Atto primo

 
Primo quadro.
 

Scena prima

Un trivio di stradicciuole in pendio. A mezzo del trivio, una cappelletta. Muricciolo praticabile. Al di là dei viottoli, un promontorio con case rustiche ed una chiesetta.
All'alzarsi della tela, si vedono attraversare la scena e disperdersi in varie direzioni drappelli di Fanciulle che, tornano dalla filanda e Contadini che vengono dai campi, cantando. Griso e Tiradritto si appostano in vicinanza della cappelletta. Più tardi, don Abbondio, che sale verso il paesello, col breviario alla mano. (*)

 Q 

drappelli di fanciulle, contadini, Griso, Tiradritto

 
(*) Veggasi, per l'esatta riproduzione della scena, il capitolo primo del romanzo del Manzoni.
 

DONNE
(**)

Quell'augellin del bosco  

vola per la campagna;

quell'augellin del bosco

la notte e il dì si lagna;

la notte e il dì si lagna

perché non trova amor.

(**) L'autore ha seguito il metro e la bizzarra struttura di due canzoni popolari lombarde, di data antichissima, menzionate anche dall'illustre storico Cesare Cantù ne' suoi «Documenti alla storia universale». Il maestro Petrella, per dare al quadro una tinta affatto locale, volle espressamente riprodurre quelle tradizionali melodie.
 

UOMINI

Cantiam, danziam, fanciulle,

nell'aprile dell'età;

cantiam, danziam, fanciulle,

presto il verno tornerà.

 

DONNE

Quell'augellin si arresta

sul tuo verone, o bella;

quell'augellin ti desta;

allo spuntar del dì

ti reca una novella:

«l'amante tuo morì».

 

UOMINI

Cantiam, danziam, la vita

per noi scorra nel piacer;

cantiam, danziam, la vita

è un baleno passegger.

(le voci si allontanano ripetute dagli echi)

drappelli di fanciulle, contadini ->

 
(appena entrato in scena, leva gli occhi dal breviario, e alla vista dei due bravi si arresta atterrito)

<- Abbondio

ABBONDIO

Chi saran... quei due... figuri?...  

Dio... Che facce da galera!...

Se mi salvo questa sera

un miracolo sarà.

Che far debbo?... Chiamar gente?...

Fuggir via?... Non è prudente...

Altro scampo non vegg'io...

(esitando)

Ma... se... poi... Mi aiuti iddio!

(si avanza verso i bravi recitando un versetto del breviario)

Sancti... domine... commendo

spirtum meum... Son fritto già...

 

GRISO

(che si sarà accostato)

A me badi, o reverendo...

ABBONDIO

Chi mi chiama?...

(fa per allontanarsi)

TIRADRITTO

Fermo! Olà...

(sbarrandogli il cammino)

 

ABBONDIO

Son qui... Che mi comanda?...  

GRISO

Ella ha intenzione

di congiunger domani in matrimonio

il Renzo Tramaglino e la Lucia...

ABBONDIO

Intenzione... cioè... no, in fede mia...

ma loro sanno bene, o miei signori...

che in questi affari... noi... generalmente...

mi capiranno...

GRISO
(con forza)

Io non capisco niente!

 

ABBONDIO
(balbettando)

Gli sposi se la intendono...  

e quando han combinato...

a tormentar poi vengono

il povero curato...

GRISO

(interrompendolo)

Or bene: il matrimonio

di questi due villani,

la sappia, che domani...

né mai si dée compir.

ABBONDIO

Signori... amabilissimi...

è giusto... hanno ragione...

GRISO

Don Rodrigo, il magnifico,

l'illustre mio padrone

la riverisce...

ABBONDIO
(trasalendo)

Grazie!...

È troppo... è troppo onore...

(sento una stretta al cuore...

mi sembra di morir).

(rimane alcun tempo come pietrificato)

GRISO

Dunque?

ABBONDIO

Mi suggeriscano...

Han detto... che domani?...

GRISO E TIRADRITTO
(sillabando)

Domani, il matrimonio

di questi due villani

né mai si dée compir...

