Atto terzo

 

Scena prima.

Alpestra.
Zefiro, Coro di Venti occidentali, Titone.

 Q 

Zefiro, Coro di venti occidentali, Titone

 

ZEFIRO

Voi de' miei disonori  

siate vindici crudi,

per uccider il reo

novi strali inventate,

e se non ritrovate

martir cruccioso,

che s'adatti al su' errore

prendete il mio dolore.

CORO

D'aspri patiboli,

di pene acerrime,

di crucci orribili

sarem noi Zefiro

fabbri, e carnefici.

TITONE

D'un aborrito fallo,

d'un delitto, che mai

non commisi, degg'io

far penitenza? O Giove

e l'innocenza mia non ti commove?

ZEFIRO

Vi lascio o fidi, fate

che la fama m'apporti

ovunque io sarò andato

del prigion lacerato

le dolorose morti.

O Zefiro infelice,

o Flora ingannatrice.

Zefiro ->

 

Scena seconda

Coro di Venti Occidentali, Titone.

 

CORO

Si laceri,  

si maceri,

uccidasi,

recidasi,

s'estermini,

s'annichili

la libidine

di cupidine.

 

TITONE

Cielo, cielo spietato  

a qual orrido fine,

ohimè m'hai destinato.

CORO PRIMO

Vo' che tra doglie acerbe

a un tronco avvinto,

lasci costui la delicata pelle,

così fece di Marsia il dio di Cinto.

CORO SECONDO

Tropp'è mite il castigo, a poco, a poco

di bitume, e di zolfo un misto fatto

in più giorni s'abbruci a lento foco.

CORO TERZO

Il mio senso de' vostri, è più crudele,

esposto ignudo a' rai del sole ardente

lo divorin le vespe unto di miele.

TITONE

Ohimè ch'odo infelice.

CORO PRIMO

Acchetatevi voi

inesperti che siete,

e al mio parer cedete.

CORO SECONDO

Da superbo tu parli.

Tanta arroganza, tanta

tu racchiudi nel petto?

Vo' ch'il tormento mio

l'uccida a tuo dispetto.

CORO TERZO

Ambeduo v'ingannate,

morrà questo malnato

com'Africo ha narrato.

TITONE

Soccorretemi o stelle.

CORO PRIMO

Non fate ch'io m'adiri,

io vi sarò.

CORO TERZO

Che soffi?

Che minacci? Vedrai

e il vedrà Coro ancora,

s'ei ripugna al mio intento,

quanto io superi voi

di forza, e d'ardimento.

CORO SECONDO

Alle prove, alle prove,

udite di battaglia

il rauco invito, il grido,

a guerra ambo vi sfido.

CORO PRIMO

Fermate, il nostro sdegno

non ritardi la pena

ch'a costui dar si deve,

rapidissimo, e lieve

ciascun di noi se n' voli

ove Zefiro stassi,

e a lui si richieda

per qual strazio egli vuole,

che di spirito privo

se ne resti il cattivo.

CORO SECONDO

Il tuo consiglio approvo.

CORO TERZO

Anch'io, non perché tema

di voi, ma perché resti

del bel Favonio, in breve

punita, e vendicata

l'onta enorme, e sfacciata.

CORO PRIMO

Dimori incatenato

a questa selce, insino

che torniamo il meschino.

CORO SECONDO

Annodalo ben stretto.

CORO PRIMO

Che temi tu, ch'ei fugga?

Si slacci pure, indarno

per fuggir i tormenti

involerassi a' venti.

Coro di venti occidentali ->

 

Scena terza

Titone.

 

Addio tetti reali,    

addio parenti, addio,

sono gl'ultimi accenti

questi ch'ora v'invio:

fatemi i funerali,

le facelle accendete,

piangete pur, piangete,

destin crudele, a torto,

il vostro figlio ha morto.

Addio selve mie care,

più non vedrete, addio,

il vostro regio arciere

a saettar le fere.

Orcadi, se nutrite

nel vostro petto alpestro

scintilla di pietade,

deh quand'io sarò estinto

qualche sepolcro date

alle membra squarciate,

non vada almeno errando

per gli fetidi, e ombrosi

argini di Acheronte

il mio spirito afflitto,

né gli neghi 'l tragitto

l'altro nocchier Caronte.

Ohimè della mia morte

il calpestio già sento,

ecco se n' viene il vento.

Del timor, del terrore

in sulla ruota io sono

un dannato Issione,

sfortunato Titone.

