Atto quarto

 

Scena unica

Un cortile nell'interno del castello di Ekebù. A sinistra, un porticato di legno annerito dal fumo, che si stende in volte larghe, salendo dal proscenio, fino al fondo. Ad ogni arcata corrisponde -a regolare distanza- una porta che lascerà intravvedere l'interno della fucina, il grosso maglio appeso al soffitto, il fornello a mantice, le incudini e le bocche lontane dai forni. La fucina è deserta. A destra, invece, si vede la facciata interna del castello, in pietre ruvide e bigie. Ciuffi d'erbe appassite penzolano dagli spigoli e dai cornicioni; qualche pianta giallastra e moribonda è sulla piccola porta d'entrata, poco lontano dalla quale c'è una bassa e lunga panchina di pietra, che fronteggia la prima arcata del portico. Presso a questa, spicca un rozzo sedile di pietra. Nel fondo, una cancellata di legno divide il cortile della strada, oltre la quale si distende la campagna arsa dalla siccità. Silenzio.
Anna è seduta sul rozzo sasso vicino al portico, con un libriccino aperto sulle ginocchia. Ma non legge. È assorta e dolorosa ed ascolta le voci lontane che si avvicinano. Quando la Folla sarà alla cancellata, ella nasconderà il volto fra le mani senza guardare e senza volgersi.
La casa è serrata. Gli Uomini, le Donne e i Fanciulli, avvicinandosi lentamente, sostando al cancello, entrando nel cortile a gruppi -sempre calmi e composti nel loro dolore- terranno in pugno brancate di foglie secche, fuscelli aridi, brandelli cenciosi che tenderanno verso la casa, ostilmente, e qualche volta verso Anna, che è sempre col volto sulle mani, immobile e dolorosa.

Immagine d'epoca ()

 Q 

Anna

<- folla

 

FOLLA
(lontana)

- Cavalieri della morte!  

- Cavalieri del dolore!

- Dove siete?

- Non udite?

- Siano il popolo che muore.

UOMINI

- Le fucine sono spente!

- La miseria è già alle porte.

DONNE

Non udite, non udite, Cavalieri della morte?

UOMINI

- Strugge il vento il nostro grano!

- Strugge il pianto il nostro cuore!

DONNE

Non udite, non udite, cavalieri del dolore?

FOLLA

Come voi sperdete i giorni, dio vi sperda sull'istante.

Torni qui la Comandante! Torni qui la Comandante!

 
(la casa rimane chiusa; non una voce o un volto; allora sono le donne che implorano, rivolgendosi ad Anna)
 

DONNE

- Anna, ascoltaci!

- Il signore danna noi pe 'l tuo peccato.

- Lascia Giosta!

UOMINI

- È maledetto.

DONNE

- Lascia Giosta!

UOMINI

- È sconsacrato.

DONNE

Pei fanciulli che ci muoiono sulle braccia disperate...

...per le angosce che ci struggono...

...per le lacrime versate...

...Anna, ascoltaci!

- Anna, salvaci!

- Lascia l'uomo che ci danna.

UOMINI

- Torni qui la Comandante!

DONNE

Anna, aiutaci! Anna! Anna!

 
La porta del castello si schiude e appare Giosta, pallido e grave. Un impeto di furore agita allora la Folla: i fuscelli, i rami secchi, le foglie aride, vengono scagliati ai piedi dell'Uomo che rimane immobile.

<- Giosta

 

FOLLA

- Eccolo!...

- È Giosta!

- To'!

- Sterpi!

- Fuscelli!

- To', la ricchezza che ancor ci rimane!

- To', e gozzoviglia insieme ai tuoi fratelli!

- Rami!

- Brandelli!

- Briciole di pane!

- Per Anna, to'!

- Pei cavalieri... to'!

- Distruggi ancora! Ridi ancora!

GIOSTA

No!...

Ah!... Questo no!... Perché?