ABBONDIO

Ma... se...

GRISO
(minaccioso)

Non più parole...

ABBONDIO

Farò ciò che si vuole...

GRISO

La sua promessa abbiam...

(all'altro bravo)

Vien gente... allontaniamoci...

ABBONDIO

Volevo dir...

GRISO

Silenzio...

Prudenza... o... ci intendiam...

(accenna alla pistola e quindi si allontana rapidamente coll'altro bravo)

Griso, Tiradritto ->

 

ABBONDIO

Signori... ascoltino  

le mie ragioni...

ma... dove andarono

quei due... birboni?

Ho le vertigini,

perdo la testa...

di forze un briciolo

più non mi resta...

in sui ginocchi

non reggo più...

 

<- contadini

CONTADINI

(che passano per caso)

Riveritissimo

signor curato...

(accostandosi a don Abbondio)

Perché... sì pallido?...

ABBONDIO

Sono ammalato.

Nell'ossa... ho un brivido...

(Oh! Che pasticcio!...

Come cavarmela

da questo impiccio?)

Sto mal... credetemi...

il vero ho detto...

(Mi caccio a letto

né mi alzo più.)

CONTADINI

Alla parrocchia

salga con noi...

Ciò che le avvenne

sapremo poi...

ABBONDIO

Grazie... silenzio,

un scherzo fu!

(sorretto dai contadini, sale barcollando pe 'l viottolo che mette al paesello)

Abbondio, contadini ->

 
 
Secondo quadro.
 

Scena seconda

Cortile nella casa di Lucia. Una scaletta di legno che mette alle stanze superiori. A destra la porta grande d'ingresso. Una vite che si arrampica alla parete. Portichetto. Presso la porta un sedile di pietra.
All'alzarsi della tela, una comitiva di donne e di fanciulle si aduna nel mezzo della scena. Più tardi Agnese e Lucia.

 Q 

<- comitiva di donne e di fanciulle

 

ALCUNE DONNE
(sottovoce)

Che fu?... Che tarda?...  

ALTRE
(sottovoce)

Gli abiti

da sposa or sta provando...

Andiam lassù a sorprenderla?

ALTRE
II

No... non sta bene...

ALTRE
III

Quando

potrem vederla?...

ALTRE
IV

Diancine!

Stasera... L'ha promesso

Agnese...

ALTRE
V

E Renzo?

ALTRE
VI

Anch'esso

fra poco qui verrà.

(volgendosi verso la scaletta, donde scendono Agnese e Lucia)

<- Agnese, Lucia

TUTTE

Viva la sposa! Viva

la sposa!...

LUCIA
(*)

(aprendosi il passo col gomito)

Eccomi qua.

(*) Veggasi la descrizione dell'abbigliamento di Lucia al capitolo II del romanzo.
(le donne la circondano esaminandola curiosamente)

DONNE

Il busto di broccato

di fiori ricamato,

il gonnellin di seta

veh! Come ben le sta!

LUCIA

Dell'alma i sensi esprimervi

il labbro mio non sa.

AGNESE
(alle donne)

Tanto è modesta e timida,

quasi parlar non sa.

 
(Lucia si avvicina ad Agnese e le parla con espressione malinconica)

LUCIA

Un turbamento insolito  

m'agita, o madre, il core;

in me la gioia alternasi

coll'ansie del terrore.

All'appressar dell'ora

ch'io vagheggiava tanto,

mi vien sul ciglio il pianto

e la ragion non so.

Sfondo schermo () ()

 

CORO E AGNESE

Coraggio! Allegria!

Fra poco Lucia

a farti felice

lo sposo verrà.

Sei buona, sei bella

nel fior dell'età.

 

Scena terza

Renzo, e dette.

<- Renzo

 

RENZO

(agitato al massimo grado)  

Lucia... madre...

LUCIA

Che fu?

AGNESE

Così agitato?

CORO

Renzo... Qual novità?...

RENZO

(dissimulando)

Cose da niente...

Cose che avvengon... ogni dì. Son stato

da don Abbondio. Il nostro matrimonio...

doman non si può fare... Egli è malato...

