Illustrissimo ed eccellentissimo signore

Come la linea sorta dalla picciolezza d'un punto si stende sino all'ampiezza più vasta della circonferenza, così dal centro della mia devozione s'inalzano alla sfera sublime del merito di v. e. le linee di questi fogli, con un ossequio, c'ha l'anima per origine, e l'immortalità per confine. Tenterei d'abbozzar con penna riverente qualche tratto delle glorie di v. e.; ma non a tutti è lecito effigiar gl'alessandri, e se non tornan gl'omeri, non v'è chi possa tesser encomii a un nuovo Achille. Non si possono ridire gli splendori di v. e. sotto le misure del tempo, e per raccontarle sarebbe necessario, ch'immobilito Saturno si prolungasse l'eternità, come altra volta il sole per render un giorno più lungo s'arrestò ne le sfere. Gradisca perciò l'e. v. l'ossequio di questi fogli: e se nel pubblicarlo ho convenuto lasciarmi prevenire, non mi lascio eccedere; e qui troverà l'e. v. le qualità del vero fine, che suol essere primo nell'intenzione ed ultimo nell'esecuzione; si contenti dunque con l'accoglierli benignamente felicitar la mia fortuna, che si fa gloriosa nel costituirmi in eterno

di vostra eccellenza

um. div. e riverentiss. servo

Nicolò Minato

di Venezia li 26 gennaio 1665

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