Argomento della favola

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Adone, fuggendo lo sdegno di Marte, arriva tra rozzi boschi, antiche abitazioni della maga Falsirena, dove ella di lui s'innamora; con apparenza di giardini l'alletta, con una catena incantata il ritiene, con preghiere il persuade, e con forza l'assale. Ma nulla giova al temerario desiderio. Onde la maga con accortezza giudica, ch'egli abbia il cuor acceso dell'amore d'altra donna. Però invoca Plutone, per saper da lui, chi sia la sua rivale, e inteso, ch'era Venere, in virtù dell'arte magica prende l'aspetto della dèa, e si presenta inanzi al travagliato Adone, il quale la stima per la sua amata Venere; e mentre presta fede a tal menzogna, in aria apparisce la vera Venere, che già aveva placato lo sdegno di Marte, scopre al caro Adone gl'inganni della falsa dèa, e per castigo fa, ch'ella da Amore sia legata ad uno scoglio con l'istessa catena, che aveva stretto l'incantato garzone. Poi Venere, Adone, e Amore tornando al loro albergo, e cantando la lor vittoria, riempiono di concento i campi, e di contento i cuori.

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