CORO E AGNESE

Malato?... Don Abbondio?...

RENZO

Gravemente...

Sì, mia buona Lucia...

e converrà aspettar... fino...

(interrompendosi)

Ragazze

tornate a casa... Come voi vedete,

non c'è più il buon umore...

(si getta sopra la panca di pietra in attitudine di desolazione)

LUCIA
(ad Agnese)

Madre... tu il vedi... non mentiva il core!

 

DONNE
(sottovoce)

È verosimile,  

è naturale

che don Abbondio

stia tanto male?...

Felice sera!...

Coraggio! Addio!

(allontanandosi)

Saprem domani

la verità.

LUCIA, RENZO E AGNESE

Felice sera...

Amiche, addio!

DONNE

(uscendo)

Poveri sposi!

Fanno pietà.

(Agnese accompagna le donne fuor della casa, quindi rientra)

comitiva di donne e di fanciulle ->

 

Scena quarta

Renzo, Lucia, Agnese.

 

RENZO

(balzando in piedi impetuosamente, ed avvicinandosi a Lucia, che è rimasta in disparte desolata)  

Or che son partite... or che siam soli,

possiam parlar. Lucia:

vuoi saper chi sia

il furfante, il briccone che ha vietato

oggi... al signor curato

di celebrare il nostro matrimonio?

LUCIA
(da sé sospirando)

Dio!... L'indovino già...

RENZO

Quel mostro indegno

si chiama don Rodrigo...

LUCIA

Egli... a tal segno!

 

RENZO

Che?... Voi dunque... sapevate?...  

LUCIA

Io... Purtroppo...

RENZO

E tacevate?

AGNESE

(avanzandosi)

A tua madre... anche a tua madre.

O Lucia, celasti il ver!...

LUCIA

Perché tacqui lo sa iddio,

che mi legge nel pensier.

Or... se a voi svelar degg'io...

AGNESE

Parla!...

RENZO

Tutto io vuò saper!...

LUCIA
(con voce commossa)

Dalla filanda al paesel salia

co' le compagne... ora faran sei dì;

m'era alquanto indugiata nella via,

don Rodrigo mi vide... e mi seguì.

Confusa... sgomenta... il passo affretto...

ma un suon lontano mi ferisce il cor;

era una voce che dicea: scommetto!

Quindi un riso crudele e schernitor.

Venni a casa coll'anima in tempesta...

piansi... pregai... repressi anche i sospir...

E tacqui, o madre, per non farti mesta...

volli esser sola a piangere... a soffrir...

RENZO

(impetuosamente, portando la mano al coltello)

Oh!... Il birbone! Il dannato! L'assassino!

LUCIA

Deh! Renzo...

AGNESE

Vi calmate.

LUCIA

(giungendo le mani)

Oh dio!... Pietà!

RENZO

Voglio giustizia... Apritemi il cammino...

e per mia man giustizia si farà.

(si scioglie dalle donne che vorrebbero trattenerlo, ma nell'atto di uscire si incontra col padre Cristoforo il quale gli chiude il passo)
 

Scena quinta

Il padre Cristoforo e detti.

<- Cristoforo

 

CRISTOFORO

(con solennità)  

Dove corri?

RENZO

(arrestandosi)

Padre... voi!...

AGNESE

Dio vi manda.

LUCIA
(sottovoce ad Agnese)

Ei tutto sa.

CRISTOFORO
(a Renzo)

Provocare il ciel tu vuoi?

Fosti sempre onesto e buono...

I suoi figli in abbandono

il signor non lascerà.

(conduce Renzo sul davanti della scena e ripiglia con accento di mite rimprovero, levando le mani al cielo)

Ei solo. Ei può confondere

chi l'empie trame ordisce;

iddio talvolta il reprobo

col suo perdon punisce;

ma degli afflitti visita

le desolate mura,

e cangia la sventura

in subito gioir.

LUCIA

Come soave all'anima

scende la sua parola!

Parmi una voce d'angelo

che avviva e che consola.

