Prologo

 

Scena unica

La prima prospettiva è 'l mondo, quasi un caos, che distintosi appariscono le campagne di Firenze con Arno, e si vede scendere in una nuvola Imeneo, Onestà, e Fecondità, per colmare i serenissimi sposi de' loro beni.
Imeneo, Onestà, e Fecondità.

Bozzetti

 Q 

<- Imeneo, Onestà, Fecondità

 
Cantano insieme.
 

IMENEO, ONESTÀ E FECONDITÀ

Questo è l'Arno sì gentile,  

questa è Flora,

che s'infiora

nell'aprir del nuovo Aprile.

 

Fortunata, e nobil reggia  

come splendi!

Come rendi

vago il dì, ch'in te lampeggia!

Quanta pompa orna il diletto!

Gioia spira

ciò, che mira

l'occhio intorno, o brama il petto.

Gode l'aria, e 'l ciel sereno;

ecco l'onde

tra le sponde

corron liete al mar Tirreno!

Piovan larghi a sì bei regi

nostri doni.

(giungono in terra)

Si coroni

sommo onor d'eccelsi pregi.

 

IMENEO

Io, che d'aurati stami ordisco i nodi,  

a' più pudichi amanti,

che le voglie congiungo, e 'n dolci modi

l'anime lego in salda fé costanti:

fortunati legami

di quel, che pregia il ciel più lucid'oro

tesso a' chiari consorti,

e fuor dall'uso in loro

tutto spargo il mio bene, e 'l mio tesoro.

(canta il medesimo)

 

Questo laccio, e questa face  

nodo intreccino d'amore,

che soave giunga al core

quanto fervido, e tenace.

Ami ardendo, ed arda amando,

e Vittoria, e Ferdinando.

 

ONESTÀ

Di candidi pensieri, e caste voglie  

per me s'adorna de' mortali il seno,

e tra diletti suoi virtude accoglie.

Per me si stringe il freno

là ov'è amor d'ogni legge il cor discioglie.

(canta la medesima)

 

Quante glorie il ciel mi diè,  

quante darne altrui so più

qui si diffondano,

qui, dove abbondano

gl'incliti sposi d'ogni virtù.

Santo foco, e puro affetto

l'alma invogli, infiammi il petto,

casto avvampi, e dolce spiri

d'Onestà sensi, e desiri.

 

FECONDITÀ

Io che rendo alla terra il sen fecondo  

di quanti parti in lei produce il sole:

fo' gli uomini, e gli dèi ricchi di prole,

e con la mia virtù rinnovo il mondo.

(canta la medesima)

 

Io fecondo, ed io fo' degno  

d'alti regi un sì bel regno,

mentre godi, ed ardi amando

o Vittoria, o gran Fernando.

 
Vengono sopra un'isoletta mobile per lo fiume insieme, e augurando infiniti beni a' serenissimi sposi.

<- tre ninfe d'Arno

 

TRE NINFE D'ARNO

Alla riva, alla riva, alla riva,  

di qual gioia il petto inonda

per quest'onda,

come vago il ciel si gira,

come ammira

l'allegrezza, ond'Arno abbonda.

Sulla sponda, sulla sponda.

IMENEO

Fuor de' liquidi argenti

d'Arno beato in sulle rive erbose

escon ninfe, e gioiose

colman d'alta letizia i dolci accenti.

 

NINFA PRIMA

(canta sola)  

Più pomposo che mai sorger non suole,

sorga dall'onde il Sole,

sparga l'aureo suo crin dal bel tesoro

lucidi velli d'oro,

corra festoso l'immortal sereno.

Oggi d'Arno in sulla riva

bella diva

giunge a sé Giove Tirreno.

Lieti noi

quali eroi

ne darà sì nobil seno!

TRE NINFE D'ARNO

(insieme replicano)

Oggi d'Arno in sulla riva

bella diva

giunge a sé Giove Tirreno.

NINFA SECONDA

Vesta i più fini azzurri, e rida intorno

l'aria in sì lieto giorno,

disusato favor piova ogni giro

dell'etereo Zaffiro,

goda ogn'alma quaggiù beata a pieno.

TRE NINFE D'ARNO

Oggi d'Arno in sulla riva

bella diva

giunge a sé Giove Tirreno.

NINFA TERZA

Vanne pur, vanne pur superbo o nume

del natio nostro fiume,

tra più famose, e riverite sponde

al mar volgerai l'onde,

e di più chiari merti andrai ripieno.

