)
Vieni in campo.
ADELVOLTO
A morte io volo:
è la vita il mio spavento.
ELFRIDA
Se agli strazi del mio duolo
io resisto in tal momento,
qual dolor mi ucciderà...
Insieme
ELFRIDA
Sposo, re, padre... pietà.
EGGARDO
Spenta è in me per lui pietà.
ORGANDO
Più non so che sia pietà.
ADELVOLTO
Morte bramo e non pietà.
Stanze del castello.
Evelina, Osmondo.
EVELINA
Osmondo, ascolta. Sai che ancora Orgando
voglia esporsi in cimento
col mio signor?
OSMONDO
Invan s'adopra ognuno
per impedir la pugna. Egli più fiero
contro Adelvolto i suoi furori accende
e col sangue pretende
vendicar l'alta offesa: or or l'udii
con voce minacciosa
sfogare in questi accenti
i sensi del suo cor, e l'ire ardenti.
Di quell'indegno il sangue,
saprò versare appieno,
e nel mirarlo esangue,
lieto il mio cor sarà.
(parte)
Evelina sola.
Misera Elfrida! A quale
strana, e cruda vicenda
il ciel ti volle riserbar! Qual via
ti rimane a tentar se la tua voce
del genitor, del prence
vieppiù riaccende i minacciati sdegni
e di placarli invece
accresce il lor furore
contro l'oggetto del tuo dolce amore?
Tu dai morte a chi t'adora
ed accresci il suo periglio:
per salvar chi t'innamora
non sa darti alcun consiglio
la costanza del tuo cor.
Saria prova di pietade
il tradir l'amato bene:
l'esser fida ora diviene
una prova di rigor.
(parte)
Spazioso, ma boschereccio steccato ad uso di tornei, e combattimenti, circondato da sedili erbosi in anfiteatro disposti. Nel centro, loggia per Spettatori distinti da una parte, dall'altra barriera principale per l'entrata de' Combattenti.
Marcia militare, al suono della quale si spalanca la barriera, entrando il Re con Cortigiani, Domestici, e Séguito. Il Re va a prender luogo co' suoi sulla loggia, allogandosi gl'altri ne' sedili dell'anfiteatro. Si chiude, allogato il Re, la barriera, e indi a poco riaperta, entra Orgando armato di spada, e scudo, e va a situarsi vicino alla loggia del Re, si chiude ancora la barriera, che poi di nuovo aperta entra Adelvolto, si alloga in faccia alla loggia, dirimpetto a Orgando.
Eggardo, Orgando, Adelvolto, Osmondo, Siveno, Guardie, e Spettatori.
Tutto ciò si fa successivamente suonandosi la marcia, terminata la quale chiudesi la barriera.
ORGANDO
Vieni impostor. Se i rei
aborre il ciel, se alfine
ne fa vendetta; a tutti
quelli che ti somigliano, un tremendo
della giustizia sua celebre esempio
lascerò nel tuo scempio. Io ti consacro
vittima al genio eterno,
che benefica il mondo;
e all'orror de' mortali or qui t'ascondo.
ADELVOLTO
Sì trafiggimi Orgando: è giusto. Appaga
il tuo, che provocai, nobil furore.
La gloria tua, l'onore
soltanto in me difenderò: non voglio
che macchia resti a te, d'avermi ucciso
indifeso, avvilito. Eccomi. Aspetto
la morte, e ne son degno...
EGGARDO
Non più, si dia della battaglia il segno.
Si suona il segno della pugna, e in punto comparisce alla barriera con armato Séguito Elfrida.
ELFRIDA
Re, padre, sposo e tutti voi, che a questa
empia tenzon funesta
indolenti assistete, Elfrida udite:
io la dichiaro indegna,
del re, di voi, del padre; e del misfatto
vendicatori invoco
con voi la terra, e il ciel, che non protegge
attentati sì rei...
EGGARDO
Questa è la legge.
ELFRIDA
Della legge esecranda
scudo ti fai?
ORGANDO
(ad Adelvolto)
Difenditi.
