Atto terzo

 

Scena prima

Scogli con bosco in lontananza.
Lippo pastore, si lamenta degl'inganni amorosi, e della crudeltà della sua ninfa; consolandosi col canto.
Lippo.

 Q 

Lippo

 

 

Ogn'uno stia cheto,  

e ascolti d'Amore gl'inganni,

gl'affanni,

che prova nel core,

amante segreto.

Ogn'uno stia cheto.

 

 

1  

Ardo ohimè, languisco, e moro,

per crudele, e ria beltà;

cerco aita, e pure adoro,

chi nemica è di pietà,

altro ben più non m'avanza,

che sperar senza speranza.

2

Mostra sol rigida asprezza,

quando chiedo a lei mercé;

e s'io piango allor disprezza,

il mio pianto, e la mia fé.

Anzi ognor procura, e brama

morte al cor, poiché tanto ama.

3

Già ch'a morte ognor m'invita,

viver certo io più non vo':

mora lei ch'è la mia vita,

ch'io contento alfin sarò.

Farò pago il suo desio:

morta lei, son morto anch'io.

 

 

Già che il cordoglio amaro,  

ho consolato alquanto,

vo' dar tregua al dolore, e fine al canto.

E mentre il mio cantar lascio, ed acqueto:

 

Ogn'uno stia cheto,

e fugga d'Amore

gl'inganni,

gl'affanni

che prova nel core,

amante segreto.

Ogn'uno stia cheto.

 

Lippo ->

 

Scena seconda

Enone si duole amaramente dell'improvvisa partenza di Paride. Egli la consola con parole, ch'esprimono Amore, e fede. Discorrono sopra gl'effetti della speranza. Paride si parte. Enone si rammarica, e risolve di non mancar mai di fede, benché lontano, al suo dolcissimo Paride.
Enone, Paride.

<- Enone, Paride

 

ENONE

Partir? tu vuoi partire? ahi cruda sorte!  

Dolorosa partenza,

che mi conduce immortalmente a morte.

PARIDE

Deh consolati omai,

bellissimo mio sole.

ENONE

Chi fia che mi console,

se tu Paride amato,

lungi fa me te n' vai?

Ahi tormento! ahi dolore!

PARIDE

Si parte il piè: ma teco resta il core.

ENONE

Ahi crudel dipartita!

PARIDE

Lungi da te mia vita,

farò breve dimora.

ENONE

Ahi ch'un sol giorno, un'ora,

che dico un'ora? un sol momento, un punto,

sembra mill'anni al cor, da te disgiunto.

PARIDE

Ti lascio Enone, a dio.

ENONE

Ascolta idolo mio.

Sarà d'altro sembiante,

forse il tuo core amante?

PARIDE

Piovin dal ciel mille saette, e mille,

senza pietade, a fulminarmi il petto,

s'avvien che sia ricetto,

d'altra fé, d'altro amor, d'altre faville.

ENONE

Se ciò sperar mi lice,

sarà ne' suoi martir l'alma felice.

Ma lassa! a' tuoi sospiri,

darà conforto, e pace,

una speme fallace?

Sfortunati martiri!

Invano a consolarvi il cor s'affanna,

che l'istesso sperar tradisce, e inganna.

PARIDE

Soave è lo sperare,

e generoso core,

entro a vano timore,

già mai s'involge, o perde,

che la speme in amor mai sempre è verde.

ENONE

Ahi che purtroppo (anima bella) è vero,

e perciò mi dispero;

poiché mentre verdeggia,

la speranza d'Amore,

frutto non ha per farne cibo al core.

PARIDE

Se pria con verdi foglie,

la speranza non sorge,

frutto gi mai non porge;

e lo stelo natio restar non puote.

Di foglie ignudo, e di licore asciutto,

se in mezzo al fior pria non germoglia il frutto.

Amor da speme nasce,

con la speme s'avanza,

e di speme si pasce;

e se tu vivi in amoroso ardore,

adorato mio ben, spera pur, spera;

vero amante non è chi si dispera.

PARIDE E ENONE

Speriam dunque sì, sì, ch'estinto in fasce,

privo riman, se la speranza more,

e di nutrice, e d'alimento Amore,

 

Paride ->

ENONE

E pur è ver che parti

e che mi lasci? o crudo!

d'ogni pietate ignudo.

Priva di sì bel sole,

il cui splendor natio,

l'alma nel core, e 'l cor nel sen m'avviva,

com'esser può ch'io viva?

E pur misera amante,

senz'alma, e senza core,

perduto il caro bene,

vivo in grembo alle pene,

per morir di dolore.

