Atto secondo

 

Scena prima

Ricca sala nel castello di Pavia; in fondo un gran verone dal quale si vede la pianura e in lontananza l'Appennino; due porte laterali.
Amalasunta sola.

 Q 

Amalasunta

 

AMALASUNTA

(guardando dal verone)  

Ecco la luce... Coi suoi raggi il sole

le tenebre disperde; e tu svanisci

fatal notte che a me toglievi il figlio,

unica speme del mio core!... Oh, come

sulla fronte mi pesa questa triste

aurea corona!...

 
(alcune giovinette che passano sulla via, cantano in lontananza)

<- giovinette

CORO ESTERNO

Un giorno in quest'ora  

per via m'incontrò.

Spuntava l'aurora

quand'ei mi baciò.

È bello il suo viso,

mi piace il suo cor,

mi piace quel riso

che parla d'amor!

 

AMALASUNTA

(prestando ascolto)  

...All'opra usata allegre

quelle fanciulle avviansi cantando. ~

Come sfavilla in quelle voci tutto

il contento dell'anima!... Io qui soffro!

Un abisso ritrovo in ogni loco,

in ogni sguardo un tradimento... Ahi lassa!

 

CORO ESTERNO

(come sopra)

Di gemme e castelli

se il ciel mi privò,

degli anni più belli

la fé mi lasciò. ~

E tu, o giovinezza,

che allieti il mio cor,

mi doni l'ebbrezza,

mi doni l'amor!

(il canto si perde in lontananza)

giovinette ->

 

AMALASUNTA

Eppure un dì di rosee    

sembianze rivestita

dono del cielo agli uomini

mi si pingea la vita. ~

Quando tra feste e gaudii

col nero crin gemmato

i giorni miei trascorrere

potea del padre allato.

Or fra le tristi tenebre

presso all'altar di dio

con disperati aneliti

la morte invoco anch'io.

Or che svanir le liete

larve di pace e amor,

or che si pasce l'anima

di lutto e di dolor!

S

 

Scena seconda

Gualtiero e detta.

<- Gualtiero

 

AMALASUNTA

Gualtiero...  

GUALTIERO

I campi intorno

noi percorremmo invano.

Co' suoi guerrieri Svarano

dai monti ritornò.

Sovra innocente vittima

s'aggraverà il destino...

L'orma dell'assassino

nessuno ancor trovò.

AMALASUNTA

Che vuoi tu dire?

GUALTIERO

Ruggono

gli odi finor oppressi.

AMALASUNTA

Li sprezzo...

GUALTIERO

Qui congiurano

i tuoi guerrieri istessi. ~

In queste sale splendide,

quai serpi in mezzo ai fiori,

intorno a noi s'aggirano

codardi traditori.

E con inique trame

spinger le ingorde brame

alla corona ardiscono

che il padre a te lasciò!

AMALASUNTA

Noti a me sono i perfidi,

le loro trame io sfido.

Abbandonata ed orfana

solo nel ciel confido.

Serto di spine è questo

che cinge il capo mio:

se me lo toglie iddio,

la fronte piegherò.

GUALTIERO

Qui messagger dei principi

Lausco verrà fra breve.

AMALASUNTA

M'odia. ~ Un infausto annunzio

certo recarmi ei deve. ~

GUALTIERO

Già i tuoi nemici adunansi

armati in queste mura

ai colpi suoi la vittima

segnata ha la congiura.

AMALASUNTA

Sveno?

GUALTIERO

L'hai detto. ~ Gli empi

di perderlo han giurato.

Al ferro del carnefice

è il capo suo serbato.

AMALASUNTA

Stolti! Io saprò difenderlo!

GUALTIERO

Forse...

AMALASUNTA
(con nobiltà)

O per lui morrò.

L'amo!

GUALTIERO

Deh, taci!

AMALASUNTA

Lasciami!

GUALTIERO

E sola resti?

AMALASUNTA

Il vo'.

(partono da opposti lati)

Gualtiero, Amalasunta ->

 

Scena terza

Lausco e Svarano entrano cautamente.

<- Lausco, Svarano

 

SVARANO

La vedesti?  

LAUSCO

Piangeva; e quel pianto

un inferno nel petto mi desta.

SVARANO

E che pensi?

LAUSCO

Che a compier ci resta

di Teodato il volere. ~

SVARANO

Frattanto

simulare ne giova. ~ Il mistero

della mente nasconda il pensiero. ~

LAUSCO

Per lei scampo più in terra non v'ha; ~

s'essa cede, perduta sarà. ~

 

SVARANO

La gente romana ~ prostrata ed inulta  

che un tempo sul mondo ~ superba regnò,

caduta nel fango ~ ci sprezza, c'insulta,

al giogo ribelle ~ piegarsi non può.

