L'inventore de' gl'apparati a' lettori (Parigi, 1645)

Sarebbe stata temerità la mia se in una città così gloriosa, ove l'architettura tiene il suo trono per l'abbondanza de' sublimi ingegni io avessi voluto mostrare con le presenti feste teatrali la mia imbecillità, e pretendere di render soddisfatti tanti virtuosi, senza l'ordine di chi ha potuto comandarmi. Ti prego qualunque tu sia a credere, che fuor di tali comandi meno avrei osato pensarvi, come in virtù de' medesimi ringrazio la mia sorte, che m'ha destinato tant'onore, conosco le mie azioni di poco merito se la tua cortesia non l'amplifica, la brevità del tempo ha estenuata la mia operazione; ma non già la fatica per desiderio di ben servire: questi piuttosto abbozzati, che reali disegni, siccome come sono parti notturni così sariano da me stati donati alle tenebre se non sapessi, che il lume del tuo cortesissimo affetto, è bastante a trar anco l'ombre da' sepolcri. L'intagliatore è bravissimo, ma in pochi giorni poco si può, oltre che stanzando egli assai lontano dal teatro, e quivi essendo necessaria la mia continua assistenza non ho potuto presenzialmente somministrargli molte particolarità, che ne' miei abbozzi erano più proprie: altre volte ho fatto vedere al mondo qualche mia fatica con soddisfazione dell'universale, e spererei se venisse l'occasione, di poterlo confermare con gl'effetti, quand'avessi, con maggior forza più tempo, e sito più proporzionato, che forse conosceresti d'avantaggio quanto io sia ambizioso di compiacerti. Vivi felice.

All'illustrissimo... Al lettore Sonetti del sig. Francesco Melosi L'inventore de' gl'apparati a' lettori (Parigi, 1645)
Prologo Protesi Epitasi Catastrofè

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