Atto secondo

 

Scena prima

Camera nell'istessa locanda.
Madama La Rose, Traversen, Anselmo, Doralice.

 Q 

Madama, Traversen, Anselmo, Doralice

 
Recitativo

MADAMA

Ah, ah! Che scena! Io moglie di Filippo?  

Quanto, signor Anselmo, mi rallegro

che da Milano veniste

a me raccomandato.

ANSELMO

Io più di voi, che non conoscendovi

di monsù Traversen vi ho dimandato

ed in voi l'ho qui subito trovato.

TRAVERSEN

Se vogliamo poi la nostra amicizia

passarla a parentela, vi domando

la vostra buona figlia per sposina.

ANSELMO

(Evviva la franchezza parigina!)

DORALICE

(Cosa costui pretende?)

ANSELMO

Con tutto il mio piacer subitamente.

DORALICE

(Ma io di questo non ne farò niente.)

TRAVERSEN

Andiamo adesso a stender il contratto.

DORALICE

(Ma io di questo non ne farò niente.)

TRAVERSEN

(Misera me!) Pian pian...

ANSELMO

Non c'è pian piano.

Figurati ch'è sua già la tua mano.

MADAMA

Certo il vostro papà non sbaglia in questo,

e più bei matrimoni

son quelli che si fanno presto, presto.

 
[N. 9 - Aria]

 N 

Sempre in amore  

sono io così

e un cicisbeo

m'offre il suo cuore

io mai non faccio

la svogliatina,

ma co' la grazia

che ci cammina

l'accetto subito,

gli dico sì.

Pria l'alterigia

di donna bella

era dagl'uomini

tanto apprezzata;

ma adesso, credimi,

non è più quella,

la nostra regola

presto fallì.

 
(viano, Traversen si porta Doralice pe 'l braccio)

Madama, Traversen, Anselmo, Doralice ->

 

Scena seconda

Alberto, che ha veduto Traversen a braccetto con Doralice, poi monsieur Traversen che ritorna.

<- Alberto

 
Recitativo

ALBERTO

Or ve', quella infedele  

con che franchezza marcia a braccio a braccio

con monsù Traversen? Ma a quel che vidi,

la donna non è lei della gazzetta!

Filippo m'ingannò! Ma sia chi sia,

impressa sempre l'ho nell'alma mia.

 

<- Traversen

TRAVERSEN

Oh, voi qui siete Alberto?  

ALBERTO

Vi ho veduto a braccetto...

TRAVERSEN

Con mia moglie.

ALBERTO

Vostra moglie?

TRAVERSEN

Certissimo.

L'ho domandata al sior Anselmo, il padre,

e lui me l'accordò, ed or di fatto

verrà il notar per stendere il contratto.

(via)

Traversen ->

 

ALBERTO

Un colpo sì crudele  

avvilito m'ha già, il locandiere,

che inventa tante trappole,

sol mi potrebbe dar qualche consiglio

da poter dar riparo al mio periglio.

(via)

Alberto ->

 

Scena terza

Filippo, poi Lisetta.

<- Filippo

 

FILIPPO

Non ancora ho potuto  

sola veder Lisetta per poterla

disingannar! Ma che mi giova? Il padre

sta per abbandonar la mia locanda,

e allor dir posso mie speranze addio.

 

<- Lisetta

LISETTA

(Qui l'impostor, ma adesso  

gliele voglio cantar come soglio io.)

FILIPPO

Cara Lisetta mia...

LISETTA

Qual confidenza?

Credevi veramente, ch'io t'amava?

Uh, sciocco! Io mi spassava

con te, che uom sei tu! Cos'hai di bello?

Va', va'; metti giudizio pazzarello.

FILIPPO

Ciò lo dici per sdegno, già il so bene,

ma sappi che ammogliato io mai non fui,

finsi così per torre ogni sospetto

al tuo padre di me; tempo non ebbi

di avvertirtelo allora. Ero io capace

d'ingannar l'idol mio? Sù, facciam pace.

LISETTA

No da me pace più sperar non déi

conosco ben chi sei, marcia bugiardo,

né aver più ardir di rimirarmi in volto.

FILIPPO

Ma posso dirti almen?...

LISETTA

No, non t'ascolto.

FILIPPO

Dunque addio, più Filippo non vedrai.

LISETTA

Queste son tutte grazie che mi fai.

 
[N. 10 - Duetto]

 N 

FILIPPO

In bosco ombroso e folto  

vo a darmi un colpo atroce,

e l'ultima mia voce

Lisetta chiamerà.

Sfondo schermo () ()

LISETTA

Figlio, non ho che farti,

cerca licenza, e parti,

n'avrò qualche dolore

ma poi mi passerà.

FILIPPO

Barbara...

LISETTA

Olà, creanza.

FILIPPO

Crudel...

LISETTA

Qual confidenza?

FILIPPO

Addio per sempre, addio.

Più a te non tornerò.

LISETTA

(Non so se a lungo oh dio!

resistere potrò.)

LISETTA E FILIPPO

(Qual fier contrasto, oh dio!

mi sento ormai nel seno!

