Eccoti un altro aborto della mia penna obbligata a gl'aggradimenti, che de' suoi tratti sempre mostrasti. Professo di scrivere per debito contratto con la cortesia. Oltre il Xerse, l'Artemisia, e l'Antioco, lo Scipione compatisti, e cumulasti d'applausi l'ossequio, con che, per tua compiacenza, spargo gl'inchiostri. Ricevi ora Muzio Scevola, che tanto più merita compatimento, quanto che egli tutto fece per servire a la patria, ed io tutto faccio per servire al tuo piacere. Non mi privare della tua benignità, e se vedi errori emendali, e compatiscili, mentre io, involto in molt'altre occupazioni, ho fatica ad aver tempo di scrivere, non che di emendare. Troverai qualche sentimento di gentilità, ma raccordati, che parlano persone figurate in tempo, in che non era comparso pur anco il lume delle vera fede. E se trovassi, in qualche altro loco alcun senso, che risenta del cattolico in bocca di un gentile, rifletti, che siccome anco i gentili confessarono la prima causa, ch'è dio, così tutti gl'attributi della divinità potevano dalli medesimi esser, e concepiti, ed espressi.
Compatisci, e vivi felice.