Madre... già l'ansie cessano...

sparisce ogni tormento;

in puro gaudio sento

cangiarsi il mio martir.

RENZO
(a fra Cristoforo)

Di perdonar... di attendere...

voi mi parlate ancora...

era vicina a sorgere

per me una lieta aurora...

Un assassino... un demone...

ogni mio ben rapisce;

se il ciel non lo punisce

io lo saprò punir.

AGNESE

Sien grazie a dio, che al povero

manda consiglio e aiuto,

certo è divin miracolo

se il padre è qui venuto.

Egli saprà difenderci...

vita salvarci e onore;

dio gli darà vigore

la santa opra a compir.

LUCIA

(appressandosi a Renzo)

Vedi, o Renzo, il ciel ne invia

un soccorso inaspettato...

CRISTOFORO

Sì, mia povera Lucia,

ogni mezzo io tenterò...

RENZO
(al frate)

Dunque... a voi già fu narrato...

che quel vile?...

CRISTOFORO

Io tutto so.

(facendosi nel mezzo della scena, ed accennando di voler partire)

Il ciel pregate,

non vi mostrate;

le ciarle inutili

convien schivar.

LUCIA

Voi ci lasciate?

AGNESE

Ci abbandonate?

CRISTOFORO

Tosto a quell'uomo

vado a parlar.

LUCIA E AGNESE

Voi siete un angelo!

CRISTOFORO

(prendendo la mano a Renzo)

Fiducia in dio!

Ei sol, rammentalo,

vi può salvar.

Addio... miei figli...

TUTTI

Buon padre... addio.

CRISTOFORO

Spero tornar.

(Agnese, Renzo e Lucia accompagnano il frate fino alla porta, quindi si addentrano nella casa)

Cristoforo ->

Agnese, Renzo, Lucia ->

 
 
Terzo quadro.
 

Scena sesta

Sale nel palazzo di don Rodrigo.
Due porte praticabili, l'una a destra, l'altra nel mezzo, più grande, che mette ad una galleria. (*)
Don Rodrigo, il conte Attilio, il dottore Azzeccagarbugli, seduti a tavola con altri Convitati. Domestici che vanno e vengono.

 Q 

Rodrigo, Attilio, Azzeccagarbugli, convitati, domestici

 
(*) Capitolo V del romanzo.
 

TUTTI

- Era un asino calzato!...  

- Investire un disarmato!...

- Fu una celia... - Fu un misfatto...

- Bastonar un messagger!

- Non è vero? - Niente affatto!...

- Ebbe torto il cavalier.

RODRIGO
(sottovoce al conte Attilio)

Caro Attilio, il san Martino

non è giunto.

ATTILIO

È assai vicino.

CORO

Ma tronchiamo la questione...

tenga ognuno il suo parer.

RODRIGO

Orsù!... Un brindisi, signori!

Si ricolmino i bicchier!

TUTTI

Bravo!... Viva don Rodrigo!

Si ricolmino i bicchier!

 

RODRIGO

(alzandosi e levando il bicchiere)

Fra noi e il nobile

nostro cugino,

scade, col termine

di san Martino,

una scommessa

che dir non vuo'.

Scherzi... facezie...

cose da nulla...

Infine... trattasi

d'una fanciulla...

d'un capriccetto,

d'una follia

che col dispetto

più si irritò.

 

TUTTI

Se c'entran femmine

trionferete.

A voi resistere

qual donna può?

RODRIGO

Debbo combattere

l'arte e l'intrigo...

di due villani...

birbi e impostor...

TUTTI

(alzando il bicchiere)

Alla vittoria

di don Rodrigo!

Vuotiamo i calici,

viva l'amor!

 

Scena settima

Griso, indi il padre Cristoforo e detti.

<- Griso

 

GRISO

(accostandosi a don Rodrigo e parlandogli all'orecchio)  

Un frate sta là fuori...

RODRIGO
(sorpreso)

Un frate!... E vuol?...

GRISO

Con lei

parlar.

RODRIGO

(Strana è tal visita...)

TUTTI

Che fu?

RODRIGO
(turbato)

Signori miei...

a disturbare i brindisi

sapete chi arrivò?

