Atto terzo

 

Scena prima

Una sala gotica nel castello di Pavia. Una porta in fondo.
Teodato solo.

 Q 

Teodato

 

 

E ancor non riede... Inebriante meta  

cui da tanti anni ascosamente anelo...

Splendida larva di mie notti, alfine

io ti raggiungo!... Pur mi costi!... A mezzo

volgea la notte, ed io sognava... ahi, truce

terribil sogno! ~ Mi cingea la chioma

la corona regale, e sovra il trono

d'Amalasunta al fianco io m'era assiso

al sinistro chiaror delle pallenti

faci di morte... e innanzi a me sorgea

dell'ucciso Alarico insanguinato

l'orrido spettro, e mi guardava come

quando nel petto il suo pugnal gli infisse

Lausco!... e con la man parea dal soglio

strapparmi a forza!... Ed io tremava. ~ Oh vile

debolezza del core!... D'un delitto

a me che monta, se ciascun l'ignora?

No, più non tremo. ~ Già la notte sparve

e con essa svanir fantasmi e larve!

 

Nel cupo orrore di notte bruna  

quando la luce nel ciel fuggì,

fosca sibilla fin dalla cuna

a me lo scettro predisse un dì.

E da quel giorno speme funesta

per anni ed anni rinchiusi in cor;

e nel silenzio d'aspra foresta

solo, spregiato, vissi finor.

Sangue mi costa quel serto, è vero:

ma la mia sorte compir si dée.

Colpe e delitti sprezza il pensieroso

se ad essi è premio poter di re.

Se al soglio stendere la man poss'io

che a me il destino ~ vaticinò,

sui vinti popoli ~ lo scettro mio

dall'Alpi al Brennero ~ distenderò!

 

Scena seconda

Lausco, Svarano e Teodato.

<- Lausco, Svarano

 

LAUSCO

Possente è quest'oro che tutto conquide!  

TEODATO

Che rechi?

SVARANO

Trionfi; ~ la sorte ci arride.

LAUSCO

La credula plebe venduta esultò.

Il trono or t'aspetta.

TEODATO

Calcarlo saprò.

LAUSCO

Ma pria che tu cinga la chioma del serto,

o prence, rammenta chi un trono t'ha offerto,

dell'opra tremenda qual premio sperai,

Teodato, scordarlo potresti?

TEODATO

Giammai.

 

SVARANO

Non scordar quella notte e il pugnale  

che nell'ombra celato ferì.

LAUSCO

Non scordar che un destino fatale

nello stesso delitto ci unì.

TEODATO

Io la mente, le braccia voi siete

in quest'opre di sangue e d'orror:

se compirla, o guerrieri, saprete

a voi dono possanza e tesor!

Cadde Alarico. ~ Ma quel sangue è poco,

altri deve saziar l'ira del seno.

LAUSCO

Altri?... T'intendo.

TEODATO

Amalasunta e Sveno...

nella pianura di Pavia, commosse

s'adunano le turbe. ~ Amalasunta

oggi il serto mi cinge!

SVARANO

I miei guerrieri

io stesso condurrò.

LAUSCO

Popolo e prenci

al tuo trionfo acclameranno.

SVARANO

Quando

l'ora fia giunta, la fatale accusa

profferisca il tuo labbro!

LAUSCO

A noi la cura

lascia del resto.

TEODATO

La superba donna

ed il suo drudo, d'uno stesso colpo

atterrati cadranno. ~ O mia vendetta!

Ad essi morte...

LAUSCO

Il soglio a te s'aspetta.

 

TEODATO, LAUSCO E SVARANO

Sol d'Italia, di luce funesta    

splendi in questo bel giorno sereno,

l'atra gioia che m'arde nel seno,

la mia sorte rischiara così.

Potrò alfine, a me intorno prostrata,

calpestarti, empia turba di schiavi.

Vili e ignavi! Già l'ora è sonata,

di vendetta già corrono i dì.

(partono per opposti lati)

S

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Teodato, Lausco, Svarano ->

 
 

Scena terza

La gran pianura di Pavia: si scorge a gran lontananza la città. Da un lato s'innalzerà un trono formato di trofei d'armi.
Sveno, indi Gualtiero.