(a Elfrida)
Son vani
i tuoi clamori Elfrida...
Mio re non ascoltarla.
EGGARDO
Il passo a lei
impedite o ministri.
ELFRIDA
Ah! Tu non sai
qual coraggio nel sen mi bolle, e affida...
meglio conosci Elfrida... Olà... spezzate
questa fragil difesa...
Vien spezzata la barriera; ritirandosi per meraviglia i Custodi, ed entra nel campo Elfrida avanzandosi risoluta alla loggia ove è Eggardo.
EGGARDO
E tanto ardisci...
ELFRIDA
M'inspira il ciel... Vorresti,
barbaro tu, ridurmi
a vedere svenato
lo sposo, o il genitor!... Di', qual di loro
brami, che pianga estinto?
Che insanguinato abbracci? A chi le piaghe
prima stagnar dovrò? Richiama, oh dio!
la tua virtù smarrita...
ORGANDO
Abbastanza schernita
hai l'ira mia.
EGGARDO
Cingete
custodi i combattenti.
ADELVOLTO
(Oh! Morte io chiamo e da me fugge!)
ELFRIDA
E credi
che il comando crudele
sgomenti Elfrida?
(impetuosa si scaglia verso Adelvolto, gli strappa di mano la spada)
A me quel ferro. Adesso
tutte le furie tue risveglia, e sfrena...
Padre, s'hai core... armi non ha... lo svena.
Che!... a parte mi vuoi,
crudele, de' tuoi
perversi disegni?
Minacci, ti sdegni,
se figlia amorosa,
se tenera sposa
mi sento nel core
amore, e pietà:
se Elfrida di questo
feroce, funesto
atroce furore
capace non è!...
E tu che le ardenti
sue smanie alimenti
a' palpiti miei;
geloso, insidioso,
tu intanto non sei
né amante né re...
(dopo breve pausa avendo guardato Orgando)
Instupidisci, o padre?... Ora ritrovo,
la tua virtù... deponi
l'impeto... Ah! troppo, e snaturato, e stolto...
ne arrossisci... lo so... Vieni Adelvolto.
(prende per il braccio, e conduce fieramente via il marito, facendosi breve silenzio, mentre Eggardo scende dalla loggia, ove era spettatore)
Eggardo, Orgando, Osmondo, Siveno, e Séguito.
EGGARDO
Orgando, i suoi trasporti
dono a te dono a lei. La tua vendetta
è mia, de' torti miei
la voglio anch'io... Siveno,
sappia Adelvolto, il traditor, che in pena
del suo perfido inganno
a esilio vergognoso io lo condanno.
(parte, e seco tutti)
Galleria che a diversi appartamenti conduce.
Adelvolto, poi Siveno.
ADELVOLTO
A qual misero stato
mi ha ridotto la sorte!...
E per me non v'è morte?... O sposa... o Elfrida
crudel, ma cara; o de' pensieri miei
il più fiero pensier... Gelarmi io sento,
se lo rivolgo a te. Vorrei... lasciarti...
e anelo di vederti,
e d'esser tuo... Oh dio! Con quale amore,
virtù, coraggio, e fedeltà, t'affacci
eccelsa donna all'alma mia... che mai
di te sarà, quando il tuo sposo, il tuo
appassionato amante
per sua, per mano altrui
ti sarà tolto o viverà una vita
condannata all'infamia, ed avvilita?...
SIVENO
Adelvolto...
ADELVOLTO
A che torni
infausto messagger?
SIVENO
Nunzio son io
del re.
ADELVOLTO
Che vuole il re?
SIVENO
Che non ardisca
presentarti al suo ciglio:
che al nuovo sol vada in perpetuo esiglio.
(parte)
Adelvolto, poi Elfrida.
ADELVOLTO
Grazie, o geni del ciel! Son pure al fine
di mie sventure: altro non ho che morte...
così dalle ritorte
in cui mi tiene avvolto
il destino tiranno...
ELFRIDA
Odi Adelvolto...
