Argomento dell'opera

Fu in riguardo della contesa delle tre dèe Troia nel suo eccidio da alcune deità combattuta, e da altre difesa. Venere non avendo potuto con la sua forza distornar le ruine da' Priami, e vedendo di già consumati gl'ardori di guerra in incendi di fuoco, dispersa in fumi la patria del benefattore Paride, si diede a machinare vendette co 'l drizzar le sue persecuzioni contro i distruttori di Troia. Le contrarie deità, che dispensarono favori alla giusta causa de' Greci, intrapresero anco volentieri la difesa de' gloriosi, e contrapponendosi alle macchine della rivale, favorirono con benigni influssi il ritorno de' vincitori. Per tal causa gli eroi maggiori della Grecia furono fatti gioco delle concitate deità. Ulisse fra gli altri provò lunghissime le vicende, a questo più che ad ogni altro attesero l'insidie di Venere; onde istigando contro di lui il figliolo Amore, deità fra' piaceri terribile, lo fece il corso di due lustri errare con perdita di roba, e compagni. Passò in questo tempo egli i mari più irati, vide i deserti più orridi, superò i mostri più fieri, calcò le magiche violenze, disprezzò le lusinghe del bello, visitò l'inferno, e rifiutò il dono dell'immortalità, per arrivare alla patria, e godere la moglie. Quanti lacci fabbricò Amore ministro dell'ira materna, tanti ne sciolse Mercurio esecutore del fato: onde le guerre divine tenendo dieci anni agitato, ed ERRANTE Ulisse, terminarono finalmente col ritorno dell'eroe in Itaca, e così ne' petti celesti rimpatriò la pace.

Al signor Michel'Angelo Torcigliani A chi legge Argomento dell'opera
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