Atto terzo

 
Quadro unico.
 

Scena prima

In un villaggio ai piedi della montagna; sul davanti a destra, la casa parrocchiale con porta ampia che mette ad un cortile. Balcone coperto di ricchi tappeti. Grande viale che conduce alla chiesa. Archi di trionfo, tende, sandaline, addobbi d'ogni genere.
Dietro il villaggio, un promontorio, a poca distanza, dove sorge un castello. (*)
Uomini e Donne che giungono da diverse vie; altri che escono dal cortile della casa parrocchiale.

 Q 

(nessuno)

<- uomini, donne

 
(*) Manzoni. Capitolo XXIV.
 

CORO

- Ben giunti alla festa!  

- Amici, voi qui?

- in casa non resta

che il gatto in tal dì.

- Che bella giornata!

- Che pompa! Che incanto!

Convien fargli onore...

si tratta di un santo;

già dieci miracoli

stamane ha compiuti;

camminan gli storpi,

favellano i muti...

dovunque egli passa...

profonde tesor;

al gran Federigo

sia gloria ed onor!

(volgendosi verso il fondo della scena)

Oh! Guardate chi vien dalla montagna!...

Del castello il terribil signor...

Nessun de' suoi bravacci lo accompagna...

torvo ha lo sguardo, come nero ha il cor.

Il passo apritegli...

Zitti! Osserviamo...

cauti esploriamo

che viene a far.

(si traggono in disparte)

 

Scena seconda

L'innominato e detti.

<- L'innominato

 

L'INNOMINATO

(accostandosi alla folla)  

Dite... dov'abita

il cardinale?...

Colui che il santo

si fa chiamar...

CORO

(additando la casa parrocchiale)

Presso il curato...

lassù dimora...

andrà alla chiesa

fra un quarto d'ora...

pieno è il cortile

nessun può entrar.

L'INNOMINATO

(bruscamente)

Sgombrate il passo...

io debbo entrar.

(entra nella casa parrocchiale facendosi largo tra la folla)

L'innominato ->

CORO

Il nostro gaudio,

la nostra festa,

quest'uom terribile

venne a turbar.

(tutti si aggruppano sul davanti della scena parlando a bassa voce)

Una carrozza fu veduta ieri

salire i gioghi al tramontar del dì.

Di sgherri brulicavano i sentieri...

Di donna un grido... risuonar si udì...

Qualche nuovo delitto han consumato

dentro i covi dell'orrido castel...

e oggi ancora quest'uomo abominato

a scherno prende gli uomini ed il ciel.

(si spingono dentro il cortile della casa parrocchiale)

uomini, donne ->

 

Scena terza

Don Abbondio, Perpetua, indi il Coro.

<- Abbondio, Perpetua

 

ABBONDIO

(ansante e trafelato)  

Fare a piedi cinque miglia

per venir tra questa folla!

PERPETUA

Oh! Davver! Gran meraviglia!

Siete un uom di pasta frolla...

ABBONDIO

E quest'altro... non poteva

rimanersene a Milano?...

Signor no!...

PERPETUA

Parlate piano,

vi farete lapidar!...

ABBONDIO
(con stizza)

Perché son ricchi ~ perché son santi,

costor disturbano ~ borghi e villaggi...

essi raccolgono ~ plausi ed omaggi

e a noi le spese convien pagar...

PERPETUA

Se foste un uomo ~ com'io la intendo...

dell'occasione ~ profittereste...

Le vostre suppliche ~ pretendereste...

ma a voi consigli ~ nessun può dar.

ABBONDIO

Il bel consiglio ~ ch'oggi m'hai dato!...

Grazie Perpetua ~ grazie davver!

Sarai contenta ~ cadrò malato...

mi vedrai presto ~ nel cimiter.

PERPETUA

Ah! Don Abbondio...

ABBONDIO

Perpetua mia...

non facciam scene... non pianger... via!

Poiché siam giunti ~ vediam, tentiamo...

se questo santo ~ si può veder.

(fa per entrare nel cortile)

CORO
(dal cortile)

Don Abbondio!

ABBONDIO

(dando indietro)

Il nome mio!...

Che vuol dir?

CORO

(uscendo)

Signor curato...

Entri tosto... Ella è chiamato...

<- uomini, donne

ABBONDIO

Io?... Da chi?...

