Parte prima

 
[Sinfonia]

 N 

 

Scena prima

Galleria nel palagio di Westminster.
Coro di Cavalieri e Dame.

 Q 

cavalieri, dame

 
[Introduzione]

 N 

 

CORO
I

Qui si attenda. Ella è vicina  

dalle giostre a far ritorno.

De' Brettoni la regina

è la gioia d'ogni cuor.

II

Quanto lieto fia tal giorno

se la stringe ad alto amor.

(una voce di dentro annunzia la regina)

II

Sì, per noi sarà più bella

d'Albion la pura stella,

quando unita la vedremo

della Francia allo splendor.

TUTTI

Festeggianti ammireremo

la possanza dell'amor.

 

Scena seconda

Elisabetta, Talbot, Cecil, Cortigiani, Paggi.

<- Elisabetta, Talbot, Cecil, cortigiani, paggi

 

ELISABETTA

Sì, vuol di Francia il rege  

col mio cor l'anglo trono.

Incerta ancor io sono

di accoglier l'alto invito, ma se il bene

de' fidi miei Britanni

fa che d'imene all'ara io m'incammini,

reggerà questa destra

della Francia e dell'Anglia ambo i destini.

 

ELISABETTA

(Ahi! Quando all'ara scorgemi  

un casto amor del cielo,

quando m'invita a prendere

d'imene il roseo velo,

un altro oggetto involami

la cara libertà!

E mentre vedo sorgere

fra noi fatal barriera,

a nuovo amor sorridere

quest'anima non sa.

TALBOT

In tal giorno di contento

di Stuarda il sol lamento

la Bretagna turberà?

CORO
I

Grazia, grazia alla Stuarda.

II

Grazia.

III

Grazia.

TUTTI
(meno Cecil)

Grazia.

ELISABETTA

(imponendo)

Olà.

Di un dolce istante giubilo

turbato io non credea.

Perché sforzarmi a piangere

sul capo della rea,

sul tristo suo destin?

CECIL

Ah! Dona alla scure quel capo che desta

fatali timori, discordia funesta,

finanche fra ceppi, col foco d'amor.

ELISABETTA

Tacete: non posso risolvere ancor.

Ah! Dal ciel discenda un raggio

che rischiari 'l mio intelletto:

forse allora in questo petto

la clemenza parlerà.

Ma se l'empia mi ha rapita

una speme al cor gradita,

giorno atroce di vendetta

tardo a sorger non sarà.

CECIL

Ti rammenta, Elisabetta,

ch'è dannosa ogni pietà.

TALBOT E CORO

Il bel cor d'Elisabetta

segua i moti di pietà.

 
[Recitativo dopo l'introduzione]

 N 

 

ELISABETTA

Fra voi perché non veggio  

Leicester? Egli sol resta lontano

dalla gioia comune?

CECIL

Eccolo.

 

Scena terza

Leicester, che bacia la mano ad Elisabetta, e detti.

<- Leicester

 

ELISABETTA

Oh, conte!  

Or io di te chiedea.

LEICESTER

Deh! Mi perdona

se a' tuoi cenni indugiai! Che imponi?

ELISABETTA

(Elisabetta si toglie un anello, lo contempla, e lo consegna a Leicester)

Prendi:

reca l'anello mio

di Francia all'inviato; al prence suo

rieda pur messagger che già d'imene

l'invito accetto. (E non si cangia in viso!)

Ma che il serto ch'ei m'offre

ricusare non posso;

che libera son io.

Prendilo. (Ingrato!)

LEICESTER
(con indifferenza)

Or ti obbedisco...

ELISABETTA
(a Leicester)

Addio.

(parte seguita dalle dame, da' grandi, da lord Cecil; Talbot va per seguirla, Leicester lo prende per la mano, e seco lui si avanza sulla scena)

Elisabetta, dame, cavalieri, cortigiani, paggi, Cecil ->

 

Scena quarta

Leicester, e Talbot.

 
[Recitativo e Duetto]

 N 

 

LEICESTER

Hai nelle giostre, o Talbot,  

chiesto di me?

TALBOT

Io sì.

LEICESTER

Che brami dunque?

TALBOT

Favellarti. Ti sia

tremenda e cara ogni parola mia.