 
(la folla dominata dal grido, tace; allora egli s'avanza, lento e religioso, alzando le braccia al cielo)
 

GIOSTA

Giusto signore,

se ho peccato, colpiscimi. Son io

che imploro di soffrir. Ma non colpire

gl'innocenti che vivono d'amore

e quelli che ti chiedono ogni giorno

pietà per non morire.

(alla folla)

Udite. Giuro. Qui farà ritorno

la Comandante; canterà il lavoro

ancor nella fucina,

e se ho peccato, io solo, torrò

la giusta pena.

Ma lasciate che lei viva serena,

viva serena e sempre a me vicina...

 
(tace commosso; la folla si placa, dominata; esita; si muove)
 

FOLLA

- Giura!

GIOSTA

Lo giuro. Ritornate in pace

ai casolari.

FOLLA

(allontanandosi)

- Così sia...

GIOSTA

Così!...

 
Piega il volto nelle mani sedendo sulla panchina. Adesso, dalla porta, fa capolino Cristiano. Esce cauto, seguito dai Cavalieri. Tutti sembrano inquieti, come se nascondessero un rimorso. Guardano la Folla in silenzio. Cristiano si avvicina a Giosta. Anna rimane sempre immobile e dolorosa, sul sedile.

folla ->

<- Cristiano, cavalieri, Liecrona

 

CRISTIANO

Se ne vanno?  

GIOSTA

(senza levare il volto)

Se ne vanno.

CRISTIANO

Plebe ignobile ed infida.

Tutti i dì, da quasi un anno, ci perseguita di strida.

LIECRONA

(accennando al mucchio)

E, da un mese, di fuscelli...

CAVALIERI

Tetro mucchio!

CRISTIANO

(pestandovi dentro una pedata)

Spazza via!

(avvicinandosi a Giosta pomposo, come risoluto a qualche cosa)

Giosta!...

GIOSTA

(quasi vincendo il pianto)

Lasciami!

CRISTIANO

Ho capito...

(rimane un poco pensoso)

Qui si uccide l'allegria!

 
(un attimo di silenzio; i cavalieri rimangono pensosi a capo chino)
 

UNO
(grave)

Veramente abbiamo ucciso il lavoro e le fucine...

UN ALTRO

Qui non batte più un martello...

UN ALTRO ANCORA

...Qui si vuotan le cantine...

CRISTIANO

Si è bevuto, veramente...

UNO

Forse troppo...

UN ALTRO

Forse... tutto.

CRISTIANO

Tutto... e più: perfin le nuvole! Anche il cielo ora è all'asciutto!

LIECRONA

(rompendo in pianto)

Ieri è morta una bambina... La sua madre era in gramaglie...

 
(vorrebbe continuare, ma non può; tutti si commuovono; Cristiano scrolla allora il testone, per vincere il pianto, e grida soldatescamente:)
 

CRISTIANO

Cavalieri!

CAVALIERI

Capitano!

CRISTIANO

Siamo un mucchio di canaglie.

Vero?

CAVALIERI

Vero!...

CRISTIANO

E allora... Allora... Qui bisogna sull'istante

sgomberare dal castello...

CAVALIERI

...E cercar la Comandante...

CRISTIANO

Siamo degni d'un pensiero così nobile?

CAVALIERI

Dai segni

si direbbe che siam degni!

- Tutti degni!

- Degni! Degni!

CRISTIANO

(pomposamente verso Giosta)

Giosta!

(Riflettendo e fermandosi di botto)

No. Giosta rimane...

Cavalieri! Su! Da forti!

Abbracciamoci...

CAVALIERI

Abbracciamoci!...

CRISTIANO

E che il diavolo ci porti.

 
(si abbracciano, avviandosi poi verso il cancello)
 

CAVALIERI

...L'ora è giunta. Addio per sempre...

(in gruppo, alla cancellata)

Giosta, addio!

- Per sempre addio!

 
(escono; ma Cristiano con una piroetta ritorna, tocca Giosta sulle spalle, e gli indica Anna)

cavalieri ->

 

CRISTIANO

Anna!  

GIOSTA

Ebbene?

CRISTIANO

Piange! Guardala! Piange troppo... Almen direi.

