Scena prima |
Lido di mare terminato dalla veduta della vicina città di Sparta. |
(♦) Paride, seguaci di Paride, marinari troiani, soldati, altri troiani |
Le offerte son presentate sull'ara: si fanno ardere i profumi; intanto, alternato dal ballo si canta il seguente coro: | ||
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UNA VOCE |
Come consuma l'avida fiamma ch'arde sul tripode l'arabo odor; così per Elena tutto s'infiamma si sente struggere il suo bel cor. | |
CORO |
Non negargli, o bella Venere il tuo nume, il tuo favor. | |
UNA VOCE |
Su queste sponde sfavilli un tremulo soave raggio del tuo splendor: nude vi scherzino teco le grazie, e le sue fiaccole v'accenda Amor. | |
CORO |
Non negargli, o bella Venere il tuo nume, il tuo favor. | |
PARIDE Oh del mio dolce ardor bramato oggetto! L'aure che tu respiri, alfin respiro. Ovunque il guardo io giro le tue vaghe sembianze Amore a me dipinge: il mio pensier si finge le più liete speranze; e nel desio che così m'empie il petto cerco te, chiamo te, spero, e sospiro. Oh del mio dolce ardor bramato oggetto! L'aure che tu respiri alfin respiro. |
(♦) | |
UNA VOCE | ||
PARIDE |
(♦) | |
<- Un troiano | ||
UN TROIANO |
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PARIDE |
Compagni, amici ad incontrarlo andate, conducetelo a me. | |
Parte il ballo: rimangono pochi troiani in disparte. | marinari troiani, soldati, Un troiano -> | |
PARIDE |
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Scena seconda |
Amore in abito spartano, sotto nome d'Erasto, con Séguito spartano, che rimane in disparte, e detto. |
<- Amore, seguito spartano |
AMORE |
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PARIDE |
Al venerato impero ubbidirò. Paride io son: non cerco tesori, o regno; al Simoenta in riva ha scettro il genitor. Giove mi scelse giudice alla gran lite del primo vanto di beltà che tutto sconvolse il ciel; che non trovò fra' numi nella gara divisi, arbitro alcuno: conteser Citerea, Pallade e Giuno. Vidi, stupii, pensai, decisi: ottenne il superbo trionfo d'Amor la madre. Intanto garrula fama a noi recò, che ingiusto era il decreto, e un tanto onor dovuto a spartana beltà. M'accese allora nobil desio che qui a veder mi trasse se le vinte rivali la vostra Elena oscuri; e se di quella che per me trionfò sia pur più bella. | |
AMORE |
Dunque pace ci rechi: al mirto aspiri, non vuoi mietere allori. E se l'impresa che ti guida fra noi, nascondi ad arte, quest'impresa è d'amore, e non di Marte. | |
PARIDE |
(Che ascolto!) | |
AMORE |
Io già conobbi che le tue pompe, i preziosi arredi, il tuo volto, i tuoi sguardi non eran di guerrier. Scenda nel campo chi non ha quel sembiante, e quell'accorto dolce parlar: chi agli amorosi inviti grazia, bellezza, e gioventù non chiama; tu Paride gentil sospira, ed ama. | |
PARIDE |
(Che dirò? Mi confondo!... Tradito son!) | |
AMORE |
Mi guardi!... Non parli!... Impallidisci! | |
PARIDE |
Ah qual mistero celano i detti tuoi!... Lasciami, o dio! ~ nell'estrema sorpresa... spazio di respirar... fra poco al piede della bella regina verrò con te. ~ Ma!... Chi sei tu che tanto di me, de' miei pensieri penetri, sai? | |
AMORE |
Non ti turbar se tutto quel che ascondi nel sen scopro, e rimiro: forse io son che ti guido, io che t'inspiro. | |
PARIDE |
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AMORE |
Sconsigliato! E che pretendi, che un segreto sia l'amor? | |
PARIDE |
Mi sorprendi; e non so come... di scusarmi, di sdegnarmi... io con te non ho l'ardir. | |
AMORE |
Di sedurmi, d'ingannarmi non sperar; d'Elena al nome t'ho veduto impallidir. | |
PARIDE |
Dunque sai... | |
AMORE |
Sì, che l'adori; che celarlo invan credevi. | |
PARIDE |
Dunque pensi... | |
AMORE |
Che dovevi tacer più, meno arrossir. | |
PARIDE |
Se schernir così mi vuoi, non tradire il mio disegno; ah ti basti il mio rossor! | |
AMORE |
Fida in me gli affetti tuoi: ti prometto il mio sostegno che può farti vincitor. | |
PARIDE |
(partendo, e subito ritornando) Ma chi sei?... Ma come intendi i segreti del mio cor? | |
AMORE |
Sei pur semplice! E pretendi che un segreto sia l'amor? | |
(parte co' troiani) | Paride, seguaci di Paride -> | |
Scena terza |
Amore solo. |
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Felice te! Che possessor sarai di sì rara beltà. Con finte spoglie in mentite sembianze al grande acquisto in tuo soccorso un nume prevenne il tuo cammin. Godi, trionfa Elena è tua. Tutto congiura il cielo a' tuoi contenti: hai protettrice, amica d'Amor la madre; hai teco Amor. ~ Ma tanto dunque incauto è costui: tanto presume di sua beltà, che in questi lidi accolto, che scoperto in tal guisa non vede l'arti mie, me non ravvisa! | |
Parte Amore per dove entrò Paride. Il Séguito spartano resta ad ammirare le ricchezze, ed il lusso asiatico. Escono allora i Troiani, e vanno disponendo i doni da Paride ad Elena destinati. Fattesi incontro ardite alcune Spartane accorse a veder la gente, e la pompa straniera; allettate dalle accoglienze de' Troiani s'adattano a divertirsi con loro ballando, mentre si prepara Paride per presentarsi ad Elena. | Amore -> <- troiani, Paride, spartane | |
Lido di mare terminato dalla veduta della vicina città di Sparta; navi in lontananza, e battelli alla riva; sul lido padiglioni troiani; nel mezzo della scena, sotto un pergolato di rose, formato a guisa di tempietto, statua di Venere.
(parte il ballo di personaggi troiani per il sacrificio che si fa a Venere)
(i pochi troiani rimasti si mettono in disparte)
(Amore in abito spartano, sotto nome d'Erasto; il seguito spartano rimane in disparte)
Felice te! Che possessor sarai
(le spartane allettate dalle accoglienze de' troiani s'adattano a divertirsi con loro ballando)