Epilogo

 

Scena unica

La piazzetta, come nel prologo.
Sulla gradinata della chiesa è sdraiato un Vagabondo dalla spessa barba grigia, ravvolto in un gran mantello e col cappuccio fin sugli occhi. Sopraggiungono Candida e Baldo seguiti da due giovani Compagni: Baldo picchia alla porta della casa del prevosto, fin che s'apre la finestra e s'affaccia, rabbuiata e sonnolenta, Menica.

 Q 

Belfagor

<- Candida, Baldo, due giovani

 

BALDO

Signor curato! Menica... O Menica!  

MENICA
(voce)

Chi è?

BALDO

Son io... Baldo... con Candida di Mirocleto, che

dobbiam dire a Don Biagio...

MENICA
(con voce stizzosa)

È ora da cristiani

questa? Che discrezione! Ritornate domani...

BALDO

...una parola sola... subito... È cosa grave...

MENICA
(brontolando)

Don Biagio dorme...

BALDO

Aprite...

MENICA
(di dentro)

Vengo; prendo la chiave.

BALDO
(si volge ai due compagni e tende loro la mano)

Ecco: siamo al sicuro. Grazie, figliuoli... Andate!

CANDIDA

Grazie.

L'UN DE' COMPAGNI

Nulla...

L'ALTRO

Vi pare?

 

<- Menica

MENICA

(aprendo la porta, con un lume ad olio nella mano sinistra)

Cos'è accaduto? Entrate.

 
(mentre i due compagni si allontanano, Candida e Baldo entrano in casa del prevosto, e Menica spranga la porta)

due giovani, Candida, Baldo, Menica ->

 
Silenzio. S'ode soltanto il parlottar della fontana. Il Vagabondo ammantato si rivolta nel suo letto di pietra: par che dorma. Dietro la chiesa il cielo a poco a poco imbianca. Vengono dal fondo, a passo lento, due altri vagabondi, un Vecchio e un Ragazzo, lacerissimi: seggono sull'orlo della fontana, si dividono un po' di pane e di pesce secco, e mangiano, e bevono l'acqua nel cavo della mano.

<- Il vecchio, Il ragazzo

 

IL VECCHIO

(entrando)  

Qui, che c'è l'acqua... Un pane ed un'aringa. Prendi.

Ed anche oggi si cena...

IL RAGAZZO

Tarduccio!

IL VECCHIO

O che pretendi

che Iddio ti serva il pranzo all'ora che a te piace?

IL RAGAZZO

Hai ragione, nonnetto...

IL VECCHIO

Ségnati, e mangia in pace.

 
(il Ragazzo si fa il segno della croce)
 

BELFAGOR
(il vagabondo)

(levandosi a sedere)

Puah!

IL RAGAZZO

Un altro signorone come noi due...

IL VECCHIO

Compare,

se v'aggrada, servitevi...

BELFAGOR
(il vagabondo)

Potevate rubare

qualche cosa di meglio...

IL VECCHIO
(risentito)

Rubare? Per tua regola,

vagabondi, non ladri! Non siam della tua pegola!

BELFAGOR
(il vagabondo)

Bah! Tanto peggio... Meno scrupoli, e meno amara

vecchiezza oggi vivresti... E tu, ragazzo, impara!

IL VECCHIO

Bei consigli!...

BELFAGOR
(il vagabondo)

Esperienza!

IL VECCHIO

...per dar l'anima ai diavoli!

BELFAGOR
(il vagabondo)

Io non ci credo ai diavoli! Favole di bisavoli!

IL RAGAZZO
(pieno di meraviglia)

Non ci credete? Io sì! E qui per il paese

ce n'è uno che gira, dice... Quello che prese

moglie, or fa...

BELFAGOR
(il vagabondo)

(interrompendo)

Farfalloni che t'han fatto ingollare!