GIOSTA

Ed allora?

CRISTIANO

Io vado al diavolo con costor... Tu sta con lei...

 
(soddisfatto del pensiero gentile, esce senza più volgersi; Giosta si avvicina ad Anna)

Cristiano ->

 

GIOSTA

Anna! Pregavi?  

ANNA

(levando il capo)

Sì.

GIOSTA

Piangi?... Perché?

ANNA

Per te! Per te! Non posso più soffrire

e morire così... L'anima mia

è disperata.

GIOSTA

Anna! Perché? Perché?

ANNA

Giosta!... laggiù

mia madre attende ancora.

Sintram... mio padre... dalla triste aurora

di quel natale

non s'è veduto più... Giosta, amor mio,

Giosta, che vivi tra l'amore e il male,

iddio ha risposto alle mie preci. Torno

alla casa natale.

Addio.

GIOSTA

Lasciarmi? Tu? Se dio non vuol che muoia

disperato di me,

tutto, mi chieda, tutto, anche la gioia,

ma non mi tolga, non mi tolga te.

Ti cado ai piedi, come un giorno. Guarda!

T'imploro come implora uno che muore.

Anna! Mia vita! Anna! Mio santo amore!

Guarda! Son io! Guardami! Piango. Guarda!

ANNA

(presso al cancello)

Non piangere, non pianger... È il destino.

(ritornando a lui, d'impeto)

Apri le braccia... Stringimi sul cuore...

Stringimi sul tuo cuor l'ultima volta...

Fa' che muoia, così, fra le tue braccia.

Non reggo più! Non reggo più...

GIOSTA

(tenendola sul cuore)

Signore!

Signore! Ascolta! Toglimi la vita,

o dammi un segno della tua bontà...

ANNA

Non invocare più, Giosta. È finita!

Lasciami!

GIOSTA

(tentando trattenerla)

No...

ANNA

Lasciami!

GIOSTA

Un bacio...

(la tiene fra le braccia: la bacia: poi, vincendosi, con un singhiozzo, le indica il cancello)

Va'!...

 
(Anna si avvicina al cancello; ma si ferma come se non reggesse; grida festose lontane)
 

ANNA

Gridano ancora... Senti? Addio.  

GIOSTA

(sobbalzando per una folle speranza)

Anna! Un istante...

Odi?

VOCI

(confuse e liete)

La Comandante!...

GIOSTA

Odi?

VOCI
(più vicine)

La Comandante!...

GIOSTA

(traboccante di gioia)

Il ciel risponde al mio grido d'amore...

ANNA

(abbandonandosi a lui)

O Giosta! O Giosta!

GIOSTA

Qui! Qui! Sopra il cuore!

 
Le voci si avvicinano. Cristiano irrompe affannato.

<- Cristiano

 

CRISTIANO

Giosta! La Comandante! La Comandante! È qui!  

Presto! Un guanciale. Muore. Anna!...

ANNA

(entrando in casa, ritornando coi guanciali, e accomodandoli sulla panchina)

Così?

CRISTIANO

(aiutandola)

Così.

GIOSTA

Muore?

CRISTIANO

(accomodando l'improvviso lettuccio e narrando)

L'ho ritrovata... Là... Sul sentier lontano

distesa sulla polvere. Mi disse: «Capitano!»

- «Comandante!» - «Sollevami!... Dov'è la tua brigata?

Chiamala e canti a festa. Muoio, ma perdonata!»

Eccola!... Taci...

 
(alla folla che entra, commuovendosi e confondendosi)
 

CRISTIANO

Popolo!... Plebe!... Fratelli!... Su!...

Indietro! Cavalieri! Silenzio tutti! E giù...

 
La Comandante entra sorretta dai Cavalieri e seguita dalla folla. Viene adagiata sulla panchina. Tutti si scoprono commossi. Silenzio profondo. La Comandante, dopo un attimo, apre gli occhi smarriti e balbetta.

<- folla, Comandante, cavalieri

 

COMANDANTE

Ragazzi! Mille diavoli! Marmotte!  

