GIOVANNA D'ARCO
Dramma lirico.
Versione sintetica a cura di www.librettidopera.it.
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Libretto di Temistocle SOLERA.
Musica di Giuseppe VERDI.
Prima esecuzione: 15 febbraio 1845, Milano.
Personaggi:
CARLO VII, re di Francia |
tenore |
GIOVANNA figlia di Giacomo |
soprano |
GIACOMO pastore in Dom-Remy |
baritono |
DELIL ufficiale del re |
tenore |
TALBOT supremo comandante degli inglesi |
basso |
Ufficiali del re - Borghigiani - Popolo di Rems - Soldati francesi - Soldati inglesi - Spiriti eletti - Spiriti malvagi.
Grandi del regno - Araldi - Paggi - Fanciulle – Marescialli - Deputati - Cavalieri e Dame - Magistrati - Alabardieri - Guardie d'onore.
Grande atrio in Dom-Remy, che mette agli appartamenti apprestati per la corte.
Borghigiani uomini e donne, ed alcuni Ufficiali del re.
BORGHIGIANI
Qual v'ha speme?
UFFICIALI
Dal seggio dei padri
ben vedete ove Carlo rifugge;
orda immensa di barbari ladri
questa misera terra distrugge.
BORGHIGIANI
Orleàns?...
UFFICIALI
È guardata dai fidi...
presto anch'essa per fame cadrà.
BORGHIGIANI E UFFICIALI
Maledetti cui spinge rea voglia
fuor del cerchio che il nume ha segnato!
Forse un dì rivarcando la soglia
piangeranno dell'empio peccato...
Ah! Noi pur desiammo altri lidi,
ecco dio che il ricambio ci dà.
Delil, Carlo, e detti.
DELIL
Il re.
BORGHIGIANI
Nel suo bel volto
qual dolor!
UFFICIALI
Giovin tanto ed infelice!
CARLO
Amici, v'appressate... Ultimo è questo
del re comando.
DELIL
Ah sì non dirne!
CARLO
Ai fidi
itene tosto d'Orleàns; si cessi
omai dal sangue che su me ricade.
Ripongansi le spade
e sul mio trono avito
segga l'anglico re... Dal giuramento
io sciolgo ognun di fedeltà.
TUTTI
Che sento!
CARLO
Testé prostrato a terra
fervidamente orai che, se volere
era del ciel punir nefande colpe,
percuotesse me solo il suo flagello.
TUTTI
Ottimo re!
CARLO
Trascorrere m'intesi
ignoto senso per le vene... Un dolce
sopor quindi mi vinse,
e divo sogno all'anima mi pinse.
Sotto una quercia parvemi
posar la fronte mesta;
splendea dipinta vergine
in mezzo alla foresta...
mosse di là comando
che, «Sorgi,» disse, «o re!
Elmo deponi e brando
di questa imago al piè.»
BORGHIGIANI
Dipinta imago, e simile
loco fra noi qui v'è.
CARLO
(con entusiasmo)
Le tue parole, o vergine,
Carlo umilmente adora;
ti fregerò l'immagine
di mia corona ancora...
ma il sangue si deterga
ond'è la patria in duol,
ma la straniera verga
sia mite al franco suol.
TUTTI
Chi può frenar le lagrime
a sì pietoso duol?
CARLO
(ai Borghigiani)
V'ha dunque un loco simile,
diceste?...
BORGHIGIANI
È selva orrenda.
CARLO
Visiterò la vergine
prima che notte scenda...
vieni, Delil.
BORGHIGIANI
Per poco
uditeci, fermate!
Quello d'orrore è loco...
morte vi sta...
CARLO E UFFICIALI
Narrate.
BORGHIGIANI
Allor che i flebili ~ bronzi salutano
il dì che muore,
e lento naviga ~ per l'aere tacito
l'astro d'amore,
nell'orribile foresta
sempre infuria la tempesta;
fra l'orror di lampi e tuoni
là convengono i dèmoni;
là coi maghi e co' le streghe
fanno i patti e le congreghe,
e con filtri avvelenati
ammolliscono i peccati...
guai se inconscio al reo festino
uom sorprendere si fa!