IL RAGAZZO

(chiamando il Vecchio a testimone)

Ci son le prove, eh nonno? Gli han visto risputare...

IL VECCHIO, IL RAGAZZO

Già!

...l'ostia consacrata...

BELFAGOR
(il vagabondo)

Frottole!

IL RAGAZZO

E le campane?

O perché non suonarono? Era un segno!

BELFAGOR
(il vagabondo)

Panzane!

IL RAGAZZO

Perché quello era un diavolo...

BELFAGOR
(il vagabondo)

Fole, bambino! Quello

era un mercante ricco, ricco straricco, bello...

IL RAGAZZO

Brutto, dicono...

BELFAGOR
(il vagabondo)

Brutto? Quant'è maligno il mondo!

Un forestiero splendido, magnifico, giocondo,

che s'è voluto togliere un capriccio, e poi... via

in cerca d'avventure e d'altra compagnia...

 
Dalla casa del prevosto è uscito Baldo, ha richiuso la porta... subito il Vagabondo alza la voce, perché Baldo l'oda.

<- Baldo

 

IL VECCHIO

Come via? Se n'è andato?

BELFAGOR
(il vagabondo)

Questa notte...

IL VECCHIO

Davvero?

 
(Baldo si ferma in ascolto)
 

BELFAGOR
(il vagabondo)

O che immaginavate un sì ricco straniero

qui per tutta la vita a sbaciucchiar la moglie,

figlia d'uno speziale... Saziate le sue voglie,

via...

(fa con la mano cenno di partenza)

BALDO

(torvo, battendo una mano su una spalla del vagabondo)

Amico, s'è saziato di schiaffi e beffe e scorni:

nient'altro... Avete inteso?

BELFAGOR
(il vagabondo)

(fingendo meraviglia)

Senti, se'!... In tanti giorni.

BALDO

Nient'altro.

BELFAGOR
(il vagabondo)

E in tante notti... Nient'altro? Giusto quello,

giusto quello era l'uomo da farsene zimbello!

Conquistator di femmine! Seduttor provetto!

Uno stallone! Un riccio! Un mandrillo! Un galletto!

Chi volete che creda? Eh via! Scommetterei

che questa novelletta la va spargendo lei,

la sposina... per tender una pania, o chi sa,

forse solo per fingersi una verginità...

Voi ve la sposereste? Né voi, penso, né alcuno...

Io, per me, non vorrei gli avanzi di nessuno!

BALDO

(che s'è contenuto a gran stento, per non perdere una delle bieche parole del suo interlocutore, prorompe in un urlo, e afferra il Vagabondo per la barba, e lo spinge contro il muro del campanile)

Avanzi? Ah, cane! Avanzi! Maledetto serpente...

Avanzi... To'...

IL RAGAZZO
(spaventato)

S'ammazzano...

BALDO

(sbattendo l'avversario contro il muro)

To', cane!

IL VECCHIO

(esce da destra chiamando al soccorso)

Gente! Gente!

 

Il vecchio ->

IL RAGAZZO

(corre a bussare alla casa del prevosto)

S'ammazzano!

 

Il ragazzo ->

(Belfagor scivola agilmente via, lasciando barba e mantello da vagabondo nelle infuriate mani di Baldo, e svolta dietro il campanile, tenendosi con la mano la lunga coda; riappare per un attimo il ceffo maligno e cornuto: ride; scompare)

Belfagor ->

 

BALDO

(continuando a sbattere cieco di furore)

Tizzone d'inferno! Tizzo nero

d'inferno...

(getta via con gran forza quella spoglia, e si prende la testa fra le mani, e corre verso la fontana: si ferma, si lascia cadere sul gradino, piangendo disperatamente; geme attraverso le palme, che ora chiudono la bocca, una voce rotta e soffocata:)

Ma se fosse vero?... Se fosse vero?

