Scena prima Coro di Schiavi, Roma.
Roma, sopra un trofeo di spoglie circondata da diversi Schiavi, dopo aver sentito le lodi del serenissimo principe Alessandro Carlo di Polonia, il giubilo comune per la venuta di s. altezza, risolve di rappresentarle i casi di S. Alessio, quale tra i suoi cittadini fu non meno conspicuo nella gloria della santità, di quello che fossero molti nel valore dell'armi. E per accennare, come ella stima più d'ogni altro dominio l'esser regina de' cuori, ordina che i medesimi Schiavi rimangano liberi dalle catene.
Atto primo
Scena prima Eufemiano, Adrasto.
Eufemiano, senator romano e padre di S. Alessio, incontratosi con Adrasto cavaliere romano, nuovamente venuto dalla guerra, si rallegra del suo ritorno; ed entrando a discorrere dei casi di Alessio, piglia occasione di raccontargli la partenza di lui seguita molti anni prima; e mentre si querela di tale avversità, è con particolare affetto compatito e consolato da Adrasto.
Scena quarta Demonio.
Coro di Demoni dentro alla scena. Un altro Coro, che balla.
Sollecitato il Demonio da i cori infernali, che promettendo gran vittoria, fanno allegrezza con balli si mette all'impresa di tentare e sedurre la costanza del Santo.
Si muta la scena in un inferno e nella lontananza si rappresentano le pene dei dannati. Si canta l'aria che segue, e da un coro di Demoni è accompagnata con diverse mutanze.
Scena quinta Madre, Sposa, Nutrice, Marzio, Curzio.
La Madre e la Sposa di S. Alessio piangono l'assenza di lui, consolate invano dalla Nutrice, per consiglio della quale si volgono a pregare dio, ché lo prosperi ovunque sia.
Scena sesta Aggiunta per introduzione di un ballo.
Trasferitosi Curzio per diporto alle ville del suo Padrone, va pensando di prepararvi alcuni trattenimenti, per servirsene poi a scherno del Pellegrino; il disegno di condurvi i Rustici di quelle selve porge occasione di una danza piacevole.
Si muta la scena in una selva.
Atto secondo
Scena prima Eufemiano, con imaginarsi la consolazione de' parenti d'Adrasto nel suo ritorno, piange la propria infelicità, per esser quasi senza speranza di rivedere il figliuolo.
Scena seconda Accenna il Demonio d'aver ordito una trama, per la quale spera che il santo sia costretto a scoprirsi ed a tornare alle delizie del secolo.
Scena terza Sposa in abito di pellegrina. Nutrice.
La Sposa, risoluta di andare cercando per il mondo il perduto Alessio, comparisce in abito di pellegrina, e mentre tra sé discorre di tal pensiero, è osservata dalla Nutrice, che senza scoprirsi a lei, ne porta l'avviso alla Madre.
Scena quarta Madre, Sposa, Nutrice, S. Alessio, Marzio e Curzio.
Tenta indarno la Madre d'impedire il disegno della Sposa: anzi, stimolata dall'esempio d'un'amor grande, si risolve d'imitarla, e di partirsi con lei. S. Alessio, intesa tal novità, raccomandasi prima al divino aiuto, cerca con varie ragioni di ritenerle dal destinato cammino. La Sposa, posta in molta ambiguità, e rinnovandosi in lei più che mai il dolore per l'assenza del marito, si vien meno.
Scena quinta S. Alessio.
S. Alessio per il travaglio miserabile dei parenti, agitato da diversi pensieri, considera tra sé medesimo se deve manifestarsi.
Scena sesta S. Alessio, Demonio, in forma di Eremita.
In questa varietà di pensieri viene incontrato dal Demonio, il quale sotto abito di vecchio Eremita procura con diverse ragioni d'indurre il Santo a scoprirsi a' parenti. Egli però restando più confuso che persuaso, non lascia di dubitare che sia illusione dell'inferno, onde chiede a dio che in tanto bisogno non l'abbandoni.
Scena settima Angelo, S. Alessio
Apparendogli un Angelo, l'assicura che quello Eremita era il Demonio, e che le ragioni da lui addotte devono disprezzarsi da S. Alessio, che con particolare ispirazione è chiamato da dio per una strada piuttosto ammirabile, che imitabile. Gli rivela la vicina sua morte e la grandezza del premio preparatogli in cielo. E l'esorta ad aspettare quel passaggio con animo intrepido. Dal che confortato, il Santo invita la morte, e va meditando la tranquillità che in essa ritrovano i giusti.
Viene l'Angelo volando dal cielo.
Scena ottava Demonio e Marzio.
Ritorna il Demonio, risoluto di fare ogni sforzo per superare Alessio nel breve spazio che gli rimane di vita. È sopraggiunto da Marzio il quale, credendolo un Eremita e volendo burlarlo come era solito fare con Alessio entra seco in discorso. Adiratosi con lui, procura di ritenerlo, ma viene in diversi modi schernito dal Demonio.
Scena nona Religione.
Comparisce la Religione per assistere al devoto transito d'Alessio, e, gloriandosi dell'opera di lui ormai giunto al premio meritato, invita il mondo a seguitare la virtù.
La Religione passa per l'aria in un carro cinto di nuvole.
Scena decima Eufemiano, Adrasto, Nunzio.
Mentre Eufemiano si duole delle sue sventure in compagnia di Adrasto, sente avviso, come nella chiesa maggiore si era udita una voce dal cielo che richiamava alle stelle l'anima travagliata nel mondo. Perciò rallegratosi, raccoglie che anch'esso potrebbe consolarsi una volta con il ritorno del figlio; e che per qualsivoglia miseria non si deve mai perdere la speranza.
Atto terzo
Scena prima Demonio, e coro di Demoni.
Il Demonio, avendo invano usato ogni opera contro il Santo, pieno di confusione precipita all'inferno.
Scena seconda Adrasto, Coro, Nunzio
Adrasto, per aver veduto diverse genti incamminarsi alla casa d'Eufemiano va in compagnia di altri per certificarsi della ragione e, incontratosi in uno della stessa casa sente da lui la morte, la ricognizione di S. Alessio, e dal medesimo viene introdotto nella stanza dove giace il suo corpo.
Scena terza Eufemiano, Sposa, Madre, Marzio, Curzio, Adrasto e Coro d'Angeli dentro la scena.
I Parenti acerbamente piangono la morte di Alessio. Si legge la lettera scritta da lui prima di morire.
Mutandosi la scena, appariscono le logge e il giardino del palazzo, nel quale, sotto alle scale, giace il corpo del Santo.
Scena quarta Coro d'Angeli, dentro alla scena. Eufemiano, Madre, Sposa.
Gli Angeli, accompagnando l'anima del Santo persuadono i parenti, che a torto, si dolgono nel mondo per la morte di chi è ricevuto nel cielo con tanto giubilo.
Scena quinta Religione, Coro di Virtù, Coro d'Angeli.
Comparisce dalla casa del Santo la Religione e seco viene un coro di Virtù figurate per l'otto beatitudini, quali furono mezzi ad Alessio per ottenere la gloria. La Religione rallegrandosi dell'acquisto fatto dal cielo in S. Alessio gli destina il tempio, che dagli antichi Romani fu dedicato a Ercole. Partesi poi la Religione, incamminandosi a consacrare il tempio a S. Alessio e mentre dagli Angeli si continuano i canti, festeggiano le Virtù coi balli.
Teatro
Cambi di scenografia
Tutte le scenografie (o quadri) descritte nel libretto.