Atto secondo

 

Scena prima

La Basilica.
Appio, e Pubblio da parti opposte.

Bozzetti

 Q 

<- Appio, Pubblio

 

APPIO

Pubblio!  

PUBBLIO

Calma il dubbioso,

palpitante tuo cor.

APPIO

Vedesti Fausto?

PUBBLIO

Li favellai.

APPIO

Saprà serbar l'arcano?

PUBBLIO

Non paventar di lui: del tuo disegno

se complice si rese,

che il tacer li sia legge ormai comprese.

APPIO

Respiro!

PUBBLIO

Il tuo desio

tutto seconda.

APPIO

E a tante pruove in faccia

Sallustio che dirà?

PUBBLIO

Di sposo il core

ceder dovrà di giudice al rigore.

APPIO

Scoccato è il dardo; omai si compia l'opra.

PUBBLIO

Di accusator vedrai come fra poco

innalzerò la voce.

APPIO

Fia punito così quel cor feroce.

 
(partono)

Appio, Pubblio ->

 

Scena seconda

Si avanzano i Soldati, che vanno a formarsi in due ale lateralmente, e dietro il seggio della giustizia. Coro di Popolo, Patrizi, e Seniori. Sallustio, indi Ottavia.

popolo, patrizi, seniori

<- soldati, Sallustio

 
(Sallustio arriva concentrato)

CORO
(a Sallustio)

Sei nell'augusto tempio,  

ove di Temi è il trono:

di alta costanza esempio

dover t'impone, e onor.

Nel tuo privato oltraggio

reclama i suoi la legge,

e attende in chi la regge

il suo vendicator.

 

SALLUSTIO

(Forza o debole cor! convinto appieno  

dell'eccesso di Ottavia io non mi sento.

Le sue virtù rammento... eppur degg'io...

che fiero stato è il mio!

Eccola! in quelle luci

rifulge d'innocenza il bel candore...

e tradirmi potea?... forza o mio core!)

 

<- Ottavia

OTTAVIA

Dal giudice supremo,  

dal consorte non già, che di quest'alma

la inviolabil fede, il puro affetto

sperimentò per ben tre lustri, io vengo

dell'onta, che mi offende,

vendetta a reclamar. Dov'è l'audace,

che mi osa calunniar? le pruove adduca,

che un'empia trama ordì: disperse al vento

come nebbia saranno in un momento.

SALLUSTIO

E il giudice saprà, sgombro dal petto

ogni privato affetto,

se fallace punirti, e se innocente...

ah! sperar lo potesse!

OTTAVIA

Il mio decoro

oltraggia il dubitarne.

SALLUSTIO

Or solo a lei,

onde leggerle il cor, parlar vogl'io.

Si allontani ciascun.

(tutti gli astanti escono)

popolo, patrizi, seniori, soldati ->

OTTAVIA

Ah! sposo mio!    

S

SALLUSTIO

Taci! quel dolce nome,

che mi fea lieto un dì, non osi il labbro

di pronunziar, se l'alma è rea.

OTTAVIA

Che sento!

È Sallustio, che parla?

SALLUSTIO

Alcun non ti ode...

il tuo giudice è lungi... a te favella

lo sposo palpitante,

che fra le accuse, e fra la speme ondeggia...

Mi apri il tuo cor... se ad oltraggiarmi, o donna,

vile ardor ti sedusse, ah! me 'l palesa...

OTTAVIA

Sedurre Ottavia un vile ardor? che offesa!

 

 

Squarciami il core, o barbaro!  

Vi troverai scolpita

la tua diletta immagine,

che sol v'impresse Amor.

SALLUSTIO

Ma un sol momento, incauta!

Forse ti avrà rapita

quella virtù, che l'anima

ti fea leggiadra ognor.

OTTAVIA

No... se mancai, la folgore

vibri al mio crine il ciel!

SALLUSTIO

Pubblio smentisci, e Clodio,

mostrati a me fedel.

OTTAVIA

Ambi spergiuri, e perfidi,

compri da un'uom crudel.

SALLUSTIO

Da chi?

OTTAVIA

Sallustio, ah! sappilo...

di Appio alle nere insidie

resse quest'alma, e l'empio

giurò vendetta...

SALLUSTIO

Ottavia!

M'inganni tu?

OTTAVIA

No... credilo

a queste amare lagrime...

Vivi di me sicuro...

sono innocente... il giuro

ai numi, al figlio, a te!