Ei non vede più mattino,
se al demonio non si dà.
CARLO
Dov'è la pia, convegno
non ha l'Averno. ~ Ite... fra poco io solo
là scioglierò mio voto.
TUTTI
O re!
CARLO
Dispoglio
tal nome or qui. ~ Lasciatemi. ~ Lo voglio.
Pondo è letal, martirio
il serto al capo mio;
perché fruir di libero
aere non posso anch'io?...
Pace, che al più mendico
prodiga sei di te,
mandami un raggio amico...
vieni, non son più re.
TUTTI
Cielo!... Dall'atre immagini
fa' che rientri in sé;
sempre fedeli e taciti
noi seguiremo il re.
(Carlo impone loro con un cenno, e parte; essi pure si allontanano per diverse uscite)
Una foresta. A dritta sorge sopra una balza praticabile una cappelletta, fiocamente rischiarata nell'interno da una lampada. A sinistra sul piano avanti levasi una quercia, e al piè di quella un sedile di pietra. Nel fondo s'apre una caverna. Il cielo è nero e procelloso.
Giacomo solo, indi Giovanna.
GIACOMO
(Giovanna appare dalla balza, e s'inginocchia innanzi alla cappella)
Giovanna sola scende dalla balza.
Oh ben s'addice questo
torbido cielo al miserando affanno
di Francia oppressa! ~ Perché mai d'imbelli
forme ho l'alma vestita,
l'alma che vola dal desio rapita
ai campi di battaglia! ~
Ma d'una ferrea maglia,
e d'una spada, e d'un cimiero forse
a me fia grave il pondo?...
Tanto richiedo a te, speme del mondo.
Sempre all'alba ed alla sera
quivi innalzo a te preghiera;
qui la notte mi riposo
e te sogna il mio pensier.
Sempre a me, che indegna sono,
apri allora il cor pietoso...
oh se un dì m'avessi il dono
d'una spada e d'un cimier!
(va ad assidersi sulla pietra)
Ma... le stanche pupille... il sonno vince...
Regina, il baldo voto
perdona... e benedicimi...
(si addormenta)
Carlo dalla balza, e detta.
CARLO
Paventi,
Carlo, tu forse?... o meraviglia scuote
ogni tua fibra?... Ancora
vision parmi, ché la sacra selva
questa è del sogno mio...
Ecco mi prostro riverente e pio.
Carlo depone l'elmo e la spada, s'inginocchia e prega. Intanto alla sola anima di Giovanna parla in sogno il seguente
CORO DI SPIRITI MALVAGI
Tu sei bella
tu sei bella!
Pazzerella,
che fai tu?
Se d'amore
perdi 'l fiore,
presto muore,
non vien più.
Sorgi, e mira,
te sospira
la delira
gioventù.
O figliuola,
ti consola,
è una fola
Belzebù!
Quando agli anta
l'ora canta
pur ti vanta
di virtù.
Tu sei bella
tu sei bella!
Pazzerella,
che fai tu?
I nembi si diradano ad un tratto, e la foresta viene rischiarata vivamente dalla luna. Succede un
CORO DI SPIRITI ELETTI
Sorgi! I celesti accolsero
la generosa brama!...
Francia per te fia libera,
ecco cimiero e lama.
Lévati, o spirto eletto,
sii nunzio del signor...
Guai se terreno affetto
accoglierai nel cor! ~
Giovanna balza in piedi. I suoi occhi lampeggiano. Il suo atteggiamento è da ispirata.
GIOVANNA
Pronta sono!
CARLO
Qual voce!...
(scendendo dalla balza)
GIOVANNA
All'eterno
tua pietade, o re Carlo, è salita!...
(ella corre alla balza, e ne riporta l'elmo e la spada)
CARLO
Chi se' tu?... Vero o falso discerno?...
GIOVANNA
Son guerriera che a gloria t'invita...
O fedele Orleàns, ti consola...