Affetti del cor mio

frenarvi più non so.)

FILIPPO

Da te m'involo...

LISETTA

Aspetta.

FILIPPO

E m'ami?

LISETTA

Non lo so.

FILIPPO

(in atto di partire)

Dunque...

LISETTA

Cos'è tal fretta?

FILIPPO

Ti lascio.

LISETTA

Adagio un po'.

FILIPPO

S'è vero che ancor m'ami

perché mi dici no?

LISETTA

Quel che ascoltar tu brami

adesso ti dirò.

Io son quell'ancora

tua cara Lisetta

che t'ama, e t'adora,

che brama, che aspetta

quel giorno, quell'ora

che amor ci unirà.

FILIPPO

E son quell'istesso

Filippo tuo caro

che, senza il possesso

d'un volto sì raro,

dolente ed oppresso

ognor si vedrà.

LISETTA E FILIPPO

Felici momenti

deh, quando giungete,

che lieti e contenti

amor ci farà?

Amor, quali amanti

più sperar mercede

se premio a tal fede

da te non si dà.

(viano)

Lisetta, Filippo ->

 

Scena quarta

Alberto solo.

<- Alberto

 
[N. 11 - Recitativo ed aria]

 N 

 

Chi creder mai poteva  

che dolce, e caro un mio nascente amore

cagionar mi dovea sì gran dolore?

In quanti rei pensieri

sta confuso il mio cor! Freme, s'aggira,

smania, sbalza, delira, e in un momento

da mille furie tormentar mi sento!

Barbaro amore, ah tu lo stral dorato

vibrasti in me per darmi con inganni

brevissimo contento e lunghi affanni.

 

O lusinghiero amor,  

se il caro ben m'involi

da me che più pretendi,

che sempre più m'accendi

co' le tue fiamme il cor?

O lusinghiero amor,

se sordo ai miei lamenti

già ti mostrasti appieno,

toglimi omai dal seno

un sì ostinato ardor.

Tra cento furie, e cento

palpita l'alma mia,

ma più mi dà tormento

la fiera gelosia,

che il cor sta a lacerarmi

con barbaro furor.

Ma voce tenera

nel cor mi dice

che avrò per premio

quel dì felice

che calma, e giubilo

darà al mio cor.

(via)

Alberto ->

 

Scena quinta

Filippo, poi Alberto.

<- Filippo

 
Recitativo

FILIPPO

Tutto sta ben disposto a maraviglia,  

spero che questa volta,

mercé il novello inganno,

la mia Lisetta non mi sarà tolta...

Signor Alberto, che cos'è? Voi state

tutto smanioso.

 

<- Alberto

ALBERTO

Per tante menzogne  

che tu inventasti.

FILIPPO

Punto qua. Or meco

Doralice ha parlato. Ella vi adora

e sarà cura mia ch'ella ben presto

sposa vi sia! Volete più di questo?

ALBERTO

Caro Filippo tu mi rendi il fiato.

FILIPPO

Ma s'ha da procurar... ch'oggi Pomponio,

come già ho risoluto,

oggi non parta dalla mia locanda;

e perciò artatamente

a duel nel giardin l'ho disfidato

e coraggiosamente ei l'ha accettato.

Vorrei lo disfidaste ancora voi

per dar tempo ai compagni di vestirsi

in altra guisa.

ALBERTO

Ma con qual pretesto

io l'ho da disfidar?

FILIPPO

Sulla ragione

che in sposa vi promise la sua figlia

e poi ve la negò. Com'io sfidato

l'ho, che per sua cagione

perdei di mia locanda il quakerone...

ma non si perda tempo. Andiamo noi.

ALBERTO

Io tutto spero dagl'inganni tuoi.

 
(viano)

Filippo, Alberto ->

 
 

Scena sesta

Giardino con casetta rustica con porta, praticabile.
Pomponio con un Lacchè che gli porta una spada di misura.

 Q 

Pomponio

<- un lacchè

 
Recitativo

POMPONIO

Ad un mio pari un locandier disfida?  

Ho dovuto accettà, mio Tommasino,

sai già che i fogli girano?

Anzi potea pur dir Parigi istessa

«Pomponio il grande diventò n'allessa.»

Mo che me staje dicenno

ca non saccio de scherma? E ch'è, pe chesso?

Tu mo comme te cride

ca il duello se fa? No, te dico io,

perché lo locanniero

quanno nguardia mme vede,

s'ha da mett'a fui comm'a no lepero.

In altro caso poi,

si non fuje isso, fuggiremo noi

tu ntanto non me perdere de vista;

e si maje vide ca sto p'abbuscare

curre subeto, strilla, e chiamma gente;

tu mo te figurasse

che chesta sia paura? Non signore,

auto non è, che un poco di timore;

mo vene, va', t'agguatta a quel cantone;

mettimmoce mo in aria de brottone.

 

<- Filippo

FILIPPO

Io son qua.  

POMPONIO

E ccà sto io.

(seri, e minacciosi)

FILIPPO

Io nella mia locanda v'ho alloggiato.

POMPONIO

E io t'aggio pagato.

