Parte seconda

 

Scena prima

Parco di Forteringa. Ambi i lati sono folti di alberi: il mezzo si apre in una vasta veduta che confina col mare.
Maria esce dal bosco. Anna la segue più lenta; le Guardie sono a vista degli spettatori.

 Q 

guardie

<- Maria, Anna

 
[Scena e Cavatina]

 N 

 

ANNA

Allenta il piè, regina.  

MARIA

E che! Non ami

che ad insolita gioia il seno io schiuda?

Non vedi? Carcer mio

è il cielo aperto... io lo vagheggio... oh, cara

la voluttà che mi circonda!

ANNA

Il duolo

sai che ti attende in queste mura?

MARIA

Oh piante,

amiche piante! Le coprite voi

al timido pensiero... Oh! Quale incanto

l'universo ha per me!... Libera parmi

spaziare nel cielo,

come l'aura che spira, e riposarmi

nel dolce nido de' miei teneri anni.

Guarda: su' prati appare

odorosetta e bella

la famiglia de' fiori... a me sorride,

e il zeffiro, che torna

da' lieti lidi di Francia,

ch'io gioisca mi dice

come alla prima gioventù felice.

 

Oh nube! Che lieve per l'aria ti aggiri,    

tu reca il mio affetto, tu reca i sospiri

al suolo beato che un dì mi nudrì.

Deh! Scendi cortese, mi accogli sui vanni,

mi rendi alla Francia, m'invola agli affanni.

Ma cruda la nube pur essa fuggì

al suolo beato che un dì mi nudrì.

S

Sfondo schermo () ()

(suoni di caccia lontani)

CORO
(di dentro)

Al bosco, alla caccia. ~ Il cervo si affaccia

dal colle muscoso, ~ poi va baldanzoso

del rivo alle sponde: ~ si specchia nell'onde.

Correte veloci ~ quel cervo a ferir.

MARIA

Qual suono! Quai voci, a' dolci piaceri

chi mai mi richiama degli anni primieri?

Di Scozia sui monti guidavami allora

destriero fuggente le belve a seguir.

Immagini care! Presenti l'ho ancora:

ah! Sono felice nel bel sovvenir.

ANNA

Parmi il segno di caccia reale!

Si avvicinano i suoni... i destrieri...

CORO
(di dentro)

La regina...

MARIA

Qual nome fatale!!!

ANNA

Chi ti opprime pe 'l parco se n' va.

 

MARIA

Nella pace del mesto riposo

vuol colpirmi di nuovo spavento.

Io la chiesi... e vederla non oso:

tal coraggio nell'alma non sento...

resti, ah resti sul trono adorata.

Il suo sguardo da me sia lontano.

Troppo, ah! troppo, son io disprezzata:

tace in tutti per me la pietà.

 

ANNA

Ella giunge...

MARIA

Fuggiamo, fuggiamo:

contenersi il mio core non sa.

 
(Anna si allontana)

Anna ->

 

Scena seconda

Leicester, e Maria.

<- Leicester

 
[Recitativo dopo la cavatina]

 N 

 

MARIA

No, non m'inganno! O cielo!  

Leicester tu?

LEICESTER

Qui viene

chi t'adora a spezzar le tue catene.

MARIA

Libera alfin sarò? Dal carcere mio

libera? E a te il dovrò? Lo crede appena

l'agitato mio cor.

LEICESTER

Qui volge il piede

Elisabetta; al suo real decoro

di pretesto è la caccia.

Tu la vedrai... Ove ti mostri a lei

inchinevol, sommessa...

MARIA

Io no.

LEICESTER

Lo déi.

 
[Duetto]

 N 

 

MARIA

Ah no! Giammai discendere  

a tal viltà potrei.

LEICESTER

Se m'ami... ah! Tu lo déi.

MARIA

Lo deggio?

LEICESTER

Il vuole amor.

 

MARIA

Ben io comprendo a quale

me trascinar vorresti;

ad una mia rivale

tal onta promettesti;

ma vil non ti credea

verso chi geme e muor.