Ma il ferro del barbaro,

forier di ventura

al suolo atterrando

di Roma le mura,

l'italica terra

di sangue inondò!

Costei che di sensi ~ romani è nutrita

il brando dei padri ~ vorrebbe spezzar;

clemente redimer ~ la schiatta aborrita,

sul trono con essa ~ chiamarla a regnar.

Ma il ferro del barbaro

ancor non è infranto:

foriero per gli empi

di lutto e di pianto,

più splendido al sole

s'appresta a brillar!

 

Scena quarta

Amalasunta, Lausco e Svarano.

<- Amalasunta

 

LAUSCO

(inchinandosi in umile atteggiamento)  

Alla regina messagger m'invia

il consesso dei prenci e dei guerrier.

AMALASUNTA

Parla, signor.

LAUSCO

Nella parola mia

de' tuoi fedeli udrai franco il pensier!

Una nemica parricida mano

a noi il re, a te toglieva il figlio.

A che celarlo? Il tradimento insano

cinge il trono di lutto e di periglio.

(marcato)

Di questo scettro che ora stringi... puoi

l'immane pondo sostener tu sola?

AMALASUNTA

Mal t'intendo, guerrier... Da me che vuoi?

Oscura giunge a me la tua parola.

 

LAUSCO

Su quel trono a te d'accanto  

cinga un prence la corona.

Se finor la madre ha pianto,

la regina or dée regnar.

 

AMALASUNTA
(quasi parlando a sé stessa)

Dunque, o schiava, tergi il pianto!    

Su, di fiori t'incorona!

Pronta è l'ara; non di pianto,

questa è l'ora d'esultar!...

Di mio figlio dal letto di morte

voi volete condurmi all'altar?

Sceglier dunque m'è forza un consorte,

queste bende funeree squarciar?

S

 

SVARANO

E possente adorata reina

sovra i Goti regnar tu potrai;

poiché salva da certa rovina

in tal guisa l'Italia sarà.

LAUSCO

Del sangue dei regi

prescelto dal fato,

vi ha un prence che al trono

sol puote aspirar.

AMALASUNTA

Chi è desso? Rispondi!

LAUSCO

S'appella Teodato.

AMALASUNTA

Teodato dicesti?... (Mi sento mancar!)

LAUSCO

Nell'ombra e nel silenzio,

solo col suo pensiero,

visse del mondo immemore,

fido alla patria e al re.

Non è guerrier, ma a reggere

il contrastato impero,

i fidi tuoi te n' pregano,

devi innalzarlo a te!

AMALASUNTA

Non fia mai!

SVARANO

Che parli, o regina?

AMALASUNTA

Io no 'l deggio.

LAUSCO

Da certa rovina

puoi tu sola la patria salvar!

SVARANO

Bada, o donna! Secreta, possente

dei romani l'astuzia congiura.

Se sul trono regnar vuoi secura,

no, me 'l credi, non devi esitar.

 

LAUSCO

Che risolvi?  

AMALASUNTA

No 'l deggio.

LAUSCO

(deposto l'umile atteggiamento e minaccioso)

Al comun voto

Amalasunta ceda! ~ A te pon mente!

AMALASUNTA

E tanto ardisci? ~ Parti!

LAUSCO

Ancor m'udrai!

Avvi un romano in questa corte: -ha nome

Sveno- e tu l'ami!

AMALASUNTA

(Cielo!)

LAUSCO

(afferrandola per la mano)

Incauta, trema!

Se esiti o nieghi, in questo istesso istante

sarà Sveno dannato a orrendo scempio.

Della morte del figlio a tutti innanzi

io qui l'accuserò!

AMALASUNTA
(con impeto)

Menzogna infame!

Egli è innocente... e tu lo sai!

LAUSCO

Che importa?

SVARANO

Egli è romano. ~ Qui ciascun l'aborre.

Il popolo è a noi ligio ~ e speri invano!

AMALASUNTA

Ahimè!...

SVARANO

Risolvi.

AMALASUNTA

(dopo un istante d'esitazione)

Ebbene... ei fia salvato.

A me consorte, sarà Teodato.

 

SVARANO

Dell'impero dei Goti la stella  

s'oscurava nell'italo cielo.

Ma fra breve più fulgida e bella

la vedranno i nemici brillar,

e nel fango dovranno gli ignavi,

sempre schiavi, servire e tremar!

AMALASUNTA

(Ahi, s'oscura, tramonta mia stella

che finora brillò senza velo.

O signor, tu che regni nel cielo

i miei passi tu devi guidar.

E redenti dovranno gl'ignavi,

non più schiavi, al mio nome acclamar!

Insieme

LAUSCO

(Io trionfo! Più fulgida e bella

la mia stella risplende nel cielo.