CORO

Dal cardinal...

Venga tosto...

PERPETUA

Qual fortuna!

 

TUTTI

Viva, viva il cardinal!

(a don Abbondio)

Su, don Abbondio...

non indugiate...

lassù vi attendono...

presto... affrettate!

Tutti vi invidiano

sì grande onor.

 

ABBONDIO

Non è possibile...

chiedo perdono...

di tanta gloria

degno non sono...

Oh! Che pasticcio!

Che brutto impiccio!

Vengo... Lasciatemi...

Dio! Qual rumor!...

(entra nel cortile turandosi le orecchie co' le mani)

Abbondio ->

 

CORO

(facendosi davanti della scena)

Miracolo! Miracolo

cui non si diè l'eguale!...

Evviva il cardinale!

PERPETUA

Spiegatevi, che fu?...

CORO

Il nostro feudatario,

quell'uom terribil tanto,

ai piè del nuovo apostolo

i suoi delitti ha pianto.

PERPETUA

Sta ben... ma don Abbondio

che c'entra in questo affare?

CORO

D'una fanciulla trattasi

rapita a quel che pare...

per suo voler...

ABBONDIO

(entrando in scena barcollando)

Perpetua!

Oh dio! Non reggo più...

<- Abbondio

PERPETUA E CORO

Perché sì pallido?

Che avvenne mai?

 

<- L'innominato

ABBONDIO

Nulla... credetelo...  

son lieto assai...

(volgendosi verso casa)

Ben obbligato!

Grazie, eminenza!...

d'avermi dato

la preferenza!

Bella! Magnifica

la commissione!

(a Perpetua con occhi da spiritato)

Vado al castello

di quel birbone!...

Farem la strada

in compagnia...

Oh! Il bel viaggio!

Oh! Che allegria!

(a Perpetua sottovoce)

Un nuovo intrigo

di don Rodrigo...

Lucia Mondella...

chiusa è lassù...

Il feudatario...

colui... quel mostro...

(vedendo L'innominato che sarà disceso sulla piazza)

Sì, quell'emporio

d'ogni virtù...

(inchinandosi fino a terra)

Ecco... scusatemi...

All'ordin vostro...

(a Perpetua)

Addio, Perpetua...

non torno più.

(in questo tempo si saranno avanzati quattro uomini con una lettiga, e due cavalcature)

<- quattro uomini

 

L'INNOMINATO

(volgendosi ai portatori della lettiga)

È tutto in ordine?

ABBONDIO

L'inferno ho indosso...

(avvicinandosi alla cavalcatura)

Di questa bestia

fidarmi posso?

(monta a cavallo aiutato dai villici)

L'INNOMINATO

È buono... è docile...

come un agnello.

Presto al castello!

ABBONDIO

(gridando)

Per carità!...

Piano... fermatevi...

c'è un precipizio...

Non han giudizio...

Pietà... pietà!...

CORO

Eh! Buon viaggio!

Lieto ritorno!...

Sempre, il villaggio,

sì fausto giorno,

con pia memoria

ricorderà.

(ad un cenno de L'innominato, la lettiga si allontana. - Don Abbondio la segue a cavallo gridando a tutta gola. - Perpetua ed il Coro tengono dietro alla comitiva, che sale verso la montagna)

quattro uomini, Abbondio, uomini, donne, Perpetua, L'innominato ->

 

Scena quarta

Agnese che entra affaticata dalla corsa, indi Perpetua.

<- Agnese

 

AGNESE

Dove va quella gente? Perché mai...  

tanta angoscia ho nel cuore?

Dal paesello anch'io son venuta

per veder questo santo. E qui arrivata,

invece della gioia

ch'io m'attendea, mi assalì il terrore.

Di che posso temer? La mia Lucia,

presso la pia signora

di Monza al monaster ricoverata,

vive in pace i suoi dì... Povera figlia!

Il signore soltanto,

sol egli può saper se mi fia dato

di presto rivederla... Oh! Quando mai

cesseran sulla terra i nostri guai?

 

Sotto il modesto tetto,    

della mia figlia accanto,

per me felice tanto

scorrea la vecchia età...

O figlia... o figlia mia...

o povera Lucia...

saper potessi almeno

quando al materno seno

iddio ti renderà!

