Atto quarto

 

Scena prima

Ampia strada di Pompei: da un lato l'esterno dell'anfiteatro: dall'altro, in qualche distanza, il mare. Cittadini riccamente vestiti, alcuni dei quali con séguito di Schiavi: popolani di Pompei e de' paesi vicini ingombrano la scena dirigendosi all'anfiteatro, le di cui porte sono aperte. Vari fra i Popolani trattengono Burbo, e si stringono con esso in colloquio.

 Q 

cittadini, popolani, Burbo

 

POPOLANO

Delle arene, tu antico campione,  

oggi al circo mancar non vorrai.

BURBO

Per Polluce!... sì ghiotto boccone

io lasciar non fui solito mai.

CORO

Gladiatori di Gallia e di Roma

cresceranno alla festa splendor.

Se men grigia tu avessi la chioma,

a lottar scenderesti con lor.

 

BURBO

Il crin l'età m'imbianca,  

ma non l'ardir mi manca,

né alle braccia vigor.

POPOLANO

Nessun l'ignora.

 
II°

Facil vittoria non saresti ancora.

 

Pur men gaio del solito ti mostri!

 
II°

Dell'ateniese forse

il destin ti dà pena?

BURBO

A tutti caro

era in Pompei: sì giovine, sì bello...

POPOLANO

E ricco tanto!...

 
II°

Ei d'Iside il ministro

trucidar non tentò?...

 

Di gelosia

fu un insano furor...

 
II°

Altri più reo

esser di lui potria...

 
I° (a Burbo)

Tu, sì loquace,

or stai lì muto?...

 
II°

È suo cliente Arbace.

(squilli lenti di trombe)

 

Qual suon!  

 
II°

Ecco il ferale

corteo s'avanza.

BURBO

È lui!

POPOLANO

Pallor mortale

sul volto egli ha, ma il piede

franco e sicuro incede.

 
Al suono di funebre marcia, preceduto e seguìto da Soldati, da Guardie, ecc., e circondato da Littori, Glauco attraversa la scena dirigendosi verso l'anfiteatro. Giunto a pochi passi da esso, si arresta. Burbo e i Popolani, insieme ad altri sopraggiunti, si tengono in disparte.

<- Glauco, soldati, guardie, littori

 

Scena seconda

Glauco, Littori, Soldati, ecc., altri Popolani e detti.

 

GLAUCO

Un istante vi chieggo!... Un solo istante  

di questo liber aere

la voluttà ch'io spiri! ~ E tu m'ascolta,

o popolo. ~ Non mente

chi vicino è a morir... Sono innocente! ~

Un dì squarciato il velo

fia d'un mistero infame: il nome mio

or d'onta ricoperto, immacolato

risorgerà! ~ Dopo la tomba ancora

ha la vittima un grido... ~

Popolo, a te le mie vendette affido.

 

O Jone! ~ O di quest'anima    

desio supremo e santo,

non è il morir, ma il perderti

che m'addolora or tanto.

Ah! di me priva, o misera,

qual più ti resta aita?

Lunga agonia di spasimi

per te sarà la vita...

Ma no! ~ conforto siati

la mia memoria, o cara:

d'amor eterna un'ara

per noi l'Eliso avrà.

S

 

ALCUNE VOCI

Vieni!

GLAUCO
(con tutto il trasporto)

Il tuo Glauco, l'ultimo

in terra addio ti dà!

(s'incammina al circo: dopo il corteggio, v'entrano i popolani con Burbo, mormorando fra loro:)

Glauco, soldati, guardie, littori ->

POPOLANO

Non è, non è colpevole,

il suo sembiante il dice.

 
II°

Andiamo: a noi non lice

che fremere e tacer.

BURBO

Andiam: (se n'esco incolume,

miracolo è davver!)

cittadini, popolani, Burbo ->

 

Scena terza

Sallustio e Nidia.

<- Sallustio, Nidia

 

SALLUSTIO

Ben t'affidasti a me: più vero amico  

non ha Glauco in Pompei.

Vieni... lo salverem.

NIDIA

Burbo smentirmi

non oserà.

SALLUSTIO

Se pur l'osasse, fede

trovar potria?... Nel popolo

autorevole ho voce.

Vieni... giustizia avremo.

NIDIA

(Oh questa gioia

concedetemi, o numi, e poi... ch'io muoia!)