Non io, non io son rea,

regina io sono ancor.

LEICESTER

Ah! Più di pria t'adoro...

È immenso l'amor mio:

sei sola il mio tesoro,

non infedel son io,

non curo il mondo intero...

sol bramo il tuo bel cor.

Tu sei per mio pensiero

l'immagine d'amor.

 

MARIA

Non v'ha reo che ti assomigli!

LEICESTER

Credi, credi, io te sol amo.

MARIA

E l'obbrobrio mi consigli?

LEICESTER

Te felice e salva io bramo;

e se alfine a me ti pieghi,

vivrem lieti in sen d'amor.

 

MARIA

Perché espormi a tal rossor?

Non è in me vigor cotanto

per piegarmi innanzi all'empia,

onde vago è il tuo pensier.

Ma se priva d'ogni orgoglio

supplicassi alfin colei,

sol per te, per te il farei,

per piegarmi al tuo voler.

LEICESTER

Ah! M'opprime quel vederti

tanto incerta e sì tremante:

non temer, quest'alma amante

vive sol nel tuo pensier.

Senza fasto e senza orgoglio

qui verrà chi ti fe' oppressa:

fia la grazia a te concessa,

se tu cedi al mio voler.

 
(Maria parte, Leicester va frettolosamente all'incontro d'Elisabetta)

Maria ->

 

Scena terza

Elisabetta, Leicester, Cecil, Cavalieri, Cacciatori, ecc.

<- Elisabetta, Cecil, cavalieri, cacciatori, seguito

 
[Finale I]

 N 

 

ELISABETTA
(a Leicester)

Che loco è questo?  

LEICESTER

Forteringa.

ELISABETTA

Oh conte!

Ove mi scorgi?

LEICESTER

Non dubbiar: Maria

sarà in breve guidata al tuo cospetto

dal saggio Talbot.

ELISABETTA

A qual per te discendo

sacrificio! Lo vedi...

Discosta i cacciatori

da' contigui viali: è troppo ingombro

di popoli il sentier.

(ad un cenno di Leicester si scostano i cacciatori)

cavalieri, cacciatori ->

CECIL
(piano ad Elisabetta)

Vedi, regina,  

come l'Anglia ti adora. Ah! Tu lo sai

qual capo ella ti chiede.

ELISABETTA
(a Cecil)

Taci.

LEICESTER
(piano ad Elisabetta)

Deh! Ti rammenta

che a dar conforto alla dolente vita

di una sorella io ti guidai... la mano

che di squallor la cinse

al contento primier può ridonarla.

ELISABETTA

(Io l'aborro!... Ei non fa che rammentarla.)

 

Scena quarta

Maria condotta da Talbot, Anna, e detti.

 

TALBOT
(di dentro)

Vieni.  

MARIA

Deh! Lascia... al mio

asil mi riconduci.

 

<- Maria, Talbot, Anna

TUTTI

Eccola.

MARIA
(ad Anna)

Oh dio!

 
(breve silenzio. Gli attori restano gli uni dirimpetto agli altri)
 

ELISABETTA

(È sempre la stessa:  

superba, orgogliosa,

coll'alma fastosa

m'inspira furor...

Ma tace: sta oppressa

da giusto terror)

LEICESTER

(La misera ha impressi

in volto gli affanni,

né gli astri tiranni

si placano ancor.

Salvarla potessi

da tanto dolor.)

CECIL

(Vendetta repressa

scoppiare già sento,

né in tale cimento

mi palpita il cor.

Fia vittima oppressa

di eterno dolor.)

MARIA

(Sul viso sta impressa

di quella spietata

la rabbia sfrenata,

l'ingiusto livor.

Quest'anima è oppressa

da crudo timor.)

TALBOT

(Almeno tacesse

nel seno reale

quell'ira fatale,

che barbaro oppresse

un giglio d'amor.)

ANNA

(Nell'anima ho impressa

la tema funesta:

oh quale si appresta

cimento a quel cor!

