Argomento

Nel decimo secolo, e nel tempo dell'eptarchia, regnò un Edgaro in Inghilterra. Suo favorito amico, e ministro fu un conte Atelvolto. Tanto si parlò, e con tanta lode al giovane re della straordinaria bellezza di Elfrida figlia di Orgando conte di Devonia, che inviò Atelvolto alla di lui residenza, con segreta commissione di veder la donzella, e qualora alla fama corrispondesse la sua beltà, di chiederla al padre per sua moglie, e regina. Invaghitosi al primo incontro Atelvolto di Elfrida, dissimulò l'incombenza del re, e per sua sposa la chiese al padre, e l'ottenne. Sposata che l'ebbe, per coprire l'inganno, con pretesto di gelosia, la chiuse in un suo solitario, ma sontuoso castello, ed a tutti, e fino al padre di lei, ne proibì l'accesso; e tornato al re gli riferì maliziosamente, non essere Elfrida, né bella, come si pubblicava, né degna delle sue nozze. Insospettito, e sdegnato intanto Orgando di sì strana proibizione, si portò sconosciuto al castello di Atelvolto, ove era la figlia, per scoprirne il motivo. Edgaro al tempo stesso scorrendo il suo regno per divertirsi alla caccia, venne a caso nelle vicinanze del castello, e sapendo che vi era Atelvolto, volle onorarlo d'una visita. Così per diversi incidenti fu scoperto il tradimento del favorito. Formano questi, o veri o verisimili, l'intreccio del dramma. La catastrofe è tragica nella storia, uccidendo Edgaro in duello Atelvolto, e sposando Elfrida. Si è cambiata per appropriarla alle nostre scene, e addolciti si sono alquanto i nomi dei personaggi.

S. R. M. Argomento
Atto primo Atto secondo

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