FILIPPO

Per le vostre maniere stravaganti

si sono di qua i quakeri partiti,

e m'avete levato il pan di bocca.

POMPONIO

E che me preme de li guaje tuoje?

FILIPPO

Perciò dobbiamo duellar fra noi.

Su, fuor le spade.

POMPONIO

Chià... (Mmalora, chisso

non se mette paura.) Tu sta spata

la vide quant'è longa?

FILIPPO

La vedo, e che perciò?

POMPONIO

E mmo ammolata

me l'ha n'ammolafuorfece, te pozzo

fa male assaje, che buo' fare. Cercame

scusa, ca te perdono.

FILIPPO

Che scusa? Che perdono?

Che se non vi battete per viltate,

da voi se ne va al diavolo

di galantuomo il nome.

POMPONIO

(E se mi batto

se ne va po' a malora

la vita, e il galantuomo.)

FILIPPO

Su all'armi!

POMPONIO

(E Tommasino è stato acciso!)

FILIPPO

Cosa andate guardando?

POMPONIO

Aspetto il mio patino

vi ca mò è chello, curre Tommasino.

(viene il servo)

FILIPPO

Che! In due adesso? Oh tradimento. Entrambi  

vi uccido...

(snudando la spada)

POMPONIO

All'armi, alò... ma chiano.

Armistizio pe mo, sientemi primmo,

e ripigliammo po l'ostilità.

(Io non c'aveva maje da veni cca.)

Vi' ca io songo n'uosso

che non saccio si tu te lo puo agliottere.

Io so nitroso, so bituminoso,

so sulfureo, so elastico;

e te consigliarria

de non t'arresecà.

FILIPPO

No, ho già deciso.

POMPONIO

Nzomma, vuo esse acciso?

E fa' comme vuo tu... Vi' ca tu muore,

no io, sa? (Ca già so muorto miezo

de sfunnolo.)

FILIPPO

Su, in guardia.

POMPONIO

Ecco cca... vanne

nelle stigie locanne...

Ma, testemmonia toja, ca tu si chillo

che buo' mori'... gnernò, no mme commene

io no coniglio di ammazzar non oso,

bacia la mano al vincitor pietoso.

FILIPPO

Che vincitor? Vi voglio

passare a parte a parte, presto...

POMPONIO

E priesto...

(E che priesto, si già 'mbraccia a Patano

sta il mio valor. E ch'accossì succede,

se spacca, e pesa. Se fa il guappo, e poi

così vanno a finire i grandi eroi.)

 

Scena settima

Alberto, e detti.

<- Alberto

 

ALBERTO

A che coll'armi in mano?  

Tu, Filippo, non devi

attaccar brighe col signor Pomponio,

io prendo impegno per la sua persona.

POMPONIO

(St'acquarella de maggio è stata bona.)

Lo siente? Chisto è stato

sempe no galantommo;

va, ringrazia la mia misericordia,

che no ha boluto stennerle ccà nterra,

io son guerrier di pace, e non di guerra.

FILIPPO

Ma perché il sior Alberto

m'impedisce il duello?

ALBERTO

Perché devo

io col sior Pomponio prima batterni

sino all'ultimo sangue

o mi uccide o l'uccido.

POMPONIO

Comme? (St'auta vigilia

non nci sta ncalannario.)

FILIPPO

Voi a torto

con lui vi batterte, ed io a ragione

che lui di qua partir fe' il quakerone.

ALBERTO

No, non a torto, a battermi con lui

la ragion mi consiglia

che mi promise, e poi negò la figlia.

POMPONIO

E te la dongo mò.

ALBERTO

E or non la voglio

dissetar mi vogl'io col vostro sangue.

FILIPPO

Ed il tuo sangue bevermi vogl'io.

POMPONIO

Sarà vino de Somma il sangue mio.

FILIPPO

Il duello non ve 'l cedo.

ALBERTO

Né io lo cedo a te.

FILIPPO

Verremo all'armi

pria fra di noi.

ALBERTO

Son pronto

decideranno prima i nostri brandi.

POMPONIO

Ah, sì chessa è la soja.

Mo parlate de uommene.

FILIPPO

Approvate

voi dunque il mio progetto?

POMPONIO

Manco Seneca

lo potea pensà meglio, a senno mio.

Comm'avite da fa mo ve dico io.

 
[N. 12 - Terzetto]

 N 

 

Primmo fra voi coll'armi    

il punto sia deciso

ca co chi resta acciso

io poi mi batterò.

S

ALBERTO

Quando quel cor malnato

dal sen gli avrò diviso...

FILIPPO

Quando l'avrò mandato

a passeggiar l'Eliso...

ALBERTO E FILIPPO

Fra noi vedrem se ucciso

a torto io l'abbia, o no.

FILIPPO

Andiamo.

POMPONIO
(piano ad Alberto)

A te ch'aspiette?

ALBERTO

Su via.

POMPONIO

Su, dalle mp'ietto.

FILIPPO

Andiam.

POMPONIO

(Chisso s'ammola!)

ALBERTO

Non più.

POMPONIO

(Chiss'auto grida.)