(in atto profetico)
tengo alfine una spada, un cimier;
sui britanni cadaveri vola
già l'insegna del franco guerrier!
CARLO
Qual prodigio! ~ Ed io pure nel lampo
de' tuoi detti, o fanciulla, divampo.
GIOVANNA
Vieni al campo ~ tua guida son io;
guai, mortale, se manchi di fé!
CARLO
Ne' tuoi sguardi è la fiamma di dio...
parla, imponi al tuo suddito!...
Giacomo non visto dal limitare della caverna e detti.
GIACOMO
GIOVANNA
(A te, pietosa vergine,
fido il tugurio umile,
del padre la canizie,
e l'innocente ovile;
fin ch'io ritorni a sciogliere
inni di laude a te!)
CARLO
(Non è mortal immagine
questa ch'io veggo e sento;
innanzi, innanzi a un angelo
sto per divin portento...
vinto son io da palpito
sinora ignoto a me.)
GIACOMO
GIOVANNA
Or sia patria il mio solo pensiero...
vieni, o Carlo, a pugnar con me!
CARLO
Sì, ti seguo, ispirato guerriero...
tutta l'alma sfavilla di fé!
GIACOMO
(Giovanna e Carlo si allontanano rapidamente; Giacomo tenta seguirli, ma cade oppresso dal dolore al suolo)
Luogo remoto, sparso di rupi. In lontananza scorgesi parte della città di Rems. Soldati inglesi sparsi qua e là in gruppi. Donne che piangono presso estinti, altre che assistono ai feriti. Talbot.
SOLDATI
I
Ai lari!... Alla patria! Mio duce, che tardi?
II
Ai lari!... Alla patria!
TALBOT
Reo grido mi suona.
SOLDATI
Perduta Orleàno, perduti i gagliardi,
gioviamci del tempo che il franco ne dona.
TALBOT
Ahi cento trionfi distrutti in un giorno!
Di tanta viltade chi lava lo scorno?
SOLDATI
O duce, noi sempre mirasti sui campi
volar combattendo con animo ardito,
de' bronzi tonanti sorridere ai lampi,
far pompa del seno, del braccio ferito...
Ma contro la furia che Averno disserra
che valgon prodezze d'impavida guerra?
Ma contro legioni ~ d'armati demòni
che giova la possa ~ d'umano valor?
TALBOT
Son larve funeste ~ che incarna, che veste
la mente percossa ~ da vile timor.
Giacomo. Il suo crine scomposto, i suoi atti dimostrano il disordine della mente. Detti.
GIACOMO
TALBOT
Chi sei tu?...
GIACOMO
SOLDATI
Sarà nostra?
GIACOMO
SOLDATI E TALBOT
Parla, parla!... Sarà fatto.
GIACOMO
SOLDATI
Chi fia?... Qual arde incendio
nel baldo favellar?
TALBOT
Vien!... Di guerra in forte luogo
si rialzi ancor la tenda.
CORO
Noi colà fiammante rogo
ergerem che l'empia incenda.
GIACOMO
CORO
Le tue ciglia
gemon pianto!... Qual dolor!...
GIACOMO
CORO
Nobile vecchio affrettati...
tutto ne avvampa il cor.
Vien la vendetta a compiere
nel vile seduttor.
(i soldati seguono Talbot e il vecchio)
Giardino nella corte di Rems.
Giovanna sola. Ella è adornata di corazza, d'elmo e di spada; nel resto d'abiti femminili.
Qui! Qui!... Dove più s'apre
libero il cielo, e l'aere puro aleggia.
Nella festante reggia
svania la mente! ~ Le mie fibre scuote
un senso, un turbamento,
che interrogar pavento. ~
Gravi m'eran gli applausi. ~ Oh! Ma compiuto
non è l'incarco? ~ Salve
non son le franche arene?...
Perché rimango or qui?... Chi mi trattiene?...
O fatidica foresta,
o mio padre, o mia capanna,
nella semplice sua vesta
tornerà tra voi Giovanna;
deh! ridatele i contenti
che più l'alma non sentì!