SALLUSTIO

(Che ascolto! oh raggio amico!

Sei tu, che in sen mi scendi?

Sei tu, che all'alma rendi

qualche speranza almen?)

OTTAVIA

Dal traditor nemico

la sposa tua difendi...

Che fida io son comprendi...

e sarò paga appien!

 

SALLUSTIO

Se fu il tuo labbro

con me verace,

tremi l'audace,

che ti oltraggiò!

OTTAVIA

Vedrai, se il vile

saprò smentire,

se impallidire

l'empio farò.

SALLUSTIO

Dunque innocente...

OTTAVIA

Trionferò.

SALLUSTIO

Al cor dolente...

OTTAVIA

Calma darò.

SALLUSTIO

A queste braccia

ritornerai?

OTTAVIA

Mi stringerai

degna di te.

OTTAVIA E SALLUSTIO

Nume! tu mitiga

il nostro affanno!

Tu l'ombre dissipa

del nero inganno...

e rendi all'anima

smarrita, oppressa

la pace istessa,

che Amor le diè.

 

Scena terza

Rientra il Popolo con Appio, Pubblio, Clodio, Ancelle, e Soldati.

<- popolo, Appio, Pubblio, Clodio, ancelle, soldati

 

APPIO

Sallustio, il popol freme, e da te chiede,  

che là ti assidi a giudicar la rea.

PUBBLIO

Se pubblica è l'accusa,

tal ne fia la difesa.

APPIO

Altri momenti

scelga il consorte a ragionar con lei.

PUBBLIO

Rammenta il tuo dover: giudice or sei.

SALLUSTIO

Il suo destino io vado

a pronunziar. Vedrà la patria, il mondo

come in mezzo al dolor, che lo tormenta,

sempre Sallustio il suo dover rammenta.

(va su la tribuna)

Al pubblico certame

venga l'accusatore.

APPIO

Me prima ascolta.

Della festa interrotta,

del coniugale oltraggio,

che al pubblico costume offesa rende,

come tribuno Ottavia accuso. A danno,

di lei grida la legge, e s'ella è rea,

sia morte la sua pena.

PUBBLIO

Il cor di un figlio

mi tolse Ottavia: dal paterno seno

seppe involarlo, e presso a lei lo addusse,

onde appagar le impure voglie. Io stesso

in femminili spoglie

tra le ancelle il sorpresi, e tu il vedesti,

Pompei lo vide, e inorridì. La ultrice

spada di Astrea cada su lei tremenda,

ne v'ha ragion, che la evidenza offenda.

SALLUSTIO

Clodio favelli. È vero,

che Ottavia ti sedusse?

CLODIO

Il mio rossore

risponda alla dimanda: ah! troppo incauto

l'inesperto mio core

bevve il velen di un seducente ardore!

SALLUSTIO

(Santi numi del ciel! come salvarla?)

E Ottavia tace?

OTTAVIA

Sbalordita io fremo

in ravvisar come l'altrui perfidia

abbia saputo architettarmi a danno

sì orribile calunnia! il traditore

Appio, fallace amico, a me più volte

impuro amor richiese. I miei rifiuti

lo spinsero a vendetta,

ch'ei minacciò a me stessa. Ecco l'effetto

delle minacce: a colorir l'inganno

sedusse Pubblio, suo cliente, e Clodio,

che mai conobbi. In fra le ancelle ei forse

nell'affollata pompa

confondersi poté.

APPIO

Quai fole ordisci,

menzogniera?

PARTE DELLE ANCELLE

Signor, giuriamo al cielo!

Mai Clodio fu tra noi.

ALTRA PARTE

Mai nel suo tetto

lo accolse Ottavia.

APPIO

Ascolto

non mertano le ancelle,

complici del delitto.

OTTAVIA

E qual ne merta

orda vil, già venduta al tradimento?

POPOLO

Sallustio! il tuo giudizio...

TUTTI
col Coro

Ahimè! che sento!

 
Qui si ascoltano forti detonazioni, effetto della prossima prima eruzione del Vesuvio. Tutti si spaventano.
 

TUTTI

Dèi! qual fragore insolito!  

Eppur sereno è il cielo!

OTTAVIA

Voce di un dio! tu dissipi

di ria calunnia il velo!

APPIO

Anzi del cielo irato

terribil voce è questa...

CORO

Che chiaro manifesta

del fallo tuo l'orror.

 
Altre detonazioni.
 

SALLUSTIO

(Oh quale istante!)