Esule il re ti vuole... La condanna
non ti solleva in petto
grandi, animose idee?... Non te le inspira
Elfrida tua?
ADELVOLTO
Smarrito, irrisoluto...
Esito a te pensando... Il solo mio
dubbio, ritegno... È il nostro eterno addio.
ELFRIDA
Lo puoi temer? Parto con te... ti seguo
esule, errante.
ADELVOLTO
Il padre, il re sapranno
il pietoso disegno
frastornare, impedir...
ELFRIDA
Schernir possiamo
il padre, il re... Per sempre
essere inseparabili... Rimira...
rifletti...
(cava uno stile)
Quest'acciaro,
è mio... tuo se lo vuoi... Ti basta il core
d'impugnarlo, e imitarmi? Ah! Questo solo
dalle sciagure estreme,
liberarci potrà... Morremo insieme...
Credi... la mia ferita,
no, non m'estinguerà:
per te respiro, ho vita;
la tua m'ucciderà.
ADELVOLTO
Che mi proponi!... in sol svelarmi questo
tuo magnanimo intento,
balzarmi in seno un nuovo cor mi sento.
Viver no, non saprei,
cara, senza di te.
Per te non morirei,
se vuoi morir per me?
ELFRIDA
Giura.
ADELVOLTO
Lo giuro.
ELFRIDA
Quando
sia d'uopo a noi, ti chiederò l'effetto
del giuramento: or lo gradisco e accetto.
ELFRIDA E ADELVOLTO
Un marmo istesso
in un funesto
ma eterno amplesso
ci chiuderà...
ELFRIDA
Parti, s'avanza alcuno... In brevi istanti
tua seguace, o tua guida
sarà per sempre o viva, o estinta Elfrida.
ELFRIDA E ADELVOLTO
Le nostre ceneri
un'urna sola
confonderà.
Quanto consola
sì cara immagine
nella più barbara
avversità.
(parte Adelvolto)
Elfrida, poi Eggardo.
ELFRIDA
Ah! Il re... Parmi confuso...
sembra irritato...
EGGARDO
Elfrida...
ELFRIDA
M'esiliasti...
a che vieni? A far pompa
del tuo nobil trionfo
di due fedeli, e sfortunati amanti,
che unì, nemico il ciel?
EGGARDO
Solo Adelvolto,
esule dichiarai: pena maggiore
la tua virtù, la tua pietà gli toglie.
ELFRIDA
Non è solo Adelvolto: io son sua moglie.
EGGARDO
Che?... Pensi accompagnarlo
vagante, infame?
ELFRIDA
Sì...
EGGARDO
Come! Hai speranza,
che Orgando soffrirà, ch'una sua figlia
di regia stirpe...
ELFRIDA
Al caso
estremo, lagrimevole m'espone
sorte crudel: lo sposo
seguir per tutto è mio dovere.
EGGARDO
Assiste
il padre ad impedirlo.
Legge, e costume...
ELFRIDA
E parli
sempre di legge a me? Nasconderesti
così forse altre tue più ingiuste voglie?
EGGARDO
Ah! Troppo austera Elfrida...
ELFRIDA
Elfrida è moglie.
EGGARDO
È moglie per inganno
d'un seduttor. Del trono
lo scellerato osò privarti: adesso
è tuo se vuoi: gli tolse
ogni ragione in te, la trama infida...
ELFRIDA
E ardisci di viltà tentare Elfrida?
EGGARDO
Viene Orgando: da lui
udir potrai...
ELFRIDA
E venga Orgando.
Orgando, e detti.
ORGANDO
Indegna
dell'esser tuo! Compagna
a un traditor vuoi farti?
Con lui disonorarti,
e abbandonare un padre amante? Figlia
unica e cara... E speri
dal re, da me condiscendenza a questo
vile disegno, e stolto
d'un capriccioso amor?
ELFRIDA
Son d'Adelvolto!
ORGANDO
Quell'odioso diritto
perdé proscritto. Ora con te ripiglio
l'autorità paterna:
non partirai, non voglio.