Ho risolto...
Carlo e detta.
CARLO
E in tai momenti
abbandoni il re così?
Chiede ognuno che mai fusse;
te la corte attende e brama.
GIOVANNA
Il signor che qui mi addusse
a' miei lari or mi richiama.
CARLO
(con trasporto)
Deh! non dirlo!... A te mi atterro!...
GIOVANNA
(Cielo!) Sorgi...
CARLO
Oh vinta sei?...
GIOVANNA
È deciso!...
(in atto di partire)
CARLO
Pria quel ferro
in me volgere tu déi.
Dunque, o cruda, e gloria e trono
offeristi a Carlo in dono,
per serbarlo a' lai più vivi,
per ferirlo in mezzo al cor?...
Fin dal dì che m'apparivi
io t'amai d'immenso amor!
GIOVANNA
(commossa)
Oh pietade!... Io più non sono
l'inviata di Maria;
solo usbergo al dolce suono
degli affetti è debil sen.
Deh rispettami qual pria!
Ch'io non sugga il tuo velen!
CARLO
Ma l'amore è santo, è puro...
GIOVANNA
Taci, ah taci...
(asconde il viso nelle mani)
CARLO
A dio lo giuro!
Sol lo spirto mi concedi,
e all'incendio basterà.
GIOVANNA
La mia mente... va smarrita!...
Ahi! si perde...
CARLO
Oh cedi, cedi!
GIOVANNA
Pietà, Carlo!...
CARLO
A te, mia vita,
a te chiedo io pur pietà.
GIOVANNA
T'amo!... Sì, t'amo!...
CARLO
Oh detto!
GIOVANNA E CARLO
Chi più felice?... Oh amor!
VOCI ETEREE
Guai se terreno affetto
accoglierai nel cor!
(Giovanna, alla cui anima solamente scende l'avvertimento, liberasi dalle braccia di Carlo. Ella è tremante, esterrefatta)
CARLO
T'arretri e palpiti!... ~ che mai t'apparve?
Guardami, guardami ~ niun ti minaccia...
che fai?... che mormori ~ di vane larve?
Di Carlo, o vergine ~ stai fra le braccia.
È puro l'aere ~ limpido è il cielo
siccome il velo ~ di nostra fé.
GIOVANNA
Fur dessi!... Gli angeli! ~ Non hai veduto?
Lasciami, lasciami ~ son maledetta!
Qual fra le tenebre ~ torvo e canuto
appar fantasima ~ che accenna e aspetta?
Muori, o sacrilega. ~ Qual voce, oh dio!
Il padre mio ~ che vuol da me?
CARLO
(vedendo gente che si appressa)
Taci!...
Delil con bandiere, Ufficiali del re e detti.
UFFICIALI E DELIL
Le vie traboccano...
di sudditi devoti;
Carlo, te solo attendono
i grandi e i sacerdoti;
oggi dinanzi ai popoli
Francia corona il re.
Tu lo precedi, o vergine;
ecco la tua bandiera.
(Delil le porge l'insegna, Giovanna la prende macchinalmente)
GIOVANNA
(Fu mia!)
UFFICIALI E DELIL
(Quai sensi turbano
la diva messaggera?...)
CARLO
Ite! ~ Il gran rito compiasi;
ella verrà con me.
(Delil ed ufficiali partono)
Carlo e Giovanna.
CARLO
Vieni al tempio, e ti consola
fra il clamor de' gridi lieti;
coronar mi déi tu sola
al cospetto del signor.
Ma la gemma più lucente,
ma la gioia più ridente
come sole fra i pianeti
fia, Giovanna, il nostro amor.
GIOVANNA
Oh perché sui campi in guerra
non versai quest'alma impura?...
Chi m'adduce a ignota terra
ov'io celi il mio rossor?
Ma, se ad anima pentita
valga il pianto e la sventura,
ogni giorno di mia vita
sia pur giorno di dolor!