Ciel! Salva l'oppressa

da nuovo rancor.)

 

LEICESTER
(ad Elisabetta)

Deh! L'accogli.

ELISABETTA
(a Leicester)

Sfuggirla vorrei.

TALBOT
(a Maria)

Non sottrarti.

MARIA
(a Talbot)

L'abisso ho vicino.

ELISABETTA
(a Leicester)

Troppo altera.

LEICESTER
(ad Elisabetta)

Da un crudo destino

avvilita dinanzi ti sta.

(Maria va ad inginocchiarsi ai piedi di Elisabetta)

MARIA

Morta al mondo, ah! morta al trono,

al tuo piè son io prostrata,

solo imploro il tuo perdono:

non mostrarti inesorata.

Ah sorella! Omai ti basti

quanto oltraggio a me recasti!

Deh! Solleva un'infelice

che riposa nel tuo cor.

ELISABETTA

No, quel loco a te si addice:

nella polve e nel rossor.

ANNA, LEICESTER E TALBOT

Il suo fato sia sicuro:

mi commuove il suo rancor.

CECIL
(piano ad Elisabetta)

Non dar fé, te ne scongiuro,

a quel labbro mentitor.

MARIA

(Sofferenza.) A me sì fiera

chi ti rende?

ELISABETTA

Chi? Tu stessa:

l'alma tua, quell'alma altera,

vile, iniqua...

MARIA

(E il soffrirò?)

ELISABETTA

Va'... lo chiedi, o sciagurata,

ai rimorsi tuoi funesti,

ed all'ombra invendicata

del marito che perdesti;

al tuo braccio... all'empio core,

che tra' vezzi dell'amore

sol delitti e tradimenti,

solo insidie macchinò.

MARIA
(a Leicester, fremendo)

Ah Roberto!

LEICESTER
(a Maria)

Oh dio! Che tenti?

MARIA
(a Leicester)

Più resistere non so...

LEICESTER
(a Maria)

Chiama in sen la tua costanza:

qualche speme ancor ti avanza.

Non ti costi onore e vita

una grazia a te impartita,

un favor che al nostro affetto

tante volte il ciel negò.

ELISABETTA

Quali accenti al mio cospetto!

Parla, o conte.

LEICESTER

(E che dirò?)

ELISABETTA

Ov'è mai di amor l'incanto,

e quel volto amabil tanto?

Se a lodarlo ognun si accese

a favori un premio rese;

ma sul capo di Stuarda

onta eterna ripiombò.

MARIA
(irrompendo)

Quale insulto! Oh ria beffarda!

ANNA, LEICESTER E TALBOT

Che favelli! Taci.

MARIA

No.

(ad Elisabetta)

Di Bolena oscura figlia

parli tu di disonore?

E chi mai ti rassomiglia?

In te cada il mio rossore,

profanato è il soglio inglese,

donna vile, dal tuo piè.

Ma quel vel che ti difese

fia rimosso un dì per me.

TUTTI
(fuori d'Elisabetta e Maria)

Quali accenti! Ella delira.

ELISABETTA

Guardie! Olà.

(Cecil si scosta un momento, dopo ritorna accompagnato dalle guardie, che circondano Maria)

TUTTI
(fuori d'Elisabetta e Maria)

Perduta ella è.

ELISABETTA

Va', preparati fremente

a soffrir l'estremo fato:

sul tuo sangue abominato

la vergogna io spargerò.

Nella scure che ti aspetta

troverai la mia vendetta.

(alle guardie)

Trascinate la furente

che sé stessa condannò.

CECIL

Sull'audace il ciel possente

la vendetta ormai segnò.

(Elisabetta parte velocemente: Cecil la segue)

Elisabetta, Cecil, seguito ->

MARIA

Grazie, o ciel! Alfin respiro,  

da' miei sguardi ell'è fuggita:

al mio piè resto avvilita,

la sua luce si oscurò.

Or guidatemi alla morte:

sfiderò l'estrema sorte.

