Sonetti del sig. Francesco Melosi

Alla signora Anna Renzi celebre cantatrice di Roma, rappresentante in Venezia La finta pazza.

Ben del Tebro a ragion lasci l'arene,

per bear d'Adria le famose sponde,

che sol del mar, e non de' fiumi a l'onde

è dato in sorte il ricettar sirene.

Ecco il tuo piè fa insuperbir le scene,

nettare a' detti tuoi l'aria diffonde,

e tolte al crin le trasformate fronde

a tributarti il biondo arcier se n' viene.

Tacciansi, e cetre argive, e plettri achei,

e si copran d'oblio gli alti stupori,

ch'oprar co' i mostri i favolosi orfei:

che son del cantar tuo glorie maggiori,

ove han libero scettro i semidèi,

farsi tiranno, e depredare i cori.

Fonte ha colà nel più cocente regno,

cui se appressa mortal all'arida bocca

dal fugace liquor non prima è tocca,

che di pazzo furor s'empie l'ingegno.

Forse quest'onde a miserabil segno

trasser costei, ch'in folle oblio trabocca,

e d'accenti canori i dardi scocca,

omicida, e ne' vezzi, e nello sdegno?

Langue ogni saggio a questa pazza avante,

e desia per aver suon più giocondo

l'armonia delle sfere esser baccante.

Stolto, chi vago di saper profondo

sui fogli a impallidir stassi anelante,

s'oggi una pazza idolatrar fa il mondo.

All'illustrissimo... Al lettore Sonetti del sig. Francesco Melosi L'inventore de' gl'apparati a' lettori (Parigi, 1645)
Prologo Protesi Epitasi Catastrofè

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