Atto quarto

 

Scena prima

Sala semidiroccata di un castello sul lago Trasimeno. In fondo a destra una scalinata conduce alla terrazza di una vecchia torre da cui traspare un lembo di cielo, solcato da neri nuvoloni. A sinistra pure sul fondo due porte le quali aprendosi lasciano vedere il lago. Altre due porte laterali. È notte tempestosa. Una lampada rischiara debolmente la scena.
Amalasunta seduta, immersa in un cupo silenzio: alcune Damigelle le stanno intorno.

 Q 

Amalasunta, damigelle

 

DAMIGELLE

(parlando fra loro)  

Oh, come rugge la tempesta!... Udite?...

Con sinistro fragor, del lago i flutti

solleva il vento sibilando, e l'etra

la folgore rischiara...

AMALASUNTA

Ahi... Triste idea!...

DAMIGELLE

Favella seco stessa... Ah, la ragione

l'infelice smarriva, il dì fatale

che qui all'esilio la dannar.

AMALASUNTA

Lo sento...

Me chiama il figlio... e, nel lenzuol funebre

avvolto, un uomo gli è d'accanto... oh il veggio!

Sveno... Sveno tu sei!... Che parli?... E puoi

maledirmi così?... Ah no, non fia!...

Troppo il vivere è grave all'alma mia!...

 

DAMIGELLE
(fra loro)

Geme e soffre... l'atroce sventura  

di sua mente il sereno offuscò.

Così buona, sì candida e pura

già tremendi dolori provò.

(partono)

damigelle ->

 

AMALASUNTA

(inginocchiandosi)  

O signor, che col sangue hai redento

dei mortali feroci il destino,

d'una misera ascolta il lamento,

su lei volgi lo sguardo divino.

Figlio, amici, corona perdei!...

Deh, mi togli, o signor, questa vita.

Tu che padre pei miseri sei

deh, perdona alla donna tradita!

 
(si sente un fragore d'armi che va sempre più avvicinandosi)
 

Scena seconda

Sveno seguìto da alcuni Guerrieri romani ed Amalasunta.

<- Sveno, guerrieri romani

 

SVENO

(accorrendo ad Amalasunta)  

Ti riveggo... oh gioia!

AMALASUNTA

(indietreggiando con terrore)

Ognora

la sua larva appar così!...

SVENO

Di salvarti è tempo ancora...

Per salvarti io venni qui!

Oh quante montagne stanotte ho varcato,

per aspri sentieri, dei lampi al chiaror!

Tra gli ermi dirupi la mano del fato

i passi guidava del mio corridor!

Coll'oro corruppi gli sgherri inumani;

dell'empio i disegni svelarono a me...

Fra poco a svenarti verranno gli insani...

qui corsi a salvarti o morire con te.

AMALASUNTA

Deh, taci!... Vaneggi... Che parli di morte?

Quest'oggi serena ci arride la sorte.

SVENO

(con affetto e rapidamente)

Vieni... fuggiam! Propizia

è la tempesta a noi.

Vieni... I miei fidi attendono,

salvare ancor ti puoi!

In altre terre profughi

scampo securo avremo.

Là, ignoti al cielo e agli uomini,

vivere ancor potremo!

 
(dal fondo entra Gualtiero)

<- Gualtiero

 

AMALASUNTA

(sempre delirando e sorridente)

Taci... che l'onda aspetta...

Azzurro è il ciel sereno...

sull'agile barchetta,

vieni, ci culli il mar!

Vedi, soave e placido

tramonta il sole, o Sveno...

della mia vita il tramite

voglio così troncar!

SVENO
(disperatamente)

Infelice!... Non m'ode... O sventura!

Ah, ritorna in te stessa!...

GUALTIERO

(che in quel frattempo avrà spiato dalla porta in capo allo scalone, accorrendo rapidamente)

T'affretta!

Già d'armati risuona il fragor!

SVENO

(tentando trascinare Amalasunta)

Vieni... Ah vieni!

AMALASUNTA

(abbandonandosi sulla sedia)

La lieve barchetta...

sovra il mare ci culli...

GUALTIERO

Oh terror!

SVENO

A forza ci tragga!...

ALCUNI ROMANI

(accorrendo da una porta laterale)

È tardi! T'arresta!

Già cinto è il castello.

SVENO

La morte ci resta!

CORO DI GOTI
(interno)

S'atterrin le porte!

GUALTIERO

Più speme non v'è!

SVENO

(sguainando la spada)

Guerrieri, a pugnare venite con me!

 
(Sveno getta un ultimo sguardo sopra Amalasunta quasi assopita, e parte con Gualtiero ed i guerrieri)

Sveno, Gualtiero, guerrieri romani ->

 

Scena terza

Si ode il lontano cozzo delle armi ed il fragore della pugna.
Damigelle accorrendo atterrite.

<- damigelle

 

DAMIGELLE

Regina, regina. Deh, sorgi... ti desta;  

non odi dell'armi la furia funesta?

AMALASUNTA

Voi piangete?... Sul mio ciglio

ora il pianto inaridì...

(il rumore si va sempre più avvicinando)

Non sapete?... Aveva un figlio...

Era bello... eppur morì!...