Perché tacete?

GIOSTA

(avvicinandosi)

Comandante!

COMANDANTE

Giosta!

(cercando cogli occhi)

Anna, dov'è?

ANNA

(cadendo in ginocchio vicino a lei)

Son qui.

COMANDANTE

Dolce bambina!

...Sei Margareta, Margareta, tu!

(smarrendosi)

 

COMANDANTE

E cammina e cammina  

da quella notte! Ahi! Quanto pianto costa

un peccato d'amore.

(a Giosta che cade in ginocchio vicino ad Anna)

Amala, Giosta! Amala, Giosta!

(commossa, vincendosi)

Su!

Perché piangete?

GIOSTA

(con un singhiozzo)

Comandante!

COMANDANTE

Taci!

Come mia madre, la mia vecchia madre

posò la mano

su questo capo, ecco la poso anch'io

sul capo vostro. Benedetti i baci

nell'amore di dio. Amala! Amate!

(rimane un attimo assorta, poi si scuote e guarda intorno)

Cristiano! Ti perdono. Ecco la mano!

 
(Cristiano gliela bacia e cade in ginocchio, piangendo)
 

 

Lo so. Sei buono.

(agli altri, chiamando con un cenno)

Ed anche tu, anche tu...

Miei Cavalieri! Gaia e disperata

canzon di gioventù...

muoio tra voi... ma consolata e in pace...

CAVALIERI

(intorno a lei, commossi, forzandosi di sorridere)

Non morirai! Non morirai...

COMANDANTE

(serena)

Fra poco.

Solo vorrei...

(rizzandosi ancora accennando alla fucina)

Perché non brilla il fuoco?

Perché, laggiù, quella fucina tace?

(con un filo di voce ma imperiosa)

Mille diavoli! Su! Presto! Al lavoro!

Sola preghiera, per la morte mia,

siano il bel canto ed il festoso coro

delle fucine... Su! Uomini! Via!

Al lavoro! Al lavoro!

(ad Anna)

Anna! Tu no!

Stammi vicina...

 
I Cavalieri si guardano negli occhi. Giosta ha un gesto risoluto. Cristiano lo imita. Accennano alla Folla, che si riversa nella fucina.
 

GIOSTA

Alla fucina!

CRISTIANO

Al maglio!

CAVALIERI

Accendi i fuochi!

FOLLA

- Al mantice! Ai martelli!

(muovendosi, operosi, infervorati, traendo incudini, martelli, etc.)

- L'incudine sia un limpido sonaglio!

- E i nostri cuori, lieti ritornelli!

- Accendi! Accendi!

- Sfolgori in barbaglio

la preghiera che il cuore rinnovelli!

- Canti il lavoro!

- Squilli!

- Brilli!

- Su!

Al maglio! Al maglio!

- Tuoni forte!

- Giù!

 
Il maglio cade e tuona. I forni avvampano. Fiamme calde balenano nella fucina e illuminano gli uomini intenti all'opera. Squillano i martelli. Il lavoro festoso canta. La Comandante, immobile, fissa la fucina. Anna è inginocchiata vicino a lei. Il canto sale.
 

CAVALIERI

- Vecchia terra d'Ekebù...

FOLLA

- Il lavoro sia canzone...

CAVALIERI

- ...chi fa crescere le rose...

FOLLA

- ...fede pia e benedizione...

CAVALIERI

...sulle squallide miniere dalla bocca sgangherata?

FOLLA

...e l'amore, redenzione della terra affaticata...

CAVALIERI

La canzon del cavaliere

dal lavoro illuminata...

FOLLA

...Brilli e sfolgori Ekebù...

sciogli il maglio!

- Tuoni!

- Giù!

 
Il maglio tuona. La Comandante chiude gli occhi, serena. La lucina brilla di fuochi. La folla, Giosta, i Cavalieri tempestano più gioiosi.
 

CAVALIERI

...Vecchia terra d'Ekebù...

FOLLA

- Nel lavoro sia giustizia...