Di trionfo un sol momento

ogni affanno compensò.

LEICESTER

Ti ho perduta, o sconsigliata,

quando salva ti bramai,

quando fido a te tornai

l'empia folgore scoppiò.

Nel tuo volto io già vivea,

de' tuoi sguardi mi pascea.

Ah! Fu l'ombra del contento,

né mai più la rivedrò.

ANNA E TALBOT

Qual orrore! Oh sventurata!

Tu offendesti Elisabetta...

Fia tremenda la vendetta

che all'offesa destinò.

Ma gemente più di un core

fia per te, pe 'l tuo dolore.

Ah! Qual dai, qual dai tormento

a chi salva ti bramò.

ANNA, LEICESTER E TALBOT

Ti ha perduta un sol momento

che di sdegno il cor tentò.

Insieme

MARIA

Di trionfo un sol momento

ogni affanno compensò.

 

SOLDATI

Taci... vieni... trema, trema

ogni speme a te mancò,

del supplizio l'onta estrema

la regina a te serbò.

Maria, guardie, Anna, Leicester, Talbot ->

 

Variante censurata - Scena IV

Vietato dalla censura, questo testo venne comunque cantato dalla cantante Malibran nelle prime esecuzioni milanesi.

 

MARIA

Figlia impura di Bolena  

parli tu di disonore?

Meretrice indegna oscena,

su te cada il mio rossore.

Profanato è il soglio inglese

vil bastarda dal tuo piè.

Ma quel vel che ti difese

fia rimosso un dì per me.

 

Fine (Parte seconda)

Parte prima Parte seconda Parte terza Parte quarta

Parco di Forteringa. Ambi i lati sono folti di alberi: il mezzo si apre in una vasta veduta che confina col mare.

guardie
 
guardie
<- Maria, Anna

(le guardie nascoste sono a vista degli spettatori)

[Scena e Cavatina]

Allenta il piè, regina

Maria e Coro interno, Anna
Oh nube! Che lieve per l'aria ti aggiri

(suoni di caccia lontani)

 
guardie, Maria
Anna ->
guardie, Maria
<- Leicester

[Recitativo dopo la cavatina]

No, non m'inganno! O cielo!

[Duetto]

Maria e Leicester
Ah no! Giammai discendere
guardie, Leicester
Maria ->
guardie, Leicester
<- Elisabetta, Cecil, cavalieri, cacciatori, seguito

[Finale I]

Che loco è questo?

guardie, Leicester, Elisabetta, Cecil, seguito
cavalieri, cacciatori ->

Vedi, regina, come l'Anglia ti adora

Vieni / Deh! Lascia... al mio

guardie, Leicester, Elisabetta, Cecil, seguito
<- Maria, Talbot, Anna

(breve silenzio)

Elisabetta, Leicester, Cecil, Maria, Talbot, Anna
È sempre la stessa

(le guardie comandate da Cecil circondano Maria)

 
guardie, Leicester, Maria, Talbot, Anna
Elisabetta, Cecil, seguito ->
Maria, Leicester, Anna e Talbot, Soldati
Grazie, o ciel! Alfin respiro
Maria, guardie, Anna, Leicester, Talbot ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Variante censurata - Scena IV
Galleria nel palagio di Westminster. Parco di Forteringa. Ambi i lati sono folti di alberi: il mezzo si apre in una vasta... Galleria nel Palagio di Westminster. Appartamenti di Maria Stuarda nel castello di Forteringa. Sala nel castello che mette agli appartamenti di Maria Stuarda; gran porta chiusa in fondo; notte.
[Sinfonia] [Introduzione] [Recitativo dopo l'introduzione] [Recitativo e Duetto] [Scena e Duetto] [Scena e Cavatina] [Recitativo dopo la cavatina] [Duetto] [Finale I] [Scena e Terzetto] [Scena e Duetto] [Scena e Duetto] [Finale II]
Parte prima Parte terza Parte quarta

• • •

Testo PDF Ridotto