(a poco a poco il singhiozzo dirada, si calma: Baldo leva il viso tra i pugni stretti, e resta lungamente immobile, con gli occhi sbarrati e fissi nel vuoto)

 

Chi mi torrà dal cuor l'aspro tormento?  

Chi potrà far che un'ombra di vergogna

non mi offuschi il suo viso, e in ogni accento

del suo labbro io non oda una menzogna?

Al dolce porto omai più non agogna

la giovinezza mia, ché il faro è spento;

non ama più, non crede più, non sogna

più: le speranze le ha rapite il vento...

Me pur, me pure sopra il vento e l'onde

tempestose del mio mare selvaggio

porti la vela verso ignote sponde,

fin che la grazia dell'oblio mi tocchi,

né l'auree trecce io vegga in ogni raggio

di sole, e in ogni stella i suoi begli occhi.

 
Affranto, Baldo si curva in sé medesimo, con il viso quasi tra le ginocchia. Ed ecco uscir dalla porta della parrocchia Menica, col suo lumino, poi Don Biagio, che reca l'ampolla dell'olio santo, e s'incontrano col vecchio e col ragazzo che rientrano, e con qualche paesano accorso alle grida. Alla finestra appare Candida.

<- Menica, Don Biagio, Candida

 

DON BIAGIO

Dov'è il morto?  

IL RAGAZZO

Se n'è andato,

reverendo, mi dispiace...

DON BIAGIO

Be'... Buon segno!

IL RAGAZZO

Già!

DON BIAGIO

Ma ascolta:

il curato ~ un'altra volta

lo potrai lasciare in pace...

(intravvede Baldo che singhiozza nell'ombra)

O chi piange là seduto?

(a Menica)

Be': tu intanto

porta a casa l'olio santo.

(si avvicina al piangente, lo scuote, lo guarda in viso)

Baldo?

CANDIDA

(dalla finestra con un grido)

Baldo!

 
E si ritrae per apparire subito dopo nella piazzetta.

Candida ->

<- Candida

 

DON BIAGIO

O ch'è accaduto?

BALDO

(senza levare il viso)

Perché è vero... Perché è vero...

DON BIAGIO

Che ti passa per la zucca?

BALDO
(senza levare il viso)

O mio amore!

DON BIAGIO

Eh! Fatti cuore!

Casseremo il matrimonio...

Via! Domani si va a Lucca,

si discorre a monsignore

ed il vescovo... vedrai...

BALDO

Che m'importa? No! No! Mai!

 
(don Biagio s'interrompe sorpreso; ma poiché Candida sopraggiunge, si allontana stringendosi nelle spalle e mormorando: «Benedetti ragazzi! Chi vi capisce?... Be'... Sbrigatevela un po' tra voi...»)
 
I Paesani discesi in piazza formano un crocchio intorno al vecchio e al ragazzo, che raccontano la scena alla quale hanno poco prima assistito: Don Biagio entra nel gruppo e domanda anch'egli notizie. Ma ecco qualcuno che sembra aver novelle ben più interessanti, e narra con gran gesti, e indica allo stupore di tutti, lassù in alto, il castello demolito. Finalmente, quando il colloquio tra Candida e Baldo volge al suo termine, accorrono, ancora vestiti per il ballo e mal ravvolti in scialli e mantelli, Mirocleto, Olimpia, Fidelia e Maddalena e qualcuno degli invitati. E mentre Olimpia, senza nemmeno accorgersi dei due innamorati, apre la porta della farmacia abbandonata e rientra nella sua casa, intorno ai sopraggiunti si affollano i curiosi ad ascoltare i racconti della meravigliosa avventura.

<- paesani

 

CANDIDA

Baldo mio, sei ferito?    

S

BALDO

Ah, fossi morto!

CANDIDA

Che dici? Che dici?

BALDO

Né più visto, né udito

mai più avessi, o labbra ingannatrici!

CANDIDA

Che dici? Chi t'ha volto

subitamente l'anima e t'acceca?