EGGARDO
Oh! Elfrida ingiusta...
È offuscata, delusa
la mente tua dal tuo
troppo tenero core... A me dovuta
è la tua mano, e la reclamo... Il primo,
lontana, sconosciuta, io non l'amai?...
A te non impegnai
la destra mia?... Non posi
lo scettro a' piedi tuoi?... Questa mercede
sconoscente! mi rendi?... E adesso appena
ti vidi e t'adorai... L'anima mia
abbagliata, rapita,
smarrita è in te. Non pensa,
non vede altri ch'Elfrida... E una vendetta
d'esempio, di terror di quell'indegno
far non dovrei?... Tu stessa,
e nel cor tuo, come ardiresti mai
condannarmi, incolparmi?
Conosci ingrata il mio... Tu mi disarmi...
sconsigliata!... E anteponi
esule amante a un coronato amante!
Vanti d'esser costante,
fedele a un traditor!... Quanto t'accieca
un delirante amore, e a che ti guida!
ELFRIDA
D'Adelvolto son moglie.
Insieme
ORGANDO
O ingiusta Elfrida.
EGGARDO
O ingrata Elfrida.
EGGARDO
Regnante tradito
amante sprezzato
vorresti che un perfido
contento, impunito
lasciassi con te?
No, questa costanza
l'amante, il regnante
offeso, schernito,
Elfrida, non ha.
Ti vide, t'adora,
invidia, rammenta
ch'è amante, ch'è re...
e della speranza
che ascondi nel petto
trionfano amore,
vendetta, e dispetto,
e il solo splendore
di tanta beltà.
(parte)
Orgando, e Elfrida.
ORGANDO
Udisti? È aperta a te la via del trono,
potresti ricusarlo? Il traditore
aborrito, proscritto,
ha da partir: l'esenta
la pietà del monarca
da meritata morte:
evitarla non può, qualor l'esponga
a pubblico giudizio... è reo... lo sai,
scusa non ha, non puoi negarlo... Ah! torna
figlia, torna in te stessa: e alfin rimosso
lo sconsigliato error...
ELFRIDA
Padre... non posso.
ORGANDO
Cangia pensier...
ELFRIDA
Non devo...
ORGANDO
Rifletti...
ELFRIDA
Già pensai...
ORGANDO
Il trono...
ELFRIDA
E lo bramai?
ORGANDO
Real consorte...
ELFRIDA
E il bramo?
ORGANDO
Ma il padre...
ELFRIDA
Oh dio!... S'io l'amo,
se più di me l'amai,
sa il ciel, lo sa il mio core,
padre, e il tuo cor lo sa.
ORGANDO
Abbraccia quella sorte,
che il cielo a noi presenta;
spoglia un infausto amor.
ELFRIDA
Abbraccerei la morte
più tosto...
ORGANDO
Oh ardir sfrenato!
ELFRIDA
Soltanto mi sgomenta,
padre, che un giorno avrai
del barbaro mio fato
pietà, rimorso, e orror.
ORGANDO
Oh! come mi tormenta,
figlia, che un giorno avrai
del misero tuo stato...
ELFRIDA E ORGANDO
E pentimento, e orror.
(partono)
Sala d'armi in uso fra gli antichi popoli del settentrione, dappertutto in simmetria alle pareti sospese. Sopra i cornicioni, che reggono la volta, stendardi, e sventolanti bandiere. Sul piano piramidi formate colle stesse armi, e carri di guerra, che sostengono de' trofei.
Elfrida, Adelvolto, e Domestici.
ELFRIDA
Vieni mio ben: andiam; per me sei reo,
esule io son con te. Per tutto è cielo,
è sole è terra. I numi
proteggono, gradiscono per tutto
innocenza e virtù. Non hai delitto
agli occhi miei. D'amarmi,
se colpevole sei, riconoscente
questa tua colpa a te mi rende. Onori,
fasto, grandezza oblia: son vani fregi;
son brillanti catene
d'odiosa servitù... Così negletti
e riamati, e amanti
da malvagi scordati, e da potenti,
in noi stessi saremo ognor contenti.