ALBERTO E FILIPPO

Ebben l'affar decida

chi prima ha da pugnar.

POMPONIO

(Principio a risciatà.)

ALBERTO E FILIPPO

Ecco i soliti saluti

del duello inaspettato.

(Si consola il maledetto

e non sa che per diletto

lo faremo ancor tremar.)

POMPONIO

(Chilli fierre sò appuntute,

fa' potriano un bell'effetto!

Se sfonnassero lo pietto,

e fenesco de tremmà.)

FILIPPO

Con permesso.

ALBERTO

Io fo l'istesso.

POMPONIO

Che d'è mò, che nova nc'è?

FILIPPO

Il padrone della casa

ceder deve al forastiero,

e con lui pugnar primiero

tocc'a voi, non tocc'a me.

POMPONIO

Non è bero, non è bero.

ALBERTO

Questo è vero, questo è vero.

POMPONIO

Mme protesto, si è pe me.

ALBERTO

Senza dubbio tocc'a me.

POMPONIO

Dico io mo, non se potria

aggiustà chesta facenna?

FILIPPO

Per esempio, si potria...

ALBERTO

Presto a noi non più pensar.

POMPONIO

Ma lassamolo pensà.

FILIPPO

Quando il forte a noi si arrenda

si potria capitolar.

ALBERTO

Capitolar!

POMPONIO

Bravissimo.

ALBERTO

Per me son contentissimo.

Di usar facilità.

FILIPPO

In termine brevissimo

l'affar si aggiusterà.

POMPONIO

Remmedio cchiù bellissimo

non se potea trovà.

FILIPPO

Per prima condizione

segnam ch'egli è poltrone.

POMPONIO

S'accorda.

ALBERTO

Un uom bestiale.

POMPONIO

S'accorda, non nc'è male.

FILIPPO

Un viaggiator ridicolo.

POMPONIO

S'accorda il terzo articolo.

FILIPPO

Un sciocco gazzettante.

POMPONIO

No cchesso...

ALBERTO

Avante, avante.

POMPONIO

Mettiam testa gloriosa...

ALBERTO E FILIPPO

Sconnessa in ogni cosa.

POMPONIO

O pur...

ALBERTO E FILIPPO
(minacciando)

Che dir vorresti?

POMPONIO

Che articoli sì onesti

non pozzo ricusà.

ALBERTO E FILIPPO

Gli articoli son questi

né vi è da replicar.

ALBERTO, FILIPPO E POMPONIO

Fra tante disfide

la piazza è già resa.

Giammai non si vide

più nobile impresa;

d'accordo noi siamo,

cantiamo, balliamo,

la gioia nel viso,

ritorni a brillar.

(viano)

Alberto, Filippo, Pomponio, un lacchè ->

 
 

Scena ottava

Camera.
Lisetta e Doralice, poi Madama la Rose.

 Q 

Lisetta, Doralice

 
[N. 13 - Scena ed aria]

 N 

LISETTA

Fatemi signorina, capir meglio...  

DORALICE

Filippo detto m'ha, che noi dobbiamo

mascherarci alla turca

con due abiti eguali

che son pronti di già; poi nel festino

verrà lui con Alberto anco vestiti

sa signori africani, e noi con essi

ce ne dobbiam fuggir.

LISETTA

Fuggir, che dite?

DORALICE

Cos'è? V'impallidite? E che la fuga

fosse qualche demonio?

Dopo la fuga viene il matrimonio.

LISETTA

Non vorrei...

DORALICE

Non vorresti

uscir da sì penosa tirannia?

Se ne volete uscir questa è la via.

LISETTA

Basta, ci penserò.

 

<- Madama

MADAMA

Invan Filippo  

sta preparando maschere e festino

or lei deve partir.

LISETTA

Che fier destino!

 

Scena nona

Pomponio, e dette.

<- Pomponio

 

POMPONIO

Presto, alò, ca i cavalli  

stanno attaccate già, muove le gamme,

addio Parigi, e servitor madame.

LISETTA

E per dove volete più portarmi?

POMPONIO

Nell'Arabia petrea.

LISETTA

Dov'è Arabia petrea?

POMPONIO

È 'no paese addo' nasceno le prete

che non ti può mancare al primo istante

no prencepe de llà petreazzante.

LISETTA

Oh vedete il cervello

or dove vi è saldato!

POMPONIO

E che buò, che sto ccà nfra i miei nemici?

Io mo proprio ho dovuto

capitolà, e dir potria la Francia,

quanno se sa sta cosa,

ch'aggio fatta na pace vergognosa.

Alò, vieneme appriesso.

MADAMA

(Ditele tanto un no.)

LISETTA

No.

POMPONIO

No, e tu chi sì, che dice no?

Del territorio mio matrimoniale

tu auto non sei che una patata

della quale fu' io l'agricoltore.

Se dice ne a lo gnore? Oh cattarinola,

non te nc' arresecare nauta vota

ca de le carne toje, figlia guavina,

mme ne faccio porpete craje matina.

Jammo, sù, alò.

MADAMA
(piano a Lisetta)

Piangete.

LISETTA

Uh, uh.

