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Sacrificavano gli Arcadi a Diana loro dèa ciascun'anno una giovane del paese; così gran tempo avanti per cessar assai più gravi pericoli; dall'oracolo consigliati, il quale indi a non molto, ricercato del fine di tanto male, aveva loro in questa guisa risposto.

Non avra prima fin quel, che v'offende,

che duo semi del ciel congiunga Amore,

e di donna infedel l'antico errore

l'alta pietà d'un Pastor Fido ammende.

Mosso da questo vaticinio Montano sacerdote della medesima dèa: si come quegli, che l'origine sua ad Ercole riferiva, procurò che fosse Silvio unico suo figliolo, sì come solennemente fu, in matrimonio promessa Amarilli nobilissima ninfa, e figlia altresì unica di Titiro discendente da Pane, le quali nozze tutto che instantemente i padri loro sollecitassero, non si recavano però al fine desiderato; conciofosse cosa che il giovinetto, il quale niuna maggior vaghezza aveva, che della caccia, dai pensieri amorosi lontanissimo si vivesse. Era in tanto della promessa Amarilli fieramente acceso un pastore nominato Mirtillo, figliolo, come egli si credea, di Carino pastore nato in Arcadia, ma che di lungo tempo nel paese di Elide dimorava, ed ella amava altresì lui, ma non ardiva di discovrirglielo per timor della legge, che con pena di morte la femminile infedeltà, severamente puniva. La qual cosa prestando a Corisca molto comoda occasione di nuocer alla donzella, odiata da lei per amor di Mirtillo, di cui essa capricciosamente s'era invaghita: sperando per la morte della rivale di vincer più agevolmente la costantissima fede di quel pastore: in guisa adopra con sue menzogne, ed inganni, che i miseri amanti incautamente, e con intenzione da quella, che vien loro imputata, molto diversa, si conducono dentro ad una spelonca, dove accusati da un satiro, ambedue sono presi, e Amarilli non potendo giustificare la sua innocenza, alla morte vien condannata, la quale ancora che Mirtillo non dubiti, lei troppo bene aver meritata; ed egli per la legge, che la sola donna castiga, sappia di poterne andar assoluto; delibera nondimeno di voler morire per lei; si come di poter fare dalla medesima legge gli è conceduto. Essendo egli dunque da Montano, a cui per essere sacerdote, questa cura s'appartenea, condotto alla morte, sopraggiunto in questo Carino, che veniva da lui cercando, e vedutolo in atto agli occhi suoi non meno miserabile che improvviso; sì come quegli, che niente meno l'amava, che se figliolo per natura stato gli fosse, mentre si sforza per camparlo da morte, di provare con sue ragioni, ch'egli sia forestiero, e perciò incapace a poter esser vittima per altrui, viene, non accorgendosene egli stesso, a scoprire, che 'l suo Mirtillo è figliolo del sacerdote Montano. Il quale suo vero padre rammaricandosi di dover essere ministro della legge nel proprio sangue, da Tirenio cieco indovino vien fatto chiaro colla interpretazione dell'oracolo stesso, non solo repugnare alla volonta de gli iddii, che quella vittima si consacri: ma essere eziandio delle miserie d'Arcadia quel fin venuto, che fu loro dalla divina voce predetta. Colla quale mentre tutto il successo vanno accordando; conchiudono, che Amarilli d'altrui non possa, ne debba essere sposa, che di Mirtillo. E perché poco innanzi Silvio, credendosi di saettare una fera, avea piagata Dorinda, miseramente accesa di lui; e per cotale accidente la solita sua durezza in amorosa pietà cangiata; poi che già era la piaga di quella ninfa, che fu creduta mortale, ridotta a termine di salute, ed era di Mirtillo divenuta sposa Amarilli; anch'esso già fatto amante, sposa Dorinda. Per cagione de' quali oltre ad ogni loro credenza felicissimi avvenimenti, ravvedutasi alfin Corisca: dopo l'aver trovato da gli amanti sposi perdono, tutta racconsolata, ancor che sazia del mondo, si dispone di cangiar vita.

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