ADELVOLTO
Ah! nella sola amata amante Elfrida
ampio compenso avrei
delle perdite mie. Tutto mi resta,
quando sola mi resti... Un mondo è nulla
per me, se mia sei tu... ma delinquente,
fuggitivo, e fuggito... Idolo mio,
mio sol pensier, deh mi abbandona e vivi
a te felice.
ELFRIDA
O ingiusto,
o inumano Adelvolto! Offendi, oltraggi
Elfrida tua. Abbandonarti! Ah mai...
Ah! mai da te dividermi. Tu sei
l'anima mia. E se s'innalza un giorno
a più lieto soggiorno
questa che in noi ragiona
pura parte di noi, se si rammenta
soave affetto, e delizioso ardore;
tu sempre il mio sarai pensiero, e amore.
Partiam...
Eggardo, Séguito, e detti.
EGGARDO
Scostati indegno...
(si scosta Adelvolto)
T'arresta Elfrida... e speri
d'eseguir la tua fuga
ad onta mia, presente me?
ELFRIDA
Sì: voglio
col mio sposo partir: rea non son io
le tue leggi non temo. E le tue leggi
può eludere, schernire,
un magnanimo cor, che sa morire.
EGGARDO
Seguiti un traditor...
ELFRIDA
Seguo il consorte.
EGGARDO
Romperan questi lacci
ingiuriosi indegni
il padre, il re.
ELFRIDA
Ma Elfrida
questi lacci non scioglie:
giurò al mondo, ed al cielo; e amante, e moglie.
Orgando, e detti.
ORGANDO
Questo, è il tenero addio, che chiedi, ingrata
al genitor? Son queste
le tenerezze ultime tue? Di figlia
il dover ti consiglia
a consolarlo ne' suoi giorni estremi;
tu l'abbandoni? E un empio
seguiti, un scellerato?
ELFRIDA
Seguo la scelta tua, seguo il mio fato.
ORGANDO
Forza, ragion m'assiste
a trattenerti...
ELFRIDA
Padre,
forza con me? Son figlia tua. Ti scordi
quanto resti ad Elfrida
per intatti serbare i suoi legami?...
Amato genitor, trema, se m'ami.
ORGANDO
Ah mio re, la mia figlia
si renda a me: dal seduttore infame
si distacchi, e divida...
ELFRIDA
Padre, se vuoi così, scordati Elfrida.
EGGARDO
Separate...
(alle guardie, che si dispongono ad obbedire)
ELFRIDA
O fermate, o mi sveno...
(cava uno stile)
Se bramate saziare li sguardi
nel mio sangue, accostatevi a me.
ADELVOLTO
Ah! che fai?
(nella sorpresa comune si accosta Adelvolto ad Elfrida)
ELFRIDA
Di pensieri codardi,
sposo amato, più tempo non è.
EGGARDO
Trattenete...
ELFRIDA
Se il passo movete,
questo acciaro m'immergo nel seno.
ORGANDO
Figlia...
EGGARDO
Elfrida... Ah! qual impeto estremo!
ADELVOLTO
(E smarrito è l'imbelle mio cor!)
ORGANDO
Sei mia figlia... Ah! T'ammiro... ma...
ELFRIDA
Tardi...
EGGARDO
Smanio...
ORGANDO
Palpito...
EVELINA
Lagrimo...
OSMONDO E SIVENO
Tremo...
EGGARDO
Oh! coraggio, oh costanza! oh terror!
TUTTI
Ah! qual serie di mali, d'affanni,
di sventure, d'errori, d'inganni,
nella vita ci tocca soffrir!
ORGANDO
E ostinata, non cedi, non cangi?
ELFRIDA
Padre... e tu mi disperi, e non piangi?
EGGARDO
Pensa... Ascolta.
ELFRIDA
Son vani, son tardi
pianti, affetti, lusinghe, rigor.
ADELVOLTO
(Questa scena d'orrore, e di duolo
farò solo, e ad un colpo finir.)