S

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Scena quarta

L'Aurora, Titone.

<- L'aurora

 

L'AURORA

O funeste novelle.  

Se le proterve stelle

hanno estinto il mio lume,

trovi Giove altro nume,

che trabocchi la notte

dalle polari altezze,

voglio tra l'orridezze

di tenebrose grotte

viver l'eternità:

il silenzio rompete

macigni, e se 'l sapete

ditemi è spenta, ohimè, la mia beltà?

TITONE

L'Aurora è questa? O dèa pietà, pietà.

L'AURORA

Ohimè, parmi d'udire

di Titone la voce,

che di pietà mi prega.

O ciel non foss'estinto,

eccolo a un sasso avvinto.

TITONE

Questi nodi deh sciogli,

spezza queste catene,

dalle tenebre togli,

bella quanto clemente,

un povero innocente.

L'AURORA

Vo fingermi adirata.

Ardisci dunque, ed osa

la stessa crudeltade

di supplicar pietade?

Trovar clemenza spera

alma inclemente, e fiera?

Dimori pur, dimori

da quei lacci legato

o discortese, o ingrato.

Queste son le vendette,

che fa 'l ciel de' superbi:

parto, tu resta a' guai.

Se di partire ho voglia amor tu 'l sai.

TITONE

Fermati diva, ferma,

ohimè sospendi il passo,

e per colui, ch'adori

non mi lasciare esposto

qui de' venti a' furori.

L'AURORA

Non adoro, adorai,

taci lingua bugiarda

adoro più che mai,

e s'idolatra io fui

infruttuoso, e vano

e ch'io te lo rivele,

troppo lo sai crudele,

crudel, di queste selci

al pari alpestre, e duro,

come, come a ragion l'orgoglio abbassi,

come stan bene uniti i sassi ai sassi.

Parto, tu resta a' guai.

Se di partire ho voglia amor tu 'l sai.

TITONE

O dio, t'arresta, o dio

ti mova il pianto mio.

L'AURORA

Più mentire non posso.

Chi vuol veder stupori

or venga in questo loco,

versa lagrime vive il mio bel foco.

S'io ti snodo cortese

qual premio mi darai?

TITONE

Il cor se 'l chiederai.

L'AURORA

O tre volte beata

s'ei non t'inganna Aurora.

E qual cor mi prometti

quello, che desti a Flora?

TITONE

Ti prometto quel core,

che sdegnò sempre Amore,

quel cor, che mai non volle

uscir da questo petto,

per non viver soggetto.

L'AURORA

S'io ti credessi, or ora

ti scioglierei.

TITONE

Ti giuro

per la terra, che calco,

per l'aere, che respiro,

per il sol, che rimiro,

per il cielo, che m'ode,

che tu avrai per mercede

dell'opra tua pietosa

l'amor mio, la mia fede.

L'AURORA

Ite indegna catene

ad allacciar di Fetonte i rei,

è sacrilegio il fare offesa a' dèi.

Ah no, no, che ragiono,

s'un angelo annodaste

d'essere collocate

tutte carche di stelle

nel ciel voi meritate.

Dar vi vo' mille baci,

per voi godo il mio bene

gloriose catene.

TITONE

O bella, o cara, o pia

liberatrice mia,

se crudele ti fui

or grato mi ti dono,

mia dèa, dèa mia tuo sono.

L'AURORA

O vago, o dolce, o mio

ardor, laccio, e desio,

se fedele ti fui

sempre ti sarò fida,

tu sarai la mia scorta, io la tua guida.

TITONE

Deh di partir, ti prego,

di qua non siamo lenti

pria, che tornino i venti.

L'AURORA

Non temer, meco sei

luce, raggio, splendor degl'occhi miei.

Titone, L'aurora ->

 
 

Scena quinta

Prati.
Flora.

 Q 

Flora

 

Torna Zefiro mio,  

non mi lasciar qui sola.

Ohimè, che mi consola

pietoso del mio male,

deh rivolgi qui l'ale

o sospirato dio,

torna Zefiro mio.

Torna Zefiro caro,

sei tu solo il mio sole,

tra rose, e tra viole

vien chi t'ama a fruire,

lascia, deh lascia l'ire,

non m'esser di te avaro,

torna Zefiro caro.

Torna Zefiro bello,

deh torna a chi ti chiede,

non è saggio chi crede

a geloso sospetto,

è intatto il nostro letto

vago mio tortorello,

torna Zefiro bello.

 

Scena sesta

Zefiro, Flora.

