All'illustrissimo...

...e eccellentissimo signore padron mio colendissimo, il signor Giovan Giorgio Aldobrandino principe di Rossano.

Apollo dio della luce par, ch'in sul mattino non sappia apparire all'altrui vista, se non ha per iscorta lucidi raggi di purissima stella; e il mio Apollo sdegna, che da altri fia rimirato, se non porta in fronte il chiaro splendore delle sue nobilissime stelle. Io, mentre tentai l'impresa de questa opera, ebbi sempre inanzi a gli occhi le virtù di v. e., e stimai pronto l'aiuto delle muse, ove era presente sì gran lume di poesia. Or, che dunque con questa prova del mio ingegno devo palesarmi al mondo, gloriosamente ambizioso a lei ricorro, e se gli antichi, ne' luoghi da consacrarsi, in segno di riverenza solevano affiger le stelle, io non con altro segno che delle sue famose stelle cerco, che la mia favola all'immortalità si consacri. Perciò offero a v. e. con La catena d'Adone quella della mia servitù; e, se l'una ebbe Apollo per suo inventore, l'altra si vanti, d'aver meritato nuovo Apollo per suo signore. A questa mia Catena fia chiaro cielo d'onore il campo sereno delle sue stelle, le quali tanto di fama, e di gloria le aggiungano, quanto in sé hanno di splendore, e di virtù; ch'io per tanto, con ammirar le grandezze di v. e., umilmente me le inchino.

Di Roma nel dì 30 di marzo 1626.

Di v. e.

umilissimo e devotissimo servitore

Ottavio Tronsarelli

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