La perduta possanza che anelo

sol Teodato a me puote ridar.

E nel fango dovranno gli ignavi,

sempre schiavi, servire e tremar!)

 
(alle ultime parole Sveno compare in fondo alla scena. Lausco e Svarano escono gettando su Sveno uno sguardo di trionfo)

<- Sveno

Lausco, Svarano ->

 

Scena quinta

Amalasunta e Sveno.

 

SVENO

Grida di gioia risuonar qui sento.  

AMALASUNTA

(Ah, tutto ignora.)

SVENO

Eppure d'Alarico

l'inulta salma nell'avel non scese.

AMALASUNTA

Chi del figlio a me parla?... In queste soglie

sanguigna luce spanderan fra breve

a sacrileghe nozze le votive

faci d'Imene. ~ A che mi guardi? Il fato

a me l'impone; sarà re Teodato.

SVENO

(arretrando con grido di dolore)

Ah!

 

AMALASUNTA

Tu piangi? Io asciutto ho il ciglio.    

Mai non piange una regina.

Della patria nel periglio

ogni affetto tacer dée.

Quel poter che mi trascina

d'altro amore è in me più forte,

affrontar saprei la morte...

se la patria il chiede a me.

S

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SVENO

Tu spezzasti mie catene,

vita, onori a te degg'io

ogni avere ed ogni bene

che beasse il pensier mio.

Tutto è sciolto. ~ Un dì saprai

se t'amò quest'infelice.

Ma quel giorno, o traditrice,

io vederlo non potrò.

Alla tomba or mi trascina

questo amor di me più forte,

sotto i colpi della sorte

l'alma affranta si spezzò!...

 
(si ode il suono di una marcia funebre)
 

CORO ESTERNO

Nell'avello dei padri discendi

dormi in pace, figliuolo dei re.

Prega il ciel che i presagi tremendi

sian dai Goti sviati per te.

La tua vita ha troncato il destino,

sulla reggia or si libra il dolor.

Piombi almeno lo sdegno divino

sovra il capo all'infame uccisor!

 

AMALASUNTA
(con voce straziante)

Ah... quelle voci!... Son le preci estreme...  

sovra la tomba di mio figlio... Io manco...

(lasciandosi cadere quasi svenuta sopra una sedia)

SVENO

(con disperata ironia)

In te ritorna... Le funeree faci

alle tue nozze pronube, domani

risplenderanno!... In te ritorna! Esulta!

 

CORO ESTERNO

(allontanandosi gradatamente)

Nell'avello dei padri discendi,

dormi in pace, figliuolo dei re.

Prega il ciel che i presagi tremendi

sian dai Goti sviati per te.

La tua vita ha troncato il destino,

sulla reggia or si libra il dolor.

Piombi almeno lo sdegno divino

sovra il capo all'infame uccisor!

 

AMALASUNTA
(quasi in delirio)

Dove sono?... Ah, già fissato,

scritto in cielo è il fato mio!

Non dagli uomini, da dio,

la pietà sperar si dée!

SVENO

Tu dagli uomini, da dio,

maledetta sei per me!

 

Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo Atto quarto

Ricca sala nel castello di Pavia; in fondo un gran verone dal quale si vede la pianura e in lontananza l'Appennino; due porte laterali.

Amalasunta
 

Ecco la luce... Coi suoi raggi il sole

Amalasunta
<- giovinette

All'opra usata allegre

 
Amalasunta
giovinette ->
Amalasunta
<- Gualtiero
Amalasunta e Gualtiero
Gualtiero / I campi intorno
Gualtiero, Amalasunta ->
<- Lausco, Svarano
Lausco, Svarano
<- Amalasunta

Alla regina messagger m'invia

Lausco, Amalasunta, Svarano
Su quel trono a te d'accanto
 

Che risolvi? / No 'l deggio / Al comun voto

Svarano, Lausco e Amalasunta
Dell'impero dei Goti la stella
Lausco, Svarano, Amalasunta
<- Sveno
Amalasunta, Sveno
Lausco, Svarano ->

Grida di gioia risuonar qui sento

Amalasunta e Sveno, Coro esterno
Tu piangi? Io asciutto ho il ciglio

(suono di marcia funebre)

 

Ah quelle voci!... Son le preci estreme

 
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta
Atrio del castello di Pavia; è notte. Ricca sala nel castello di Pavia; in fondo un gran verone dal quale si vede la pianura e in lontananza... Sala gotica nel castello di Pavia; una porta in fondo. La gran pianura di Pavia: si scorge a gran lontananza la città; da un lato s'innalzerà un trono formato di... Sala semidiroccata di un castello sul lago Trasimeno; in fondo a destra una scalinata conduce alla...
Atto primo Atto terzo Atto quarto

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