Argomento

Immagine da documento originaleArgomento ()

 

Teodoro baron di Neühoff è uno di quei singolari fenomeni che di tratto in tratto offre la storia. Era egli nativo di Westfalia, di spirito fervido e intraprendente e d'indole romanzesca: dopo corse varie avventure in Germania, Francia, Svezia e Spagna, si portò in Tunisi, ove col mezzo del suo famoso amico baron di Riperda, che caduto dal ministero di Spagna si era con grandi ricchezze ricovrato in Africa, gli riuscì di ottenere da quel Bei e mercadanti considerevoli somme di danaro e munizioni di guerra co' le quali, sbarcato in Corsica, accolto fu con sommi onori da quei malcontenti, che allora erano alle mani co' Genovesi, e lusingandoli con grandiose promesse di flotte e di altri soccorsi per parte di diverse corti d'Europa gl'indusse di farsi da loro eleggere e incoronar re di Corsica; ma non comparendo mai né flotte né soccorsi, e mancatogli totalmente il danaro, i Corsi più non gli prestarono obbedienza ed ei fu costretto a ritirarsi dall'isola; e portatosi in Olanda e in Inghilterra, ivi gli riuscì di ammassare di nuovo del danaro, che l'incoraggiò a far qualche altra comparsa in Corsica; ma non più ricevuto né riconosciuto da quei popoli e spaventato dal bando pubblicato dalla Repubblica di Genova sopra la sua testa, ritornò in Olanda, ove fu carcerato per debiti; uscito dalla prigione si trasferì a Londra e anche colà fu fatto carcerare da' suoi creditori e, liberato ancora da questa prigionia, avendo per così dire esaurito e svaporato il cervello in tanti raffinati pensamenti e artificiosi ritrovati, restò stupido e indi a poco morì. Alcuni amatori dello straordinario gl'innalzarono un mausoleo ove era descritta la sua vita e le sue gesta.

Questo singolar personaggio è il soggetto del presente dramma, ove Teodoro si fa comparire in Venezia, come lo rappresenta uno dei più ameni tratti sortiti dalla penna d'un celebre scrittore in una delle sue più leggiadre e bizzarre produzioni generalmente conosciute. Tutte le circostanze sono immaginarie, e l'incontro di Acmet e di Belisa non deve riguardarsi che come semplice episodio. Si è dovuto sacrificare la convenevole estensione che richiederebbe il soggetto al comodo della musica, agl'incomodi usi comunemente ricevuti dal teatro italiano e ai limiti del tempo dentro i quali devono restringersi sì fatti spettacoli.

Atto primo Atto secondo

• • •

Testo PDF Ridotto