S

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<- Perpetua

PERPETUA

(da sé venendo dalla piazza)  

Tutto ho saputo... Dio! Quante sciocchezze,

quanto fracasso per questa Lucia!

Infine... non è il fior delle bellezze!

(pavoneggiandosi)

Avesse almeno la statura mia...

La taglia... il portamento...

il mio brio... la mia grazia... e il mio talento...

AGNESE

Veh! Perpetua...

PERPETUA

Tu qui... mia buona Agnese!

Dunque... lassù al paese

la nuova è già arrivata?

AGNESE

Qual nuova?

PERPETUA

Che? Non sai... della Lucia?

AGNESE

Parla... per carità... cosa è avvenuto?

PERPETUA

Brutte scene... cioè... basta, non voglio

addolorarti...

AGNESE

(supplichevole)

In nome del signore!

PERPETUA

Coraggio... ogni pericolo è cessato...

Tu rivedrai Lucia...

Dessa è qui...

AGNESE

Come mai?

PERPETUA

(additando)

Presso il signore

di quel castello...

AGNESE

Ah tu mi strazi il cuore!...

 

PERPETUA

Di don Rodrigo ~ degno alleato,  

colui tua figlia ~ facea rapir.

AGNESE

Povera figlia!

PERPETUA

Lo scellerato

dovea poi cederla...

AGNESE

Mi fai morir...

(vacilla e sviene nelle braccia di Perpetua)

PERPETUA

Coraggio... ascoltami... non ho finito...

Or... quel birbone... s'è convertito;

e don Abbondio fra pochi istanti

a te la figlia ricondurrà.

AGNESE

Dio... quale spasimo!...

VOCI DA FUORI

Da bravo!... Avanti!...

Signor curato...

PERPETUA

Vedi... son qua...

Corriamgli incontro...

ABBONDIO
(voce da fuori)

Largo... bricconi...

Dov'è Perpetua?...

PERPETUA

(accorrendo)

Vengo...

AGNESE

(accorrendo)

O Lucia!

Veder lasciatemi la figlia mia...

LUCIA
(voce da fuori)

O madre, o madre...

CORO

Lode al signor!

 

Scena quinta

Don Abbondio che si avanza a cavallo, circondato dalla Folla. Lucia che esce dalla lettiga e si porta sul davanti della scena abbracciata ad Agnese. L'innominato, Perpetua, Bravi, Popolo; da ultimo il cardinale Federico Borromeo con séguito di Prelati.

<- Abbondio, popolo, Lucia, L'innominato, bravi

 

ABBONDIO

(scendendo dalla cavalcatura aiutato da Perpetua)  

Adagio... o furia... Dio! Che burroni!

Che precipizi! Li veggo ancor!...

 

LUCIA
(ad Agnese)

Nel tuo materno amplesso

già si ritempra il core...

fu immenso il mio dolore...

è immenso il mio gioir.

Da te disgiunta, o madre,

io non starò più mai;

tal voto a Dio giurai

e lo saprò compir.

AGNESE

Ah! Sì, il materno amplesso

sicuro asil ti sia;

da questo sen, Lucia,

nessun ti può rapir.

Per lui... per Renzo intanto

noi pregheremo uniti,

fin quando il voto santo

si piaccia iddio compir.

PERPETUA

(avvicinandosi a Lucia)

Di Renzo abbiam notizie?

Dicon che giù a Milano,

ha fato del baccano...

che poi dové fuggir.

Se è ver quanto ho sentito...

per sempre ei fu bandito...

o povera Lucia,

quanto tu déi soffrir!

ABBONDIO

(trattenendo Perpetua e cercando allontanarla da Lucia)

Or su, lingua di vipera,

quando tacer vorrai?...

Da questo mar di guai

quando potremo uscir?

Quel birbo eccellentissimo,

è ver... s'è convertito,

ma ancor non hai capito

ch'ei si potria pentir?

CORO

Ah! Nel materno amplesso

ella scordò il dolore,

quel travagliato core

già troppo ebbe a soffrir.

 

L'INNOMINATO

(uscendo dalla casa parrocchiale, ed accostandosi a Lucia)  

Compiuto il rito, il cardinale a voi

provvederà... Sicuro asilo entrambe

a Milan troverete,

e quivi in pace i vostri dì trarrete.

(squillo di trombe dall'interno della casa parrocchiale)

TUTTI

Alla chiesa! Alla chiesa!  

