Scena prima |
Grande atrio in Dom-Remy, che mette agli appartamenti apprestati per la corte. |
(♦) borghigiani, ufficiali |
BORGHIGIANI |
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UFFICIALI |
Dal seggio dei padri ben vedete ove Carlo rifugge; orda immensa di barbari ladri questa misera terra distrugge. | |
BORGHIGIANI |
Orleàns?... | |
UFFICIALI |
È guardata dai fidi... presto anch'essa per fame cadrà. | |
BORGHIGIANI E UFFICIALI Maledetti cui spinge rea voglia fuor del cerchio che il nume ha segnato! Forse un dì rivarcando la soglia piangeranno dell'empio peccato... Ah! Noi pur desiammo altri lidi, ecco dio che il ricambio ci dà. | ||
Scena seconda |
Delil, Carlo, e detti. |
<- Delil, Carlo |
DELIL |
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BORGHIGIANI |
Nel suo bel volto qual dolor! | |
UFFICIALI |
Giovin tanto ed infelice! | |
CARLO |
Amici, v'appressate... Ultimo è questo del re comando. | |
DELIL |
Ah sì non dirne! | |
CARLO |
Ai fidi itene tosto d'Orleàns; si cessi omai dal sangue che su me ricade. Ripongansi le spade e sul mio trono avito segga l'anglico re... Dal giuramento io sciolgo ognun di fedeltà. | |
TUTTI |
Che sento! | |
CARLO |
Testé prostrato a terra fervidamente orai che, se volere era del ciel punir nefande colpe, percuotesse me solo il suo flagello. | |
TUTTI |
Ottimo re! | |
CARLO |
Trascorrere m'intesi ignoto senso per le vene... Un dolce sopor quindi mi vinse, e divo sogno all'anima mi pinse. | |
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BORGHIGIANI |
Dipinta imago, e simile loco fra noi qui v'è. | |
CARLO |
Le tue parole, o vergine, Carlo umilmente adora; ti fregerò l'immagine di mia corona ancora... ma il sangue si deterga ond'è la patria in duol, ma la straniera verga sia mite al franco suol. | |
TUTTI |
Chi può frenar le lagrime a sì pietoso duol? | |
CARLO |
V'ha dunque un loco simile, diceste?... | |
BORGHIGIANI |
È selva orrenda. | |
CARLO |
Visiterò la vergine prima che notte scenda... vieni, Delil. | |
BORGHIGIANI |
Per poco uditeci, fermate! Quello d'orrore è loco... morte vi sta... | |
CARLO E UFFICIALI |
Narrate. | |
BORGHIGIANI Allor che i flebili ~ bronzi salutano il dì che muore, e lento naviga ~ per l'aere tacito l'astro d'amore, nell'orribile foresta sempre infuria la tempesta; fra l'orror di lampi e tuoni là convengono i dèmoni; là coi maghi e co' le streghe fanno i patti e le congreghe, e con filtri avvelenati ammolliscono i peccati... guai se inconscio al reo festino uom sorprendere si fa! Ei non vede più mattino, se al demonio non si dà. | ||
CARLO |
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TUTTI |
O re! | |
CARLO |
Dispoglio tal nome or qui. ~ Lasciatemi. ~ Lo voglio. | |
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TUTTI |
Cielo!... Dall'atre immagini fa' che rientri in sé; sempre fedeli e taciti noi seguiremo il re. | |
(Carlo impone loro con un cenno, e parte; essi pure si allontanano per diverse uscite) | Carlo, Delil, borghigiani, ufficiali -> | |
Scena terza |
Una foresta. A dritta sorge sopra una balza praticabile una cappelletta, fiocamente rischiarata nell'interno da una lampada. A sinistra sul piano avanti levasi una quercia, e al piè di quella un sedile di pietra. Nel fondo s'apre una caverna. Il cielo è nero e procelloso. |
Giacomo |
GIACOMO |
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(Giovanna appare dalla balza, e s'inginocchia innanzi alla cappella) | <- Giovanna | |
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Giacomo -> | |
Scena quarta |
Giovanna sola scende dalla balza. |
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torbido cielo al miserando affanno di Francia oppressa! ~ Perché mai d'imbelli forme ho l'alma vestita, l'alma che vola dal desio rapita ai campi di battaglia! ~ Ma d'una ferrea maglia, e d'una spada, e d'un cimiero forse a me fia grave il pondo?... Tanto richiedo a te, speme del mondo. | |
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Scena quinta |
Carlo dalla balza, e detta. |
<- Carlo |
CARLO |
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Carlo depone l'elmo e la spada, s'inginocchia e prega. Intanto alla sola anima di Giovanna parla in sogno il seguente | ||
CORO DI SPIRITI MALVAGI | ||
I nembi si diradano ad un tratto, e la foresta viene rischiarata vivamente dalla luna. Succede un | ||
CORO DI SPIRITI ELETTI | ||
Giovanna balza in piedi. I suoi occhi lampeggiano. Il suo atteggiamento è da ispirata. | ||
GIOVANNA |
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CARLO |
Qual voce!... (scendendo dalla balza) | |
GIOVANNA |
All'eterno tua pietade, o re Carlo, è salita!... (ella corre alla balza, e ne riporta l'elmo e la spada) | |
CARLO |
Chi se' tu?... Vero o falso discerno?... | |
GIOVANNA |
Son guerriera che a gloria t'invita... O fedele Orleàns, ti consola... (in atto profetico) tengo alfine una spada, un cimier; sui britanni cadaveri vola già l'insegna del franco guerrier! | |
CARLO |
Qual prodigio! ~ Ed io pure nel lampo de' tuoi detti, o fanciulla, divampo. | |
GIOVANNA |
Vieni al campo ~ tua guida son io; guai, mortale, se manchi di fé! | |
CARLO |
Ne' tuoi sguardi è la fiamma di dio... parla, imponi al tuo suddito!... | |
Scena sesta |
Giacomo non visto dal limitare della caverna e detti. |
<- Giacomo |
GIACOMO |
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GIOVANNA |
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CARLO |
(Non è mortal immagine questa ch'io veggo e sento; innanzi, innanzi a un angelo sto per divin portento... vinto son io da palpito sinora ignoto a me.) | |
GIACOMO |
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GIOVANNA |
Or sia patria il mio solo pensiero... vieni, o Carlo, a pugnar con me! | |
CARLO |
Sì, ti seguo, ispirato guerriero... tutta l'alma sfavilla di fé! | |
GIACOMO |
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(Giovanna e Carlo si allontanano rapidamente; Giacomo tenta seguirli, ma cade oppresso dal dolore al suolo) | Giovanna, Carlo -> | |
Grande atrio in Dom-Remy, che mette agli appartamenti apprestati per la corte.
Una foresta; a dritta sorge una cappelletta, fiocamente rischiarata nell'interno; a sinistra una quercia, e al piè di quella un sedile di pietra; nel fondo una caverna. Il cielo è nero e procelloso.
(Giovanna si avvicina)
(Giovanna si addormenta)
(i nembi si diradano, e la foresta viene rischiarata vivamente dalla luna)
(Giovanna in atteggiamento da ispirata)
(Giacomo non visto)