DORALICE

La fate piangere.

MADAMA

Troppo la strapazzate.

POMPONIO

O chiagne, o ride.

Avimmo da partì.

E pe signo de ciò! mo pe na recchia

la porto a ncarrozzà.

MADAMA

Fatevi adesso

venire un svenimento.

LISETTA

Ahi, ahi; aita... ohimè! Morir mi sento.

DORALICE

Oh povera fanciulla!

Slacciamola.

MADAMA

Sediamola.

Non dà segno di vita.

DORALICE

Non ha più moto, è tutta raffreddata.

MADAMA

Acqua, aceto... vedete

che avete fatto? Uh povera Lisetta!

POMPONIO

(Stà a bedè ch'è fenuta la gazzetta!)

Né guè? Rispunne a me, figlia de tata.

DORALICE

È inutile.

MADAMA

Non fiata.

POMPONIO

(E biva io, l'ho fatta la rapata!)

DORALICE

Zitto, zitto, mi par che già rinviene.

MADAMA

Signorina, su, datevi

animo, respirate.

DORALICE

Papà vi vuole bene, è ragionevole.

MADAMA

Non partirete, no.

POMPONIO

E mo n'è cosa

sicuramente; po' murì pe strata.

MADAMA

(Come bella il babbeo se l'ha imboccata.)

LISETTA

Ove son? Perché torno

quest'aure a respirar! E chi ha diviso

lo spirto mio dal fortunato eliso?

Nella selva de' mirti appena entrata,

qual d'amorosi spirti

folla mi vidi intorno, ed io con grazia

con bocca a riso, ed occhi ognor ridenti,

riverenze rendeva ai complimenti.

 

Eroi li più galanti  

vennero a farmi onore,

Romolo mi diè un fiore,

Enea mi diè il caffè.

Con basso mormorio

parlavan poi di me.

È questa la Lisetta,

colei della gazzetta,

figlia infelice, e semplice

di un pazzo genitor.

In me son poi tornata,

e qua mi son trovata,

e a dirvi il ver mio padre,

vi guardo con orror!

Scacciate il pregiudizio,

abbiate più giudizio.

Vedete che dell'asino

vi danno i spirti ancor?

Volete ch'io mi sposi

colui che serbo al cor?

 

 

Sì, sì...  

POMPONIO

No, no.

LISETTA

E perché?

Ve 'l prego.

POMPONIO

Ed io te 'l nego.

LISETTA

Io l'amo.

POMPONIO

E io gnernò.

LISETTA

Io non vi obbedirò.

POMPONIO

Ed io ti batterò.

LISETTA

Ma non sapete voi

di poi che n'avverrà?

POMPONIO

Sentiam che n'avverrà.

LISETTA

Doman direte dov'è la Lisetta?

Lisetta qui voglio... chiamate Lisetta.

Si cerchi di qua, si vada di là.

Ma sa che gli dico, mio caro papà?

MADAMA

Che lei la Lisetta mai più non vedrà.

DORALICE E MADAMA

Notate, e marcate, sior caro papà?

Domani la Lisetta qui non ci sarà.

POMPONIO

E sa che ve dice sto caro papà?

Ca mo mme la porto pe farve schiattà.

 
(viano)

Lisetta, Doralice, Madama, Pomponio ->

 

Scena decima

Filippo, poi Pomponio.

<- Filippo

 
Recitativo

FILIPPO

Sì, vada a incarozzarsi, che a fermarlo  

per le scale già sta l'impedimento;

i finti turchi a stento

lo faranno tornar pien di paura;

il pover merlotto

fra poco si vedrà pelato e cotto.

 

<- Pomponio

POMPONIO

Chesso che mmalor'è? Si nun fujeva  

una e n'auta n'aveva

de sciabolate! Ne, Felì? Addo stammo

ccà? Comme ai passaggiere

s'impedisce d'ascì? A 'sta locanna

schitto nc'ho bisto tanta cose strane:

comme nc'alluogge turche, e cristiane?

FILIPPO

Come alloggio negare io mai poteva

senza essere ammazzato, a un gran signore

d'Africa, qui venuto

a vedere Parigi? Avete voi

mai sentito parlare

di Abdal Lid Falzul Carababà.

POMPONIO

Che diavolo de nomme songo chisti,

va', piglieme Lisetta,

vì che nu stesse mmano a qua' mametta.

FILIPPO

Ci sta sicuramente,

ma non me la daranno,

ché han bisogno di donne.

POMPONIO

Tu che dice,

voglio figliema intera, e no nce n'ave

da mancare nu ruotolo, altrimenti

tu mme nne daje cunto.

FILIPPO

Non temete di niente,

ve ne posso far io la sicurtà;

voglion le donne i Turchi

a solo oggetto di farle ballare

a un festino di maschere, del resto

Ahirel bis Falsal Carababà

è un signor tutto garbo ed onestà.

POMPONIO

Io che saccio Stuzzul Scarababà?

Subeto che la trovo

mme la piglio; e mò vavo a ricorrere.