APPIO E PUBBLIO

A morte

vada la rea...

POPOLO

Sallustio

di lei decida...

OTTAVIA E ANCELLE

Oh affanno!

SALLUSTIO

(Oh mio dover tiranno!)

APPIO E PUBBLIO

Di tanto indugio è indegno

un cittadin.

POPOLO

Lo sdegno

placa del nume... ascolta!

 
Più forti detonazioni.
 

SALLUSTIO

La rea viva sepolta

sia fra momenti...

OTTAVIA

Oh barbaro!

SALLUSTIO

(Oh me infelice!)

POPOLO

Or sei

degno di noi...

OTTAVIA

Già sento

mancarmi in seno il cor!

SALLUSTIO

(Terribile momento!

E veggo in vita ancor?)

APPIO

(Freno la gioia a stento...

sei vendicato Amor!)

 

TUTTI
(col Coro)

Arresta i tuoi fulmini  

o dio di vendetta!

O almen sul colpevole

li vibra, li affretta!

Pietà della patria

che colpa non ha!

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Scena quarta

Giardino della casa di Diomede presso alle mura.
Fausto.

Bozzetti

 Q 

Fausto

 

 

E qui, come promise,  

Pubblio non è? della infelice Ottavia

qual fia la sorte? ah! come il sen mi strazia

il fier rimorso, così di Appio al core

ragion favelli, è 'l suo furor disarmi!

Di abbandonar la detestevol trama

mi fe' sperar Pubblio poc'anzi... eppure

qui non ritorna ancor?... si cerchi altrove.

Oh quante smanie! oh quanto

dovrà un fallo costarmi affanno, e pianto!

(esce)

Fausto ->

 

Scena quinta

Appio irrequieto, indi Coro di popolo.

<- Appio

 

APPIO

Che più brami, mio cor? fra poco estinta  

vedrai la tua tiranna, e in rio tormento,

e dalle pene oppresso ancor ti sento?

Cessa di tormentarmi

o rimprovero atroce

della mia crudeltà! tremenda voce!

Perché mi parli in sen? del mio delitto

spaventevole idea tu in me ridesti!

O miei rimorsi! oh sciagurato istante!

Ah! perché sento ancor, ch'io sono amante?

 

Oh mio crudele affetto!  

Perché mi strazi ancora?

Ah! fuggi dal mio petto...

fuggi tiranno Amor!

E ne' momenti estremi

vedrò languir colei,

che fu de' voti miei

soave oggetto ognor?

Oh duolo inesprimibile!

Oh mio fatal rigor!

 
(il popolo, che arriva, lo scuote dalla sua concentrazione)

<- popolo

 

CORO

Appio, alla funebre

pompa ti affretta:

te sol si aspetta...

non indugiar.

APPIO

E Ottavia?

CORO

In lagrime

si va a stemprar.

APPIO

(Misera!)

CORO

Vieni...

APPIO

Andiam.

CORO

Ti affretta...

te sol si aspetta,

non indugiar.

 

APPIO

(Cela le acerbe smanie

o lacerato core!

Per sempre dovrò perderla?

Non ha più speme Amore?

La mia fierezza istessa

funesta a me sarà!

Ah! sì... quest'alma oppressa...

dolente ognor vivrà!)

CORO

Mora! punita in essa

or sia la infedeltà.

(Appio esce col coro)

Appio, popolo ->

 
 

Scena sesta

Sotterraneo, destinato al supplizio de' rei, dal cui portico si vede la strada de' sepolcri.
Si avanza a lento passo Ottavia, coverta da nero velo, in mezzo a' Soldati, e preceduta dalle dolenti Ancelle. La segue Sallustio avvolto nel suo pallio, e concentrato: indi Appio, Pubblio, e Coro di popolo.

Bozzetti

 Q 

<- Ottavia, soldati, ancelle, Sallustio, Appio, Pubblio, popolo

 

ANCELLE

Oh sventurata Ottavia!  

Specchio di un cor fedel!

Chi può frenar le lagrime

al tuo destin crudel?

POPOLO

Di un dio la mano vindice

cessi di fulminar

ora, che la colpevole

va il fallo ad espiar.

CORO
generale

Ah! l'improvviso turbine

in fosco ciel cangiò

quel dì, che nel suo nascere

lieto per noi brillò!

 

SALLUSTIO

(Infelice Sallustio! in te raccogli  

sovraumano vigor... tutte vi chiamo

o crudeli virtudi al core intorno!)

