Atto secondo

 

Scena prima

Sala del real palazzo di Sparta con trono da una parte.
Elena con Séguito, e Amore, e Guardie.

 Q 

Elena, seguito di Elena, Amore, guardie

 

ELENA
(ad una guardia)

(siede sul trono)

Si presenti: mi vegga  

di Priamo il figlio.

AMORE

Un così bel sembiante

fra noi non v'è. Gli occhi ha brillanti, e neri;

lunghi, e biondi i capelli,

rosee le labbra: un dolce

vibrar di sguardi, un ragionar soave,

un modesto arrossir. Tale, o regina

è forse il giovanetto

che in Ida alle sue mense

Giove rapì: tal fingerebbe Amore

un industre pennello

in sembianze mortali

senz'ali, senza benda, e senza strali.

ELENA

Troppo sei pronto Erasto

a vantare, a stupir.

AMORE

Serbata a lui

oh, se t'avesse il ciel! Qual più bel nodo

stretto avrebbe Imeneo! Qual vi sarebbe

altra di te più fortunata, e lieta

nell'impero d'Amore!

ELENA

Ei vien: t'accheta.

 

Scena seconda

Paride con numeroso séguito di Troiani, e di Schiavi, che portano i doni ad Elena destinati, e detti.

<- Paride, seguito di troiani, schiavi

 

PARIDE

Regina...  

(avanzandosi ardito)

(Oh dèi!)

(resta stupido)

ELENA

(Che miro!)

PARIDE

(Che beltà!)

ELENA

(Che sembiante!)

PARIDE

(Ah, qual m'assale

stupidezza crudel, timor molesto!)

AMORE
(parla a Paride)

Parla; non ti smarrir.

ELENA

(Che incontro è questo!)

PARIDE

Se in mirarti, o regina, ardisco appena...

fissare in te gli sguardi, il dolce lume

soffrir de' tuoi... scioglier gli accenti, e i moti

che mi turbano il cor farti palesi...

maraviglia non è. Quando improvviso

delle altere rivali agli occhi miei

tutto s'offerse lo splendor, smarrito

non fui così. Forse perché, o regina

le bellezze celesti

che divise fra loro eran bastanti

per animarle alla superba lite

in te ritrovo, in un compendio unite.

ELENA

(Come accorto lusinga!)

AMORE
(parla ad Elena)

E ben, son io

facile ad ammirar?

ELENA
(parla ad Amore)

No: questa volta

hai ragion di stupir; ma taci, e ascolta.

PARIDE

Errai, lo so, non mi discolpo: imploro

grazia, e pietà: l'involontario errore

pentito emenderò. Saprà la terra,

che rivoco il decreto, e che indecisa

fra te, bella regina, e Citerea

pende la lite ancor. Que' pochi doni

che di Troia recai provo rossore

di presentare a te. L'oro, le gemme

sembrano al mio pensiero

per celeste beltà vili tributi:

son gli altari, e gl'incensi a te dovuti.

ELENA

Co' detti lusinghieri,

principe assai finora

arrossir mi facesti. Io non m'innalzo

sopra il mortal: non è per me la palma

che ottenne Citerea: nelle sue glorie

per invidia non ho l'anima offesa;

né in beltà colle dèe vengo a contesa.

Benché dell'Asia il fasto

si disprezzi fra noi, que' tuoi tesori

perché offerti da te cari mi sono;

il donator mi fa gradire il dono.

(s'alza in piedi)

Il principe di Frigia, il fortunato

giudice delle dèe, quanto gli piaccia

a Sparta soggiornar, meco dimori;

e la mia reggia, e il regno mio l'onori.

(scende per partire)

PARIDE
(con impeto)

Come! Già t'allontani? E puoi, regina

così presto privarmi

del piacer di mirarti

che mi trasse animoso a queste sponde

scherno di tanti venti, e di tant'onde!

ELENA
(parla ad Amore)

Senti: costui non ha rossor.

AMORE
(parla ad Elena)

Ne incolpa

la tua bellezza.

ELENA

(Il fasto suo deriso

vegga, e impari a frenarlo.) Ospite illustre,

e ritiro, e riposo

chiede il lungo soggiorno

che facesti sul mar.

PARIDE

Riposo, e pace

perdei, non spero più.

ELENA

Del suol natio

della paterna reggia

le memorie, il costume

oblia, prence, fra noi. Dell'umil Sparta

gradisci l'accoglienze; e almen per poco

sgombra da' tuoi pensieri

le bellezze dell'Asia, e i suoi piaceri.

 

 

Forse più d'una beltà  

or per te sospira, e piange:

e se irato il mar si frange

geme, trema, e non ha pace,

e co' voti assorda il ciel.

PARIDE
(parla ad Amore)

Mi deride.

AMORE
(parla a Paride)

E ti dispiace!

ELENA

(Avvilito è già l'audace.)

AMORE
(parla a Paride)

In que' scherni odio io non credo,

e non vedo crudeltà.

 

ELENA

Forse più d'una beltà

mesta or corre a' lidi intorno;

di te chiede, e te rammenta:

ma si lagna, e si sgomenta,

che ti finge al tuo ritorno

o più ingrato, o più crudel.

AMORE
(parla a Paride)

Ti conosce.

PARIDE
(parla ad Amore)

Ah taci!

ELENA

(E tanto

me disprezza, e in sé confida!)

PARIDE
(parla ad Amore)

Mi prometti aita, e guida,

poi tu ancor ti fai tiranno!

ELENA

È ben giusto il loro affanno;

che chi va così per l'onda

passeggier di sponda in sponda

si fa gioco usar l'inganno;

e diventa a poco a poco

incostante, ed infedel.

 
(parte, e seco Amore e tutto il séguito spartano)

Elena, Amore, seguito di Elena ->

 

Scena terza

Paride e suo Séguito.

 

PARIDE

Tutto qui mi sorprende. Il piede appena  

imprimo in questo lido, e v'è palese

il mio disegno: baldanzoso, audace

nella reggia m'inoltro, e il primo incontro

dell'amata regina

turbato, irresoluto,

muto mi rende... Ah, già di me comincio

timido a diffidare! Sol la promessa

di Citerea va dissipando ancora

con lontane lusinghe i dubbi miei;

onde in lei spero, e m'abbandono a lei.

 

Le belle immagini d'un dolce amore    

veggo fra' palpiti del mio timore

tutte disperdersi, tutte sparir.

Che se nell'anima lieta speranza

fa poi risorgere la mia costanza,

solo da Venere mi vien l'ardir.

S

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(parte col séguito)

Paride, seguito di troiani, schiavi ->

 

Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo Atto quarto Atto quinto

Sala del real palazzo di Sparta con trono.

Elena, seguito di Elena, Amore, guardie
 

Si presenti: mi vegga

Elena, seguito di Elena, Amore, guardie
<- Paride, seguito di troiani, schiavi

Regina. Oh dèi! / Che miro!

Elena, Paride e Amore
Forse più d'una beltà
guardie, Paride, seguito di troiani, schiavi
Elena, Amore, seguito di Elena ->

Tutto qui mi sorprende

guardie
Paride, seguito di troiani, schiavi ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza
Lido di mare terminato dalla veduta della vicina città di Sparta; navi in lontananza, e battelli... Sala del real palazzo di Sparta con trono. Gran cortile del palazzo reale di Sparta circondato da portici, e logge ad uso... Gabinetti. Deliziosa. Seno di mare contiguo al recinto del real palazzo di Sparta; sul mare navi troiane illuminate; alla riva...
Atto primo Atto terzo Atto quarto Atto quinto

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