Scena prima Bosco sacro a Diana. Facciata del tempio della dèa sulla destra. Spiaggia di mare in prospetto con dirupati pericolosi scogli a sinistra. Vedesi elevata nella sommità dello scosceso sasso un'alta impenetrabil torre, che difende il lido, e scopre di lontano i legni, che vengono per approdare al medesimo.
S'apre la scena subito che incomincia la sinfonia, qual esprime il rumore d'un'orrida, furiosa tempesta. Cielo ingombro d'oscurissime nuvole, pioggia, grandine, tuoni, baleni, e fulmini. Il mare è agitato, e sconvolto dal contrasto d'impetuosi venti, che scuotono, piegano, ed abbattono gli alberi della vicina selva. Comparisce da lunge una lacera, e sdrucita nave. Balzando lo smarrito legno qualche tempo incerto per l'onde, dal furor della procella è trasportato infine ad urtare, ed a infrangersi contro gli opposti scogli. Molti de' naviganti periscono nel burrascoso mare; alcuni pochi se ne salvano sullo scoglio medesimo.
Si dissipa nel tempo dell'andante della sinfonia la tempesta. Si calman l'onde: il cielo si rasserena.
Accorrono gli Sciti sul lido per far preda delle reliquie del naufrago naviglio. S'attacca sulla spiaggia un ostinato, e fiero combattimento, misurato, ed espresso dal secondo allegro della sinfonia. La resistenza degli assaliti non può tener lungamente contro la forza degli aggressori. Il maggior numero gli opprime. Eccoli tutti in catene, alla riserva d'un solo, che armato di scudo, e di spada, dall'intera turba ostinatamente si difende. Inoltrandosi così combattendo verso la sacra foresta, allo strepito inusitato delle armi esce dall'atrio del tempio la gran sacerdotessa di Diana. Il coraggio del valoroso straniero la riempie d'ammirazione. Comanda agli Sciti di non profanare il sacro recinto: e cessa al primo suo cenno il combattimento, colla sinfonia.
Ifigenia, e Pilade.
Scena sesta Vasto anfiteatro contiguo alla reggia. Palco reale con trono sulla destra. Serragli di fiere in prospetto. Cancelli nel fondo, che congiungono le due estremità dell'anfiteatro. A questo si scende da un'elevata collina circondata, ed adorna di magnifiche fabbriche. Dalla sommità della medesima s'inoltra Merodate, re de' Sarmati sopra fastoso carro tirato da quattro domite fiere. È preceduto da una marcia di militari istrumenti: dalle sue Guardie, e da molti Schiavi mori, che vengono conducendo in catene belve, Nani, e Giganti; nuziali doni, che alla real Tomiri destina il genio incolto del settentrionale stravagante monarca. Molti Paggi mori splendidamente vestiti circondano il carro. Altri Guerrieri sarmati lo seguono; e la curiosa turba della popolar moltitudine disordinatamente l'accompagna. Toante, ed Ifigenia scortati da' reali custodi vengon ad incontrarlo nell'anfiteatro.
Merodate, Toante, ed Ifigenia.
Scena settima Mentre cantasi il coro, si ritira il carro di Merodate: Tomiri venendo colle sue guardie dal fondo dell'anfiteatro, s'arresta ad osservar con ironica ammirazione lo strano corteggio, ed i mostruosi doni del sarmate regnante.
Tomiri, e detti.
Scena ottava Gli attori della scena precedente, indi Pilade, e Oreste.
Scena nona Cortile nella reggia.
Pilade disarmato, e stretto fra le Guardie, che lo circondano. Oreste tentando aprirsi una strada col brando per soccorrer l'amico. Toante inseguendoli alla testa d'un'altra schiera di Sciti.
Scena decima Pilade, e Oreste fra le Guardie, che con violenza a separarli gli affrettano.
Scena quarta Magnifica sala regia splendidamente adorna d'illuminazione trasparente. Ara nel mezzo col simulacro della Concordia.
Ifigenia, e Tomiri.
Scena quinta Toante, Merodate, e dette.
Satrapi della Scizia.
Paggi, e Mori, che portan piumacci riccamente coperti d'oro, e d'argento. Custodi reali, e Guardie.
Scena sesta Cupo, ed orridissimo fondo di torre, chiuso da una cataratta, che aprendosi, serve di scala per discendervi. A destra, ed a sinistra cancelli praticabili, che introducono a diverse prigioni.
Pilade, e Oreste da diversi cancelli.
Scena terza Sotterraneo del tempio di Diana, che rappresenta un cavernoso, e profondo speco. È questo illuminato soltanto dalla squallida, incerta luce dell'accese lampade, che tengono sospese in aria le misteriose sfingi, situate all'intorno per ornamento terribile della tenebrosa spelonca. Sacro tripode nel mezzo innanzi al fatal simulacro della dèa triforme, trasportato quivi per compire il crudel sacrifizio. Scala da un lato, per chi s'ascende al tempio. Oscuro vestibolo dall'altro, ove si conservan l'armi, e le spoglie de' miseri, che furon già barbaramente sacrificati.
Toante con funerea face nella destra. I sacri Ministri si vedono schierati al comparir della scena intorno all'ara del nume; e sostengono sopra bacili d'oro gli strumenti del sacrifizio.
Pilade, e Oreste preceduti da Ifigenia, lentamente s'avanzano tra i reali custodi nel tempo che cantasi il coro.
Scena nona Veduta interna di vasto e splendidissimo tempio consacrato a Diana. Ara magnifica nel mezzo, senza la statua del nume.
Toante con i suoi custodi reali; indi i sacri ministri, che ascendono dal sotterraneo del tempio; poi Tomiri da un'altra parte alla testa d'una schiera d'armati.
Scena decima Merodate dal fondo della scena e detti.