A qual parola bieca,

a qual maligna voce hai dato ascolto?

BALDO

Non m'acceca! Mi sbenda!

Vedo... E so tutto!

CANDIDA

E tutto non diss'io

come nella tremenda

ultima confessione, innanzi a dio?

BALDO

Ah, taci! Iddio ti vede!

Tu non sei la mia Candida... Il tuo nome

è menzogna, e la fede

menzogna, e la promessa inganno...

CANDIDA
(con voce di pianto)

Come?

Non son più la fanciulla

dei cari sogni? «Un cuore, una capanna,

un dondolar di culla,

la cantilena d'una ninna nanna»...

Baldo, non son più quella

che contro il mondo l'amor tuo difese?

Candida che t'accese

in fronte con un bacio la tua stella?

BALDO
(tormentato, tentato)

Non so... Non mi rammento...

un sospetto mi sgombra

ogn'altro sentimento

e ogn'altra luce adombra...

CANDIDA
(disperata, singhiozzando)

No! Lo vedo... È finita!

Tu non mi credi più...

Ed allora... addio vita!

Addio... sogni... addio tu... tto...

BALDO

Taci: ogni tua parola

il tormento rinnova...

Dammi una prova sola,

se puoi... Dammi una prova!

CANDIDA

Che prova gli darò,

vergine benedetta?

Come gli renderò

la bella fede schietta?

La fede del mio amore,

nell'innocenza mia,

o specchio di candore,

o vergine Maria!

 
(cade in ginocchio e rimane immobile con le braccia aperte, come nella fervida attesa del miracolo... ed ecco che, mosse dal vento, le campane della piccola chiesa ondeggiano, tintinnano... tutti volgono gli occhi al cielo in alto, al campanile)
 

ALCUNI

Chi muove le campane  

nel cielo sonnolento?

ALTRI

Il vento... Il vento...

TUTTI

Oh, prodigio... oh, portento!

ALCUNI

Che dicon le campane

con la voce d'argento

al vento, al vento?

TUTTI

Miracolo... Miracolo...

 
Tutti scoprono il capo e piegano i ginocchi.
 
È l'aurora.
 

Fine (Epilogo)

Prologo Atto primo Atto secondo Epilogo

La piazzetta, come nel prologo.

Belfagor
 

(Belfagor come un vagabondo)

Belfagor
<- Candida, Baldo, due giovani

Signor curato! Menica... O Menica!

Belfagor, Candida, Baldo, due giovani
<- Menica

Belfagor
due giovani, Candida, Baldo, Menica ->
Belfagor
<- Il vecchio, Il ragazzo

Qui, che c'è l'acqua... Un pane ed un'aringa. Prendi

Belfagor, Il vecchio, Il ragazzo
<- Baldo

Belfagor, Il ragazzo, Baldo
Il vecchio ->

Belfagor, Baldo
Il ragazzo ->

(Belfagor scivola agilmente via, lasciando barba e mantello, e svolta dietro il campanile, tenendosi con la mano la lunga coda)

Baldo
Belfagor ->

Baldo
<- Menica, Don Biagio, Candida

Dov'è il morto? / Se n'è andato

Baldo, Menica, Don Biagio
Candida ->
Baldo, Menica, Don Biagio
<- Candida

Baldo, Menica, Don Biagio, Candida
<- paesani
Candida e Baldo
Baldo mio, sei ferito?

(le campane della piccola chiesa ondeggiano, tintinnano)

 
Scena unica
La piazzetta di un piccolo paese del litorale toscano; a destra, su tre gradini, un'antichissima facciata di... Una specie di strana sala un po' da pranzo e un po' da ricevere e che serve poi anche da cucina e da... Sala ottagonale in una torre del castello del signor Ipsilonne; nel primo lato (a sinistra dello spettatore)... La piazzetta, come nel prologo.
Prologo Atto primo Atto secondo

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