Si dischiuda la tomba

destinata alla rea.

(è aperta la lapida di una tomba nell'indicato sotterraneo)

APPIO

(Dèi! qual fermezza!)

PUBBLIO

(Qual costanza in Sallustio!)

OTTAVIA

(appressandosi a Sallustio)

A Lete in seno

pria che Ottavia discenda, al caro sposo

nel suo momento estremo

desia di favellar...

SALLUSTIO

Sono il supremo

difensor delle leggi... il tuo consorte

non vive più... lo uccise un'alma ingrata!

OTTAVIA

Ah! della morte è a me più grave il solo

dubbio, che alberga in te!... verrà quel giorno,

che la innocenza mia sarà palese,

e pietà di una sposa avrai tu allora,

che fida ti sarà fra le ombre ancora.

 

 

Su questa man concedi,  

ch'io versi amaro pianto...

su questa man, che tanto

seppe bearmi un dì!

Sai, che nelle ore estreme

ogni rancor si tace...

un segno almen di pace!

Paga morrò così.

SALLUSTIO

(Più a reggere incapace,

l'alma s'istupidì!)

APPIO

(Funesto amor vorace

la mia virtù sopì!)

ANCELLE

(Un traditor mendace

la vita a lei rapì!)

Insieme

PUBBLIO

(Funesto amor vorace

la tua virtù sopì!)

 

POPOLO

(Perché un amor fallace

tanta virtù smarrì?)

OTTAVIA

(alle ancelle, abbracciandole)

Voi, che sapete

qual core è il mio

da me accogliete

l'ultimo addio!

Compagne tenere

de' miei tormenti!

Fide serbatemi

il vostro amor!

ANCELLE

(Chi può resistere

a tal dolor?)

(piangendo)

OTTAVIA

(a Appio)

Godi, trionfa, o perfido!

già sazio è il tuo furor.

(a Pubblio)

Va'! dal mio sguardo involati,

empio calunniator!

(a Sallustio)

Del figlio mio dolente

tu calma almen l'affanno...

quell'anima innocente

conforti il genitor.

Oh sposo! oh figlio! oh spasimo!

Chi della mia più barbara

pena pruovò finor?

CORO

Oh istante memorabile!

Oh giorno di terror!

 
Mentre Ottavia è guidata alla tomba, crescono le detonazioni nel Vesuvio.

SALLUSTIO

Che? ancora irato è il ciel?  

PUBBLIO

Fremito orrendo

è nel sen del Vesèvo!

SALLUSTIO

Ah! sì... t'intendo

possente nume! una innocente estinta

soffrir non sai... fermate! si sospenda

il suo destin per poco.

 
Ottavia è tratta dalla tomba, ove era quasi discesa.
 

PUBBLIO

Ah! no...  

APPIO

Che fai?

SALLUSTIO

Taci!

CORO

Miseri noi!

PUBBLIO

Tramanda il monte

denso vapor, che l'aere ingombra!

CORO

Il cielo

si ammanta già di tenebroso velo!

 

Scena settima

Auguri, indi gli altri, che verranno indicati.

<- auguri

 

AUGURI

Trema, Pompei! dell'ira de' celesti  

tu sei l'oggetto!

PUBBLIO

(Oh rio spavento! io tremo!)

AUGURI

Alto delitto è in te! ferma, se il puoi,

il flagello divin...

CORO

Miseri noi!

PUBBLIO

Ah! più regger non posso

allo strazio tremendo

de' miei rimorsi... al cielo irato... al grave

terror, che tutti invade i sensi miei!...

Me sol si uccida, e salva fia Pompei!

SALLUSTIO

Che parli?

APPIO

(Io son perduto!)

PUBBLIO

(prostrandosi)

A' piedi tuoi

mira, Sallustio, un delinquente, indegno

del tuo perdono... Appio di Ottavia ardea

d'impura fiamma. Della saggia donna

il costante rifiuto

a vendetta lo spinse: infra le ancelle,

da Fausto secondato,

nascose il figlio mio... me poi sedusse

l'accusa a sostener...

SALLUSTIO

Che ascolto!

CORO

Ah mostri!

OTTAVIA

Grazie, pietoso cielo!

SALLUSTIO

Ottavia è salva!

CORO

Peran gl'indegni nella tomba istessa

destinata ad Ottavia.

APPIO

Apriti, averno,

e nel tuo seno accogli un disperato!