Dipartita crudele! Ah che tu sei,

cagion d'ogmi mio danno.

Ma tormentami pure,

porgimi pure affanno,

che l'amoroso ardore,

onde si strugge, e si consuma il core,

con pietose querele,

non cesserà giammai d'esser fedele.

 

1  

Benché priva di mercé,

in sì dura lontananza,

sarà ognor la mia costanza,

un trofeo della mia fé.

2

Fra le pene io morirò,

fortunata, e fida amante,

s'arderà per me costante,

la beltà che m'infiammò.

3

Onde accorger si potrà,

chi 'l mio duol tal ora ascolta,

che chi adora una sol volta,

variar mai più non sa.

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S

 

Enone ->

 

Scena terza

Cerispo, Ninfeo, Corimbo fanciulli, venuti a disfida sopra il gioco della civetta, ritrovato il luogo opportuno, attaccano il gioco. Sopravvenendo un orso intralasciano di giocare, e fuggendo pongono fine al terzo atto.
Cerispo, Ninfeo, Corimbo.

<- Cerispo, Ninfeo, Corimbo

 

CERISPO

Questo sarà della disfida il loco;  

posiam le reti, e cominciamo il gioco.

 

CORIMBO, CERISPO E NINFEO

Alla civetta,    

giochiam su su.

S

CERISPO

Che più s'aspetta?

CORIMBO E NINFEO

Comincia tu.

CERISPO

Per cominciare,

farò così.

NINFEO

Se vuoi giocare,

da' pian.

CERISPO

Sì sì.

Forse che questa

ti piacerà.

NINFEO

Ancor ci resta,

chi troppo fa.

CERISPO

Adesso, adesso,

toccherà a te.

CORIMBO

Vien pure appresso.

CERISPO

T'ho colto affé.

Son pur da poco!

NINFEO

È ver sì sì.

Oh che bel gioco!

Non è così?

CERISPO

O come presto,

lo perderà!

NINFEO

S'io sarò desto,

or si vedrà!

Così lontano,

chi giocar può?

CERISPO

Stendi la mano.

NINFEO

Così farò.

CERISPO

Tornaci ancora.

E vedrai tu.

NINFEO

Senza dimora,

poi torno giù.

CORIMBO

T'aspetto anch'io.

NINFEO

Questo è per te.

Il fallo è mio,

scusa non c'è.

CORIMBO

Il colpo è fatto.

Cedi su su.

NINFEO

Vedremo a un tratto,

chi ne fa più.

CORIMBO

Forse che ancora,

ti vincerò.

NINFEO

T'ho colto or ora.

CERISPO E CORIMBO

No no no no.

NINFEO

Con poco affanno,

già cadde giù.

CORIMBO

Quest'è un inganno,

cedi pur tu;

fu colpo ingiusto,

te 'l proverò.

NINFEO

A tempo giusto,

purtroppo andò.

CERISPO

Lo vidi anch'io,

giusto non fu.

NINFEO

Il torto è mio,

mentre il di' tu.

CORIMBO

Già c'ho ragione,

vo' far così.

CERISPO

Con discrezione.

CORIMBO

Sì sì sì sì.

Forse c'ha posta.

 

CERISPO

Un orso! ohimè fuggiamo, ecco s'accosta.

 

Cerispo, Ninfeo, Corimbo ->

 

Fine (Atto terzo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo Atto quarto Atto quinto

Scogli con bosco in lontananza.

Lippo
 

Già che il cordoglio amaro

 
Lippo ->
<- Enone, Paride

Partir? tu vuoi partire? ahi cruda sorte!

Enone
Paride ->
Enone ->
<- Cerispo, Ninfeo, Corimbo

Questo sarà della disfida il loco

Corimbo, Cerispo e Ninfeo
Alla civetta, giochiam su su.

(entra un orso)

Cerispo, Ninfeo, Corimbo ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza
Giardino d'Esperia. Sommità del monte Pelio. Bosco nel monte Ida. Scogli con bosco in lontananza. Bosco sopra il lito di Sparta, con mare in lontananza. Stanze di Elena. Cortile. Stanze remote d'Elena. Giardino con logge. Piazza del tempio di Venere, nell'isola di Citera. Fiumara nelle campagne di Troia. Strada remota della città, con arbori, e rovine. Libreria. Portico con giardino in lontananza. Stanze di Priamo. Anticamera di Ecuba. Piazza col palazzo reale in prospetto. Sala reale.
Atto primo Atto secondo Atto quarto Atto quinto

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