(entrano nel circo)

Sallustio, Nidia ->

 

Scena quarta

Jone, indi Arbace.

<- Jone

 

JONE

(si avanza a passi concitati: ha il volto pallido, la chioma scarmigliata, le vesti discinte: tutto palesa il delirio ond'è agitata)

Glauco, ove sei?... d'intorno a me non sento  

spirar l'ambrosia, indizio

della presenza tua... T'affretta! L'ara

d'Imen ci attende: un talamo di fiori

la Grecia a noi prepara... oh vien! d'amarmi

dicevi tanto, e puoi così lasciarmi? ~

Dèi, qual truce fantasma!... l'infocato

sguardo fissa su me... m'insegue... Scampo

dove trovar?... ~ Il lampo

mi brilla d'un pugnal... Ah Glauco!... desso! ~

D'un anatema orribile

il grido ascolto... avvinto

l'han di ritorte... al circo è tratto!... ~ II mio

Glauco salvar or chi può mai!

ARBACE

Sol io!

<- Arbace

 

JONE

Tu?!... ~ ti conosco al fremito  

che nel mio sen ridesti...

Arbace sei! tu irridere

al mio dolor vorresti.

ARBACE

Salvarlo io posso. ~ L'arbitra

del suo destin sei sola.

JONE

Io?... tu m'inganni.

ARBACE

Un'unica

chieggo da te parola...

JONE

Oh, ti comprendo!... scostati!

Rabbrividir mi fai.

ARBACE

D'un lungo amore e fervido

dammi mercé...

JONE

No, mai!

ARBACE
(con amaro sarcasmo)

Così leggiadro, ei vittima

fia d'una belva e pasto...

Pensa!

JONE

Più rio supplizio

l'aspetto tuo mi dà...

Tutto a soffrir io basto,

tranne l'infamia... va!

ARBACE
(come sopra)

L'ami tanto e l'abbandoni,

a sì crudo, atroce fato?...

Questo è il premio che gli doni,

della fé ch'ei t'ha serbato!

Vieni, oh vieni di sua morte

impassibil spettatrice,

a te piangere non lice,

debol senso è la pietà...

Vien, gli apprendi ad esser forte...

di te degno ei morirà.

JONE

Godi, insulta a mia sventura,

va' superbo del mio pianto;

vitupero di natura,

per te nulla al mondo è santo.

Come folgor mi percuote

quel sorriso tuo beffardo:

vanne... togliti al mio sguardo,

altro chiederti non so...

Delle furie sacerdote,

te l'Averno scatenò!

(squillo di trombe dal circo)

JONE

(con grido disperato)

Ah!

ARBACE

Tremar ti veggo!... Impreca

a me ancor nell'ira cieca.

JONE

Dèi, pietà! pietà!

ARBACE

Tu pria

di me l'abbi... ~ Sarai mia?

Un accento!... hai tempo ancora...

mia sarai?... rispondi...

JONE

No!

No!...

ARBACE

Il volesti... ebben, ch'ei mora!

Vendicato almen sarò!

JONE

Oh, perdonami! Tua schiava

ecco io cado a' tuoi ginocchi...

il dolor in me parlava...

Deh pietà di lui ti tocchi!

Se mercede non poss'io

a te rendere d'amor,

come un padre, come un dio

t'avrò sempre nel mio cor.

ARBACE

A' miei piedi supplicante,

avvilita alfin ti veggo...

me sprezzar volesti amante,

altri affetti a te non chieggo.

Preghi invano: or t'odio tanto

quanto amato t'ho finor...

Del suo sangue, e del tuo pianto

sitibondo ho solo il cor!

 
(entra nel circo. Jone lo segue, anelante: ad un tratto indietreggia come colpita da ribrezzo)

Arbace ->

 

Scena quinta

Jone sola.

 

JONE

No, non mi regge il cor!... di me più forte  

è l'angoscia del duol.

VOCI
dal circo

Grazia!

JONE

Qual grido!

VOCI
dal circo

Arbace a morte!...

JONE

Non è sogno il mio...

sperar ancora e non morir poss'io!

Tuono sotterraneo.

JONE

Ahimè!... vacilla il suol... Tuona de' numi  

minacciosa la voce...

VOCI
dal circo

Il tremuoto! ~

Alle case! ~ Fuggiam! ~

JONE

Nuovo m'invade

terror... che fia! ~ Dal circo

il popolo si versa...

