Questa è l'ottava fatica rappresentativa, che mi trovo aver fatta; cinque delle quali hanno di già più volte passeggiate le scene, e 'n questa m'è riuscito assai felicemente lo sciorre più d'un nodo di lei senza magia, e senza ricorrere a gli aiuti sopranaturali, e divini.
Non ti ridere dell'umiltà del nome, né della qualità della materia, imperciocché ho voluto tenermi basso con l'iscrizione, e stretto con l'invito, per corrispondere senza altisonanza di titoli nel rimanente molto meglio alla poca aspettazione dell'opera; e ricordati, che molti uomini grandi con simulata pazzia hanno effettuato i lor prudentissimi consigli in gran beneficio della patria. Questo sia detto per iscusa, poscia che il saper far bene da pazzo, tu sai, o lettore, che non è impresa da tutti gl'ingegni, e molto maggiormente il voler con eleganza spiegare i capricci degli stolti non è maneggio da tutte le penne; per questo mi condonerai alcuna cosa, che non fosse interamente di tuo soddisfacimento.
Supplice alla povertà de' miei concetti il tesoro della musica del sig. Francesco Sacrati parmigiano, il quale meravigliosamente ha saputo con le sue armonie adornar i miei versi, e con la stessa meraviglia ha potuto ancor metter insieme un nobilissimo coro di tanti esquisitissimi cigni d'Italia. E fin dal Tebro nel maggior rigor d'un orrida stagione ha condotta su l'Adria una soavissima sirena, che dolcemente rapisce gli animi, ed alletta gli occhi, e l'orecchie degli ascoltatori. Dalla diligenza del sig. Sacrati deve riconoscere la città di Venezia il favore della virtuosissima signora Anna Renzi.