L'anima di Giovanna è assalita dal seguente
CORO DI SPIRITI MALVAGI
Vittoria, vittoria!... Plaudiamo a Satàna,
e ammorzino i gridi l'eterna sventura...
vedete stoltezza di questa villana
che nunzia è del cielo, che dicesi pura!
Ma d'Eva, o superba, non eri tu schiatta?...
Già nostra sei fatta, già nostra sei fatta!
Lasciamo le tane, sprezziamo l'esiglio,
lanciamoci in alto con urla di scherno;
ai cembali, ai sistri stendiamo l'artiglio,
danziamo, danziamo la ridda d'inferno...
Non tosto Satàna si move alla giostra
la femmina è nostra, la femmina è nostra!
(il re prende con trasporto la mano di Giovanna, e seco la tragge)
Piazza in Rems; sul davanti a sinistra s'innalza la cattedrale dedicata a S. Dionigi. La scena è ingombra di Popolo.
CORO
Dal cielo a noi chi viene
frangendo le catene?
Viva la mira vergine,
che l'Anglia debellò!
Pari al sublime evento
onde fu l'uom redento,
fia sacro il dì che un popolo
dal fango si levò.
Qui il Popolo viene diviso dai Soldati, che sostano in due ale.
Cessato il canto, aprono la mossa i Suonatori, interrotti di tratto in tratto dalle grida di viva e dagli applausi; dopo vengono Fanciulle vestite di bianco che portano rami, poi Araldi, indi gli Alabardieri. Dietro a questi i Paggi, poi Magistrati in toga, Marescialli col bastone del comando; Grandi co' la spada, co' lo scettro, col pomo reale, co' la corona, col manto e co' la verga dei giudizi; Cavalieri e Dame coll'abito dell'ordine; Deputati ed altre Fanciulle che spargono fiori per via: finalmente Giovanna co' la bandiera; ed, annunciato dal suono delle campane e dallo sparo delle artiglierie, il Re sotto un baldacchino portato dai Baroni. Cortigiani, Servitori e Soldatesca chiudono la processione. Entrati nel tempio, la musica cessa, e tutto è silenzio.
Giacomo solo.
Squillo di trombe dal tempio, alle quali succede il seguente
INNO
Te, dio, lodiam, te confessar n'è vanto,
signor possente dell'eteree squadre;
fin che l'alma ha pensiero, il labbro ha canto
con umil cor t'invocheremo, o padre!
Osanna a te, che vincitor di morte
schiudi ai redenti di Sion le porte!
GIACOMO
Giovanna esce agitata, quindi Carlo coronato, il Corteggio ed il Popolo. Giacomo si frammischia alla folla.
CARLO
Non fuggir, donzella!
Invano cerchi al meritato omaggio
del tuo re, del tuo popolo sottrarti. ~
Meco plaudite, o genti,
a lei che n'ha redenti...
io primo a te mi prostro,
inviata del ciel.
TUTTI
Viva Giovanna!
Viva la nostra redentrice!...
CARLO
Omai
due patroni ha la Francia. ~ Al gran Dionigi
fean sorger monumento i padri nostri;
ne imiterem l'esempio...
diva donzella, avrai tu pure un tempio.
GIACOMO
CARLO
Qual baldanza!...
GIOVANNA
(scossa)
Il padre mio!
CARLO
Ei suo padre!
GIACOMO
GIACOMO
CORO
Quale orror!
CARLO
Che mai narrò!
Tutti.
Insieme
CARLO
(No! Forme d'angelo ~ non son la vesta
d'una alma reproba ~ che dio detesta!
Qua! Sulla misera ~ grava periglio!
Il tuo consiglio ~ ne addita, o ciel.)
GIACOMO
GIOVANNA
(L'amaro calice ~ sommessa io bevo,
né mando un gemito ~ né un detto elevo...
ch'ei sia dell'anima ~ vital lavacro!
Sia fatto il sacro ~ voler del ciel.)
CORO
(Un gel trascorrere ~ sento per l'ossa...
parmi da folgore ~ l'alma percossa...
oh quale orribile ~ squarciò mistero!
S'ei disse il vero ~ ne addita, o ciel.)