 
Cittadini, Popolani d'ambo i sessi, confusi a' Patrizi, a' Schiavi e Gladiatori escono, ecc. dall'anfiteatro urlandosi e accalcandosi gli uni sugli altri, e dirigendosi a parti diverse.

<- cittadini, popolani, patrizi, schiavi, gladiatori

 

 

Oh, chi novella

del mio Glauco mi dà! Ruini il mondo

ma ch'io lo vegga un'altra volta!

(si precipita tra la folla. Glauco esce dal circo insieme a Nidia e Sallustio; Jone manda un grido di gioia)

<- Glauco, Nidia, Sallustio

 

È desso!

 

Scena sesta

Glauco, Nidia, Sallustio e detta e Popolo.

 

GLAUCO E JONE

(avanzandosi, e con tutto l'entusiasmo)

Sento intera la vita in quest'amplesso!  

 

 

Sì, m'abbraccia! oh gioia immensa  

che uman labbro non esprime!

Un istante ci compensa

giorni e giorni di dolor.

In quest'estasi sublime

duri eterno il nostro amor.

NIDIA

Nulla in terra or più mi resta,

consumato ho l'olocausto...

quella gioia a me funesta

io non valgo a sostener.

SALLUSTIO

D'avvenir ognor più fausto

questo dì vi sia forier.

 

JONE
(a Glauco)

Ma chi t'ha salvo?... narrami...

GLAUCO

Vedi...

(accennando Sallustio e Nidia)

SALLUSTIO

Non io, fu dessa.

JONE E GLAUCO

Tu, Nidia!...

SALLUSTIO

Il troppo giubilo

muta la fa...

JONE
(con tenerezza)

Tu stessa!

SALLUSTIO

Ella al pretor le perfide

frodi svelò d'Arbace...

JONE

Di me, di me tu, Nidia,

più fortunata e audace!

 
Nuova detonazione: colonne di denso e nero fumo s'innalzano per l'aria.
 

GLAUCO E SALLUSTIO

Ah!...

SALLUSTIO

D'infocata cenere

un turbo ci circonda...

GLAUCO

Trema la terra... addensasi

notte su noi profonda.

(tratto, tratto, torme di fuggiaschi d'ogni età e d'ambo i sessi, traversano la scena: alcuni di essi, recano urne e oggetti preziosi)

<- torme di fuggiaschi

torme di fuggiaschi ->

CORO

Fuggiamo!... Al mar!...

SALLUSTIO

Avrà una nave il lido...

(si allontana rapidamente)

Sallustio ->

JONE

Stretta al tuo seno, o Glauco,

ogni periglio io sfido.

Il tuo destino è il mio.

GLAUCO

Vieni!...

(a Nidia che resta immobile e pensierosa)

NIDIA

Restar degg'io...

 

GLAUCO

Vieni, la Grecia ~ tu rivedrai.  

JONE

In me una tenera ~ sorella avrai.

Se a noi sorriso ~ la vita appresta,

ognor diviso ~ con te sarà.

GLAUCO

Deh, vieni, o Nidia! ~

NIDIA

No, qui m'arresta

una terribile ~ necessità.

JONE

Di gemme splendide ~ ti farò dono,

di schiave e porpore ~

NIDIA

Per me che sono?

GLAUCO

Oh non è vero ~ che ci ami tanto!

JONE

A questo pianto ~ resisti ancor?

GLAUCO

Grave nell'anima ~ chiudi un mistero...

NIDIA

(Codarda! ed esito?... ~ O Grecia, o amor!)

 
Nuova e più terribile detonazione, cui s'aggiunge il rumore lontano del Vesuvio e del mare agitato: un negro nembo involge d'improvviso l'aria e la terra.
 

JONE E GLAUCO

Non vedi?... perderci ~ vuoi teco?... vieni!

NIDIA

Giorni v'arridano ~ sempre sereni.

Addio... qui resto. ~

GLAUCO

Sì ingrata sei!

NIDIA
(disperatamente)

D'amor funesto ~ ardo per te!...

GLAUCO E JONE

Tu!... tu!...

NIDIA

(a Jone)

Perdonami. ~

(a Glauco)

Serbati a lei...

del mar i vortici ~ sien tomba a me.

(fugge rapidamente e sparisce nelle tenebre)

Nidia ->

 

JONE

Che intesi!...

