Illustrissimo signore, e padron colendissimo

Andromeda, che fu su le scene, rinacque già son due mesi; su le glorie de' suoi natali, esce ad accrescersi negl'applausi dell'universo: nell'introdurla con le mie stampe mi son proposto d'assicurarla sotto l'ombra d'un protettore; a fin che principessa sì gloriosa abbia nel nuovo secolo chi l'affidi dall'antiche sciagure. V. s. illustrissima è la scelta a difenderla da gl'infortuni, stimandola via più sicura sotto il suo nome, che sotto la tutela di Giove. L'autore, che ripieno d'ogni virtù, ha potuto nel teatro da sé stesso illustrarla in ogni parte di nobiltà; dopo averla liberata dallo sdegno di Giuno, e sublimatala su le sfere, non avrà forse a desiderarli altra felicità, che di vederla raccolta da un animo generoso. M'assicuro, ch'avrà il godimento che brama, persuadendomi, che ella non sia per stimare minor lode tra gli onori di tanti impieghi, l'essere in questo parto liberale della sua grazia. Con dedicarmeli devotissimo, resto ad augurarli ogni vera prosperità.

Di Venezia, lì 6 maggio 1637.

Di v. s. illustrissima

umilissimo servitore

Antonio Bariletti

Illustrissimo signore, e padron colendissimo Lo stampatore a' lettori Del padre sig. don Alfonso Pucinelli Del sig. dottore Bartolomeo Angarani Del signor Gio. Francesco Busenello Sonetti del signor Benedetto Ferrari Per l'Andromeda Per l'Andromeda
Atto primo Atto secondo Atto terzo

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