 Q 

Sveno

<- Gualtiero

 

GUALTIERO

Chi veggio?... Sveno... In questo loco? Stolto!  

Fuggi! T'invola ai colpi della sorte!

Altro scampo non hai... Taci!...

SVENO

Io t'ascolto.

Non ti comprendo.

GUALTIERO

E che mai speri?

SVENO

Morte!

Agli infelici altro non resta in terra.

Così tradirmi!... Iniqua donna!

GUALTIERO

E sei

uomo... e guerriero!

SVENO

Un dì lo fui! ~ M'atterra

or la sventura. ~ Ahimè!... Perché vivrei?...

 

(con profonda tristezza)

Della sua fede immemore  

e dell'amor giurato,

essa i legami infrangere

volle del mio passato.

Ma nel troncar quei vincoli

ch'eterni io pur credea,

senza pietà la rea

anche il mio cor spezzò.

Fonte d'amare lacrime

è l'avvenir, lo sento.

Verranno per la misera

i dì del pentimento.

Ma di quel giorno infausto,

forse lontano ancora,

la sanguinosa aurora,

Gualtiero, io non vedrò!

 
(squilli di trombe; si comincia a sentire in lontananza il suono di una marcia trionfale che si va sempre più avvicinando)
 

GUALTIERO

Odi?  

SVENO
(con rabbia)

Ei trionfa!... Folgori

non ha per gli empi il cielo!

Or gli omicida ammantasi

della virtù del velo.

GUALTIERO

Che parli?

SVENO

Un fero dubbio

mi tormentava il petto.

Ora in certezza cangiasi

l'orribile sospetto.

GUALTIERO

Che far vorresti?

SVENO

Nulla.

Io spettator ~ qui resto.

GUALTIERO

Ti uccidi!

SVENO

Il voto è questo

più ardente del mio cor!

 

Scena quarta

Al suono di marcia trionfale si avanzano i Guerrieri, i Principi, i Sacerdoti, i Congiurati, il Popolo. Indi preceduti da una schiera di Guardie Amalasunta e Teodato rivestiti delle insegne reali; poi Lausco, Svarano ed altri Guerrieri. Sveno e Gualtiero si confondono tra la folla; il Popolo manda grida festive.

<- guerrieri, principi, sacerdoti, congiurati, popolo, guardie, Amalasunta, Teodato, Lausco, Svarano

 

CORO GENERALE

Giunta è l'ora ~ dei Goti la stella  

s'oscurava nell'italo cielo;

ma fra breve più fulgida e bella

la vedranno i nemici brillar.

E nel fango dovranno gli ignavi

sempre schiavi ~ servire e tremar!

LAUSCO, SVARANO E CONGIURATI
(a bassa voce tra di loro)

Nel silenzio, nell'ombra celati

già a piombare la folgore è presta...

dée quel serto di luce funesta

di Teodato sul capo brillar.

Pronti all'opra: già l'ora è suonata:

gli empi schiavi dovranno tremar!

AMALASUNTA

(dal trono)

Popolo e prenci, udite il mio pensiero

or tutti voi che a me giuraste fé,

del mio talamo a parte e dell'impero

ognun saluti in Teodato il re!

TUTTI

Viva, viva Teodato! Rintroni

tutta Italia di canti e di suoni;

e dei bardi l'accento ispirato

dica al mondo i dettami del fato!

TEODATO

(in piedi sul trono)

Su, mescete in colmi nappi!

La mia gioia ognun divida.

Ogni volto qui sorrida

del contento del suo re!

LAUSCO, SVARANO E CORO

Su, libiamo e repente rintroni

tutta Italia di canti e di suoni;

e dei bardi l'accento ispirato

narri al mondo i dettami del fato!

SVENO

(lanciandosi di mezzo alle turbe)

Or tutti ascoltatemi:

vo' bevere anch'io!

Le tazze spumeggiano,

esulta il cor mio.

Qui dove è sepolta

la salma tradita,

uniro, i sacrileghi,

la morte alla vita!...

AMALASUNTA

Sciagurato!

TEODATO

Quai detti! Che sento!

TUTTI

Vanne, fuggi: raffrena il tuo accento!