(movimento generale)

Plauso, viva

al cardinale!

AGNESE
(all'Innominato)

Grazie, buon signore!...

L'INNOMINATO

Io vi chieggo perdon!

PERPETUA
(a don Abbondio)

Da quel che vedo

convertito è davver...

ABBONDIO

Credo e non credo.

 
(dal cortile della casa parrocchiale esce la banda musicale e dietro quella il corteggio dei prelati che fanno séguito al cardinale Federico Borromeo. L'innominato si pone a lato del cardinale. Il popolo si inginocchia, e quindi segue il corteggio, lungo il viale che mette alla chiesa. Agnese, Lucia e Perpetua si confondono col popolo. Don Abbondio si mette in coda ai prelati)

<- banda musicale, prelati, Federico Borromeo

 

TUTTI

Al tempio muoviamo!  

Cantiamo! Esultiamo!

La santa parola

che avviva e consola,

dal labbro ispirato

discenda nei cuor;

la speme ravvivi,

cancelli il dolor.

 
(la processione si allontana)

banda musicale, prelati, Federico Borromeo, L'innominato, Abbondio, popolo, Lucia, Perpetua, bravi, Agnese ->

 

Fine (Atto terzo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo Atto quarto

Villaggio ai piedi della montagna; sul davanti a destra, la casa parrocchiale con porta ampia che mette ad un cortile; balcone coperto di ricchi tappeti; grande viale che conduce alla chiesa; archi di trionfo, tende, sandaline, addobbi d'ogni genere; dietro il villaggio, un promontorio dove sorge un castello.

 
<- uomini, donne
uomini, donne
<- L'innominato
L'innominato e Coro
Dite... dov'abita
uomini, donne
L'innominato ->
 
uomini, donne ->
<- Abbondio, Perpetua
Abbondio e Perpetua, Coro
Fare a piedi cinque miglia
Abbondio, Perpetua
<- uomini, donne
 
Perpetua, uomini, donne
Abbondio ->
 
Perpetua, uomini, donne
<- Abbondio
 
Perpetua, uomini, donne, Abbondio
<- L'innominato
Abbondio, poi L'innominato e Coro
Nulla, credetelo
Perpetua, uomini, donne, Abbondio, L'innominato
<- quattro uomini
 
quattro uomini, Abbondio, uomini, donne, Perpetua, L'innominato ->
<- Agnese

Dove va quella gente? Perché mai

Agnese
<- Perpetua

Tutto ho saputo... Dio! Quante sciocchezze

Perpetua e Agnese, poi Abbondio e Lucia da fuori, Coro
Di don Rodrigo degno alleato
Agnese, Perpetua
<- Abbondio, popolo, Lucia, L'innominato, bravi
Lucia, Agnese, Perpetua, Abbondio e Coro
Nel tuo materno amplesso

Compiuto il rito, il cardinale a voi

(squillo di trombe)

Alla chiesa! Alla chiesa! Plauso, viva

Agnese, Perpetua, Abbondio, popolo, Lucia, L'innominato, bravi
<- banda musicale, prelati, Federico Borromeo
banda musicale, prelati, Federico Borromeo, L'innominato, Abbondio, popolo, Lucia, Perpetua, bravi, Agnese ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta
Un trivio di stradicciuole in pendio; a mezzo del trivio, una cappelletta; muricciolo praticabile; al di... Cortile nella casa di Lucia; una scaletta di legno che mette alle stanze superiori; a destra la porta grande... Sale nel palazzo di don Rodrigo; due porte praticabili, l'una a destra, l'altra nel mezzo, più grande, che... Cortile della casa di Lucia come nell'atto primo. Una piazzetta di villaggio; a sinistra, sul davanti, la casa di don Abbondio con porta e... La riva dell'Adda sul luogo detto il Bione in vicinanza di pescarenico; si vede il campanile triangolare del... Villaggio ai piedi della montagna; sul davanti a destra, la casa parrocchiale con porta ampia che mette ad... Anticamera nel palazzo di don Rodrigo, a Milano; porta di mezzo, altra porta a destra, poche sedie, un banco. La vasta spianata del lazzaretto di Milano destra e nel fondo il porticato; al lato sinistro, una croce.
Atto primo Atto secondo Atto quarto

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