Un frate...

TUTTI

Vada al diavolo!

RODRIGO

Vada all'inferno...

(richiamando il Griso che stava per uscire)

No...

Aspetta... Griso. - Il nome

colui non palesò?

GRISO

Si chiama fra... Cristoforo...

TUTTI

Egli!... Fra noi... cospetto!

(a Rodrigo)

È un santo... rammentatelo.

RODRIGO

(abbandonando la tavola)

(Mal venga al seccator!)

(a Griso)

Ch'egli entri...

 

Griso ->

TUTTI

(alzandosi)  

Allontaniamoci...

Al fine d'un banchetto,

noiose son le prediche...

(a Rodrigo)

Vi attenderem là fuor.

RODRIGO

Sarò con voi ~ quel tanghero

in due minuti sbrigo.

TUTTI

(scherzando)

Badate, don Rodrigo...

è un santo o un impostor...

potrebbe convertirvi...

RODRIGO

(scherzando)

Non son disposto ancor.

 

<- Griso, Cristoforo

(i convitati si allontanano per la grande porta, soffermandosi a guardare il padre Cristoforo che viene introdotto da Griso)

CORO

È un uom che fa miracoli...  

CRISTOFORO

(levando gli occhi al cielo e giungendo le mani)

M'assista ora il signor!

(il coro disparisce)

Attilio, Azzeccagarbugli, convitati, domestici, Griso ->

 

Scena ottava

Don Rodrigo e padre Cristoforo.

 

RODRIGO
(al frate con piglio brusco)

In che posso obbedirla?  

CRISTOFORO

Vengo a porle un atto di giustizia...

A supplicarla d'una carità...

Certi uomini... men probi... hanno stornato

un povero curato

da' suoi doveri... Ed ella può, signore...

la coscienza... l'onore

impone dunque a lei...

RODRIGO

(interrompendolo)

Dell'onor mio

solo custode e difensor son io.

Chi alla coscienza mia

leggi dettar pretende

è un temerario che mi sfida e offende.

(breve pausa)

 

CRISTOFORO
(con accento umile)

Mio signore... ah! Perdonate  

se vi offese il labbro mio;

la parola non sdegnate

che per me vi parla iddio.

(presentando a don Rodrigo il teschietto di legno appeso al rosario)

Tutti un giorno al suo cospetto

noi dovremo comparir.

RODRIGO

Una predica mi fate!...

Troppo onore, o reverendo!

Strani accenti mi parlate...

Io davvero non vi comprendo...

Vi togliete al mio cospetto...

un sermon non voglio udir.

(fa per allontanarsi)

CRISTOFORO

(attraversandogli il passo)

Don Rodrigo... voi mi udrete...

una povera innocente

solo voi salvar potete

dalle insidie d'un potente...

RODRIGO

(marcando le parole con cinica affettazione)

S'ella vuole... nel mio tetto

un asil le posso offrir.

CRISTOFORO
(co' la massima indignazione)

Nel vostro tetto!... Cotanto osate!...

Ah! Don Rodrigo... pietà mi fate...

del ciel l'anatema su queste mura

già da gran tempo sospeso sta.

Ma quella vergine modesta e pura

dal vostro artiglio dio salverà.

RODRIGO

Freno a' tuoi detti - rammenta, o frate -

che qui in mia casa...

CRISTOFORO

(levando il braccio)

Giorno verrà...

RODRIGO

(afferrandogli il braccio)

Vil, temerario! Poltrone indegno!

Villan rifatto... ti scosta... va'!...

(lo spinge verso la porta)

 

Cristoforo ->

<- Attilio, Azzeccacarbugli, convitati

CORO

(sulla porta della galleria)

Mal capitato ~ l'incappucciato!...

(ridendo)

Davver fu comica la scena... Ah! Ah!

RODRIGO

(appena uscito il padre Cristoforo)

Si porti il diavolo quel mascalzone...

Spero gli giovi questa lezione...

su! Un nuovo brindisi...

TUTTI

Mano ai bicchier!

RODRIGO

Beviam!