TRE NINFE D'ARNO

Oggi d'Arno in sulla riva

bella diva

giunge a sé Giove Tirreno.

 

IMENEO

Vaghe Ninfe, e gradite,  

ch'a prova alzando i più soavi canti,

de' regi sposi i vanti

spiegate all'aura in somma gioia unite.

Seguite pur seguite,

d'egual diletto accesi

in versar nostre grazie, e nostri beni

ne' semidei tirreni,

qui godiamo ancor noi dal ciel discesi.

L'aureo legame lor, che pria natura

insolubile ordio

con più nobil ventura

fortunato si stringe al nodo mio.

NINFA PRIMA

Mertano i regi nostri

dello affetto di voi sì chiari segni

cortesissimi numi, e doni vostri.

E che non deggio a te d'Urania bella

germe gentil, che ne secondi i voti,

che nostre pompe del tuo lume onori?

Ed in qual parte mai giunsero ignoti

della tua face i desiati ardori?

NINFA SECONDA

Lodi a te dèa sovrana,

che onestà vera agli altrui petti infondi,

tu che i desir, tu che i pensier fai mondi

di voglia impura, e vana,

che puoi dov'arde amore

temprar la fiamma, e far sincero il core.

NINFA TERZA

Ed io m'inchino a te, per cui giocondo

di tanti eroi si pregia il ciel toscano,

onde n'andrà fecondo

dell'etrusca regina il nobil grembo,

e di famosi regi adorno il mondo.

IMENEO

E con quai glorie onora

l'altero festeggiar de' re tirreni

con l'altre ninfe sue la bella Flora?

NINFA PRIMA

Sovra scene dorate

oggi Urania, e Talia con nobil canto

tesson di sommi dèi nozze beate.

Oggi si scorgeran d'eccelsi numi

ricchi i teatri, e di splendor celesti,

e de' tuoi lacci eterni nodi intesti,

del ciel s'apprenderan sensi, e costumi.

IMENEO

Nobil soggetto a chiari sposi eguale,

mal potea pareggiar pompa terrena

il sovrano di lor pregio immortale.

Non è difforme al giubilar superno,

onde con lieto applauso il ciel risuona,

gode chi sovra il sol tiene il governo,

mentre l'eroe, che nell'Etruria impera

per VITTORIA gentil s'orna, e 'ncorona

di sua ROVERE altera:

né men gioisco anch'io,

cui lice vagheggiar feste sì belle.

NINFA PRIMA

Movi nume gentil col passo mio,

le bellezze d'Etruria oggi qui sono,

l'alme ninfe di Flora

del bel cielo toscan lucide stelle:

tra cui con FERDINANDO assisa in trono

sembra Cinzia, che splenda innanzi al sole

chi prima il bel Metauro, or l'Arno indora,

e qual dèa di beltà s'ammira, e cole.

 

Fine (Prologo)

Prologo Atto primo Atto secondo Atto terzo Atto quarto Atto quinto

Il mondo, quasi un caos, che distintosi appariscono le campagne di Firenze con Arno

<- Imeneo, Onestà, Fecondità

Questo è l'Arno sì gentile

Imeneo, Onestà e Fecondità
Fortunata, e nobil reggia

Io, che d'aurati stami ordisco i nodi

Di candidi pensieri, e caste voglie

Io che rendo alla terra il sen fecondo

(sopra un'isoletta mobile per lo fiume vengono tre ninfe d'Arno)

Imeneo, Onestà, Fecondità
<- tre ninfe d'Arno

Alla riva, alla riva, alla riva

Vaghe Ninfe, e gradite

 
Scena unica
Il mondo, quasi un caos, che distintosi appariscono le campagne di Firenze con Arno Cielo. Boschereccia. Montagne coperte di neve, nel mezzo la fucina di Vulcano, che dalla cima esala fiamme. Monte Parnaso. Giardino di Venere. Reggia di Plutone. Torna la scena della amenità di Venere, ma variata nel foro. La prospettiva, e l'inferno. Palazzo di Cerere sopra un prato. S'apre la grotta di Vulcano. Mare, dal mezzo apparisce uno scoglio di coralli, e perle. Tutta la prospettiva mostra inferno. Diventa tutta la scena cielo aprendosi dalla destra, e dalla sinistra parte: in aria si vede una grandissima...
Atto primo Atto secondo Atto terzo Atto quarto Atto quinto

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