FILIPPO

(Ohimè!) Piano, l'avrete

senza ricorso, e in questo

posso io ben secondarvi; so che vonno

mascherar vostra figlia

alla turca, ho per voi

giusto un abito turco, nel festino

mascherato entrerete,

e ve la prenderete senza liti.

(Quando egli giunge sarem già fuggiti.)

POMPONIO

E io mo song'ommo de fa ste figure?

FILIPPO

E cosa ci trovate

di mal? Se poi volete

un consiglio da me, pregate il cielo

che faccia innamorare

il turco di Lisetta, che fareste

un matrimonione.

POMPONIO

Tu si pazzo,

chillo è turco...

FILIPPO

Ma non maomettano,

egli è dell'Etiopia, ed ha gran feudi

per tutta l'Abissinia: oh che rumore

farebbe il vostro nome per il mondo,

sentendo sol che vostra figlia avete

maritata a un parente

del Pretejanni, o sia del gran Senapo.

POMPONIO

(Vi quante cose, che mme mette ncapo!)

Pomponio ->

 
[N. 14 - Aria]

 N 

FILIPPO

Quando la fama altera,  

con tromba ben sonora,

pei regni dell'aurora

a pubblicarlo andrà,

affé che più d'un principe,

insin nel suolo ausonio

a riverir Pomponio

sollecito verrà.

E questi chi saranno

Filippo or vi dirà.

Dal Pekin l'Ohang tessè,

dalla Persia il gran Sofì,

dall'Egitto il Califè,

il Mogollo dal Chilì.

E da Libia verran poi

coi lor baffi i primi eroi,

di Marocco Alzul Balà,

Alì dal Baldugerì,

di Guinea Micazirà,

e di Tripoli il Beì;

tutto un tal cerimoniale

stamperassi nel giornale,

e dal giù sino alle sfere

don Pomponio sbalzerà.

(Ma, con poco suo piacere,

or burlato resterà.)

Filippo ->

 
 

Scena undicesima

Sala vagamente illuminata per festa di ballo.
Coro di Maschere, Lisetta mascherata da turca, poi Alberto mascherato dell'istessa maniera, indi Doralice con abito simile a quello di Lisetta; in seguito Filippo vestito come Alberto, e per ultimo Pomponio vestito ridicolmente ancor lui.

 Q 

maschere

 
[N. 15 - Coro]

 N 

CORO

Amor la danza mova,  

presieda ai suoni Amor.

Solo piacer ritrova

quando è commosso un cor.

Se in mezzo ai suoni, ai canti

il cieco nume appar,

son cieche ancor le amanti

si lasciano predar.

 
Recitativo
 

<- Lisetta, Alberto

LISETTA

Filippo ancor non vedo!  

Tra tanta gente ancora

non lo posso trovare!... Ove sarà?

ALBERTO

(Non so s'ella è Lisetta, o Doralice!

Gli abiti lor son simili

mi deggio assicurar.)

LISETTA

(Se sia Filippo

colui, no 'l posso dir, eguale al suo

è l'abito di Alberto.)

ALBERTO

(Animo.) O leggiadrissima turchetta,

domando, poiché abbiamo

ambi sotto le maschere i sembianti,

se Doralice sei.

LISETTA

Passate avanti.

 

CORO

Amor la danza muova,

presieda ai suoni ancor.

Solo il piacer ritrova

quando è commosso un cor.

 
Recitativo
 

<- Doralice

DORALICE

(Lì è Lisetta, lo so; ma se sia quello

o Filippo o il mio Alberto

sto nel dubbio, ch'entrambi

vestono d'un sol modo!

Starò a vedere un poco;

ma temo che mio padre

non si portasse anch'esso in questo loco.)

 

CORO

Se in mezzo ai suoni, ai canti

il cieco nume appar,

son cieche ancor le amanti,

si lasciano piegar.

 
Recitativo
 

<- Filippo

FILIPPO

(Or chi sarà Lisetta questa, o quella?  

Egualmente degli abiti

sono i colori. A noi!) Signora maschera?

Acciò invan non si perdono gl'istanti,

siete Lisetta voi?

DORALICE

Passate avanti.

FILIPPO

Ho capito, va' lì, signor Alberto

lì sta la roba tua.

ALBERTO

E qui la tua.

Ed io sinora non l'avea veduta.

FILIPPO

Mia Lisetta adorata.

LISETTA

Io sto tremando

che mio padre non venga.

FILIPPO

E sempre tarda

sarà la sua venuta. Dalle mani

tu non mi scappi più.

LISETTA

Non so se questa può mandarla giù.

ALBERTO

Cara mia Doralice, perchè tremi?

DORALICE

Ché mai mi son trovata

in simili perigli.

ALBERTO

Amore, e il tempo ci darà consigli.

 

<- Pomponio

POMPONIO

Eccome ccà, la primma vota è chesta  

che faccio sti spreposete.

Jastemmarria quanne me nzoraje

ca mo pe chessa figlia

non mme nce trovarria mmiezo a sti guaje.

Ma mo già saccio comme va vestuta,

mme l'acchiappo de botta,

e il Turco restarrà comm' a marmotta.

E bidetella llà

comme se vrucculea co Mustafà.

