Prologo

 

Scena unica

Marina con veduta dell'isola di Colco.
Sole, Amore.

 Q 

Sole, Amore

 

SOLE

Quest'è il giorno prefisso  

alle grandezze mie:

oggi il tessalo eroe, Giasone il forte,

il vello rapirà d'Elle e di Frisso;

oggi della bellissima Medea,

di mia divinità chiara nipote,

sarà quel trionfante,

sarà quel glorioso,

non più furtivo amante,

ma fortunato sposo.

Dunque sul carro mio

del più terso splendore i raggi splendino,

e la terrena mole

a illuminar, a immortalar discendino.

Crescete pur, crescete

su quest'ardenti rote,

lucidissimi abissi;

tutta in Colco vibrate

la gran lampa febea,

e le nozze illustrate

di regia semidea.

 

AMORE

Affrena pur, affrena

questi fulgor nascenti,

arcier lucido e biondo;

troppo in van t'affatichi

ad arricchir di nuovo lume il mondo.

SOLE

Anzi tutto vorrei

oggi poter dai cardini celesti

alla reggia di Colco

il regno trasportar de' sommi dèi,

per onorar di mia real nipote

gl'altissimi imenei.

AMORE

Imenei senza me

si stabiliro in terra?

Qual è, qual è quel dio

così stolto e sfacciato

ch'al gran nume d'Amor vuol muover guerra?

SOLE

Il Fato, Amore, il Fato

così felice nodo,

così gradito ardore

ne i volumi immortali ha registrato;

soffrir convien per questa volta, Amore.

AMORE

E tu come intendesti

quegl'arcani celesti?

SOLE

L'istesso Fato a me 'l permise, e volse

che nell'eterne istorie

di mia progenie eccelsa

leggesse il guardo mio l'auguste glorie.

AMORE

E che leggesti al fine?

SOLE

Odi e stupisci:

«Dell'amato regnante

sarà moglie Medea

adorata, adorante,

e in orrida tenzone

dopo fatiche gloriose e belle

il guerriero Giasone

il dorso acquisterà di Frisso e d'Elle.»

AMORE

Segui.

SOLE

Termina qui l'alta sentenza.

AMORE

Assai vi manca.

SOLE

E che?

AMORE

La mia licenza.

SOLE

Fate largo ad Amore,

che de i fatal decreti

è fatto il correttore.

 

AMORE

Scriva ciò che gl'aggrada

l'inesorabil nume

ne i sempiterni annali,

che poi vedrassi al fin se meglio tempri

la penna il Fato, o pur Amor li strali.

Nella reggia di Lenno

io con uno di questi, il più pungente

che dall'arco divino uscisse fuori,

d'Isifile e Giasone

l'anime penetrai, trafissi i cori;

questa, questa è la coppia

saettata da me:

d'Isifile Giason sarà 'l marito,

s'io son, qual fui, dell'universo il re.

 

SOLE

Non può 'l Fato giammai restar bugiardo.

AMORE

Né schernito sarà questo mio dardo.

SOLE

Fanciullo, tu deliri.

AMORE

Apollo, in van t'aggiri.

SOLE

Chi col destin combatte -

AMORE

Chi con Amor contrasta -

SOLE

- caderà.

AMORE

- perirà.

SOLE

Cedi, cedi, non pugnar.

AMORE

Voglio, voglio trionfar.

SOLE

Non vincerai, no, no.

AMORE

Io vincerò, sì, sì.

SOLE

E che no?

AMORE

E che sì?

SOLE

Io scorro il ciel, tu le tue forze adopra.

AMORE

Io scendo a terra e mi preparo all'opra.

 

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Fine (Prologo)

Prologo Atto primo Atto secondo Atto terzo

Marina con veduta dell'isola di Colco.

Sole, Amore
 
Sole, Amore ->
 
Scena unica
Marina con veduta dell'isola di Colco. Giardino con palazzetto. Sala reale. Campagna con capanne su la foce d'Ibero. Stanza degli incanti di Medea. Campagna con capanne. Recinto del castello del vello d'oro. Grotte d'Eolo. Porto di mare diroccato; fortunale. Bosco fiorito. Notte; campagna con capanne. Valle d'Orseno. Palazzo disabitato con rovine.
Atto primo Atto secondo Atto terzo

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