CARLO
(a Giovanna)
Ti discolpa!
CORO
Imbianca e tace!
CARLO
Le tue prove, o veglio audace?
GIACOMO
(silenzio generale)
CORO
Né favella!... Il capo asconde!
CARLO
(a Giovanna)
Parla, e tutti avrai credenti.
GIACOMO
(silenzio come sopra)
CORO
(con raccapriccio)
Non risponde!... Non risponde!...
CARLO
(con passione)
Solo un detto!... (Oh cieco padre!)
GIACOMO
(tuono e lampi; terrore generale)
GIACOMO
CARLO
Ahi tacesti!... Ed han creduto!
Ma di Carlo avrai l'aiuto.
GIACOMO
GIOVANNA
Oh genitor!
(prorompe in pianto e si getta fra le braccia del padre)
Tutti.
Insieme
GIACOMO
GIOVANNA
Contro l'anima percossa
tuona, tuona, eterna voce;
ma la colpa sia rimossa,
fia purgata nel dolor!
Dell'accolto pentimento
ecco l'iride già sento...
bene venga la mia croce,
io l'attendo con amor.
CARLO
O mal ferma, o dura gente,
su te gravi la sua pena!
Sempre cara ed innocente
è la misera al mio cor.
Questa porpora regale,
questo serto che mai vale,
se mi vince, m'incatena
vil di popolo furor?
CORO
Fuggi, o donna maledetta,
esci omai da queste mura,
pria che il cielo in sua vendetta
Francia invada di terror.
Che dirà di noi la storia?...
Or chi rende a noi la gloria?...
Donna infame, donna impura,
reca all'Anglia il tuo valor! ~
Interno d'una rocca nel campo inglese. Una scala conduce ad una torre, dalla quale si dominano i campi.
Giovanna, cinta di grosse catene, è abbandonata sopra un sedile; vicino a lei s'innalza un rogo. Tranne l'elmo e la spada, ella è vestita come precedentemente.
CORO
I
I franchi!
II
I franchi!
III
I franchi!
(alle grida succede il rimbombo del cannone)
GIOVANNA
(rinvenendo)
Oh qual mi scuote
rumor di guerra? ~ Di catene cinta
nell'aborrito io sto campo nemico! ~
E che mi attende?... Un rogo! ~
Cresce il rumor... Chi dell'orrendo luogo
mi dischiude le porte?
Deh ch'io voli sui campi! ~ Ahi dura sorte!
Giovanna, trovatasi rinchiusa, si arresta immobile; a poco a poco animasi all'ispirazione. Giacomo entra, e fermasi non visto a contemplarla.
GIOVANNA
Ecco!... Ardite ed ululando
già si avanzan le legioni. ~
Si scontrar ~ brando con brando ~
su!... coraggio, o miei campioni!
GIACOMO
GIOVANNA
Come turbo il re si aggira.
Là che avvenne?... Ahimè! L'ardito
dagl'inglesi è circuito!
GIACOMO
GIOVANNA
O dio clemente
m'abbandoni or tu così?...
GIACOMO
GIOVANNA
A te fidente
apro il cor siccome un dì!
Amai, ma un solo istante,
ma pura ancor son io;
ancor nel tuo sembiante
acqueto ogni desio!
Pensier non ho, non palpito
che non sia volto a te.
GIACOMO
GIOVANNA
(alzandosi infiammata dalla fede)
Tu che all'eletto Saulo
hai le catene infranto,
spezza or le mie...
GIACOMO
GIOVANNA
(gettandosi nelle sue braccia)
Fia ver?... Sei tu?... Dimentico
già d'ogni duolo è il cor.
O padre benedicimi!
GIACOMO
GIOVANNA
Or dal padre benedetta,
appurata dai dolori,
sono ancor d'iddio l'eletta.
Torno ai bellici sentier.
Niuno, ah! niun degli invasori
rivedrà la sua contrada!...
la tua spada!... La tua spada!
Ch'io rivoli a' miei guerrier.