PUBBLIO

Io stesso provocai l'ira del fato!

(sono trascinati e rinchiusi nella tomba)
 
Preceduta da orrendo scoppio, si slancia dal Vesuvio immensa quantità di cenere, e pomici, che innalzandosi rapidamente, piomba sulla città. La costernazione è universale.
 

TUTTI

Quale scoppio!... aita o numi!  

OTTAVIA

Ah! fuggiam...

CORO

Non vi è più scampo!...

SALLUSTIO

Atra nebbia offusca i lumi!

CORO

Stride il tuon! frequente è il lampo!

 
(giunge sopra una biga)

<- Menenio

MENENIO

Madre mia! padre! ti affretta...  

ah! salviamci dal periglio!

CORO

Ciel! Pietà!

OTTAVIA E SALLUSTIO

Fuggiamo o figlio!

(montano sulla biga, e fuggono)

Sallustio, Ottavia, Menenio ->

 

CORO

Oh terror!... si fugga... e dove?  

Morte ovunque è a noi d'attorno...

Ah! Pompei! l'estremo giorno

è già scritto in ciel per te!

 
Gli Abitanti sbalorditi, e sparsi in vari gruppi procurano salvarsi colla fuga. Le Madri spaventate seco trasportano i Ragazzi, ed i Bambini: altre co' loro preziosi arredi. Le Vestali fuggono colla gran Sacerdotessa. Tutto è confusione, e presenta il quadro della desolazione. La pioggia cresce, mista ai lampi, ed a tuoni.
 

Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo

Basilica.

<- Appio, Pubblio

Pubblio! / Calma il dubbioso

Appio, Pubblio ->
popolo, patrizi, seniori
 
popolo, patrizi, seniori
<- soldati, Sallustio

Forza o debole cor!

popolo, patrizi, seniori, soldati, Sallustio
<- Ottavia

Dal giudice supremo

Sallustio, Ottavia
popolo, patrizi, seniori, soldati ->

Ah! sposo mio!

Sallustio, Ottavia
<- popolo, Appio, Pubblio, Clodio, ancelle, soldati

Sallustio, il popol freme

(si ascoltano forti detonazioni)

(altre detonazioni)

 

(più forti detonazioni)

 

Giardino della casa di Diomede presso alle mura.

Fausto
 

E qui, come promise

Fausto ->
<- Appio

Che più brami, mio cor? fra poco estinta

Appio
<- popolo
 
Appio, popolo ->

Sotterraneo, destinato al supplizio de' rei, dal cui portico si vede la strada de' sepolcri.

<- Ottavia, soldati, ancelle, Sallustio, Appio, Pubblio, popolo
Ancelle, Popolo, Coro
Oh sventurata Ottavia!

Infelice Sallustio! in te raccogli

Ottavia, Sallustio, Appio, Pubblio, Ancelle, Popolo
Su questa man concedi

(mentre Ottavia è guidata alla tomba, crescono le detonazioni nel Vesuvio)

Che? ancora irato è il ciel?

(Ottavia è tratta dalla tomba, ove era quasi discesa)

Ah! no / Che fai?

Ottavia, soldati, ancelle, Sallustio, Appio, Pubblio, popolo
<- auguri

Trema, Pompei! dell'ira de' celesti

(Appio e Pubblio sono trascinati e rinchiusi nella tomba; preceduta da orrendo scoppio, si slancia dal Vesuvio immensa quantità di cenere, e pomici, che innazandosi rapidamente, piomba sulla città)

Quale scoppio!... aita o numi!

Ottavia, soldati, ancelle, Sallustio, Appio, Pubblio, popolo, auguri
<- Menenio

Madre mia! padre! ti affretta

soldati, ancelle, Appio, Pubblio, popolo, auguri
Sallustio, Ottavia, Menenio ->

(gli abitanti sbalorditi, e sparsi in vari gruppi procurano salvarsi colla fuga; tutto è confusione, e presenta il quadro della desolazione; la pioggia cresce, mista ai lampi, ed a tuoni)

 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima
Atrio della casa di Sallustio. Ingresso a Pompei dalla parte di porta Nolana. Foro di Pompei; in prospetto il tempio di Giove, e lateralmente ad esso i due archi trionfali, da' quali... Portico del teatro grande. Basilica. Giardino della casa di Diomede presso alle mura. Sotterraneo, destinato al supplizio de' rei, dal cui portico si vede la strada de' sepolcri.
Atto primo

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