Ecco lieto acquistar l'aurato pondo,
Giasone di colui, di gloria degno,
del cui felice, e singolar ingegno
canta la fama, eterne lodi al mondo.
Ben può gettar gli alteri marmi al fondo
di Saturno crudel l'invido sdegno;
ma non già trarti di virtù dal segno
che tergè, di Giacinto il stil facondo.
Va' pur dunque Giason, vanne fastoso
(e getta del timor squarciato il velo)
a immortalar il nome tuo famoso.
Che mentre viverò d'ardente zelo
illustrerò l'ardir tuo generoso
sì, che eccelso fra noi t'ammiri il cielo.
Bort. Castore