 
(molti Romani attraversano la scena fuggendo nella massima confusione e gridando)

<- guerrieri romani

GUERRIERI ROMANI

Fuggite! I nemici già infranser le porte!...

Fuggite! O v'attende terribile morte.

(partono; le donne fuggono anch'esse; la scena resta deserta)

guerrieri romani, damigelle ->

 

AMALASUNTA

(sempre immobile e sorridente)

...Dalla madre l'han diviso;

poca terra il ricoprì.

E la madre dell'ucciso

più non piange da quel dì!...

 
(il fragore della mischia è al colmo. Sveno mortalmente ferito si precipita sulla scena, e va a cadere ai piedi di Amalasunta. Sul limitare della porta in fondo compare Teodato co' la spada sguainata, seguìto da Lausco e Svarano)
 

Scena ultima

Amalasunta, Sveno, Teodato, Lausco, Svarano.

<- Sveno, Teodato, Lausco, Svarano

 
(la scena è rischiarata dai lampi)
 

AMALASUNTA

(nel vedere Sveno moribondo, quasi destandosi da un sogno)  

Tu Sveno!... Che miro?...

SVENO
(con voce morente)

Salvarti... voll'io...

L'estremo sospiro... tu accogli... del cor...

AMALASUNTA

(alzando le mani al cielo disperatamente)

O morte, a che tardi?

TEODATO

(con feroce ironia, avanzandosi)

Fia pago il desio!...

La morte che chiedi, io t'arreco!

SVENO

(tentando sollevarsi)

Oh furor!

 

TEODATO

Col tuo drudo ai danni miei  

qui tessevi inganni ancora.

In mia possa alfine or sei...

di tua morte è giunta l'ora!...

(sguainando il pugnale)

Questo ferro, ah tu no 'l sai,

il tuo figlio uccise un dì!

Sfondo schermo () ()

 
(Sveno con supremo sforzo afferrando la spada si solleva per slanciarsi su Teodato, ma fatti alcuni passi ricade al suolo e muore. La tempesta rumoreggia co' la massima violenza)
 

 

(gettando il suo pugnale ai piedi di Amalasunta)

Or lo prendi. ~ A te il serbai,

or che il fato si compì!

AMALASUNTA

(afferrando il pugnale e sollevandosi in tono profetico e solenne)

Godi!... Ma ascoltami:

vicina a morte,

io la tua sorte

predico a te!

Ancora un anno...

poscia al cospetto

del cielo ~ giudice

t'aspetto ~ o re!

(si uccide e va a cadere presso il cadavere di Sveno)

LAUSCO E SVARANO

Un anno!

TEODATO

(tremante)

I delitti han forse un confine

che il piede dell'uomo varcare non può?...

 

<- guerrieri goti

GUERRIERI GOTI

(prorompendo sulla scena con faci ed armi insanguinate)

Del sangue degli empi ~ rosseggian le sale,

già cadder svenati ~ dal nostro pugnale,

e il popol di schiavi ~ che Italia rinserra

fra i re della terra ~ Teodato acclamò!

 

Fine (Atto quarto)

Atto primo Atto secondo Atto terzo Atto quarto

Sala semidiroccata di un castello sul lago Trasimeno; in fondo a destra una scalinata conduce alla terrazza di una vecchia torre da cui traspare un lembo di cielo, solcato da neri nuvoloni; a sinistra pure sul fondo due porte le quali aprendosi lasciano vedere il lago; altre due porte laterali; è notte tempestosa; una lampada rischiara debolmente la scena.

Amalasunta, damigelle
 

Oh, come rugge la tempesta! Udite?

Amalasunta
damigelle ->

(fragore d'armi che va sempre più avvicinandosi)

Amalasunta
<- Sveno, guerrieri romani
Sveno e Amalasunta, Gualtiero
Ti riveggo, oh gioia! / Ognora
Amalasunta, Sveno, guerrieri romani
<- Gualtiero
 
Amalasunta
Sveno, Gualtiero, guerrieri romani ->

(lontano cozzo delle armi e fragore della pugna)

Amalasunta
<- damigelle
Damigelle e Amalasunta, Coro
Regina, regina. Deh, sorgi, ti desta

(il rumore si va sempre più avvicinando)

Amalasunta, damigelle
<- guerrieri romani
 
Amalasunta
guerrieri romani, damigelle ->
 

(il fragore della mischia è al colmo)

Amalasunta
<- Sveno, Teodato, Lausco, Svarano

(la scena è rischiarata dai lampi)

Tu Sveno!... Che miro? / Salvarti voll'io

Teodato, Amalasunta, Coro
Col tuo drudo ai danni miei

(Sveno ricade al suolo e muore; la tempesta rumoreggia co' la massima violenza)

 

(Amalasunta si uccide)

 
Amalasunta, Sveno, Teodato, Lausco, Svarano
<- guerrieri goti
 
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena ultima
Atrio del castello di Pavia; è notte. Ricca sala nel castello di Pavia; in fondo un gran verone dal quale si vede la pianura e in lontananza... Sala gotica nel castello di Pavia; una porta in fondo. La gran pianura di Pavia: si scorge a gran lontananza la città; da un lato s'innalzerà un trono formato di... Sala semidiroccata di un castello sul lago Trasimeno; in fondo a destra una scalinata conduce alla...
Atto primo Atto secondo Atto terzo

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