GLAUCO

Ahi misera!... ~

JONE

Dov'è?... disparve.

GLAUCO

Veder là un candido ~ velo mi parve...

è dessa!...

JONE

Salvisi... ~

GLAUCO

Vana è l'aita!

SALLUSTIO
(dal fondo)

O Glauco, Glauco ~ t'affretta... vien!

<- Sallustio

JONE E GLAUCO

Se a noi la sorte ~ lo vieta in vita,

congiunti in morte ~ saremo almen!

 

CORO

Ardenti corrono ~ le lave a fiumi,  

le mura crollano, ~ l'are de' numi:

a noi l'estremo ~ fato sovrasta...

Voragin vasta ~ Pompei si fa.

Nel mar rifugio ~ trovar potremo...

al mar!... la patria ~ con noi verrà!

 
Glauco e Jone corrono abbracciati verso il mare confusi alla Folla che si accalca da ogni parte nell'estremo della disperazione. Fra le grida di spavento e il fracasso de' crollanti edifizi, cala la tela.
 

Fine (Atto quarto)

Atto primo Atto secondo Atto terzo Atto quarto

Ampia strada di Pompei: da un lato l'esterno dell'anfiteatro, le di cui porte sono aperte: dall'altro, in qualche distanza, il mare.

cittadini, popolani, Burbo
 

Il crin l'età m'imbianca

(squilli lenti di trombe)

Qual suon! / Ecco il ferale

(suono di funebre marcia)

cittadini, popolani, Burbo
<- Glauco, soldati, guardie, littori

Un istante vi chieggo!

Glauco, poi voci e Burbo
O Jone! O di quest'anima
cittadini, popolani, Burbo
Glauco, soldati, guardie, littori ->
 
cittadini, popolani, Burbo ->
<- Sallustio, Nidia

Ben t'affidasti a me: più vero amico

Sallustio, Nidia ->
<- Jone

Glauco, ove sei? d'intorno a me non sento

Jone
<- Arbace

(squillo di trombe dal circo)

 
Jone
Arbace ->

No, non mi regge il cor!

(tuono sotterraneo)

Ahimè!... vacilla il suol

Jone
<- cittadini, popolani, patrizi, schiavi, gladiatori

Jone, cittadini, popolani, patrizi, schiavi, gladiatori
<- Glauco, Nidia, Sallustio

Sento intera la vita in quest'amplesso!

Glauco, Jone, Nidia, Sallustio, poi Coro
Sì, m'abbraccia! oh gioia immensa

(nuova detonazione: colonne di denso e nero fumo s'innalzano per l'aria)

 
Jone, cittadini, popolani, patrizi, schiavi, gladiatori, Glauco, Nidia, Sallustio
<- torme di fuggiaschi

(alcuni fuggiaschi recano urne e oggetti preziosi)

Jone, cittadini, popolani, patrizi, schiavi, gladiatori, Glauco, Nidia, Sallustio
torme di fuggiaschi ->
 
Jone, cittadini, popolani, patrizi, schiavi, gladiatori, Glauco, Nidia
Sallustio ->
 

(nuova e più terribile detonazione. Un negro nembo involge d'improvviso l'aria e la terra)

 
Jone, cittadini, popolani, patrizi, schiavi, gladiatori, Glauco
Nidia ->
 
Jone, cittadini, popolani, patrizi, schiavi, gladiatori, Glauco
<- Sallustio
 

(fra le grida di spavento e il fracasso de' crollanti edifizi, cala la tela)

 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta
Taverna di Burbo; da un'asse confitta nel muro, pendono orci d'olio ed anfore di vino: altre anfore sparse... Stanza di Jone riccamente addobbata; le porte son chiuse da cortine di porpora e le pareti adorne di dipinti. Porticato della casa di Jone; nel centro del giardino, un'elegante fontana, e qua e là bizzarramente... Piazza in Pompei; da un lato la casa d'Arbace dinanzi al cui maestoso vestibolo si levano due enormi sfingi:... Sala nella casa d'Arbace; alcune lampade di stupendo lavoro pendenti dal soffitto, mandano una... Una luce improvvisa e vivissima rischiara la scena; la cortina sparisce e lascia scorgere un ridente... Ampia strada di Pompei: da un lato l'esterno dell'anfiteatro, le di cui porte sono aperte: dall'altro,...
Atto primo Atto secondo Atto terzo

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