Vavo... ma chià, sbagliasse!... è chella o chessa!

Chesta pur è la stessa!

E 'no simmele Turco ha purzì allato,

o poveriello me, mme so mbrugliato.

 
[N. 16 - Quintetto]

 N 

 

Oh vedite ch'accidente!    

Non conosco cchiù mia figlia,

si se lassa, si se piglia,

chella o chessa, io non lo so.

S

ALBERTO

(No, partir da qui non posso

senza voi mia Doralice.)

DORALICE

(Se mi viene il padre addosso,

che dirà quell'infelice?)

FILIPPO

(Deh partiam Lisetta mia,

che mia sposa ti farò.)

LISETTA

(Ah, so ben qual pena ria

n'averà il mio genitor!)

DORALICE

Deh seconda amor pietoso

l'innocente inganno mio

ah se cara a te son io

altro ben bramar non so.

Insieme

ALBERTO

Deh seconda amor pietoso

l'innocente inganno mio

ah se caro a te son io

altro ben bramar non so.

LISETTA

Deh raffrena amor pietoso

tanti affetti nel cuor mio,

ah se cara a te son io

altro ben bramar non so.

Insieme

FILIPPO

Deh raffrena amor pietoso

tanti affetti nel cuor mio,

ah se caro a te son io

altro ben bramar non so.

 

POMPONIO

Mo compiango chillo padre

che sta in dubbio de na figlia,

llà cerreano a maraviglia,

e ncampana io me ne sto.

ALBERTO E FILIPPO

Dunque seguitemi.

LISETTA E DORALICE

E io, sior asino,

faccio lo cieco!

LISETTA, DORALICE, ALBERTO E FILIPPO

Andiamo.

POMPONIO

Sbignano.

Fermi alto là.

ALBERTO

Cosa comanda?

Cosa desia?

DORALICE

Ai fatti suoi

attento stia.

FILIPPO

Pomponio è questo,

venite presto.

LISETTA

(Ah sento il cuore

pien di timore!)

POMPONIO

Fermi, per Bacco,

ca taglio, e spacco

porzì Maometto.

Lisa addo sta?

LISETTA, DORALICE, ALBERTO E FILIPPO

A che vi date

tanto strapazzo?

POMPONIO

Figliema voglio.

TUTTI E CORO

Quale schiamazzo?

In altro loco

la troverà.

POMPONIO

Da ccà nisciuno

se ne jarrà.

LISETTA, DORALICE, ALBERTO, FILIPPO E CORO

Con tal chiasso, veramente,

può far correre la gente;

zitti, zitti, andiamo fuori

pria che n'abbia a cimentar.

POMPONIO

Ah! Maumma, tu pigliate

t'aje la carne meje ncerate...

ma sentiteme a mmalora,

ma lassateme sbafà.

CORO

Questo matto maledetto

smania, grida, fa dispetto,

zitto, zitto andate fuora.

LISETTA, DORALICE, ALBERTO E FILIPPO

Ei fa chiasso... lo sentite?

Ci convien da qui scappare:

ah tenetelo... impedite.

(Idol mio non dubitare.)

Non è quella, non è questa,

lei s'inganna, è la sua testa

che l'immagina fra lor.

 

Lisetta, Filippo, Doralice, Alberto ->

CORO

Siete matto... Ma sentite,  

non si viene a disturbare,

sarà vero quel che dite,

ma per or lasciate stare;

non è quella, non è questa,

lei s'inganna, è la sua testa

che l'immagina fra lor.

 

Pomponio ->

 

Scena ultima

Anselmo, Traversen, poi Pomponio da scene opposte, indi Madama la Rose, ed in ultimo Filippo con Lisetta, ed Alberto con Doralice.

<- Anselmo, Traversen

 
Recitativo

ANSELMO

Hai trovata mia figlia?  

TRAVERSEN

Non hai vista mia moglie?

 

<- Pomponio

POMPONIO

Ne, sapite

addò è ghiuta Lisetta?

ANSELMO

Doralice

io vo' saper dov'è?

TRAVERSEN

Dov'è mia moglie?

POMPONIO

Bonanotte a l'amice,

è fatto il caso, nc'avarranno mmano,

per quanto va a capire il mio talento,

chiantate a tutte treje tre ntorcie a biento.

ANSELMO

Oh povero onor mio!

POMPONIO

No, veramente no mme lo credeva

ch'a lu munno era io tant'animale.

TRAVERSEN

Oh! Questa sì la sento troppo male.

 

<- Madama

MADAMA

Non vi rammaricate  

le vostre figlie son già maritate.

E a domandar perdono

vedetele, se n' vengono pian piano

coi loro cari sposi a mano a mano.

POMPONIO

Co Felippo?

ANSELMO

Con quello.

TRAVERSEN

Veh s'è cosa che possa mai soffrire.

MADAMA

Il fatto è fatto, e più non c'è da dire.

 

<- Doralice, Alberto, Lisetta, Filippo

[N. 17 - Finale II]

 N 

DORALICE E ALBERTO

(inginocchiandosi)  

Caro padre, perdonate.