SVENO

(con impeto)

Di cantici e suoni

rintroni la reggia,

il vin che rosseggia

è sangue d'un re!

Su, datemi un calice,

lo vuole il destino;

(additando Teodato)

al prence assassino

bevete con me!...

 

TEODATO

(alzandosi furibondo)  

Ah... è troppo! ~ Guerrieri! Addotto in ceppi

ei venga, e tosto sia dannato a morte!

AMALASUNTA

(gettandosi ai piedi di Teodato)

Deh, pietade, pietà della sua sorte!

Ei delira, infelice.

GUERRIERI E POPOLO

A morte! A morte!

 

TEODATO

(con voce terribile respingendo Amalasunta)  

Per lui preghi? Invan speri.

Temi or tu lo sdegno mio,

tutti io leggo i tuoi pensieri,

e tuo sposo e re son io!

(i guerrieri si slanciano contro Sveno)

AMALASUNTA

Deh, fermate, o ciel!...

TEODATO

Popolo!

SVENO

O indegno!

TEODATO

L'ultima ora per gli empi suonò!

(ad Amalasunta)

O donna, io t'accuso!

(al popolo)

Per sete di regno

del sangue del figlio costei si macchiò!

AMALASUNTA

O cielo, e tu il soffri?

LAUSCO, SVARANO E CONGIURATI

(tumultuando)

Discenda dal trono!

Di cingere il serto più degna non è!

SVENO

Ah, l'empia trionfa!

TUTTI

Non speri perdono!

Discenda dal trono!

CONGIURATI

Teodato fia re!

AMALASUNTA

(strappandosi la corona e calpestandola)

M'uccidete! Il patibolo è presto.

Ecco il serto... ai miei piè lo calpesto!

Ma tu, vile che esulti, paventa!

Già la folgore piomba su te!

SVENO
(a Teodato)

Sì, m'uccidi! Ma larva cruenta

me nei sogni, alle veglie vedrai!

Sì, m'uccidi, ma ovunque ne andrai

ombra irata verronne con te!

TEODATO, LAUSCO, SVARANO, CONGIURATI E CORO

Traditori, tremate! Egual sorte

vi riserba al supplizio, alla morte!

Empii entrambi! Tremendo, funesto,

vi colpisce lo sdegno del re!

 
(Amalasunta e Sveno sono trascinati dai guerrieri, mentre il popolo ed i congiurati acclamano Teodato)

guerrieri, Amalasunta, Sveno ->

 

Fine (Atto terzo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo Atto quarto

Sala gotica nel castello di Pavia; una porta in fondo.

Teodato
 

E ancor non riede... Inebriante meta

Teodato
<- Lausco, Svarano

Possente è quest'oro che tutto conquide!

Svarano, Lausco e Teodato
Non scordar quella notte e il pugnale
Teodato, Lausco e Svarano
Sol d'Italia, di luce funesta
Teodato, Lausco, Svarano ->

La gran pianura di Pavia: si scorge a gran lontananza la città; da un lato s'innalzerà un trono formato di trofei d'armi.

Sveno
 
Sveno
<- Gualtiero

Chi veggio? Sveno... In questo loco? Stolto!

(squilli di trombe; si sente in lontananza il suono di una marcia trionfale che si va sempre più avvicinando)

(marcia trionfale)

Sveno, Gualtiero
<- guerrieri, principi, sacerdoti, congiurati, popolo, guardie, Amalasunta, Teodato, Lausco, Svarano

Ah, è troppo! Guerrieri! Addotto in ceppi

Teodato, poi Tutti
Per lui preghi? Invan speri
Gualtiero, principi, sacerdoti, congiurati, popolo, guardie, Teodato, Lausco, Svarano
guerrieri, Amalasunta, Sveno ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta
Atrio del castello di Pavia; è notte. Ricca sala nel castello di Pavia; in fondo un gran verone dal quale si vede la pianura e in lontananza... Sala gotica nel castello di Pavia; una porta in fondo. La gran pianura di Pavia: si scorge a gran lontananza la città; da un lato s'innalzerà un trono formato di... Sala semidiroccata di un castello sul lago Trasimeno; in fondo a destra una scalinata conduce alla...
Atto primo Atto secondo Atto quarto

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