Prologo

 

Scena unica

Abitazione del Sonno.
Pasitea, il Sonno, l'Aurora.

 Q 

Pasitea, Sonno, L'aurora

 

PASITEA

Importuni letarghi,  

che 'l mio ben mi togliete,

che 'l mio ben mi rapite,

partite omai, partite

da quelle luci amate,

che rendete eclissate.

Apri gl'occhi amorosetti

mio bel sposo

sonnacchioso,

darti vo' de' baci eletti,

apri gl'occhi amorosetti.

Che ti val Pasitea

essere del tuo nume

la sospirata dea,

s'in quest'oziose piume

egli sommerso ogn'ora

tra sonni suoi dimora.

Apri gl'occhi amorosetti.

Vezzeggio chi non sente,

amoreggio un defonto,

un cadavere abbraccio,

chiamo chi non risponde,

ho sete in mezzo all'onde.

Apri gl'occhi amorosetti.

 

SONNO

O di quel foco, in cui  

ardo, vivo felice

facelletta, e radice,

sempre tra miei riposi

con te sogno, e vaneggio,

altri che te non veggio,

ti bacio, e ti lusingo,

nelle braccia ti stringo,

e tal dolcezza provo

con la tua finta imago,

che sonni eterni di dormir son vago.

PASITEA

Empio Morfeo t'accuso

di perfidia, e di frode,

per te resta deluso

il tuo signore, e mio,

ed io misera, ed io,

per il tuo falso oggetto,

una statua di carne ho sempre in letto.

Dunque vieppiù del corpo

l'ombra t'alletta, e piace,

l'ombra vana, e fugace?

Ahi delle larve istesse

mi fa gelosa Amore:

dimmi, dimmi mio core

tu da bugiarde forme

allettato, che dormi? O pena, ei dorme.

 

Apri gl'occhi amorosetti

mio bel sposo

sonnacchioso,

darti vo' de' baci eletti,

apri gl'occhi amorosetti.

 

SONNO

Or di baciarti appunto  

bella mia mi parea,

e l'anima traea

da quei baciati, e molli

soavi rubinetti

sovraumani diletti.

PASITEA

Vo' che provi qual sia

differenza in baciar bocche sognate,

ovver labbra veraci, e innamorate:

voglio farti sentire,

ohimè, che dormi? O pena, ah non dormire.

SONNO

Baciami pur, son desto,

mordi, pungi, ferisci

colomba mia diletta,

i baci tuoi già la mia bocca aspetta.

L'AURORA

Grandini amanti amati

influssi di conforti

ognor sovra di voi

la bella Citerea da' giri suoi.

Deh per l'amor che porti

o Sonno, o grato Sonno

alla tua cara speme,

concedi breve aita

alla mia fé schernita.

SONNO

Son violenze queste

e non preghi, o del sole

lucidissima nunzia, alma guerriera,

che l'ombre uccidi col vibrar de' rai.

Chiedi pur quanto brami, aita avrai.

L'AURORA

Amo Titon crudele

figlio del re troiano,

il cui seno agghiacciato

resiste ad ogni ardore,

e rende ottuse, e inermi

le quadrelle d'amore.

Questi rapir vogl'io,

ed or, ch'egli infestando,

lungi da suoi custodi

se n' va le fere idee,

ch'immerso, e profondato

da te resti, desio,

nell'onde dell'oblio.

SONNO

Tosto in grembo l'avrai

addormentato, e tosto

del tuo trionfator trionferai.

Pasitea vado, e riedo,

sarà breve il soggiorno,

inventa novi baci, ora ritorno.

PASITEA

Mentre amante assetata

il labbro inaridito

accosto alla bramata

acqua amorosa, ella da me se n' fugge,

e nel fuggir vieppiù m'asseta, e strugge

or, ch'io godea, destato

da suoi sonni, il mio nume,

m'esce di grembo, e altrove

spiega, drizza le piume:

quando torna, vogl'io

così tenacemente

incatenargli il collo

con queste braccia, che

mai più non possa egli volar da me.

 

O quanto è dolce amore,  

credo, che lo compose

schiera d'api, da succhi

de' gigli, e delle rose,

delle sue ambrosie mai si sazia il core.

O quanto è dolce amore.

Riedi mia vita, riedi,

vieni tosto a libare

da due labbra vezzose

uniche gioie, e care;

non tardiamo a goder, volano l'ore.

O quanto è dolce amore.

 

Fine (Prologo)

Prologo Atto primo Atto secondo Atto terzo

Abitazione del Sonno.

Pasitea, Sonno, L'aurora
 

O di quel foco, in cui

 

Or di baciarti appunto

 
Scena unica
Abitazione del Sonno. Selva idea. Giardini di Flora. Alpestra. Prati.
Atto primo Atto secondo Atto terzo

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