In Forteringa io fui...

LEICESTER

Che ascolto!

TALBOT

Vidi

l'infelice Stuarda...

LEICESTER

Ah! Più sommesso

favella in queste mura. E qual ti parve?

TALBOT

Un angelo d'amor, bella qual era,

e magnanima sempre...

LEICESTER

Ah! Troppo indegna

di rio destino! E a te che disse? Ah! Parla...

TALBOT

Posso in pria ben securo

affidarmi al tuo cor?

LEICESTER

Parla: te 'l giuro.

 

TALBOT

(cavandosi dal seno un foglio ed un ritratto)

Questa imago, questo foglio  

or per me Maria t'invia:

di sua mano io gli ebbi, e pria

del suo pianto li bagnò.

LEICESTER

Oh piacer!...

TALBOT

Con quale affetto

il tuo nome pronunziò!...

 

LEICESTER

Ah! Rimiro il bel sembiante    

adorato ~ vagheggiato...

ei mi appare sfavillante

come il dì che mi piagò.

Parmi ancor che su quel viso

spunti languido un sorriso,

ch'altra volta a me sì caro

la mia sorte incatenò.

S

Sfondo schermo () ()

 

TALBOT

Al tramonto è la sua vita,  

ed aita a te cercò...

LEICESTER

Oh memorie! Oh cara imago!

Di morir per lei son pago.

TALBOT

Or che pensi?

LEICESTER

Liberarla,

o con lei pur io morrò...

TALBOT

Di Babington il periglio

non ancor ti spaventò?

LEICESTER

Ogni tema, ogni periglio

io per lei sfidar saprò.

LEICESTER

Se fida tanto

colei mi amò,

dagli occhi il pianto

le tergerò.

E se pur vittima

restar degg'io,

del fato mio

superbo andrò.

Insieme

TALBOT

Se fida tanto

colei ti amò,

se largo pianto

finor versò,

di un'altra vittima

non far che gema

se all'ora estrema

sfuggir non può.

 
(Talbot parte. Leicester s'avvia dalla parte opposta e s'incontra con la regina. Si scorgono nel di lui volto segni di agitazione e confusione)

Talbot ->

 

Scena quinta

Elisabetta e Leicester.

<- Elisabetta

 
[Scena e Duetto]

 N 

 

ELISABETTA

Sei tu confuso?  

LEICESTER

Io no... (Che incontro!)

ELISABETTA

Talbot

teco un colloquio tenne?

LEICESTER

È ver. (Che fia?)

ELISABETTA

Sospetto ei mi divenne.

Tutti colei seduce! Ah! Forse, o conte,

messagger di Stuarda ei ti giungea?

LEICESTER

Vani sospetti! Ormai di Talbot è nota

la fedeltà.

ELISABETTA

Pure il tuo cor conosce.

Svelami 'l ver: l'impongo.

LEICESTER

(Oh ciel!) Regina!...

ELISABETTA

Ancor me 'l celi? Intendo.

(vuol partire. È fortemente agitata)

LEICESTER

Ah non partir!... M'ascolta!... Deh! Ti arresta!...

Un foglio...

ELISABETTA

(severa rivolgendosi)

Il foglio a me.

LEICESTER

(Sorte funesta!)

Eccolo; al regio piede

io lo depongo. Ella per me ti chiede

di un colloquio il favor.

ELISABETTA

Sorgete, o conte.

Troppo fate per lei... Crede l'altera

di sedurmi così: ma invan lo spera.

(apre il foglio, legge rapidamente, e si commuove)

 

ELISABETTA

Quali sensi!  

LEICESTER

(Ella è commossa.)

ELISABETTA

Ch'io discenda alla prigione!

LEICESTER

Sì, regina...

ELISABETTA

(con riso beffardo)

Ov'è la possa

di chi ambia le tre corone?

LEICESTER

Come lampo in notte bruna,

abbagliò... fuggì... sparì!

ELISABETTA

Al ruotar della fortuna

tant'orgoglio impallidì.

LEICESTER

(come sopra)

Ah pietà! Per lei l'implora

il mio cor...

ELISABETTA

Ch'ella possiede,

non è ver?

