Atto quinto

 

Scena unica

Diana, Pane, le due Ninfe con il cervo e Amore.
Riesce dall'antro Diana tutta vergognosa e afflitta e prega Pane a voler tacere questo suo fallo amoroso. Egli la conforta. Viene in questo mentre il coro delle Ninfe e di Pastori con il cervo morto.

 Q 

Amore

<- Diana, Pane

 

DIANA

In quest'antro sepolto  

eternamente stia,

Pan, il tuo error con la vergogna mia.

PANE

Non t'arrossir nel volto,

bellissima Diana, ché l'errore d'Amore

o non è errore, oppur è lieve errore.

 
Coro di Ninfe e di Pastori con il cervo morto.
Avendo le Ninfe con l'aiuto di alcuni altri Pastori ammazzato il cervo, cantando lo presentano a Diana, la quale, nell'allegrezza della vendetta, sente pur non so che di mestizia, onde il coro delle Ninfe e dei Pastori ripiglia un'altra volta il canto per rallegrarla. Ma Amore si scopre e le narra quel cervo morto essere il suo amato Endimione. La Dèa lo piange.
Il Coro dolente si meraviglia del caso; alla fine, a persuasione di Pan, fa mutar il cervo in un giglio giallo sopra il quale si vanno a posar tre api d'oro, che poi la Dèa comanda si trasportino in cielo e nel suo cerchio circondato da nuvolette d'argento si mirano tre aponi d'oro.
Alludono all'arme dei felicissimi Barberini.
 

CORO
di ninfe e pastori

Ecco morta la fera  

o Cinzia, a' piedi tuoi

or presentiamo noi,

che dianzi in altra spoglia era sì altera.

DIANA

Oh come al cor mi sento

un non so che, che par che 'l cor mi tocchi!

Con la gioia il tormento

mi si mischia nel cor, se ridon gl'occhi.

CORO
di ninfe e pastori

Ecco morta la fera

o Cinzia, a' piedi tuoi

or presentiamo noi,

che dianzi in altra spoglia era sì altera.

 

AMORE

Ecco morta la fera  

e nella fera ecco morto colui

che tu cotanto amavi:

Endimione è questi,

da cui baci suggesti

sì dolci e sì soavi,

che da me ingelosito

allor ch'al dio caprone

tu ti donasti, ei finse l'Atteone.

Or da te impari di schernire Amore

ogni superbo core!

DIANA

Ahi cieco e invidioso,

dio non già dell'amor ma dello sdegno,

forse perché geloso

che questi estinto mio

non ti togliesse

di bellezza il regno,

trasformar gli facesti

l'ammanto, il volto e i gesti,

me dando in preda al semicapro dio.

Questo è il duolo e la pena

che mi sviscera l'alma e 'l cor mi svena.

 

CORO
a 6

O caso orribile  

e lacrimabile,

caso terribile

del mondo instabile.

 

DIANA

Endimione caro,  

perdona, tu, perdona

alla mia mano ultrice

ed alla feritrice

che te, non conoscendo,

a morte spinse.

Che spettacolo amaro

agl'occhi miei si dona!

Il ferro che s'intinse

nel tuo sangue

il mio cor ferì così

che per dolor si muore.

Ahi rio dolore, ahi pena

che mi sviscera l'alma

e 'l cor mi svena.

 

PANE

Tu che in un parto di Latona a Giove  

col sol nascesti, o dèa,

or come saggia il tuo dolore affrena,

che 'l dolore è pena,

nulla rilieva e men le Parche move.

Così il dolore assale

chi si mette ad amar cosa mortale.

Ma tu perché non fai

come t'insegna il proprio tuo fratello,

che in un bel fior novello

per sua cagione estinto

trasmutò 'l bel Giacinto?

Se poté Citerea

l'istesso far del morto e vago Adone,

perché tu non potrai

mutar in fior

l'estinto Endimione?

DIANA

Gran padre, o tu che puoi

lassù nel cielo assiso

ogni cosa mutar quaggiù fra noi,

poiché di Vener l'orgoglioso figlio

have da me diviso

il mio ben,

muta lui in aureo giglio.

PANE

Ecco pian pian la terra

dà tomba al trasformato Endimione

e solo lascia l'argentee corna

or sopra il suolo,

ove in mezzo è restato il core.

Ed ecco il core da sé disserra

pianta che mostra ai cigli

tra foglie di smeraldo

or d'or tre gigli.

 

CORO
a 6

Meraviglie son queste,  

ma sotto le cortine

serbano ancora simbolo celeste.

 

DIANA

Ecco già sussurrando,

sopra i gigli volando,

si spiccano tre api

ch'han d'or le spoglie e d'or le penne e i capi.

Queste fra gl'ori e gl'ostri

ammirerà l'età barbari mostri:

son umani portenti:

fatte stelle lucenti,

su nel mio cerchio in fra stellati campi,

vibreranno di gloria eterni lampi.

Sfondo schermo () ()

 

CORO
a 6

Meraviglie son queste,

ma sotto le cortine

serbano ancora simbolo celeste.

 

Fine (Atto quinto)

Atto primo (prologo) Atto secondo Atto terzo Atto quarto Atto quinto

Paesaggio con monte e boschi; antro d'Egeria; luna in cielo.

Amore
 

(Amore nascosto)

Amore
<- Diana, Pane

In quest'antro sepolto

Coro di ninfe e pastori, Diana
Ecco morta la fera

(Amore si scopre)

Ecco morta la fera

Tu che in un parto di Latona a Giove

(Diana muta il cervo in un giglio giallo sopra il quale si posano tre api d'oro, che poi si trasportano in cielo e nel suo cerchio circondato da nuvolette d'argento si mirano tre aponi d'oro)

Coro a 6, Diana
Meraviglie son queste
 
Scena unica
Paesaggio con monte e boschi; antro d'Egeria. Paesaggio con monte e boschi; antro d'Egeria. Paesaggio con monte e boschi; antro d'Egeria; luna in cielo. Paesaggio con monte e boschi; antro d'Egeria; luna in cielo. Paesaggio con monte e boschi; antro d'Egeria; luna in cielo.
Atto primo (prologo) Atto secondo Atto terzo Atto quarto

• • •

Testo PDF Ridotto