TUTTI

Quel frate fa dei miracoli...

ma questa volta fallì davver!

(tutti alzano i bicchieri)

 

Fine (Atto primo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo Atto quarto

Un trivio di stradicciuole in pendio; a mezzo del trivio, una cappelletta; muricciolo praticabile; al di là dei viottoli, un promontorio con case rustiche ed una chiesetta.

drappelli di fanciulle, contadini, Griso, Tiradritto
 
Griso, Tiradritto
drappelli di fanciulle, contadini ->

(le voci si allontanano ripetute dagli echi)

Griso, Tiradritto
<- Abbondio
Abbondio, Griso, Tiradritto
Chi saran quei due figuri?

Son qui. Che mi comanda? / Ella ha intenzione

Abbondio
Griso, Tiradritto ->
Abbondio, poi Contadini
Signori... ascoltino
Abbondio
<- contadini
 
Abbondio, contadini ->

Cortile nella casa di Lucia; una scaletta di legno che mette alle stanze superiori; a destra la porta grande d'ingresso; una vite che si arrampica alla parete; portichetto; presso la porta un sedile di pietra.

<- comitiva di donne e di fanciulle
Coro di donne, poi Lucia e Agnese
Che fu? Che tarda? Gli abiti
comitiva di donne e di fanciulle
<- Agnese, Lucia
 
Lucia e Coro, Agnese
Un turbamento insolito
comitiva di donne e di fanciulle, Agnese, Lucia
<- Renzo

Lucia... madre / Che fu? / Così agitato?

Coro di donne, poi Lucia, Renzo e Agnese
È verosimile
Agnese, Lucia, Renzo
comitiva di donne e di fanciulle ->

Or che son partite... or che siam soli

Renzo, Lucia e Agnese
Che? Voi dunque... sapevate?
Agnese, Lucia, Renzo
<- Cristoforo
Cristoforo, Renzo, Agnese e Lucia
Dove corri? / Padre... voi!
Agnese, Lucia, Renzo
Cristoforo ->
Agnese, Renzo, Lucia ->

Sale nel palazzo di don Rodrigo; due porte praticabili, l'una a destra, l'altra nel mezzo, più grande, che mette ad una galleria.

Rodrigo, Attilio, Azzeccagarbugli, convitati, domestici
 

(domestici che vanno e vengono)

Rodrigo, Attilio, Azzeccagarbugli, convitati, domestici
<- Griso

Un frate sta là fuori

Rodrigo, Attilio, Azzeccagarbugli, convitati, domestici
Griso ->

Allontaniamoci...

Rodrigo, Attilio, Azzeccagarbugli, convitati, domestici
<- Griso, Cristoforo

È un uom che fa miracoli

Rodrigo, Cristoforo
Attilio, Azzeccagarbugli, convitati, domestici, Griso ->

In che posso obbedirla?

Cristoforo e Rodrigo, poi Tutti
Mio signore... ah! Perdonate
Rodrigo
Cristoforo ->
Rodrigo
<- Attilio, Azzeccacarbugli, convitati
 
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava
Un trivio di stradicciuole in pendio; a mezzo del trivio, una cappelletta; muricciolo praticabile; al di... Cortile nella casa di Lucia; una scaletta di legno che mette alle stanze superiori; a destra la porta grande... Sale nel palazzo di don Rodrigo; due porte praticabili, l'una a destra, l'altra nel mezzo, più grande, che... Cortile della casa di Lucia come nell'atto primo. Una piazzetta di villaggio; a sinistra, sul davanti, la casa di don Abbondio con porta e... La riva dell'Adda sul luogo detto il Bione in vicinanza di pescarenico; si vede il campanile triangolare del... Villaggio ai piedi della montagna; sul davanti a destra, la casa parrocchiale con porta ampia che mette ad... Anticamera nel palazzo di don Rodrigo, a Milano; porta di mezzo, altra porta a destra, poche sedie, un banco. La vasta spianata del lazzaretto di Milano destra e nel fondo il porticato; al lato sinistro, una croce.
Atto secondo Atto terzo Atto quarto

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