ANSELMO

Dirmi padre ardisci ancora?

LISETTA E FILIPPO

Caro padre non gridate.

POMPONIO

Cara figlia va' a mmalora.

LISETTA, DORALICE, ALBERTO E FILIPPO

Morirò se voi volete

ma mi avete a perdonar.

MADAMA

Se il perdon non gli darete

vi potriano criticar.

ANSELMO
(a Pomponio)

Che più adesso ci facciamo?

POMPONIO

Nc'abbesogna d'accozzà.

ANSELMO E POMPONIO

Dunque noi vi perdoniamo,

e trionfi la pietà.

TUTTI

Anzi, anzi or che ci siamo

il festin facciamdurar.

 
Tutti.

CORO

Canti, balli, suoni, e spassi

risuonar facciam d'intorno;

ci vogliamo in ogni giorno

la gazzetta rammentar.

 

Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo

Camera nell'istessa locanda.

Madama, Traversen, Anselmo, Doralice
 

Ah, ah! Che scena! Io moglie di Filippo?

[N. 9 - Aria]

Madama, Traversen, Anselmo, Doralice ->
<- Alberto

Or ve', quella infedele

Alberto
<- Traversen

Oh, voi qui siete Alberto?

Alberto
Traversen ->

Un colpo sì crudele

Alberto ->
<- Filippo

Non ancora ho potuto

Filippo
<- Lisetta

Qui l'impostor, ma adesso

[N. 10 - Duetto]

Filippo e Lisetta
In bosco ombroso e folto
Lisetta, Filippo ->
<- Alberto

[N. 11 - Recitativo ed aria]

Chi creder mai poteva

Alberto ->
<- Filippo

Tutto sta ben disposto a maraviglia

Filippo
<- Alberto

Per tante menzogne

Filippo, Alberto ->

Giardino con casetta rustica con porta, praticabile.

Pomponio
 
Pomponio
<- un lacchè

Ad un mio pari un locandier disfida?

(il lacchè s'aqquatta)

Pomponio, un lacchè
<- Filippo

Io son qua / E ccà sto io

(il lacchè si rivela)

Che! In due adesso? Oh tradimento Entrambi

Pomponio, un lacchè, Filippo
<- Alberto

A che coll'armi in mano?

[N. 12 - Terzetto]

Pomponio, Alberto e Filippo
Primmo fra voi coll'armi
Alberto, Filippo, Pomponio, un lacchè ->

Camera.

Lisetta, Doralice
 

[N. 13 - Scena ed aria]

Fatemi signorina, capir meglio

Lisetta, Doralice
<- Madama

Invan Filippo

Lisetta, Doralice, Madama
<- Pomponio

Presto, alò, ca i cavalli

Lisetta e Pomponio, Madama e Doralice
Sì, sì / No, no / E perché?
Lisetta, Doralice, Madama, Pomponio ->
<- Filippo

Sì, vada a incarozzarsi, che a fermarlo

Filippo
<- Pomponio

Chesso che mmalor'è? Si nun fujeva

Filippo
Pomponio ->

[N. 14 - Aria]

Filippo ->

Sala vagamente illuminata per festa di ballo.

maschere
 

[N. 15 - Coro]

maschere
<- Lisetta, Alberto

Filippo ancor non vedo!

 
maschere, Lisetta, Alberto
<- Doralice

 
maschere, Lisetta, Alberto, Doralice
<- Filippo

Or chi sarà Lisetta questa, o quella?

maschere, Lisetta, Alberto, Doralice, Filippo
<- Pomponio

Eccome ccà, la primma vota è chesta

[N. 16 - Quintetto]

Pomponio, Alberto, Doralice, Filippo e Lisetta, Coro
Oh vedite ch'accidente!
maschere, Pomponio
Lisetta, Filippo, Doralice, Alberto ->
maschere
Pomponio ->
maschere
<- Anselmo, Traversen

Hai trovata mia figlia?

maschere, Anselmo, Traversen
<- Pomponio

maschere, Anselmo, Traversen, Pomponio
<- Madama

Non vi rammaricate

maschere, Anselmo, Traversen, Pomponio, Madama
<- Doralice, Alberto, Lisetta, Filippo

[N. 17 - Finale II]

 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena ultima
Deliziosi giardini, da un lato viali ombrosi, statue, e fontane, e più botteghe di varie bevande. Sala elegante nella locanda di Filippo, corrispondente a vari appartamenti. Camera nell'istessa locanda. Giardino con casetta rustica con porta, praticabile. Camera. Sala vagamente illuminata per festa di ballo.
[Sinfonia] [N. 1 - Introduzione] [N. 2 - Cavatina] [N. 3 - Quartetto] [N. 4 - Aria] [N. 5 - Quinetto] [N. 6 - Aria] [N. 7 - Duetto] [N. 8 - Finale I] [N. 9 - Aria] [N. 10 - Duetto] [N. 11 - Recitativo ed aria] [N. 12 - Terzetto] [N. 13 - Scena ed aria] [N. 14 - Aria] [N. 15 - Coro] [N. 16 - Quintetto] [N. 17 - Finale II]
Atto primo

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