<- Zefiro

 

ZEFIRO

Più che sdegno m'innalza,  

e le pene mi scote,

più con varco allentato

Amor perché non parta, ahi mi percote.

FLORA

O Zefiro, o di Flora,

fiato, e spirto immortale.

ZEFIRO

O Flora, o falsa Flora,

tutta frode ed inganno,

o mia furia, o mio danno.

FLORA

Ancor t'ange, e flagella

timor fallace, e rio

l'anima, e 'l core, anima mia, cor mio?

ZEFIRO

E che pensi di novo,

mendace allettatrice,

con bocca ingannatrice,

con scaltre parolette

dar vita a quell'ardore,

ch'estinse nel mio petto

delle tue colpe oscene

il rimirato oggetto?

S'ho leggere le piume,

s'ho volubili i fiati

ho 'l pensiero costante

di così dure tempre,

che t'odierò mai sempre.

FLORA

Odiar vorrai chi t'ama,

fuggir da chi ti brama?

ZEFIRO

Tu m'ami? Menzognera.

Tu mi brami? Bugiarda.

Brami, ch'Eolo mi chiuda

ne' suoi sassi forati

per poter meglio, o cruda,

goder co' druidi amati:

ma che, piangi pur, piangi

a questi tristi avvisi,

il tuo furtivo amante,

o lacerato or giace,

o stassi agonizzante

per saziar le gole,

con le carni sbranate,

delle belve digiune, ed affamate.

FLORA

Ha morto un innocente

la tua rabbia gelosa,

qui dall'aure portato

il misero se n' venne

dalle frigie foreste.

ZEFIRO

Se n' venne a tue richieste,

e qui l'aure leggere

l'averanno condotto

vinte da tue preghiere.

O dio ti miro ancora

crudelissima Flora?

Su su spieghisi 'l volo

lungi da questo polo,

e da questa sleale.

Ohimè volar non posso, ho i pondi all'ale.

FLORA

Non fuggir, non lasciarmi

in preda a tristi lai,

Zefiro ferma, e s'hai

voglia di straziarmi

fa', che Stige ti presti

i ghiacci, i ferri, i fuochi,

gli angui, le ruote, i zolfi,

e senza andar lontano

con la tua propria mano

tormenta, a tuo piacere,

d'aspre ritorte cinta,

la mia innocenza.

ZEFIRO

Estinta.

Ancora tra pene involto

la fraudolente ascolto?

Su su spieghisi 'l volo

lungi da questo polo,

e da questa sleale,

ohimè volar non posso, ho i pondi all'ale?

Nega, ch'io fugga amore,

e come di fuggir Zefiro crede

se qual augel prigione ha il laccio al piede?

 

Scena settima

Aura prima, Aura seconda, Zefiro, Flora.

<- Aura prima, Aura seconda

 

AURA PRIMA

Non vuol, che mora il crudo  

in sì tenera etade

amorosa pietate.

Zefiro a torto uccidi

il giovane straniero,

ei venne a questi lidi

da noi rapito, e Amore

a rapirlo n'indusse.

Lascia, lascia il rigore,

lo sdegno da te scaccia,

e la tua fida Flora

geloso vento abbraccia.

ZEFIRO

E di che gli fu porta

la bianca destra in pegno?

FLORA

Di farlo al teucro regno

da te condur sull'ali,

l'anima impietosita

al suo pianto doglioso.

ZEFIRO

Ohimè mirar non oso

la mia dèa vilipesa.

FLORA

Di vergogna il rossore

se gl'accampa nel volto.

ZEFIRO

Flora?

FLORA

Flora ancor chiami?

E con languida voce

di medicar presumi

le piaghe, che feroce

all'onestade mia

fe' la tua gelosia?

Crudele, io vo' sottrarmi

dalle tue tirannie.

Trova pur nova sposa

più bella, e più pudica,

ti ripudia l'antica.

Non ti sdegnare Amore,

finge la lingua, innamorato è il core.

ZEFIRO

Ahi che parli, ahi che sento,

uccidami il tormento.

Pace, pace chieggo

supplicante prostrato

o mio cielo adirato.

I folgori sospendi,

tranquilla il tuo sereno,

e perdona alle mie

figlie d'un caldo effetto,

gelide gelosie,

volgimi gl'occhi belli

men sdegnosetta, e pia,

pietade Flora mia.

AURA SECONDA

Chi non s'ammollirebbe? Ella è già vinta.

FLORA

Più non poss'io mentire.