LEICESTER

(Quel dir m'accora.)

ELISABETTA

Nella corte ognuno il crede.

LEICESTER

E s'inganna...

ELISABETTA

(Mentitore.)

LEICESTER

Sol pietade a lei mi unì.

ELISABETTA

(Egli l'ama... oh mio furore!)

È leggiadra? Parla.

LEICESTER

Ah, sì!...

 

 

Era d'amor l'immagine,

degli anni sull'aurora:

sembianza avea di un angelo

che appare, ed innamora:

era celeste l'anima,

soave il suo respir.

Bella ne' dì del giubilo,

bella nel suo martir.

ELISABETTA

A te lo credo. È un angelo

se tu le dai tal vanto:

se allo squallor di un carcere

è d'ogni cor l'incanto...

lo so che alletta ogni anima,

lusinga ogni desir...

(Se tu l'adori, o perfido,

paventa il mio soffrir.)

 

LEICESTER

Vieni.

ELISABETTA

(Lo chiede il barbaro.)

LEICESTER

Appaga il mio desir.

ELISABETTA

Dove? Quando?

LEICESTER

In questo giorno

al suo carcere d'intorno

per la caccia che si appresta

scenderai nella foresta...

ELISABETTA

Conte, il vuoi?

LEICESTER

Te n' prego.

ELISABETTA

Intendo...

(Alma incauta.) A te mi arrendo.

LEICESTER

Ah! Sol tu, sol tu potrai

la gemente consolar.

ELISABETTA

Te 'l concedo. (Ma vedrai

se saprommi vendicar.

ELISABETTA

Sul crin la rivale

la man mi stendea,

il serto reale

strapparmi credea;

ma, vinta l'altera,

divenne più fiera:

di un core diletto

privarmi tentò.

Ah! Troppo mi offende,

punirla saprò.)

Insieme

LEICESTER

Deh! Vieni, o regina,

ti mostra clemente,

vedrai la divina

beltade dolente:

sorella le sei...

pietade per lei,

ché l'odio nel petto

assai ti parlò.

La calma le rendi,

e pago sarò.

 
(partono)

Elisabetta, Leicester ->

 

Fine (Parte prima)

Parte prima Parte seconda Parte terza Parte quarta

[Sinfonia]

Galleria nel palagio di Westminster.

cavalieri, dame
 

[Introduzione]

Coro di Cavalieri e Dame
Qui si attenda. Ella è vicina

(una voce di dentro annunzia la regina)

 
cavalieri, dame
<- Elisabetta, Talbot, Cecil, cortigiani, paggi

Sì, vuol di Francia il rege

Elisabetta, poi Tutti
Ahi! Quando all'ara scorgemi

[Recitativo dopo l'introduzione]

Fra voi perché non veggio

cavalieri, dame, Elisabetta, Talbot, Cecil, cortigiani, paggi
<- Leicester

Oh, conte! Or io di te chiedea

Talbot, Leicester
Elisabetta, dame, cavalieri, cortigiani, paggi, Cecil ->

[Recitativo e Duetto]

Hai nelle giostre, o Talbot

Talbot e Leicester
Questa imago, questo foglio
Talbot e Leicester
Al tramonto è la sua vita
Leicester
Talbot ->
Leicester
<- Elisabetta

[Scena e Duetto]

Sei tu confuso? / Io no

Elisabetta e Leicester
Quali sensi! / Ella è commossa
Elisabetta, Leicester ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta
Galleria nel palagio di Westminster. Parco di Forteringa. Ambi i lati sono folti di alberi: il mezzo si apre in una vasta... Galleria nel Palagio di Westminster. Appartamenti di Maria Stuarda nel castello di Forteringa. Sala nel castello che mette agli appartamenti di Maria Stuarda; gran porta chiusa in fondo; notte.
[Sinfonia] [Introduzione] [Recitativo dopo l'introduzione] [Recitativo e Duetto] [Scena e Duetto] [Scena e Cavatina] [Recitativo dopo la cavatina] [Duetto] [Finale I] [Scena e Terzetto] [Scena e Duetto] [Scena e Duetto] [Finale II]
Parte seconda Parte terza Parte quarta

• • •

Testo PDF Ridotto