CAVALIERI

...Chi ti dà la giovinezza...

FOLLA

- Nel lavoro sia letizia.

CAVALIERI

...Chi ti dà le sonagliere dalla garrula risata?

FOLLA

...Nel lavoro ogni tristizia venga in pace consolata.

CAVALIERI

La canzon del Cavaliere

dal lavoro illuminata.

FOLLA

Brilli e sfolgori Ekebù...

Sciogli il maglio!

- Tuoni!

- Giù!

 
Un tonfo. Ma Anna, che avrà spiato il viso pallido della Comandante, balza in piedi, si curva, la scuote e getta un grido acuto. Silenzio profondo. Tutti rimangono, percossi, presso le incudini. Solo Giosta accorre.
 

ANNA

Giosta! È morta!  

GIOSTA

(curvandosi)

Morta!

CAVALIERI E FOLLA

(sommessamente)

Morta!

GIOSTA

(solenne, con voce squillante come in un rito)

Cavalieri di Ekebù!

Per la nostra Comandante... Tuoni il maglio... Sciogli! Giù!

 
Il maglio cade nel silenzio. Tutti s'inginocchiano e piegano il capo.
 

Fine (Atto quarto)

Atto primo Atto secondo Atto terzo Atto quarto

Un cortile nell'interno del castello di Ekebù; a sinistra, un porticato di legno annerito dal fumo, che si stende in volte larghe, salendo dal proscenio, fino al fondo; ad ogni arcata corrisponde, a regolare distanza, una porta che lascerà intravvedere l'interno della fucina, il grosso maglio appeso al soffitto, il fornello a mantice, le incudini e le bocche lontane dai forni; la fucina è deserta; a destra, invece, si vede la facciata interna del castello, in pietre ruvide e bigie; ciuffi d'erbe appassite penzolano dagli spigoli e dai cornicioni; qualche pianta giallastra e moribonda è sulla piccola porta d'entrata, poco lontano dalla quale c'è una bassa e lunga panchina di pietra, che fronteggia la prima arcata del portico; presso a questa, spicca un rozzo sedile di pietra; nel fondo, una cancellata di legno divide il cortile della strada, oltre la quale si distende la campagna arsa dalla siccità.

Anna
 
Anna
<- folla
Anna, folla
<- Giosta
 
Anna, Giosta
folla ->
Anna, Giosta
<- Cristiano, cavalieri, Liecrona

Se ne vanno? / Se ne vanno. / Plebe ignobile ed infida.

Anna, Giosta, Cristiano, Liecrona
cavalieri ->

Anna! / Ebbene? / Piange! Guardala! Piange troppo... Almen direi.

Anna, Giosta, Liecrona
Cristiano ->

Anna! Pregavi? / Sì / Piangi? Perché?

(grida festose lontane)

Gridano ancora. Senti? Addio / Anna! Un istante

Anna, Giosta, Liecrona
<- Cristiano

Giosta! La Comandante! La Comandante! È qui!

Anna, Giosta, Liecrona, Cristiano
<- folla, Comandante, cavalieri

Ragazzi! Mille diavoli! Marmotte!

Comandante, Giosta, Coro, Cristiano
E cammina e cammina

(il maglio cade e tuona; i forni avvampano; fiamme calde balenano nella fucina; squillano i martelli)

 

(la Comandante muore; silenzio profondo)

Giosta! È morta! / Morta! / Cavalieri di Ekebù!

 
Scena unica
A destra, un interno d'osteria: stanza bassa, dalle pareti di legno, rossastro, con un gran focolare a... Un'ampia sala nel Castello di Ekebù; a destra quasi vicino al proscenio un'arcata, chiusa da una tenda... La fucina a volte basse ed ampie nel Castello di Ekebù; sui pilastri d'una vecchia... Notte limpida; una luna pallidissima tramonta sul lago lontano; si vede, a sinistra, la facciata... Un cortile nell'interno del castello di Ekebù; a sinistra, un porticato di legno annerito dal fumo, che si...
Atto primo Atto secondo Atto terzo

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