Eccoti la tua ancella

liberata dall'ire.

 

 

Deh stringimi,  

abbracciami,

annodami.

ZEFIRO

Deh pungimi,

deh mordimi,

deh baciami.

 

Scena ottava

Coro di Venti occidentali, Zefiro, Flora, Aura prima, Aura seconda.

<- Coro di venti occidentali

 

CORO PRIMO

Qual morte.  

CORO SECONDO

A te.

CORO TERZO

Discordi.

CORO PRIMO

Silenzio voi.

CORO SECONDO

Silenzio tu.

CORO TERZO

Tacete discordi.

CORO SECONDO

A te.

CORO PRIMO

Qual morte.

ZEFIRO

Qual insania v'agita

o superbi, che siete?

Tacete, olà tacete,

e lasciate, che parli, Africo sola.

Che si ch 'è morto il miserello? O duolo.

CORO TERZO

Discordi in trar di vita

l'estranio prigioniero

Zefiro a te veniamo,

acciò, che proferire

tu debbi di qual morte

egli abbia da morire.

ZEFIRO

Protettore, e custode

dell'innocenza è il cielo,

per salvare il troiano

dall'ultimo martoro

ei mandò la discordia infra costoro.

Sciolta dalle catene

qui tosto l'arrecate.

FLORA

Fermate il piè, fermate,

ecco, che con l'Aurora egli se n' viene.

 

Scena ultima

Titone, l'Aurora, Zefiro, Flora, Aura prima, Aura seconda, coro di Venti occidentali.

<- Titone, L'aurora

 

L'AURORA

Più lucente, e serena,  

più vaga, e fiammeggiante,

riamata,

ribaciata

da te suo caro amante

da te sua dolce pena,

per le celesti vie

apporterà l'Aurora al mondo il die.

 

TITONE

Comincia a far libare,  

o mia diva immortale,

all'alma, amor bambino,

il suo soave nettare divino.

ZEFIRO

Dell'offese a te fatte,

dal mio furore ingiusto,

pronto io sono a soffrire

qual castigo tu vuoi giovane augusto.

TITONE

Zefiro, regio petto

d'odio non è capace,

ti voglio amico, e ti concedo pace.

AURA PRIMA

E tu per le bellezze

di quel volto, che miri

o dea, deh, deh depenna il nostro errore

ne persuase i latrocini Amore.

L'AURORA

Erraste, e grave pena

merta il vostro demerto,

pure in sì lieto giorno,

colma d'alto diletto,

la ribellione, e i furti io vi rimetto.

FLORA

Bell'aralda del sole

gioisco al tuo gioire,

né vorrei mai vedere

gli amanti cor languire,

lontani dal piacere.

 

L'AURORA

Se tra guai  

io penai

sallo Amore, e lo sai tu,

or mercé

di tua fé

di penar non credo più.

 

TITONE

A me tocca

dolce bocca

di languir per tua beltà,

con saette

le vendette

de' suoi schermi Amor or fa.

 

ZEFIRO E FLORA

Augelletti

garruletti

deh canori

applaudite a questi amori,

e cantate,

e narrate

dell'Aurora gl'imenei,

i Cupidine i trofei.

 

L'AURORA

Chiari albori

l'ali aprite,

e da terra

ci rapite,

in un drappel

tutti lieti andiamo al ciel.

 

Fine (Atto terzo)

Prologo Atto primo Atto secondo Atto terzo

Alpestra.

Zefiro, Coro di venti occidentali, Titone
 

Voi de' miei disonori

Coro di venti occidentali, Titone
Zefiro ->

Cielo, cielo spietato

Titone
Coro di venti occidentali ->
Titone
<- L'aurora

O funeste novelle

Titone, L'aurora ->

Prati.

Flora
 
Flora
<- Zefiro

Più che sdegno m'innalza

Flora, Zefiro
<- Aura prima, Aura seconda

Non vuol, che mora il crudo

Flora e Zefiro
Deh stringimi
Flora, Zefiro, Aura prima, Aura seconda
<- Coro di venti occidentali

Qual morte. A te. Discordi

Flora, Zefiro, Aura prima, Aura seconda, Coro di venti occidentali
<- Titone, L'aurora

Comincia a far libare

L'aurora e Titone, Zefiro e Flora
Se tra guai
 
Scena prima. Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena ultima
Abitazione del Sonno. Selva idea. Giardini di Flora. Alpestra. Prati.
Prologo Atto primo Atto secondo

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