GIACOMO
(Giovanna sguainata la spada del padre, esce precipitosamente, Giacomo, salito alla torre getta gli sguardi meravigliando sui campi)
Giacomo solo.
Soldati ed Ufficiali francesi, Carlo e detto.
CORO
Presa è la rocca.
CARLO
Di novel prodigio
il ciel ne arrise. ~ La seconda volta
salvo per lei son io, per lei che a cieco
di popolo furore
abbandonai!...
GIACOMO
CARLO
(ravvisandolo)
O vecchio,
io ti perdono. ~ in mia salute accorsa,
«Va'», mi gridò la diva,
entra la rocca, e il padre mio difendi.
Delil e detti.
CARLO
Ebben? ~ Che rechi?... Ancora
l'anglo pugnar sì attenta?...
DELIL
Rotto è il nemico, ma Giovanna è spenta!
(silenzio generale. Giacomo ha nascosto il canuto capo fra le mani. Il re guarda mestamente i suoi, si avanza lentamente e dice col più profondo dolore)
CARLO
Quale più fido amico
me col pugnal ferisce?...
Supplice a voi lo dico...
il trono a chi l'ardisce!
Crudeli, orribil vita
dunque lasciate al re?...
Oh fosse inaridita
nell'anima la fé!
CORO
Un suon funereo ~ d'intorno spandesi.
CARLO
(verso la scena)
Ahi vista!
GIACOMO
Soldati francesi co' gli stendardi che precedono Giovanna, adagiata sulla bara. Popolo uomini e donne. Detti.
CORO
Non sembra un angelo ~ che a sonno placido
chini le ciglia?
Lucente un'aura ~ sul viso candido
dal cielo piove;
dal fral virgineo ~ di puro effluvio
un'onda move!
GIACOMO
CARLO
Le luci s'aprono! ~ Sorge!... Oh miracolo!
Morte fu vinta.
(Giovanna levasi dritta, e si muove come investita da forza soprannaturale)
GIOVANNA
Che mai fu? ~ Dove son?
CARLO
Fra' tuoi guerrieri.
GIACOMO
GIOVANNA
Oh! Non son io
un'empia incantatrice!
CARLO
Un angelo tu sei!
GIACOMO
GIOVANNA
Oh padre!... Oh re!... Miei prodi!...
Ben vi ravviso! ~ Ecco le franche insegne...
la mia dov'è?... Ch'io la riporti al cielo,
fidata messaggera.
CARLO
Prendi... ma non lasciarne!
(le presenta l'insegna)
GIOVANNA
(rapita in estasi)
Oh la mia bandiera!
S'apre il cielo... Discende la pia
che parlar mi solea dalla balza...
mi sorride... mi addita una via...
pare accenni che seco mi vuol.
Ecco!... Nube dorata m'innalza...
Oh!... L'usbergo tramutasi in ale!...
Addio, terra!... Addio, gloria mortale...
alto io volo... già brillo nel sol! ~
CARLO
Non lasciarne!... Deh vivi, deh vivi
alla Francia, al tuo padre, al tuo re!
Non lasciarne, o fra i cori giulivi
fa' ch'io possa volare con te.
GIACOMO
CORO
Oh prodigio!... D'insolito raggio.
Si diffonde improvviso chiaror...
Vale, o diva!... Qual patrio retaggio
tu vivrai d'ogni Franco nel cor.
CORO DI SPIRITI MALVAGI
Torna, torna, esulante sorella,
sopra i vanni dell'angelo al ciel!
È il signore, il signor che ti appella,
e ti cinge inconsutile vel.
Più del fuoco che n'arde e ne scuoia,
più che il buio di notte crudel,
n'è tormento d'un'alma la gioia,
n'è supplizio il trionfo del ciel.
Giovanna cade; una siderea luce spandesi improvvisamente pe' l cielo. I Soldati abbassano gli stendardi, tutti si prostrano innanzi al glorioso cadavere.
Fine del libretto.
Generazione pagina: 06/01/2017
Pagina: ridotto, rid
Versione H: 3.00.40
(W)