Cenni storici

Nelle note al Corrado Wallenrod di Adamo Michiewicz, leggiamo quanto segue: - Noi abbiamo qualificato il nostro poema col titolo «novella storica», perché i caratteri dei personaggi che vi figurano, come i fatti più importanti, hanno una impronta di verità. Le cronache dell'epoca sono talmente oscure, che per farsi una idea generale degli avvenimenti, è d'uopo ricorrere alla congettura. -

Corrado Wallenrod ha egli realmente esistito? Su ciò non può ammettersi dubbio; come non è dubbia l'azione fatale di lui, onde la terribile possanza dell'ordine teutonico fu scossa e soggiogata. La tradizione non va più in là: e noi dobbiamo alla ardita e fervente fantasia dell'illustre poeta polacco l'ipotesi, d'altronde molto verosimile, che Corrado, di origine lituano, entrasse nell'ordine dei teutoni col proposito di dominarli e di vendicare l'oppressa sua patria, trascinandoli all'estrema rovina.

Due parole sulla origine e sugli statuti dei franco-giudici. Allorquando, nel medio evo, i duchi ed i baroni commettevano impunemente ogni sorta di delitti venne a formarsi una società i cui membri, gli uni, agli altri sconosciuti, si obbligavano con giuramento a punire i colpevoli senza riguardo a vincoli di amicizia o di sangue. Profferita una sentenza di morte, i giudici la annunciavano al condannato, gridando sotto le finestre della sua casa, o in altro luogo da lui frequentato, quel «veh» formidabile, onde poi la società prese il titolo di Vehema. - Stranissimi riti accompagnavano le segrete adunanze, le denunzie e le condanne; fra gli altri, quello di appuntare le spade al cuore del colpevole, effigiato sovra il Gran libro.

Nel poema di Adamo Michiewicz, una di queste adunanze è descritta a larghi tratti, ciò che Goethe avea fatto prima di lui nel suo Göz di Berlikinga. L'autore del libretto, per ragioni di opportunità teatrale che di leggieri si indovinano, non riprodusse integralmente quella scena, dove Corrado viene proclamato tre volte traditore.

La religione dei Lituani era una strana mistura di idolatria e di cristianesimo importato. - I vaydeloti, i ligonoti, ecc., ecc., rappresentavano, nei riti solenni, la parte del sacerdote e del bardo. Fra le molte divinità fantastiche, erano oggetto di speciale e simpatica venerazione le willi, creature incorporee e diafane, punitrici del misfatto o del messaggiere del celeste perdono.

A. Ghislanzoni

Prologo Atto primo Atto secondo Atto terzo

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