ELFRIDA
Mi vedrete trafitta, e spirante,
se tiranni il consorte, e l'amante
consolar m'impedite, e seguir.
TUTTI
Ah! qual serie di mali, d'affanni,
di sventure, d'errori, d'inganni,
nella vita ci tocca soffrir!
EGGARDO
E ben non partirà, calmati: il vuoi?
Teco resti Adelvolto... ma s'esponga
de' suoi pari al giudizio.
ELFRIDA
Ah! questo, oh dio!
è un giudizio di sangue.
EGGARDO
E che? Lo brami
ricompensato ancor, perché tu l'ami?
Nega ch'è reo...
ORGANDO
Ch'è traditor...
EGGARDO
Ch'è ingrato...
ORGANDO
Mentitor...
EGGARDO
Seduttore...
ORGANDO
Ingannatore...
EGGARDO
Perfido... Io non fo torto,
né a te, né a lui... Comune
è quel giudizio a tutti. Io m'allontano,
libero sia: non chiede,
non sollecita il re... Tu se pretendi,
ch'assoluto egli sia, là lo difendi...
Eseguite...
(alle guardie che portano via Adelvolto condotto da Siveno)
ADELVOLTO
(Addio mondo; addio consorte.
Non respiro che morte.)
ELFRIDA
(Ah! qual tremendo
fulmine mi percosse,
m'instupidì!...) Mio re... bagnata in pianto
ecco... al tuo piede Elfrida
(s'inginocchia davanti a Eggardo)
quella Elfrida, che amasti...
che pretendi d'amar... Di tanti eroi
rampollo illustre; abietta...
tremante... supplichevole... Per questa
potente man, che bacio umìl... per questo
piede, che abbraccio, il tuo fatal decreto
richiama... Oscura, ignota,
abbandonami a me: lasciami al mio
disperato Adelvolto... Il cielo, il padre
a me lo diede... È reo... ma la vendetta
a che giova un regnante?... Il suo rimorso,
il pentimento suo fra brevi istanti
l'avrà nelle miserie oppresso, e estinto...
EGGARDO
Ah! sorgi, eccelsa donna, ah! sorgi... Hai vinto...
Quanta beltà, quanta virtù mi toglie
l'ingrato, l'infedele,
perfido amico... È la sua gran discolpa,
il vederti, il conoscerti... Superbo
son io d'averti amato; e più che t'amo,
più apprezzo me: di te non ero indegno;
te 'l prova il mio perdono. In quante pene,
quante amarezze, ha involto
quel crudele...
SIVENO
Ah signor... morì... Adelvolto
TUTTI
(fuorché Siveno)
Come?...
ELFRIDA
Oh dio!
EGGARDO
(Cielo pietoso!)
TUTTI
(fuorché Siveno)
Giusto cielo!
SIVENO
Un ferro ascoso
trasse, strinse...
ELFRIDA
(Ahi qual tormento!)
SIVENO
Gridò Elfrida...
ELFRIDA
(Oh giuramento!
Mi prevenne...)
SIVENO
In sen l'immerse...
ELFRIDA
(Ah! mi chiama.)
TUTTI
(fuorché Siveno)
Non sofferse
viver più.
SIVENO
Cadde... spirò...
ELFRIDA
(Fedel ti seguirò. Del mio ritardo,
ombra adorata, il tuo perdono imploro.)
(snuda il ferro, e vuol ferirsi, e Orgando la trattiene)
ORGANDO
Ferma...
ELFRIDA
Padre... ah! crudele... ah! sempre... Io moro...
EGGARDO
S'assista... si soccorra... il re... l'amante
a tutti voi l'affida...
Io tutto perderei, perdendo Elfrida.
(Elfrida sviene: Evelina, Orgando la sostengono e la collocano sopra un sedile di pietra, che circonda il piede di uno de' pilastri della scena)
Fine del libretto.
Generazione pagina: 14/01/2016
Pagina: ridotto, rid
Versione H: 3.00.40
(W)